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Strega 2010

(420 articoli)
  1. Zanoni scrive su FareFuturo, la fondazione di Fini.

    Bannare Bassoli dal Forum? Non se ne parla nemmeno.

    Pubblicato 13 anni fa #
  2. zanoni

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    che palle! ma uno non puo' fare neanche una battuta? anzi, due battute... visto che l'avevo fatta identica per A? invito solamente a non influenzare IN ALCUN MODO le dinamiche di alcuni premi letterari di prossima assegnazione evitando di prendere posizione in merito. alcuni la chiamano scaramanzia (BATTUTA: in ogni caso, per non cogliere rischi magari potremmo hackerare Bassoli fino al 1° luglio).

    comunque, qualche mio articoletto si trova nell'apposita rubrica COSA HO SCRITTO OGGI...

    Pubblicato 13 anni fa #
  3. k

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    Zano', io non so come hai fatto, ma se davvero vieni, stammi lontano però. Non lontanuccio. Lontano lontano.

    Pubblicato 13 anni fa #
  4. zanoni

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    per carita', chi si avvicina...

    anzi, per qualche giorno me ne rimango anche in silenzio stampa

    Pubblicato 13 anni fa #
  5. COSI' PENNACCHI VINCERA' IL PREMIO STREGA
    di Giancristiano Desiderio
    sulla rubrica 'ragioni&torti' di 'liberal'

    Sto leggendo il romanzo che giovedì prossimo vincerà il Premio Strega: Canale Mussolini di Antonio Pennacchi (Mondadori). Ora speriamo che la previsione sarà rispettata: quest'anno infatti c'è la battaglia tra gli editori e se Canale Mussolini non dovesse vincere, Pennacchi - se lo conosco almeno un poco - mi maledirebbe simpaticamente per avergli portato sfortuna. Ora qui io, però, non voglio parlare del romanzo. Sto ancora leggendo e non posso riportare in poche righe la storia dei Peruzzi, che poi sono i nonni e gli zii del Pennacchi venuto giù dal Nord ai tempi del fascismo per realizzare la Bonifica delle Paludi Pontine. Ma se non voglio e non posso scrivere della storia principale del romanzo allora di cosa mai potrò parlare dopo aver detto che al romanzo è giusto riconoscere lo Strega? Di due cose: la narrazione e la lingua.

    Prima dell'inizio della storia della sua famiglia - che si porta dietro la storia della nostra storia nazionale - Pennacchi si rivolge direttamente al lettore per dirgli che <<bello o brutto che sia, questo è il libro per cui sono venuto al mondo>>. Lasciamo stare <<il bello e il brutto>> e soffermiamoci su <<questo è il libro per cui sono venuto al mondo>>. Che vuol dire? Più o meno una cosa come questa: che non è Pennacchi ad aver inventato la storia, ma, al contrario, è stata la storia che ha inventato o scelto il Pennacchi. Secondo l'autore, infatti, esistono almeno due categorie di scrittori: quelli che inventano le loro storie, che si siedono a tavolino e stilano una scaletta del lavoro, che programmano la storia e che cosa diranno i personaggi e quando lo diranno; e poi ci sono gli altri scrittri, quelli che non programmano un bel niente, che non buttano giù una scaletta e che scrivono perché sono stati 'chiamati' proprio per fermare quelle storie sulla carta. Pennacchi rientra in questa seconda categoria e la storia che narra, anzi le tante storie che narra in Canale Mussolini, non sono una particolare invenzione letteraria della sua mente, ma giravano nell'aria e lui si è "limitato" a fermarle prima che svanissero definitivamente. Per farla breve, Pennacchi non è un romanziere, è invece un autentico narratore ossia uno che racconta le cose umane, storie che possono essere accadute o meno, ma che risultano comunque 'vere'.

    La seconda cosa è la lingua. Antonio Pennacchi è uno scrittore, ma non ha sempre fatto lo scrittore. In passato per campare faceva l'operaio, anche se già sapeva di essere scrittore. Oggi che fa lo scrittore non dimentica di essere stato un operaio: Pennacchi scrive con la lingua con la quale parlava con i suoi compagni in fabbrica e con la lingua con la quale parla oggi ai suoi amici al bar del paese (Latina). Proprio perché è un narratore, la sua lingua è popolare, ma proprio perché è popolare è potente. Dopo di che se non gli danno lo Strega non hanno capito niente: Pennacchi ha già vinto.

    Pubblicato 13 anni fa #
  6. Il 2 Luglio sembra che andrà in onda, dalle 00.16 in poi, il premio. Su Rai Tre.

    Pubblicato 13 anni fa #
  7. A

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    raitv o radio3?

    Pubblicato 13 anni fa #
  8. devi indovinare.

