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(1417 articoli)
  • Avviato 15 anni fa da Faust Cornelius Mob
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  1. sensi da trento

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    yes, certo che lo so.
    e ti dirò anche che il suo "sostiene pereira" è uno dei miei libri preferiti, nonostante la strana tempistica con cui venne pubblicato (uscì per feltrinelli a febbraio 94, pochissimo prima della vittoria di berlusconi).

    ho fatto un regalo a una collega che insegna lettere, alcuni mesi fa.
    le ho dato proprio il dvd con il film interpretato da marcello mastroianni.

    Pubblicato 13 anni fa #
  2. sensi da trento

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    Membro

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    il mio pezzo preferito però è quando parla della pubblica opinione con il direttore del suo giornale.
    mi pare però che il film non abbia reso al meglio quel dialogo.

    Pubblicato 13 anni fa #
  3. A.

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    Scusa Sensi, sono stato inutilmente provocatorio. Ciao

    Ps. Stupendo il libro e forse uno dei pochi film che rende bene il libro, certo hai ragione tu, non lo rende ai livelli del libro.

    Pubblicato 13 anni fa #
  4. sensi da trento

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    nein, perchè provocatorio?
    stiamo qua a ragionare e, perchè no?, prenderci anche in giro bonariamente!

    Pubblicato 13 anni fa #
  5. Oggi possiamo svelare un particolare importante per capire Antonio Tabucchi: faceva volontariato nei campi rom intorno Firenze.

    Pubblicato 13 anni fa #
  6. zaphod

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    Fondatore

    Ho letto È nata una star? di Nick Hornby.

    50.000 battute, così, all'ingrosso. Scritte grandi, spaziate, dilatate all'inverosimile per arrivare a giustificare i 10 euri che servono per portarvelo a casa.
    Un editor discreto ne avrebbe tagliato almeno un terzo. Un buon editor lo avrebbe ridotto alla metà e sarebbe diventato un racconto divertente.
    Il libro l'ho preso perché il trailer del film sembrava carino e di Hornby avevo il ricordo di uno scrittore interessante (Febbre a 90, Alta fedeltà). Letto il libro credo che questo potrebbe essere uno di quei rari casi in cui dire che il film è meglio del libro.

    Pubblicato 13 anni fa #
  7. k

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    Sto leggendo Paolo Nori, Si chiama Francesca, questo romanzo, che ho preso subito dopo avere letto I malcontenti. Mi piace costui. Scrittura interessante.

    Pubblicato 13 anni fa #
  8. E' davvero bravo, Paolo Nori.

    Pubblicato 13 anni fa #
  9. A.

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    Moderatore

    Oro

    ...Faceva molto freddo. Bussai alla porta finché venne il milite che fungeva da sbirro, e lo pregai di mettermi a rapporto con Fossa; lo sbirro era proprio quello che mi aveva picchiato al momento della cattura, ma quando aveva saputo che io ero un «dottore» mi aveva chiesto scusa: l’Italia è uno strano paese. Non mi mise a rapporto, ma ottenne per me e per gli altri una coperta, e il permesso di riscaldarci per mezz’ora ogni sera, prima del silenzio, vicino alla caldaia del termosifone. Il nuovo regime ebbe inizio la sera stessa. Venne il milite a prelevarmi, e non era solo: con lui c’era un altro prigioniero di cui non conoscevo l’esistenza. Peccato: se fosse stato Guido o Aldo sarebbe stato molto meglio: comunque, era un essere umano con cui scambiare parola. Ci condusse nel locale caldaia, che era fosco di fuliggine, schiacciato dal soffitto basso, ingombrato quasi per intero dalla caldaia, ma caldo: un sollievo. Il milite ci fece sedere su una panca, e prese posto lui stesso su una sedia nel vano della porta, in modo da ostruirla: teneva il mitra verticale fra le ginocchia, tuttavia

