Non so chi c'era in piazza, so chi stava davanti alla tv o allo schermo del computer: noi.
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Cosa hai visto ieri
(1464 articoli)-
Pubblicato 14 anni fa #
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io veramente stavo a lavoro.
Pubblicato 14 anni fa # -
Perchè si deve sempre pensare che se uno fa qualcosa lo fa solo perchè è plagiato? Deviato, strumentalizzato, attizzato, cosato da qualcuno più furbo occulto gran paraculo che tira le fila di burattini incapaci di intendere e di volere? Pure Mussolini quando mandava le squadracce sue a mitragliare nelle piazze diceva che il problema non era la violenza ma la violenza ingiusta. La sua chiaramente era quella giusta.
Che ridere questi rivoluzionari studiosi, compiti e compunti, eruditi, fini dicitori, talora spettinati, senza casco, solo talvolta leggermente seccati. Giusti e corretti. Rivoluzionari ribelli incazzati ma per favore che siano conformi. Altrimenti fanno schifo.
E allora vanno arrestati come dice Gasparri perchè sono teppisti come dice Zingaretti.
E poi?Pubblicato 14 anni fa # -
Senti compà, ma Giorgiana MASI è STATA UCCISA DA CHI?
Ma poi, che pensare e pensare. E' storia. Ci sono i libri. i documenti. e i testimoni.
Get the Video Plugin E io ho amici che stavano là.
Pubblicato 14 anni fa # -
Io pure ci stavo la quel pomeriggio.
Giorgiana Masi fu uccisa molto probabilmente da un colpo di pistola partito da un individuo che si trovava a bordo di una motocicletta.
Lo sparatore era seduto al contrario ed impugnava l'arma con le due mani, aveva il casco, una maglietta a grosse righe e una borsa di tolfa a tracollo. Il pilota della moto si fermò all'altezza del primo ponte dell'isola allargò le gambe e restò fermo mentre sgassava, era in tuta e coperto dal casco. L'altro puntò e tirò una sequenza di colpi, poi partirono via a razzo.
Sparò sui manifestanti non sui poliziotti.
La polizia aveva chiuso tutta l'altra sponda del tevere. Noi scappammo via increduli e spaventati di quello che avevamo visto.
Il tipo con la maglia da marinaio compariva su tante foto.
Forse era una divisa.
Non mi risulta si sia accertato chi mai fosse. Si sospettò uno "statale".
Tornammo due giorni dopo a rendere testimonianza di ciò che evevamo vissuto.
Anche per questo ero affranto.Pubblicato 14 anni fa # -
Ai manifestanti va tutta la mia solidarietà.
Hanno fatto bene. Loro tra 30 anni potranno dire: mi sono beccato una condanna, ma almeno ci ho provato, a dare una scossa. Perché questa scossa c'è stata, chiara e forte, nelle coscienze di tutti noi.
E' arrivato un segnale preciso e importante.
Questi giovani hanno probabilmente preso esempio dai loro coetanei francesi, cominciano a prendere atto di essere una classe di carne destinata al macello. Cominciano ad organizzarsi, magari sbagliando, magari eccedendo. Si spera possano lentamente evolvere in qualcosa d'importante e finalmente costruttivo. Si spera possano trovare una guida.
Ma questa volta non li hanno lasciati fare, ai padroni del vapore, non sono rimasti davanti la tv, erano lì, per le strade della vita vera, nei sentieri della storia.Qualche mese fa proprio qui avevo scritto che avremmo avuto un autunno caldissimo (o un inverno, non ricordo) e così è stato.
Anche queste azioni estreme e criminose fanno, purtroppo, da sempre, parte della dialettica politica. Non possono meravigliarci.
Dispiace ovviamente per i rappresentanti delle forze dell'ordine (nei filmati li vediamo male organizzati, in difficoltà davanti a poche decine di ragazzini) che prendono sassate che in realtà non sono dirette a loro ma alle teste di cazzo che ci comandano. Dispiace, dicevo, ma ci sono pure tantissime altre cose, di questo Paese che ci dispiacciono. Ad esempio ci dispiace essere vittime dell'usura bancaria, oppure dover aspettare anni per avere una visita specialistica in una struttura pubblica, o viaggiare su treni di 30 anni fa in balia degli eventi, o beccare multe di centinaia di euro che servono solo a fare cassa e non a educare chi guida. Dispiace aprire un negozio e dover pagare il pizzo perché lo Stato non riesce a debellare la mafia, come se di questa mafia non si conoscesse nome, cognome e indirizzo. E tantissime altre cose.
