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(1464 articoli)
  • Avviato 15 anni fa da Faust Cornelius Mob
  • Ultima replica da parte di FernandoBassoli
  1. A.

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    Torque, mi interesserebbe tantissimo che tu faccia una specie di recensione sul film di Martone. perchè noi ci dobbiamo portare gli alunni e dobbiamo decidere se ne valga la pena. E ne ho sentiti di giudizi entusiasti. Perchè ti ha deluso? Ti ringrazio anticipatamente.

    Pubblicato 14 anni fa #
  2. "L'estate d'inverno", di Davide Sibaldi

    Quando si fa un film ambientato in una sola stanza e con due soli personaggi, insomma un film di dialoghi, si presume che, come minimo, l'autore sappia scrivere, altrimenti manca uno dei fondamentali.
    Beh, nonostante la giovane età di Sibaldi, classe 1987, il film non si salva da una sonora bocciatura. I dialoghi sono spesso eccessivamente sopra le righe, la situazione di fondo è pretestuosa e i personaggi sono caratterizzati con l'accetta.
    Dopo la proiezione si è tenuto un incontro con l'autore e io ho chiaramente espresso il mio dubbio riguardo al personaggio della prostituta che, a mio avviso, era caratterizzato in maniera completamente posticcia e per nulla aderente al reale. La difesa portata avanti da Sibaldi e dal protagonista Fausto Cabra è stata che a loro non interessava un personaggio realistico ma un personaggio metaforico in cui infilare una serie di ragionamenti, qualcosa che risultasse tutt'al più credibile. Non ci siamo. "Niente trucchi da quattro soldi", dice Carver, "Scrivi di ciò che sai", dice Pennacchi. Scegliere un personaggio significa documentarsi, significa raccontare qualcosa e non camparlo in aria. E' falso e approssimativo. Sibaldi ha citato le miniature medievali "non avevano proporzioni reali, erano enfatizzate per mostrare ciò che si voleva mostrare". Sì, ma i cavalieri avevano comunque in mano le spade e non i carciofi.
    Oltretutto, il fatto di voler girare il film in tempo reale (un'ora di girato = un'ora di narrazione) non è cercare un pizzico di realismo? Intendiamoci, il film non è girato affatto male, ma dubito che la solidità narrativa sia un optional.

    Pubblicato 14 anni fa #
  3. k

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    Scusami, Faust, ma che cazzo ci sei andato a fare? Non ti doveva bastare solo quel "tempo reale" - cioè un'ora di girato=un'ora di narrazione, come dici tu - per capire che non poteva non essere che una stronzata. Ma abbi pazienza, tu è qualche anno oramai che scrivi e che condividi questa tua esperienza di scrittura con l'Anonima Scrittori. Ricorderai allora i reading che facevamo con le Modiche Quantità. Be', Faust, quanto ci mettevamo a leggere ogni pillola? Tre minuti, tre minuti e mezzo? Anche il più lento e palloso di noi (il Cam), quanto ci poteva mettere? Quattro minuti? Cinque, to'? E va be', diciamo cinque. Be', secondo te il Cam - ma pure io, e pure Dante Alighieri - era in grado di scriverla in cinque minuti la sua pillola? Ma tu non ti ricordi quanto ti ci voleva a te per scrivere la tua? Solo una pagina, solo 2500 battute? Scriverla, riscriverla, ripensarci, limare, togliere, aggiungere, ri-limare un'altra volta. Per farla davvero bene, ti ci volevano almeno tre o quattro giorni, o anche di più, se ci metti pure la prima ideazione ed i ripensamenti. E per che cosa? Per un prodotto finito di tre o al massimo cinque minuti. Così è, se vuoi raggiungere l'arte: all'essenziale ci si arriva per gradi, e ci si arriva per "sottrazione", esattamente come Michelangelo scolpiva le sue statue, togliendo cioè dal blocco di marmo il di più che le ricopriva. E queste povere bestie pretendono invece, con un'ora di girato, fare un'ora di narrazione? Che Dio li abbia in gloria, va', e che la Madonna li accompagni. Si chiama concettualismo, ma con l'arte non ha un cazzo da spartire. Coglione tu che ci sei andato. Gli dovevi fare una mossa di strangolamento wrestling.