    pochi minuti dopo già sonnecchiava e si disinteressava di noi. Il prigioniero mi guardava con curiosità: - Siete voi, ribelli? – mi chiese, Aveva forse trentacinque anni, era magro e un po’ curvo, aveva i capelli crespi in disordine, la barba mal rasa, un grosso naso a becco. La bocca senza labbra e gli occhi fuggitivi. Le sue mani erano sproporzionatamente grosse, nodose, come cotte dal sole e dal vento, e non le teneva mai ferme: ora si grattava, ora le strofinava una sull’altra come se le lavasse, ora tamburellava sulla panca o su una coscia; notai che gli tremavano leggermente. Il suo fiato odorava di vino, e ne dedussi che era stato arrestato da poco; aveva l’accento della valle, ma non sembrava un contadino. Gli risposi tenendomi sul generico, ma non si scoraggiò: - Tanto quello dorme: puoi parlare, se vuoi. Io posso fare uscire notizie; poi forse esco fra poco.

    Non mi sembrava un tipo da fidarsene molto.
    - Perché sei qui? - gli chiesi?
    - Contrabbando: non ho voluto spartire con loro, ecco tutto. Finiremo col metterci d’accordo, ma intanto mi tengono dentro: è male, col mio mestiere.
    - E’ male per tutti i mestieri!
    - Ma io ho un mestiere speciale. Faccio anche il contrabbando, ma solo d’inverno, quando la Dora gela; insomma, faccio diversi lavori, ma nessuno sotto padrone. Noi siamo gente libera: era così anche mio padre e mio nonno e tutti i bisnonni fino dal principio dei tempi, fino da quando sono venuti i Romani.

    Non avevo capito l’accenno alla Dora gelata, e gliene chiesi conto: era forse un pescatore?

    - Sai perché si chiama Dora? – mi rispose: - Perché è d’oro. Non tutta, si capisce, ma porta oro, e quando gela non si può più cavarlo.
    - C’è oro sul fondo?
    - Si, nella sabbia: non dappertutto, ma in molti tratti. E’ l’acqua che lo trascina giù dalla montagna, e lo accumula a capriccio, in un’ansa sì, in un’altra niente. La nostra ansa, che ce la passiamo di padre in figlio, è la più ricca di tutte: è ben nascosta, molto fuori mano, ma ugualmente è meglio andarci di notte, che non venga nessuno a curiosare. Per questo, quando gela forte come per esempio l’anno scorso, non si può lavorare, perché appena hai forato il ghiaccio se ne forma dell’altro, e poi anche le mani non resistono. Se io fossi al tuo posto e tu al mio, parola d’onore, ti spiegherei anche dov’è, il nostro posto.

    Mi sentii ferito da quella sua frase. Sapevo bene come stavano le mie cose, ma mi spiaceva sentirmelo dire da un estraneo. L’altro che si era accorto della topica, cercò goffamente di rimediare:

    - Volevo dire insomma che sono cose riservate, che non si dicono nemmeno agli amici. Io vivo di questo, e non ho altro al mondo, ma non cambierei con un banchiere. Vedi, non è che d’oro ce ne sia tanto: ce n’è anzi molto poco, si lava tutta una notte e si tira fuori uno o due grammi: ma non finisce mai. Ci torni quando vuoi, la notte dopo o dopo un mese, secondo che ne hai volontà, e l’oro è ricresciuto; è così da sempre e per sempre, come l’erba nei prati. E così non c’è gente più libera di noi: ecco perché mi sento venire matto a stare qui dentro. Poi, devi capire che a lavare sabbia non sono capaci tutti, e questo dà soddisfazione. A me, appunto, mi ha insegnato mio padre: solo a me, perché ero il più svelto; gli altri fratelli lavorano alla fabbrica. E solo a me ha lasciato la scodella, - e, con la enorme destra leggermente inflessa a coppa, accennò al movimento rotatorio professionale.

    - Non tutti i giorni sono buoni: va meglio quando c’è sereno ed è l’ultimo quarto. Non saprei dirti perché, ma è proprio così, caso mai ti venisse in mente di provare.