Pubblicato 14 anni fa # -
Essere o non essere, questo è il problema: se sia più nobile d'animo sopportare gli oltraggi, i sassi e i dardi dell'iniqua fortuna, o prender l'armi contro un mare di triboli e combattendo disperderli. Morire, dormire, nulla di più, e con un sonno dirsi che poniamo fine al cordoglio e alle infinite miserie naturale retaggio della carne, è soluzione da accogliere a mani giunte.
Morire, dormire, sognare forse: ma qui é l'ostacolo, quali sogni possano assalirci in quel sonno di morte quando siamo già sdipanati dal groviglio mortale, ci trattiene: é la remora questa che di tanto prolunga la vita ai nostri tormenti.
Chi vorrebbe, se no, sopportar le frustate e gli insulti del tempo, le angherie del tiranno, il disprezzo dell'uomo borioso, le angosce del respinto amore, gli indugi della legge, la tracotanza dei grandi, i calci in faccia che il merito paziente riceve dai mediocri, quando di mano propria potrebbe saldare il suo conto con due dita di pugnale? Chi vorrebbe caricarsi di grossi fardelli imprecando e sudando sotto il peso di tutta una vita stracca, se non fosse il timore di qualche cosa, dopo la morte, la terra inesplorata donde mai non tornò alcun viaggiatore, a sgomentare la nostra volontà e
a persuaderci di sopportare i nostri mali piuttosto che correre in cerca d'altri che non conosciamo? Così ci fa vigliacchi la coscienza; così l'incarnato naturale della determinazione si scolora al cospetto del pallido pensiero. E così imprese di grande importanza e rilievo sono distratte dal loro naturale corso: e dell'azione perdono anche il nome...
p.s mi sembrava di ricordare... lo avesse già detto qualcuno.Pubblicato 14 anni fa # -
Bravo! E' quella la cifra giusta, la solidarietà, pochissima cosa per chi ha a che fare con il tritatutto della giustizia, ma piuttosto che niente è meglio piuttosto e dunque evviva la solidarietà che mi piace immaginare scaturire da empatia. Però criminose azioni, no!
Ieri si è difeso un signore che altrimenti, altrimenti significa se fossi io, andrebbe a finire in galera.
Ieri dei tipi miracolati dal voto di chi gli ha asegnato una delega di rappresentanza hanno approfittato di quello e si sono venduti a soldi, come puttane, chiamali consulenze o ravvedimenti significano soldi da 100.000 in su, criminale se lo faccio io, si chiama corruzione.
Dunque di che parliamo? Quale agire criminale?
Se sei cosi potente da controllare il tutto e ti succede quell'evento di ieri vuol dire che non vali un fico secco perchè non controlli un beneamato fico. Secco. Se c'è ancora chi non se la sente, allora vuol dire proprio quello, nonostante il ruolo di sinistro attore, non se la sente.
Ma se lui non se la sente, invece noi ce la sentiamo addosso, ce la sentiamo dentro tutta l'ansia indeterminata della futura vita e questo sentircela così intima ci fa incazzare. E allora sognamo che se ci capitasse di prenderne uno sulla via di dongo insieme a walter sapremmo che farne. Forse senza neanche esitare.Pubblicato 14 anni fa # -
Ho visto roma, ieri mattina e poi l'ho rivista la sera nei telegiornali.
Ma dunque, ribellarsi è giusto?
Non sono stato capace di cambiare niente, se non qualche volta la residenza e la macchina. Oserei quasi dire non siamo. Che pena! Ieri ho rivisto i miei colori compagni, ho risentito la mia gola bruciata e la mia voce finita, ho riannusato il mio sudore di corsa umidiccio e bollente.
Sono stato in qualunque di quei corpi che ancora sono li a fare cose che feci.
Che pena amici miei, che spreco di vita. Affranto ero e guardavo la vetrina di moda sfondata, l'alfa grigio topo bruciata, il fumo che saliva nelle vie. Ma ribellarsi è giusto?
Tutti hanno detto di no perchè si diventa teppisti, squadristi ci si fa male da soli. Tutti in cerchio intorno a stringere chi protesta fuori dai canoni. E rompe.