    Pubblicato 14 anni fa #
  4. Non mi sono spiegato. Di materiale ne hanno girato per cinque giorni, intendevo dire che la narrazione è in tempo reale, il film dura un'ora e poco più e la vicenda pure.

    Comunque mi dissero solo "cinemino e birretta", ma se lo sapevo strangolavo l'amico mio...

    Pubblicato 14 anni fa #
  5. k

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    E' uguale (Faust, mi meraviglio di te: ma te lo debbo pure rispiegare?). E' come il "linguaggio in presa diretta". Il reale è una cosa, la rappresentazione del reale è un'altra.

    Pubblicato 14 anni fa #
  6. [Probabilmente non ciò capito niente, però provo a riportare - anche per rispondere all'invito di A. - il dialogo sul film 'Noi credevamo' di Martone tra me e K. Più K che me.]

    IL PESSIMISMO ESTETICO DI MARTONE.
    Dialogo con K su 'Noi credevamo'.

    Il 1 Gennaio, forse per non pensare all'abitudine della cena dopo i luculliani pasti delle feste, sono andato a vedere al cinema – il Fiamma a Roma – l'ultimo film di Mario Martone, 'Noi credevamo'. 170 minuti di film sul Risorgimento italiano che m'ha lasciato con sensazioni contrastanti. K mi chiede se il film m'è piaciuto o no e io parto con una spiegazione, almeno nelle intenzioni, lunghissima.
    “Si, il film è ben fatto tecnicamente ed è esteticamente notevole. Però è troppo lungo...”
    Lui condivide, però è interessato ad un giudizio complessivo. Mi interrompe e mi chiede ancora una volta: “t'è piaciuto?”
    A quel punto, devo decidere tra si o no, bianco e nero. Non è facile, forse nemmeno lo so, ma sparo lì un “no” che poi nemmeno è del tutto vero, perché tante sensazioni che m'ha suscitato il film non so come classificarle, ancora oggi. Così interviene lui, e mi toglie dall'imbarazzo di dover fornire ulteriori spiegazioni.
    “Beh, il film non è brutto”.

    Perché, secondo K, Martone è un bravo regista, con sceneggiature mai banali, uno dei pochi che in Italia sa realizzare film d'autore. “Però è vero, 'Noi credevamo' è troppo lungo” e poi si ferma a pensare e riparte: “e non è un film nazional-popolare”. Nel volto di K si legge un po' di delusione. Perché per lui quell'aggettivo composto, nazional-popolare, non è dispregiativo. Anzi, un film del Risorgimento, mi par di capire, uscito per giunta nel 150° anno dell'Unità d'Italia, aveva l'obbligo di essere nazional-popolare. Di riportare, con linguaggio filmico contemporaneo, la vicenda risorgimentale e i suoi protagonisti a più persone possibili. Un compito di cui Martone si doveva far carico e che, invece, ha scelto di non svolgere.
    Perché, per K, il film non è nemmeno sull'intero Risorgimento ma su una vicenda particolare – il declino di Mazzini e l'implosione del mazzinianesimo, con allegate tutte le problematiche dell'Italia post-unitaria relative alla poca tolleranza nei confronti dei 'rivoluzionari' – con una impostazione a tesi che, in qualche maniera, rischia di invadere l'idea dell'intero periodo che va dal 1848 al 1871: Mazzini viene dipinto quasi fosse un santo laico – con tanto di visioni mistiche alla fine del film, in cui il repubblicano è perseguitato dalle voci dei morti – miscelato con un rivoluzionario di professione, spietato e mandante di omicidi – all'inizio del film si vede Mazzini intento a programmare l'omicidio di Carlo Alberto –.
    K sostiene che le vicende siano dipinte con un'atmosfera cupa, gotica o, per usare un termine contemporaneo, dark. “Tipica dell'intellighencija di sinistra” che, per sottolineare il lato carbonaro o massonico della vicenda, fa accadere tutto di notte, principalmente all'interno di locali chiusi e, possibilmente, segreti. Una visione, più che filologica, quasi scolastica dell'intera vicenda. Forse la solita storiella della vispa Teresa che non può essere modificata? L'atmosfera dark porta con sé anche un messaggio, quasi un dogma: l'assoluta mancanza di salvezza, la delusione di ogni principio rivoluzionario, lo scontro fra ideale e realtà.
    “Tardo romantico,” dice K, e sul volto appare un'espressione soddisfatta, “è un film tardo romantico. Con l'eroe solitario che tenta di battersi fino in fondo, annullandosi nella Causa, ma viene sconfitto dalla società, dagli intrighi di palazzo, dal potere”. Basta far andare la mente alle vicende di Domenico (Luigi Lo Cascio), o di Angelo (Valerio Binasco) per rendersi conto che K non ha torto. "E' pessimista?" chiedo io. E lui risponde: "si, è pessimista".