    Apprezzai in silenzio l’augurio. Certo, che avrei provato: che cosa non avrei provato? In quei giorni, in cui attendevo abbastanza coraggiosamente la morte, albergavo una lancinante voglia di tutto, di tutte le esperienze umane pensabili, e imprecavo alla mia vita precedente, che mi pareva di avere sfruttato poco e male, e mi sentivo il tempo scappare di fra le dita, sfuggire dal corpo minuto per minuto, come un’emorragia non più arrestabile. Certo, che avrei cercato l’oro: non per arricchire, ma per sperimentare un’arte nuova, per rivisitare la terra l’aria e l’acqua, da cui mi separava una voragine ogni giorno più larga: e per ritrovare il mio mestiere chimico nella sua forma essenziale e primordiale, la «Scheidekunst», appunto, l’arte di separare il metallo dalla ganga.

    - Non lo vendo mica tutto, - continuava l’altro: - ci sono troppo affezionato. Ne tengo un po’ da parte e lo fondo, due volte all’anno, e lo lavoro: non sono un artigiano ma mi piace averlo in mano, batterlo col martello, inciderlo, graffiarlo. Non mi interessa diventare ricco: mi importa vivere libero, non avere un collare come i cani, lavorare così, quando voglio, senza nessuno che mi venga a dire «su, avanti». Per questo soffro a stare qui dentro; e poi, oltre a tutto, si perde giornata.

    Il milite diede un crollo nel sonno, e il mitra che teneva fra le ginocchia cadde a terra con fracasso. Lo sconosciuto ed io ci scambiammo un rapido sguardo, ci comprendemmo al volo, ci alzammo di scatto dalla panca: ma non facemmo in tempo a muovere un passo che già il milite aveva raccattato l’arma. Si ricompose, guardò l’orologio, bestemmiò in veneto, e ci disse ruvidamente che era tempo di rientrare in cella. Nel corridoio incontrammo Guido e Aldo, che, scortati da un altro sorvegliante, si avviavano a prendere il nostro posto nell’afa polverosa della caldaia: mi salutarono con un cenno del capo.

    Nella cella mi riaccolse la solitudine, il fiato gelido e puro delle montagne che penetrava dalla finestrella, e l’angoscia del domani. Tendendo l’orecchio, nel silenzio del coprifuoco si sentiva il mormorio della Dora, amica perduta, e tutti gli amici erano perduti, e la giovinezza e la gioia, e forse la vita: scorreva vicina ma indifferente, trascinando l’oro nel suo grembo di ghiaccio fuso. Mi sentivo attanagliato da un’invidia dolorosa per il mio ambiguo compagno, che presto sarebbe ritornato alla sua vita precaria ma mostruosamente libera, al suo inesauribile rigagnolo d’oro, ad una fila di giorni senza fine.

    (Da Sistema Periodico, di Primo Levi, Einaudi.)

    Pubblicato 13 anni fa #
  10. k

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    Bello davvero.

    Pubblicato 13 anni fa #
  11. Silvana Mangano

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    Membro

    Io sto rileggendo, con pura eccitazione, il Moby Dick con la traduzione di Pavese

    Pubblicato 13 anni fa #
  12. A.

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    Moderatore

    Dedicato a Torquemada, che dice che è scritto male e è costruito (il testo). Ammetterà almeno che qui Toni Servillo lo legge divinamente.

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    Tutto quello che non sopporto ha un nome.
    Non sopporto i vecchi. La loro bava. Le loro lamentele. La loro inutilità. Peggio ancora quando cercano di rendersi utili. La loro dipendenza. I loro rumori. Numerosi e ripetitivi. La loro aneddotica esasperata. La centralità dei loro racconti. Il loro disprezzo verso le generazioni successive.
    Ma non sopporto neanche le generazioni successive. Non sopporto i vecchi quando sbraitano e pretendono il posto a sedere in autobus. Non sopporto i giovani. La loro arroganza. La loro ostentazione di forza e gioventù. La prosopopea eroica dei giovani è patetica. Non sopporto i giovani impertinenti che non cedono il posto in autobus. Non sopporto i teppisti. Le loro risate improvvise, scosciate ed inutili.
    Il loro disprezzo verso il prossimo diverso. Ancora più insopportabili i giovani buoni, responsabili e generosi. Tutto volontariato e preghiera. Tanta educazione tanta morte. Nei loro cuori e nelle loro teste.
    Non sopporto i bambini capricciosi e autoreferenziali e il loro genitori ossessivi e referenziali solo verso i bambini. Non sopporto i bambini che urlano e che piangono. E quelli silenziosi mi inquietano, dunque non li sopporto. Non sopporto i lavoratori e disoccupati e l’ostentazione melliflua e spregiudicata della loro sfortuna divina. Che sfortuna non è. Solo mancanza di impegno.
    Ma come sopportare quelli tutti dediti alla lotta, alla rivendicazione, al comizio facile e al sudore diffuso sotto l’ascella? Impossibile sopportarli.
    Non sopporto i manager e non c’è nemmeno bisogno di spiegare il perché. Non sopporto i piccoli borghesi, chiusi a guscio nel loro mondo stronzo. Alla guida della loro vita, la paura. La paura di tutto ciò che non rientra in quel piccolo guscio. E quindi snob, senza sapere nemmeno il significato della parola.