Mio figlio guardava lo schermo mangiando una mela, guardava la macchina la vetrina la ressa dei politici. Io guardavo lui e pensavo che il suo futuro, come lo fu una volta il mio, vale infinitamente di più di un'alfa grigio topo, di una vetrina, di un gradino rotto e di un cielo sporco.
Si si ribellarsi è giusto...Perfetto. Ora però, Urba', sarebbe bello riuscire a ritrovare qualcuno dei quei vecchi post qui sopra (io purtroppo non sono capace), in cui te la pigliavi con i cattivi maestri e con tutti quelli che giocavano a fare la rivoluzione, e tu pischelletto unico ingenuo che invece abboccavi a questi stronzi ed illusi apprendisti stregoni - quando non proprio carrieristi ambiziosi, ma qui potrei sbagliarmi perché cito a memoria - che ti portavano a te sulla cattiva strada.
Urba', ma tu alla lunga non credi che alla fine possa fare pure male svegliarsi la mattina di sinistra, ritrovarsi a mezzogiorno al centro, e la sera finalmente essere di destra? Salvo poi risvegliarsi la mattina successiva a sinistra? E manco, come si dice, un giorno sì e l'altro no. Ma proprio tutti i giorni? Urba', e trovatelo sto cazzo de centro de gravità permanente. (Ma te le sei scordate tutte le incazzature che m'hai fatto piglia' qui sopra, quando sputavi su di noi che volevamo fare la rivoluzione? Mo' che è, come la Camargue?)allora sognamo che se ci capitasse di prenderne uno sulla via di dongo insieme a walter sapremmo che farne
Ah, mo' sapresti che farne? E com'è che quando te le hanno proposte ste cose, non solo non le hai fatte e ti sei dato, ma poi, col tempo, sei andato pure a dileggiare, coglionare e rimproverare chi le aveva fatte o te le aveva proposte? Ma poi proprio "la via di dongo insieme a walter audisio"? Urba', non ti ci vedo. Cala Trinchetto, cala. Tu bisogna che ce la spieghi, prima o poi, la storia del circolo "O. Frezzotti".
Pubblicato 14 anni fa # -
Il fatto che uno dei fermati per i disordini di Roma sia il figlio di un finanziere ben testimonia il conflitto generazionale in corso. I figli che puniscono i padri, che cercano edipicamente di liberarsene, che gridano: "Lasciateci spazio!"
Pubblicato 14 anni fa # -
Sogni.
Non ricordo di essermela presa con cattivi maestri però se lo dici tu che sei maestro ...
La vita è indeterminata, magari è pure soggetta al destino, ma chi mai lo saprà prima?
Io sono tra quelli del mio tempo che hanno desiderato di essere un angelo novo che vola un moto diretto ad occidente e guarda indietro con sentire incerto ma intenso.
Solo abitudini geografiche che risalgono alle prime elementari impressioni della carta geografica appesa con il nord in alto producono le convenzioni mentali di destra e sinistra e dell'andare e del venire.
L'angioletto novo è più sintetico va guardando indietro, Licini lo chiamò da femmina Amalasunta e lo diceva errante erotico eretico.
Succede che in un posto nel mondo devi pur scendere, io le gambe mie le tenni rattrappite per un bel po perchè non mi piaceva questo suolo, e ci ho vissuto tanto tempo come un viaggiatore che perde il treno, non sa che fare, si annoia, aspetta il prossimo treno.
E se un viaggatore una sera d'inverno si stufa di aspettare un treno sempre in ritardo? A quell'epoca il mio intorno umano era alquanto claustrofilico, una sorta di spioni reciproci a vedere chi va per primo per non esserlo. Che barba, che noia. Provincia. E' allora che reali opzioni rivoluzionarie servirebbero di più proprio quando sono noiose incomprensibili insopportabili. Per uscire dal paradosso, quelli del mio tempo se le sono cercate e le hanno inventate o rinvenute dipende dalla sorte che hanno avuto.
Però sai che urbano fa finta di poeta:nel bidone vuoto
la mia anima svolazza cieca
rimbalza sulle pareti
e rimbomba
e scheggia dalla crosta pezzi di ricordo
odori, sentori
schizza scintille d’emozioni
stacca pezzettini d’esistenza dimenticata
che cadono piano sul fondo come cenere unta
ad ogni giro sbatte
il clangore fa dolere la delicata
e l’urto con il bidone dispera il desiderio volatile di uscire chissà dove.Pubblicato 14 anni fa # -
ROBERTO SAVIANO
Lettera ai ragazzi del movimento
CHI LA LANCIATO un sasso alla manifestazione di Roma lo ha lanciato contro i movimenti di donne e uomini che erano in piazza, chi ha assaltato un bancomat lo ha fatto contro coloro che stavano manifestando per dimostrare che vogliono un nuovo paese, una nuova classe politica, nuove idee.