    Pubblicato 14 anni fa #
  7. A.

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    Grazie, speriamo di poterlo vedere, comunque. ciao

    Pubblicato 14 anni fa #
  8. zanoni

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    Perché, per K, il film non è nemmeno sull'intero Risorgimento ma su una vicenda particolare

    non ho visto il film, ne' letto il romanzo da cui e' tratto: ma da quello che posso intuire, piu' che altro, 'Noi credevamo' offre l'interpretazione storiograficamente e soprattutto ideologicamente ben orientata (a sinistra, ovviamente) del Risorgimento come 'rivoluzione mancata', degli alti ideali traditi dal'autoritarismo conquistatore sabaudo. roba stagionata, insomma...

    Pubblicato 14 anni fa #
  9. Zanò, però da storico le cose le dovresti vedere.

    Pubblicato 14 anni fa #
  10. A.

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    Moderatore

    Ho trovato questa intervista di Martone.

    Get the Video Plugin

    Pubblicato 14 anni fa #
  11. k

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    Be', l'intervista di Martone (bravo come al solito) taglia la testa al toro: non ha voluto raccontare il Risorgimento o la sua epopea, ma un singolo aspetto del pur vasto movimento risorgimentale. Stop. Era nel suo diritto e lo ha fatto pure bene. Poi se a uno gli piace l'epica, si va a vedere un altro film (ma se ti piace il 'gotico', questo è il film per te).

    Pubblicato 14 anni fa #
  12. rindindin

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    stovedendo Pennacchi da Barbara d'Urso...

    Pubblicato 14 anni fa #
  13. zaphod

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    Ci sono arrivate mail di richiesta di spiegazioni di spettatori di Blob che hanno visto una parte del match valido per il mondiale Wbo andato in onda su Canale 5 ieri sera.

    E' tutto molto semplice.

    Ieri sera che sera!