    Non sopporto i fidanzati, poiché ingombrano.
    Non sopporto le fidanzate, poiché intervengono.
    Non sopporto quelli di ampie vedute, tolleranti e spregiudicati. Sempre corretti. Sempre perfetti. Sempre ineccepibili. Tutto consentito tranne l’omicidio. Li critichi e loro ti ringraziano della critica. Li disprezzi e loro ti ringraziano bonariamente. Insomma, mettono in difficoltà. Perché boicottano la cattiveria. Quindi, sono insopportabili.
    Ti chiedono: “come stai?” e vogliono saperlo veramente. Uno choc. Ma sotto l’interesse disinteressato, da qualche parte, covano coltellate.
    Ma non sopporto neanche quelli che non ti mettono mai in difficoltà. Sempre ubbidienti e rassicuranti. Fedeli e ruffiani.
    Non sopporto i giocatori di biliardo, i soprannomi, gli incisivi, i non fumatori, lo smog e l’aria buona, i rappresentanti di commercio, la pizza a l taglio, i convenevoli, i cornetti con la cioccolata, i falò, gli agenti di cambio, i parati a fiori, il commercio equo e solidale, il disordine, gli ambientalisti, il senso civico, i gatti, i topi, le bevande analcoliche, le citofonate inaspettate, le telefonate lunghe, coloro che dicono che un bicchiere di vino al giorno fa bene, coloro che fingono di dimenticare il tuo nome, color che per difendersi dicono di essere dei professionisti, i compagni di scuola che dopo trent’anni ti rincontrano e ti chiamano per cognome, gli anziani che non perdono mai l’occasione che loro hanno fatto la Resistenza, i figli sprovvisti che non hanno nulla da fare e decidono di aprire una galleria d’arte, gli ex comunisti che perdono la testa per la musica brasiliana, gli svampiti che dicono “intrigante”, i modaioli che dicono “figata” e derivati, gli sdolcinati che dicono carino, bellino, stupendo, gli ecumenici che chiamano tutti “amore”, certe bellezze che dicono “ti adoro”, i fortunati che suonano ad orecchio, i finti disattenti che quando parli non ti ascoltano, i superiori che giudicano, le femministe, i pendolari, i dolcificanti, gli stilisti, i registi, le autoradio, i ballerini, i politici, gli scarponi da sci […]
    Non sopporto i timidi, i logorroici, i finti misteriosi, i goffi, gli svampiti, gli estrosi, i vezzosi, i pazzi, i geni, gli eroi, i sicuri di sé, i silenziosi, i valorosi, i meditabondi, i presuntuosi, i maleducati, i coscienziosi, gli imprevedibili, i comprensivi, gli attenti, gli umili, gli esperti, gli appassionati, gli ampollosi, gli eterni sorpresi, gli equi, gli inconcludenti, gli ermetici, i attutisti,i cinici, i paurosi, i tracagnotti, i litigiosi, i superbi, i flemmatici, i millantatori, i preziosi, i vigorosi, i tragici, gli insicuri, i dubbiosi, i disincantati, i meravigliati, i vincenti, gli avari, i dimessi, i trascurati, gli sdolcinati, i lamentosi, i lagnosi, i capricciosi, i viziati, i rumorosi, gli untuosi, i bruschi, e tutti quelli che socializzano con relativa facilità.
    Non sopporto la nostalgia, la normalità, la cattiveria, l’iperattività, la bulimia, la gentilezza, la malinconia, la mestizia, l’intelligenza e la stupidità, la tracotanza, la rassegnazione, la vergogna, l’arroganza, la simpatia, il doppiogiochismo, il menefreghismo, l’abuso di potere, l’inettitudine, la sportività, la bontà d’animo, la religiosità, l’ostentazione, la curiosità e l’indifferenza, la messa in scena, la realtà, la colpa, il minimalismo, la sobrietà e l’eccesso, la genericità, la falsità, la responsabilità, la spensieratezza, l’eccitazione, la saggezza, la determinazione, l’autocompiacimento, l’irresponsabilità, la correttezza, l’aridità, la serietà e la frivolezza, la pomposità, la necessari età, la miseria umana, la compassione, la tetraggine, la prevedibilità, l’incoscienza, la capziosità, la rapidità, l’oscurità, la lentezza, la medietà, la velocità, l’ineluttabilità, l’esibizionismo, l’entusiasmo, la sciatteria, la virtuosità, il dilettantismo, il professionismo, l’autonomia, la dipendenza, l’eleganza e la felicità.
    Non sopporto niente e nessuno.
    Neanche me stesso. Soprattutto me stesso.
    Solo una cosa sopporto.
    La sfumatura.