Ogni gesto violento è stato un voto di fiducia in più dato al governo Berlusconi. I caschi, le mazze, i veicoli bruciati, le sciarpe a coprire i visi: tutto questo non appartiene a chi sta cercando in ogni modo di mostrare un'altra Italia.
I passamontagna, i sampietrini, le vetrine che vanno in frantumi, sono le solite, vecchie reazioni insopportabili che nulla hanno a che fare con la molteplicità dei movimenti che sfilavano a Roma e in tutta Italia martedì. Poliziotti che si accaniscono in manipolo, sfogando su chi è inciampato rabbia, frustrazione e paura: è una scena che non deve più accadere. Poliziotti isolati sbattuti a terra e pestati da manipoli di violenti: è una scena che non deve più accadere. Se tutto si riduce alla solita guerra in strada, questo governo ha vinto ancora una volta. Ridurre tutto a scontro vuol dire permettere che la complessità di quelle manifestazioni e così le idee, le scelte, i progetti che ci sono dietro vengano raccontate ancora una volta con manganelli, fiamme, pietre e lacrimogeni. Bisognerà organizzarsi, e non permettere mai più che poche centinaia di idioti egemonizzino un corteo di migliaia e migliaia di persone. Pregiudicandolo, rovinandolo.
Scrivo questa lettera ai ragazzi, molti sono miei coetanei, che stanno occupando le università, che stanno manifestando nelle strade d'Italia. Alle persone che hanno in questi giorni fatto cortei pieni di vita, pacifici, democratici, pieni di vita. Mi si dirà: e la rabbia dove la metti? La rabbia di tutti i giorni dei precari, la rabbia di chi non arriva a fine mese e aspetta da vent'anni che qualcosa nella propria vita cambi, la rabbia di chi non vede un futuro. Beh quella rabbia, quella vera, è una caldaia piena che ti fa andare avanti, che ti tiene desto, che non ti fa fare stupidaggini ma ti spinge a fare cose serie, scelte importanti. Quei cinquanta o cento imbecilli che si sono tirati indietro altrettanti ingenui sfogando su un camioncino o con una sassaiola la loro rabbia, disperdono questa carica. La riducono a un calcio, al gioco per alcuni divertente di poter distruggere la città coperti da una sciarpa che li rende irriconoscibili e piagnucolando quando vengono fermati, implorando di chiamare a casa la madre e chiedendo subito scusa.
Così inizia la nuova strategia della tensione, che è sempre la stessa: com'è possibile non riconoscerla? Com'è possibile non riconoscerne le premesse, sempre uguali? Quegli incappucciati sono i primi nemici da isolare. Il "blocco nero" o come diavolo vengono chiamati questi ultrà del caos è il pompiere del movimento. Calzano il passamontagna, si sentono tanto il Subcomandante Marcos, terrorizzano gli altri studenti, che in piazza Venezia urlavano di smetterla, di fermarsi, e trasformano in uno scontro tra manganelli quello che invece è uno scontro tra idee, forze sociali, progetti le cui scintille non devono incendiare macchine ma coscienze, molto più pericolose di una torre di fumo che un estintore spegne in qualche secondo.
Questo governo in difficoltà cercherà con ogni mezzo di delegittimare chi scende in strada, cercherà di terrorizzare gli adolescenti e le loro famiglie col messaggio chiaro: mandateli in piazza e vi torneranno pesti di sangue e violenti. Ma agli imbecilli col casco e le mazze tutto questo non importa. Finito il videogame a casa, continuano a giocarci per strada. Ma non è affatto difficile bruciare una camionetta che poliziotti, carabinieri e finanzieri lasciano come esca su cui far sfogare chi si mostra duro e violento in strada, e delatore debole in caserma dove dopo dieci minuti svela i nomi di tutti i suoi compari. Gli infiltrati ci sono sempre, da quando il primo operaio ha deciso di sfilare. E da sempre possono avere gioco solo se hanno seguito. E' su questo che vorrei dare l'allarme. Non deve mai più accadere.