    La Fata Turchina lo aveva detto subito appena appresa la notizia.
    "No, da Barbara D'urso non ci deve andare. Che ci va a fare? Non ha idea di quello che lo aspetta."
    Io, che la televisione non la guardo - non per supponenza intellettualoide, ma perché casco addormentato non appena mi siedo sul divano - faccio spallucce, penso: "Che male c'è? E' un passaggio televisivo, venderà qualche altro migliaio di copie" e accendo il televisore.
    Già dalla presentazione si capisce che la serata si mette in maniera strana. Luci stroboscopiche e una voce stentorea annunciano l'entrata degli ospiti nello studio come fanno al Madison Square Garden negli incontri che contano. Ad attenderli una Barbara D'urso un filo meno cotonata di Don King ma altrettanto assatanata di sangue e adrenalina.
    Il pretesto della trasmissione è un dibattito tra nord e sud con lo sfondo dell'Unità d'Italia a fare da collante. In realtà - col senno di poi era lampante dalla disposizione delle sedie (prossemica mi pare si chiami lo studio della posizione degli attori sul palco) - la vera contrapposizioni è tra i politici-guitti e gli intellettuali. Questi ultimi erano Giorgio Forattini, Fulvio Abbate, Mauro Corona, Chiara Gamberale e Antonio Pennacchi. Per i politici Clemente Mastella e uno che parrebbe essere il sindaco leghista di un paese del Piemonte, ma che cià una faccia da terrone sospetta. Probabilmente hanno preso una comparsa napoletana, gli hanno messo una fascia tricolore al collo e gli hanno dato carta bianca. E infatti questo ha subito iniziato a ballare Waka waka (sempre con la fascia tricolore al collo), a recitare il mantra dei "terroni che non hanno voglia di lavorare" e a strillare come un pazzo appena la parola passava agli altri.
    Chiuso nel suo angolo Pennacchi teneva per la maggior parte del tempo gli occhi fissi a terra per evitare di legittimare anche solo con lo sguardo le lascive movenze dell'individuo. Scopriremo solo più tardi che quelli di Momdadori l'avevano sedato. Avevano paura che si azzuffasse con Mauro Corona sui diritti della poiana e invece hanno salvato la vita a un sindaco del Nord.
    Essì perché a un certo punto, sull'ennesimo "ma qui al nord va tutto bene siete voi del sud che sapete solo piangere" Al premio Strega la mosca al naso gli è saltata. Adesso non si sa bene se per difendere tutti i siciliani che sono andati a buttare il sangue nelle industrie del nord o perché colpito nell'orgoglio veneto-umbro delle sue origini, fatto sta che Pennacchi senza farselo dire due volte ha consigliato al Sindaco Buonanno di iscriversi a una scuola serale, leggere qualche libro, e (ma solo per chiudere il discorso con una metafora) gli ha dato del somaro.
    A quel punto Buonanno non ci ha visto più - nel senso che non si è reso conto che Pennacchi lo sovrastava in altezza di almeno 40 centimetri - si è alzato e a brutto muso ha affrontato quello che nella sua percezione doveva essere un uomo anziano col bastone e - in quanto intellettuale - sicuramente inoffensivo.
    Ecco perché uno dovrebbe leggerli i libri. Perché se avesse letto Il fasciocomunista magari si sarebbe reso conto di quanto gli stereotipi siano lontani dalla realtà.
    Mentre gli si avvicinava Pennacchi era già in piedi e in posizione di guardia ("Guardia bassa all'americana" ha tenuto a specificare nelle interviste del dopo match) cosicché il malcapitato si è trovato a guardare dal sotto in su poco più di un metro e novanta di premio Strega incazzato come una iena del Circeo.
    Ha provato - visto che oramai era arrivato fino là e mica poteva tornarsene indietro con la coda tra le gambe - a fare la faccia feroce, ma è stato smontato dalla maggiore abilità dialettica del suo avversario. "Nun ce provà che me te magno," esordiva il premio Strega, per poi ribadire il concetto con una ripetizione e una citazione cinematografica, "nun ce provà che te spezzo in due." L'arte della retorica avrebbe imposto una terza ripresa, tipo "nun ce provà e vateneaffanculo" ma l'intervento dell'arbitro D'urso poneva fine alle ostilità.
    Fuori i secondi.
    Ognuno al suo angolo in attesa del verdetto.
    D'urso sente la sudditanza psicologica visto che stanno a Milano. Va a consolare il leghista e rampogna Pennacchi: "Non sta bene offendere la gente."
    Pennacchi - da vero sportivo - accetta il verdetto e stringe la mano all'avversario. La fascia tricolore rimane sulle spalle del sindaco, ma il vincitore morale è lui.

    "Vabbè, ma dopo la trasmissione, almeno, gli ha menato veramente?" mi ha chiesto oggi la Fata Turchina.

    Pubblicato 14 anni fa #
  14. sensi da trento

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    mi sono perso il match.
    c'è modo di ritrovarlo su youtube? ieri ci ho provato ma non c'era (o almeno non l'ho trovato io).
    Ho messo "pennacchi + d'urso" nel motore di ricerca.

    Tra l'altro pennacchi era anche ospite alla rubrica domenicale del tg1 (quella che si occupa di libri) e ho visto un ottima intervista.

    Pubblicato 14 anni fa #
  15. tataka

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  16. big one

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    mettete Ieri sera che sera! in home page!

    Pubblicato 14 anni fa #
  17. rindindin

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    è stato fantastico e il pezzo di Zaphod centrato in pieno, bravissimo! pennacchi che guardava sempre a terra... sembrava dire "mannaggia a me che ci son venuto, potevo dar retta alla fata turchina!"

    Pubblicato 14 anni fa #
  18. A.