    Pubblicato 13 anni fa #
  13. zaphod

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    Fondatore

    Bella serata ieri sera al Circolo Hemingway con i Putan Club.
    I due testi dell’Anonima Scrittori che ho letto on il supporto di François R.Cambuzat e Vincent Fortemps si possono leggere qui:
    http://www.anonimascrittori.it/modica/nere/chedovevamo.php
    http://www.anonimascrittori.it/rorschach/05_massimiliano.htm

    Pubblicato 13 anni fa #
  14. Tanto Tarantino qualsiasi cosa prova a fare - film o libri - per essere sicuro che vada bene l'affida a Toni Servillo. Un libro - quello di cui hai riportato il passo - che peggio uno non potrebbe immaginare. Scrittora moderna, che in realtà è copiata un po' sulla falsariga della 25a ora di Spike Lee, che diventa non-scrittura.

    Sto leggendo invece il Giardino delle Bestie. Sono arrivato a pagina 110 e ancora non è stato fatto il nome di Sensi da Trento. Strano. Se arrivo a pagina 200 e ancora non c'è, chiamo in casa editrice e mi lamento. Sti boicottaggi non li capisco.

    Pubblicato 13 anni fa #
  15. Ho letto questo post:

    "E' diventato impossibile circolare in auto di sera, sulla Palmiro Togliatti, con tutte quelle gare di Burlesque in corso".

    (Ale Dezi)

    Pubblicato 13 anni fa #
  16. big one

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    Membro

    Tanto Tarantino qualsiasi cosa prova a fare

    Immagino tu volessi scrivere Sorrentino ma ti sei lasciato distrarre dalle gare di burlesque alle quali TARANTINI iscriveva belle figliole

    Pubblicato 13 anni fa #
  17. Ho letto questa barzelletta. La copincollo come viene

    Quattro suore vanno in paradiso dopo un incidente stradale.
    Le accoglie San Pietro, che però deve ammonirle per qualche comportamento scorretto avuto durante l’esistenza in vita.

    - Allora, suor Germana, vedo qui sul registro che quando avevi 17 anni hai visto di nascosto il pisello del tuo parroco. Se sei pentita: “Lavati le palpebre nell’Acqua Santa e le porte del Paradiso ti si apriranno per l’eternità!” La suora ubbidisce e viene beatificata.

    - “Tu, invece, suor Fabiana, vedo che a 20 anni hai toccato il pisello del parroco. Lavati le mani nell’Acqua Santa.” – La seconda suora ubbidisce ed entra.