Adesso parte la caccia alle streghe; ci sarà la volontà di mostrare che chi sfila è violento. Ci sarà la precisa strategia di evitare che ci si possa riunire ed esprimere liberamente delle opinioni. E tutto sarà peggiore per un po', per poi tornare a com'era, a come è sempre stato. L'idea di un'Italia diversa, invece, ci appartiene e ci unisce. C'era allegria nei ragazzi che avevano avuto l'idea dei Book Block, i libri come difesa, che vogliono dire crescita, presa di coscienza. Vogliono dire che le parole sono lì a difenderci, che tutto parte dai libri, dalla scuola, dall'istruzione. I ragazzi delle università, le nuove generazioni di precari, nulla hanno a che vedere con i codardi incappucciati che credono che sfasciare un bancomat sia affrontare il capitalismo. Anche dalle istituzioni di polizia in piazza bisogna pretendere che non accadano mai più tragedie come a Genova. Ogni spezzone di corteo caricato senza motivazione genera simpatia verso chi con casco e mazze è lì per sfondare vetrine. Bisogna fare in modo che in piazza ci siamo uomini fidati che abbiano autorità sui gruppetti di poliziotti, che spesso in queste situazioni fanno le loro battaglie personali, sfogano frustrazioni e rabbia repressa. Cercare in tutti i modi di non innescare il gioco terribile e per troppi divertente della guerriglia urbana, delle due fazioni contrapposte, del ne resterà in piedi uno solo.
Noi, e mi ci metto anche io fosse solo per età e per - Dio solo sa la voglia di poter tornare a manifestare un giorno contro tutto quello che sta accadendo - abbiamo i nostri corpi, le nostre parole, i colori, le bandiere. Nuove: non i vecchi slogan, non i soliti camion con i vecchi militanti che urlano vecchi slogan, vecchie canzoni, vecchie direttive che ancora chiamano "parole d'ordine". Questa era la storia sconfitta degli autonomi, una storia passata per fortuna. Non bisogna più cadere in trappola. Bisognerà organizzarsi, allontanare i violenti. Bisognerebbe smettere di indossare caschi. La testa serve per pensare, non per fare l'ariete. I book block mi sembrano una risposta meravigliosa a chi in tuta nera si dice anarchico senza sapere cos'è l'anarchismo neanche lontanamente. Non copritevi, lasciatelo fare agli altri: sfilate con la luce in faccia e la schiena dritta. Si nasconde chi ha vergogna di quello che sta facendo, chi non è in grado di vedere il proprio futuro e non difende il proprio diritto allo studio, alla ricerca, al lavoro. Ma chi manifesta non si vergogna e non si nasconde, anzi fa l'esatto contrario. E se le camionette bloccano la strada prima del Parlamento? Ci si ferma lì, perché le parole stanno arrivando in tutto il mondo, perché si manifesta per mostrare al Paese, a chi magari è a casa, ai balconi, dietro le persiane che ci sono diritti da difendere, che c'è chi li difende anche per loro, che c'è chi garantisce che tutto si svolgerà in maniera civile, pacifica e democratica perché è questa l'Italia che si vuole costruire, perché è per questo che si sta manifestando. Non certo lanciare un uovo sulla porta del Parlamento muta le cose.
Tutto questo è molto più che bruciare una camionetta. Accende luci, luci su tutte le ombre di questo paese. Questa è l'unica battaglia che non possiamo perdere.
©2010 /Agenzia Santachiara
(16 dicembre 2010) Fonte: http://www.repubblica.it/scuola/2010/12/16/news/lettera_saviano-10251124/
Pubblicato 14 anni fa # -
Dal palpito al pulpito.
Pubblicato 14 anni fa # -
No,Urba', secondo me questa lettera entrerà nei libri di testo, quando si farà la storia di questi anni bui.
Pubblicato 14 anni fa # -
Era più carino se scrivevi: Urbà no, era quasi felliniano.
Entrare in un libro di scuola è il sogno di ogni mandarino. Magari il desiderio di un essere umanamente umano è solo vivere in condizioni favorevoli.
Di queste condizioni favorevoli non se ne parla mai. Non si sa nemmeno se esistono, se diciamo la stessa cosa, ci si concede disputa solo sul bon ton protestatario.
E se la vita, il futuro e la libertà dell'ignoto avvenire non vale un'alfa grigio topo figuriamoci se può valere una camionetta.Pubblicato 14 anni fa # -
E se la vita, il futuro e la libertà dell'ignoto avvenire non vale un'alfa grigio topo figuriamoci se può valere una camionetta.
questa non l'ho compresa.
in senso non retorico. me la spieghi?