    Pubblicato 13 anni fa #
  9. (ANSA) - ROMA, 30 GIU - Sara' assegnato domani il Premio Strega al Ninfeo di Villa Giulia a Roma. In pole Antonio Pennacchi con 'Canale Mussolini' (Mondadori). Outsider l'esordiente Silvia Avallone con 'Acciaio' (Rizzoli) che guida la cinquina con 62 voti. La diretta, con lo spoglio degli ultimi 50 voti, sara' condotta su Raiuno da Lamberto Sposini, a partire dalle 23.30.

    Il vincitore sara' proclamato intorno alle 24.00. La sfida tra Pennacchi e la Avallone si preannuncia all'ultimo respiro.

    Pubblicato 13 anni fa #
  10. yaura

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    (Diomio Sposini no. Che male abbiamo fatto?)

    Se vince l'Avallone significa che chi vota non ha letto i romanzi (oppure che non capisce una cippa di libri).

    http://www.affaritaliani.it/culturaspettacoli/premio_strega_cronaca_in_differita.html

    Pubblicato 13 anni fa #
  11. Genesis

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    tu hai letto entrambi i libri? o ti basi sul sentito dire?

    Pubblicato 13 anni fa #
  12. yaura

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    Membro

    Ho letto (quasi) tutti i libri della cinquina finalista (non parlo mai per "sentito dire", piuttosto non dico niente).
    Per inciso, non li ho portati tutti a termine ("Accanto alla tigre" abbandonato a pag.31; "Sono comuni le cose degli amici" non ancora finito - e non so se lo finirò).

    Pubblicato 13 anni fa #
  13. big one

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    Membro

    Se vince l'Avallone significa che chi vota non ha letto i romanzi

    oppure che la ragione politico commerciale ha la meglio sulla qualità.

    Pubblicato 13 anni fa #
  14. Genesis

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    Membro

    per yaura: cosa ti è piaciuto del libro di Pennacchi? Il linguaggio? La storia narrata? E cosa non ti piace della Avallone?

    Pubblicato 13 anni fa #
  15. cameriere

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    Membro

    a me piace mooolto di più la avallone
    io e torque l’abbiamo pure vista scendere dal taxi
    con gambe tanto,
    mica il bastone,
    riccia e capriccia,
    senza cappello,
    con un vestitino leggerino e colorato un pelo sul ginocchio.

    e purtroppo
    ubi maior
    minor cessat

    Pubblicato 13 anni fa #
  16. Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa

    Pubblicato 13 anni fa #
  17. zanoni

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    che palle, per ragioni tecniche non ci posso andare

    lo volevo fare io lo spoglio in diretta col forum, altro che Sposini...

    Pubblicato 13 anni fa #
  18. CANALE MUSSOLINI VALE PIU' DI TANTE LEZIONI DI STORIA CONTEMPORANEA
    di Lucetta Scaraffia su Il Foglio del 30 Giugno 2010