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    Moderatore

    ho visto il pezzo sul blob, grandissimo K!
    Mi è salita l'adrenalina. Finalmente qualcuno che in tv "parla" come si deve ai leghisti!

    Pubblicato 14 anni fa #
  19. rindindin

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    gli è bastato alzarsi in piedi!

    Pubblicato 14 anni fa #
  20. A.

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    Moderatore

    Qui la puntata intera

    http://www.sohbet.me/video/en/watch.asp?id=33180

    Pubblicato 14 anni fa #
  21. Penso che il sor K debba prendere le distanze da un modo caciarone di stare in tv tipico degli ultimi 20 anni, vedi risse più o meno verbali e quell'insopportabile parlarsi addosso che ha devastato il modo di fare comunicazione. Oggi in tv si va più che altro a fare casino. Sono stufo di pagare il canone per vedere gente che litiga.

    Pubblicato 14 anni fa #
  22. k

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    Bel pezzo, Zaph, ma come al solito, mai fidarsi dei resoconti paragiornalistici. Non risponde difatti assolutamente al vero che la Mondadori m'abbia preventivamente imbottito di Lexotan. Quella è stata Ivana, che lo fa regolarmente ogni volta che vado in giro: "Sennò chissà che succede" pensa lei. Non ha molta fiducia in me. Certe volte le scappa la mano - "Me gò sbalià" dice dopo - e barcollo proprio come i cavalli ad Agnano quando debbono arrivare ultimi. Li vedi proprio che sbandano di qua e di là con gli inservienti attorno che li reggono in piedi. Come li lasciano, s'addormentano in pista. L'altra sera però la dose era giusta. Sufficiente ad evitare che partissi subito - come pure m'era venuta voglia - e lo prendessi con un destro d'incontro appena s'era alzato: "Lo metto ko che gli ci vogliono i sali, per riprendersi" ho pensato, "ma poi chi cazzo mi chiama più in televisione?". Merito di Ivana quindi, che l'ho aspettato solo in guardia: "Mo' fammi vedere tu, dov'è che vuoi arrivare". Altro che Mondadori. Mica potevo menare io per primo, Zapho', abbi pazienza. Comunque onore e merito anche ai miei compagni: Mauro Corona per primo, ma pure Chiara Gamberale, Fulvio Abbate e il grande Forattini, che hanno tentato tutti, in qualche modo, di portare lo specifico contributo del loro mestiere. Oggi sul Corriere ci hanno mazzolati. Dice che non ci dovevamo andare (ma quelli lo dicono perchè eravamo tutti Mondadori, lo hanno proprio sottolineato. Se eravamo Rizzoli invece, evidentemente andava bene. Poi dice l'obbiettività dei critici sui giornali). Ora è chiaro che non ci dovessi andare. Aveva ragione tua moglie. Ma che ne sapevo io che andava a finire così. Quella non sapeva nemmno che cos'è il ladino. Ha fatto andare gli scrittori, ma voleva che si comportassero come i guitti. Anzi, che facessero da supporto ai guitti. Quasi quasi, non era da stendere lui, era da stendere lei (in senso pugilistico ovviamente). Non ci dovevamo andare, quindi. Però ci siamo andati. A un certo punto ci siamo pure detti, subito nella prima pausa pubblicitaria: "Alziamoci e andiamo via". Ma sarebbe stato troppo scortese. Non si fa. Ci dovevi pensare prima. Se lo avessimo fatto, l'avremmo condannata noi alla chiusura. Siamo quindi rimasti. Ma in quelle condizioni là, in "condizioni date" come si suole dire, in cui tu parli una lingua e gli altri un'altra, dimensioni e sintonie proprio diverse, in cui non ti si lascia parlare e ti si strilla addosso, noi avevamo comunque il dovere di far sentire le nostre voci, perchè chi pecora si fa, il lupo se lo mangia, diceva il mio povero compare Nicola Caratelli di Cori.
    Poi se ne esce il Fer e dice: "Tu però così sei responsabile pure tu del clima guerresco in tv". E allora che cazzo deve fare, dimmi tu? Dice: "Non ci devi andare". Ho capito, ma mo' ci sono andato e una volta che sto lì mi lascio insultare dal guitto e avallo con il mio silenzio tutte le banalità strillate dall'ignoranza? La letteratura soccombe, soggiace e tace perchè l'ignorante di turno strilla più forte? Ma tu hai capito male. Te ne dovevi andare a cercare altri di intellettuali, se li volevi così. Non li dovevi venire a prendere in Fulgorcavi o sulle montagne dell'Agordino (Mauro Corona è un grande. Siamo stati fino alle due di notte poi, in un pub, a bere e chiacchierare: "Tu pensa, Antonio, se facevamo la rissa" ridiceva ogni tanto, e gli brillavano gli occhi. La Gamberale m'ha detto - lui stava a fianco a lei - che appena quello s'è alzato si voleva alzare anche lui: "Mo' parto pure io" le ha detto). Mi sono proprio divertito. Vaffanculo ai critici. E pure al Fer.