Pubblicato 14 anni fa # -
Ci provo, nella vita di ognuno di noi deve esistere il diritto di un futuro, che è il luogo dove tutti andiamo.
Ma soprattutto il futuro non deve essere vecchio ma ignoto e dunque libero. Ignoto, sconosciuto, non già scritto e prestabilito o peggio ancora inesistente.
Quanto vale tutto ciò? 40.000? 80.000? 20.000.000?
Vale tutto il vivere.
Troppo retorico?Pubblicato 14 anni fa # -
Quando vedo il marchio dell'Agenzia Santachiara mi scompiscio dalla risate. Ma a che cazzo serve?
ps per A: questa lettera secondo te non è qualunquista?
Se pensi non lo sia, sai dirmi in cosa non è qualunquista?Grazie
ps2: secondo voi questo tipo col volto travisato che avanzando coi finanzieri tira un sampietrino ai ragazzi (puoi anche ammazzare una persona, in questo modo) cosa è?
Un manifestante?
Un black block amico dei finanzieri?
Un infiltrato?
Il Gabibbo travestito?
Mi' nonna in carriola?
O forse solo una guardia in borghese?http://video.corriere.it/agente-lancia-pietre/67c13c68-087f-11e0-b759-00144f02aabc
Pubblicato 14 anni fa # -
Secondo me è una guardia in borghese...
Ho trovato poi questa lettera di risposta a Saviano qui: http://www.reset-italia.net/2010/12/16/risposta-a-saviano-da-uno-di-26-anni-il-14-dicembre-a-roma/
Caro Roberto,
a scriverti è un ragazzo di ventisei anni, uscito da pochi mesi dall’università. Non ho scritto Gomorra, non scrivo su Repubblica, non ho fatto trasmissioni. Ma non è solo al passato che posso parlare: non scriverò un libro di successo, non scriverò su un grande giornale, non dominerò l’auditel in una trasmissione Rai.
Ti scrivo per la stima che il tuo libro mi ha portato ad avere nei tuoi confronti e per la disillusione che questa tua lettera ha causato in me.
Vorrei essere franco e parlare al di fuori delle parole d’ordine che un movimento (qualsiasi movimento) impone per essere schietto e provare a fare un passo oltre il 14 dicembre, altrimenti si guarda sempre al passato e non è il passato a preoccuparmi adesso.
E’ proprio dalle parole d’ordine che vorrei iniziare. Scrivi che le nostre parole sono nuove, che non ci sono più le vecchie direttive: grazie. Non sai quanto possa essere grande questo complimento, proprio da te, che sei diventato una figura di riferimento rompendo un ordine costituito di parole. Le cose che scrivevi in Gomorra c’erano da tempo, andava trovato un modo per dirlo e tu l’hai fatto. Non è poco.
D’altro canto vedo in te il peccato originale da cui ci metti in guardia. Vedo nella tua lettera l’utilizzo di quelle parole d’ordine, di quelle direttive che sono vecchie che sono scollegate dal mondo.
Cos’è questo continuo richiamo agli autonomi del ’77 che si legge in molti articoli e anche nel tuo? E’ il dogma con cui si finisce per sdoganare ogni protesta. Ma non li vedi i movimenti in Francia, a Londra ad Atene? Non ci pensa mai nessuno che sono molto più vicine a noi quelle cose, piuttosto che le immagini in bianco e nero di quarant’anni fa?
Io non sono nessuno per spiegarti cose che sai meglio di me, però guarda le foto: guarda quanta gente c’è in Piazza del Popolo? quanta gente ha resistito agli scontri? E non sotto l’impulso di una rabbia improvvisa, la gente è in piazza c’è rimasta per due ore, tutto il tempo per fare sbollire un’emozione e, se voleva, andarsene. Succede che i cortei si distacchino da azioni che non condividono, l’altro giorno non è successo.
“Non usate i caschi, siate riconoscibili”: belle parole, ma parole d’ordine. Vecchie, stantìe. La gente che in queste settimane è stata denunciata per avere occupato i binari, le strade era riconoscibile. La gente che è venuta a contatto con la polizia perché veniva impedito l’accesso a una zona della città, era riconoscibile. Siamo sempre stati tutti riconoscibili. E siamo stati e saremo denunciati. E siamo stati tutti menati, abbiamo ancora i cerotti. Anche i Book Block, quelli che tu chiami “buoni” hanno i caschi. Caro Roberto, quelli sono manganelli, fanno male. Questo è quello che fa il governo, che fanno le questure. Dici che quando scendiamo in piazza ci troviamo di fronte poliziotti che sono uomini, ebbene perché questo discorso è sempre unilaterale? Anche noi siamo siamo uomini, donne, perché nessuno ci difende?