    Gli storici di professione ci hanno messo più di vent'anni - fra liti e accuse di cripto-fascismo - ad ammettere che il fascismo si fondava su un verso consenso popolare. Ma questa che oggi è considerata un'evidenza non è ancora giunta alle scuole: gli studenti, in stragrande maggioranza, rispondono che il fascismo è stato imposto con la forza agli italiani. Nel prossimo anno accademico, per cercare di far capire cosa è stato il fascismo, ai miei studenti farò leggere 'Canale Mussolini' (Mondadori), il romanzo di Antonio Pennacchi. Una vera epopea del fascismo popolare, del fascismo contadino - sì, c'è stato un vero e spontaneo fascismo contadino! - che offre del Duce e di uno dei più importanti gerarchi, Rossoni, un'immagine ben diversa da quella ufficiale.
    Il libro di Pennacchi fa capire benissimo il profondo legame che c'era e in qualche modo si è mantenuto fra socialismo e fascismo. Motivo per cui tanti socialisti sono diventati fascisti, convinti di non cambiare idea, ma di combattere per gli stessi obiettivi e con le stesse persone, grazie a un legame fatto di sentimenti rivoluzionari e di lotta di classe. Alla fine, i fascisti una rivoluzione l'hanno fatta, e un po' anche hanno sovvertito i rapporti di classe: con il primato della politica, le élite borghesi non hanno più contato nulla, e sono state sostituite nella gestione del potere da personaggi di origini popolari - come appunto il Rossoni, contadino di un poverissimo borgo del ferrarese, Tresigallo - e lo stesso Mussolini, abituato a mangiare al tavolo dei contadini, capace di aggiustare un erpice ripetendo i gesti del padre fabbro, e soprattutto di parlare (anche in dialetto) in modo da farsi capire da tutti.
    La famiglia Peruzzi, una grande famiglia di mezzadri ferraresi che passa dal socialismo al fascismo, è la protagonista del romanzo: l'adesione al fascismo della prima ora (sette fratelli partecipano alla marcia su Roma) permette loro di sfuggire a un destino di fame nella pianura padana, e di realizzare la speranza di una terra propria nella bonifica delle paludi pontine. Ma consente anche, nei momenti di crisi, di trovare una soluzione, un appiglio: la militanza fascista, e soprattutto la conoscenza personale di Rossoni e del Duce, permettono ai Peruzzi di far sentire le proprie ragioni, di sfuggire a un destino di subordinazione totale a cui la collocazione sociale li avrebbe costretti. Il fascismo per loro è una forma di riscatto: per farsi ascoltare, un contadino si deve mettere la camicia nera, perfino per farsi ricevere dal Patriarca di Venezia a cui Pericle Peruzzi chiede che nell'agro pontino vengano mandati preti che parlino veneto come loro, come voleva sua madre.
    I Peruzzi capiscono di non essere più socialisti quando, alla fine della Prima guerra mondiale, per due volte devono lottare per impedire che l'incendio doloso del pagliaio distrugga la loro cascina: sono i socialisti del luogo che l'hanno appiccato, perché i Peruzzi si sono rifiutati di assumere braccianti, come il partito imponeva.
    Dopo aver subìto questi gesti di violenza, giovani contadini che portano i nomi significativi di Treves e Turati (come del resto le loro sorelle, Bissolata e Modigliana) diventano squadristi neri e seguono le sorti fasciste fino al '45. Poi, nelle paludi pontine prosciugate, il lavoro contadino viene premiato, la promessa della terra sembra farsi finalmente concreta, e lo straordinario spiegamento di risorse e di uomini deciso dal regime dà risultati immediati e tali da stupire tutti: l'organizzazione dei lavori e la sistemazione dei contadini veneti è così precisa e puntuale da costituire un'altra esperienza di conferma per la fede fascista dei Peruzzi. E anche il modo con cui si pone rimedio alle inevitabili disfunzioni - come i coloni che arrivano senza alcuna esperienza di vita contadina - immediatamente risolte con i corsi che li trasformeranno in provetti agricoltori, non fanno che rafforzare il punto di vista che hanno assunto per guardare il mondo, e per capire gli eventi storici in cui sono direttamente coinvolti, in genere come soldati. Le parti più interessanti del libro - dal punto di vista storico - sono proprio quelle in cui la voce narrante narra la storia dal punto di vista dei Peruzzi, come loro l'hanno capita e quindi raccontata alle generazioni successive. Una bella lezione sulle diversità di interpretazione, che non coinvolgono solo chi scrive libri, ma anche chi i fatti li vive.

    Pubblicato 13 anni fa #
  19. rindindin

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    dai, gli ultimi momenti di tensione! vinca il migliore! (io parlo per sentito dire perchè la cinquina non l'ho letta, neanche la quartina, nè la terzina, nè l'ambo perchè ho fatto subito tombola!). In bocca al lupo di cuore!

    Pubblicato 13 anni fa #
  20. A

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    In bocca al lupo, incrociamo le dita

    Pubblicato 13 anni fa #
  21. Woltaired

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    io non avrò una tv sottomano, sarò in un chiostro improvvisante, tenete i telefoni accesi.

    Pubblicato 13 anni fa #
  22. rindindin

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    sì anch'io ho problemi con la tv, quindi il primo che sa scateni l'inferno di sms!

    Pubblicato 13 anni fa #
  23. Genesis

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    In bocca al lupo!

    Pubblicato 13 anni fa #
  24. Peeeennnaaaacchiiiiiiiiiiiiiii!

    Vince Antonio Pennacchiiiiiiiiiiiiii!

    Pubblicato 13 anni fa #
  25. Genesis

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    Membro

    Grandissimo Pennacchiiiiiiiiiii! Congratulazioniiiiiii !

    Pubblicato 13 anni fa #
  26. A

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    evviva!!!
    sono commosso!!!
    un grande abbraccio Antonio!!

    Pubblicato 13 anni fa #
  27. Mr Darcy

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    Membro

    ... 133 di questi giorni!

    Pubblicato 13 anni fa #
  28. Grande modestia, grandi sorsate dalla bottiglia di strega, un pensiero agli operai della Nexans.

    Prima domanda dell'intervista marzulliana del post premio :

    "Scrivere è..."

    "Il mio dovere" risponde Pennacchi.

    E' sempre lui, il nostro.

    Gli voglio bene così!

    Pubblicato 13 anni fa #
  29. E ora annatevenaffanculo che ci ho da vedere il resto dell'intervista.

    Pubblicato 13 anni fa #

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