    - “E tu invece, suor Gabriella…” – A quel punto interviene suor Lucia: “A San Pie’, te dispiace se mi sciacquo la bocca prima che Suor Gabriella si lava il culo?“

    Pubblicato 13 anni fa #
  18. Per un attimo mi avete fatto pensare a QUENTIN Tarantino che collabora con Servillo.

    Rinvengo solo adesso.

    Pubblicato 13 anni fa #
  19. A.

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    Moderatore

    Il Burlesque... Ma quel Berlusconi è veramente un fottuto genio. Ci mancava!

    (si lo so, Toque hai ragione. Te la do. )

    Pubblicato 13 anni fa #
  20. llux

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    Membro

    Accipicchia per davvero, A.: addirittura il Burlesque!
    Allora, Dita von Teese sta a Marilyn Manson come Nicole Minetti sta a Silviuccio nostro?

    Pubblicato 13 anni fa #
  21. A.

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    Moderatore

    E sì, poi certo, tu ne saprai senz'altro di più.
    Mi ricordo ancora la tua performanz a Parigi, nel lontano 1956, LLuz

    Pubblicato 13 anni fa #
  22. Oggi ho letto questo

    La sciura Pepina, mentre lava i pann alla funtana, la ghe dumanda alla sua amisa: "Ti, t'è mai pruvà l'urgasm?".... e la sciura Rusina la ghe rispund: "No, mi me sun semper truvada ben col Dash...."

    Pubblicato 13 anni fa #
  23. llux

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    Membro

    Mon Dieu.... A.! Mon Cher, sei tu! Le professeur italien, il cliente più generoso e affezionato del Moulin Rouge! Ah... Paris, la Ville Lumière...
    (siamo bravini pure noi a sparare balle spaziali, eh? la differenza fra noi e lo psiconano è che lui ha la pretesa di essere creduto )

    Pubblicato 13 anni fa #
  24. llux

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    Membro

    Ho letto Pugni Svastiche Scarabei di Ned Beauman

    Narrazione che viaggia su doppio registro temporale, due protagonisti singolari: un procacciatore per aste on line di cimeli nazisti, che puzza come un barile di pesci marci per colpa di una malattia genetica e che si trova suo malgrado a indagare sulla morte, risalente agli anni '30, di un pugile dell'East London , ebreo e borderline, con un corredo genetico che lo rende oggetto dell' interesse di un entomologo genetista scopritore di un ordine di lepidotteri con una svastica sul dorso, cui spera di farne dono ad Hitler in persona.
    A me è piaciuta molto la parte della storia dedicata al pugile, nella Londra pre bellica: il racconto del Congresso Politico -con delitto- dei Fascisti Inglesi a Claramore, popolato da personaggi surreali e improbabili come solo la fantasia di un romanziere inglese può generare, vale il prezzo del libro.
    Finale già pronto per la sceneggiatura del film che prima o poi ne trarranno.

    Pubblicato 13 anni fa #
  25. zanoni

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    Membro

    grazie a llux per la segnalazione, lo metto decisamente in lista (che poi ha una faccia da sconvolto, mi piace: http://www.nedbeauman.co.uk/)

    Pubblicato 13 anni fa #
  26. llux

    offline
    Membro

    La sua pagina web non l'avevo vista ancora: essenziale come un hard discount di Francoforte. Piace anche a me , 'sto tipo.

    Pubblicato 13 anni fa #
  27. A me dice niente.

    Pubblicato 13 anni fa #
  28. sensi da trento

    offline
    Membro

    RIP

    http://www.latinanotizie.it/articolo.php?id=22970

    in un certo senso faceva parte del forum anche il Federale.
    coerente fino all'ultimo minuto della sua vita: non vi ha voluto dare la soddisfazione di arrendersi proprio il 25 aprile.

    Pubblicato 13 anni fa #
  29. A.

    offline
    Moderatore

    perché dici «non vi ha»?
    Cioè tu sei fascista allora?

    mi dispiace per questo uomo. RIP.

    Pubblicato 13 anni fa #
  30. big one

    offline
    Membro

    coerente fino all'ultimo minuto della sua vita: non vi ha voluto dare la soddisfazione di arrendersi proprio il 25 aprile.

    questa te la potevi risparmiare

    Pubblicato 13 anni fa #

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