Quando bisogna difendere le forze dell’ordine si fa a grandi parole, grossi titoli. Quando si devono difendere i manifestanti si fa con piccoli accenni fumosi. Difendeteci, difendete le nostre proteste, questa deve essere la prima cosa. Capite le nostre ragioni, altrimenti, mi dispiace, fra di noi non ci capiremo mai, ci perderemo.
Con questo non voglio dire che il mondo intero deve bruciare. Il mondo deve essere sempre più bello, Piazza del Popolo deve raccogliere feste, le piazze delle singole città devono riempirsi di gioia, ma questo va costruito. E’ una posta in palio che si può mettere in piedi tra chi si riconosce, tra chi lotta insieme.
La testa va usata per pensare, lo scrivi tu. Hai perfettamente ragione ed è grazie al ragionamento, al cervello che possiamo capire che ogni momento è diverso dal precedente, ogni momento ha il suo modo di essere vissuto, i contesti sono fluidi, non sono bianchi o neri. La rabbia e i caschi di un giorno possono, diventare l’abbraccio collettivo del giorno dopo, la salita sui tetti. Dobbiamo avere l’intelligenza per farlo, per cambiare noi stessi, essere diversi ogni giorno, lottare con armi ogni giorno diverse, ogni giorno spiazzanti.
Altro dogma: quello dei buoni e cattivi, c’è ovunque sui giornali. Giornalisti che dicono di non aver peli sulla lingua e di dire cose fuori dallo schema che condannano una parte e assolvono l’altra. Ma è proprio questo lo schema. Buoni e cattivi non esistono, ma non lo dico io, lo dici tu, nel tuo libro, quando mostri che nel sistema camorristico ci sta dentro chiunque, anche suo malgrado. Ma non esistono nemmeno in Dostoevskij (quando mai!), in Pirandello, in Melville, in Flaubert, in Stendhal, non esistono nell’Orlando Furioso e nemmeno nella Divina Commedia: Ulisse, che per l’ansia di viaggiare abbandona la famiglia e fa morire i suoi compagni, è buono o cattivo? Quando vediamo il diavolo che piange, proviamo ribrezzo o pietà? Dio, che non fa entrare Virgilio in paradiso, è buono o cattivo? Solo gli ignavi sono beceri, quelli che seguono la bandierina, che seguono le parole già dette, solo loro sono beceri per definizione. Se guardi a chi si è dissociato dai fatti di piazza, ritroverai in loro gli ignavi, si tratta di rappresentanze che contano quanto i cosiddetti traditori del parlamento: non fanno niente, non hanno mai fatto niente, hanno solo promesso e guardato a se stessi. Non mi curo di loro, guardo e passo avanti.
Per il resto la vita è molto più complicata del rapporto bene o male. E molto più variegata. Pensaci un attimo, sono due mesi che la gente scende in piazza e questo movimento non ha ancora un nome, come nei romanzi di Saramago. Siamo sempre “quelli che hanno fatto questo” oppure ci dicono che siamo di un luogo “quelli dell’Aquila, di Terzigno”. E’ una forza, non credi? Vuol dire che siamo indefinibili: siamo quello che facciamo.
L’altro giorno avevamo i caschi. Domani magari porteremo delle girandole in questura, l’indomani Book Block, il giorno dopo ruberemo in libreria i volumi che ci piacciono e che costano diciotto euro e che non possiamo permetterci (ci difenderai?), parleremo con gente di altre generazioni, staremo con loro, cammineremo. Ci difenderai o ci attaccherai? In ogni caso sappi che saremo sempre le stesse persone.
Altri nemici non ne voglio, caro Roberto, ti ho scritto quello che pensavo, ti ho descritto la situazione reale che c’è stata in Piazza del Popolo, ti ho descritto la situazione quotidiana. Sta a te decidere cosa vuoi leggere nelle proteste. Vuoi leggere un rigurgito del ’77? Va bene. Ti diremo che siamo più vicini alle proteste di Londra e Parigi. Vuoi leggere una violenza di gruppi sparuti? Ti diremo che Piazza del Popolo non la riempiono cento persone. Vuoi leggere la violenza solo come un voto in più a Berlusconi? Va bene, leggeremo nelle tue una semplicità di analisi disarmante che si basa su un sistema binario, Zero Uno, Zero Uno. C’è un’infinità di numeri tra cui scegliere e te ne dico un altro: Centomila, sono le persone che l’altro giorno stavano in piazza insieme, al di là di ogni rappresentanza.