    Tu però, Zapho', lo potevi pure dire che appena è squillato l'Inno di Mameli sono il primo che s'è alzato in piedi e ho fatto alzare anche gli altri, e io stavo sull'attenti con la mano sopra il cuore. Eccheccazzo, io sono comunista ma da giovane lo sanno tutti dov'è che stavo.

    (Il commento lo volevo mettere in home, ma non sono capace.)

    Pubblicato 14 anni fa #
  23. big one

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    Membro

    Oggi sul Corriere ci hanno mazzolati

    in effetti Grasso ci va giù duro e non solo per ragioni di concorrenza editoriale.
    peccato che la sua entrata in tackle scivolato
    lisci il pallone e colpisca le gambe degli avversari.
    evidentemente disorientato dalla presenza di forattini tra gli intellettuali,
    rivolgendosi proprio a loro,
    chiude il suo breve intervento sul corriere online,
    con una citazione morettiana:
    ve lo meritate tutto il successo di benedetta parodi!

    come se fosse colpa di Scorsese, di Eastwood o di Allen
    se Checco Zalone ha incassato oltre 30 milioni di euro in due settimane.

    Pubblicato 14 anni fa #
  24. zaphod

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    Fondatore

    sì la critica di grasso è molto superficiale. Da uno che è pagato per guardare la televisione ci si aspetterebbe di più.

    Pubblicato 14 anni fa #
  25. big one

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    Membro

    vista la qualità del prodotto
    deve essersi addormentato

    Pubblicato 14 anni fa #
  26. Tutto molto bello, ma se non mi fornite un link dove vederlo senza scaricare nulla vi meno io a tutti.

    (Quello di A. mostra una altro spezzone della puntata)

    Pubblicato 14 anni fa #
  27. SCa

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    Membro

    In home mettete anche il commento di k.

    Mi associo a Faust; ho visto solo il pezzo del link di A. e mi veniva da urlare.
    Che cavolo di trasmissione.

    Pubblicato 14 anni fa #
  28. La trasmissione è stata chiusa, pare non sia piaciuta. Troppo deja vu. Le solite cose. Per me K non ha fatto male ad andare, nulla in contrario, fa parte dei doveri professionali di uno che sta facendo il suo lavoro di promuovere le proprie opere, ci sarei andato anche io. L'importante è però prendere poi le distanze, in qualche modo. Non tanto da una singola trasmissione, ma da un modo di fare tv che offende l'intelligenza della gente. Sennò si affonda nella melma mediatica con tutti gli altri.

    Pubblicato 14 anni fa #
  29. big one

    offline
    Membro

    purtroppo,
    nonostante la rissa,
    mediaset non ha ancora messo online
    la puntata del 16 gennaio
    e,
    visto che la trasmissione
    è stata chiusa,
    credo che mai lo farà.

    accontentatevi di blob
    nel post di tataka.

    Pubblicato 14 anni fa #
  30. k

    offline
    Membro

    L'importante è però prendere poi le distanze

    Ma lei è sempre il solito. Che cazzo vuole dire in concreto? Io - per me - le distanze gliele ho prese più che bene. Stavo in guardia, che dovevo fare di più? Mo' per far contento lei menavo per primo? Sì lo so, a Latina m'avrebbero acclamato sindaco senza manco dover fare più le elezioni. Ma che ci posso fare? Sono innanzitutto un nonviolento e una personcina educata.

    Pubblicato 14 anni fa #

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