Pubblicato 14 anni fa # -
ce ne sono anche altre due, sul sito di Micromega. Quella di dazieri sembra l'abbia scritta Torquemada.
Pubblicato 14 anni fa # -
Pensare ad un movimento di massa fatto solo da figlie di Maria, significa non avere idea di cosa siano, da un lato, la complessità del reale e, dall'altro, i movimenti di massa, calati nel reale.
Pubblicato 14 anni fa # -
"Pensare ad un movimento di massa fatto solo da figlie di Maria, significa" avere avuto il culo molto al caldo.
Pubblicato 14 anni fa # -
K, però Lei non se la può cavare così. Io mi aspetto una Sua lettera in risposta a Saviano. (Questo perchè penso seriamente che Lei sia l'intellettuale italiano più titolato per parlare con cognizione di causa di questo).
Pubblicato 14 anni fa # -
14 dicembre 2010
15 dicembre 2010
16 dicembre 2010
17 dicembre 2010
18 dicembre 2010
19 dicembre 2010
20 dicembre 2010
21 dicembre 2010
e ancora tutti i giorni necessariPubblicato 14 anni fa # -
Urbano mi è piaciuto molto quello che hai scritto e soprattutto come lo hai scritto, mi riferisco al post in risposta a K (sogni). dovresti cimentarti in un libro...
però adesso interrompo un attimo questo intenso dibattito per dirvi che stanotte ho sognato che io e il Cam ci innamoravamo pazzamente. tutto inizia con qualche chiacchiera appartata, poi col desiderio di vedersi ed incontrarsi sempre più spesso, per finire al batticuore da sedicenni. in uno degli ultimi incontri, dove ci si guarda negli occhi e si realizza che c'è qualcosa di più che una semplice amicizia, comincia a salire il calore inguinale ohibò! il desiderio del corpo diventa primario e assoluto arrivando ad architettare l'affitto di una camera d'albergo. non trovando l'idea squallida per nulla ma risolutiva al problema calore, la sera che deve avvenire l'incontro che vedrà i nostri corpi rotolarsi, avvinghiarsi e ardere di passione, veniamo bloccati da una folla di gente che ci conosce e impedisce volontariamente di dileguarci da soli...nulla di fatto dunque. accidenti Cam quanto mi hai fatto palpitare stanotte, manco da ragazzina!
p.s avevo appena finito di leggere il tuo post sulla costituzione...potete riprendere il discorso, grazie e scusate l'interruzione.
Pubblicato 14 anni fa # -
Riassumendo, la lettera di Saviano - che a Vanity Flair dichiara: "Voglio rifarmi una vita!". Pensare che c'era gente che pensava volesse combattere il male assoluto - mi pare la lettera di un qualunquista che divide il mondo in poliziotti e aggressori di poliziotti.
Il grande successo mediatico sembra avergli fatto molto male, come sempre accade del resto.Ma come? Proprio lui che dice di conoscere bene la complessa realtà gomorrista del suo paese d’origine non comprende che è indispensabile approfondire la questione senza generalizzare, cercando di capire chi sono, uno per uno, coloro che tiravano pietre, da una parte, ma anche dall’altra? Ripeto: uno per uno.
Francamente non capisco.
Si è già imborghesito?Ritengo che intanto farebbe molto bene a cambiare editore, per essere maggiormente credibile. Non si può attaccare la mafia e nello stesso tempo lavorare per famiglie che alcune sentenze dei tribunali potrebbero colpire definitivamente per rapporti “dellutriani” per lo meno sospetti.
Saviano Roberto, accogli il mio accorato appello, accanna Berlusconi o chi per lui, manderesti un grande segnale in un momento del genere.
Pubblicato 14 anni fa # -
Get the Video Plugin Pubblicato 14 anni fa # -
Fellini è un traditore della classe operaia
Pubblicato 14 anni fa # -
Ma sei sicuro?
Pubblicato 14 anni fa # -
No, solo la morte è sicura
Pubblicato 14 anni fa #
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