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la fine del Berlusconismo

(593 articoli)

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  1. A.

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    Moderatore

    Chi ci capisce è bravo.

    Vabbè, senti, viva il veterofemminismo

    ..........................................................

    Ma chi se la sposa la Minetti?
    Adesso viene fuori che Nicole Minetti voleva invece fare una vita normale: “Voglio fidanzarmi, sposarmi, avere i bambini, la casa“, dice. E allora viene spontaneo chiedersi: ma chi l’ha costretta a infilarsi in questo vicolo cieco?

    Adesso viene fuori che si lamenta di tutto. Non le piace fare politica (“Sta roba è una roba che ti rovina la vita, ti rovina i rapporti, ti logora. Devi avere un pelo sullo stomaco come una casa. Devi litigare con tutti, metterla nel culo a quello di fianco a te, a quello dietro…”), non vorrebbe fare la parlamentare perché non vuole andare a Roma (“Per duemila euro in più al mese” non vale la pena lasciare Milano, la palestre e il pass per le corsie preferenziali).

    Adesso viene fuori che ce l’ha pure con Berlusconi (“E’ un pezzo di merda, gli fa comodo mettere te e me in Parlamento perché dice ‘Bene, me le sono levate dai coglioni, lo stipendio ora lo paga lo Stato’”), si lamenta che lui ha comprato una casa da 1,2 milioni di euro a un’altra ragazza e a lei niente (“Non me fotte un cazzo se lui è il presidente del Consiglio. E’ un vecchio e basta. A me non me ne frega niente, non mi faccio prendere per il culo, si sta comportando da pezzo di merda pur di salvare il suo culo flaccido”).

    La prima cosa che la signorina dovrebbe fare è dimettersi, lasciare il posto e i 13mila euro di stipendio. Sarebbe gesto gradito se rendesse anche quelli che ha preso immeritatamente finora.
    Poi potrebbe presentarsi dai giudici il 1 febbraio e raccontare la verità, tutto quello che veramente sa, ha fatto e ha visto.
    Poi trovarsi un lavoro di cassiera o in un call center a 800 euro al mese e da lì ripartire.
    Allora forse potrebbe trovare un bravo ragazzo, fidanzarsi, sposarsi, avere i bambini, fare casetta, eccetera…
    Caterina Soffici, Il Fatto quotidiano.

    Pubblicato 14 anni fa #
  2. Mr Darcy

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    al termine del viaggio finiremo in mano ai bassoli e ai k che ci spieranno dal buco della serratura. intercetteranno dai cortili e dai balconi i nostri sospiri. le parche conversazioni col lattaio, valutando sibilline parole incaute con l'idraulico ed il postino. tornando a casa poi, ad un orario decente, con la tessera del partito in tasca, potremo scopare con la diligenza del buon padre di famiglia una femmina attempata, trascurata, ma moralmente ed eticamente irreprensibile; accuratamente selezionata dall'eterna classe dirigente, che vigilerà vogliosa sul decoro della copula.

    Pubblicato 14 anni fa #
  3. A.

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    Stavolta non faremo amnistie come con Togliatti.

    Pubblicato 14 anni fa #
  4. sensi da trento

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    Stavolta non faremo amnistie come con Togliatti.

    a fini glielo avete detto?

    Pubblicato 14 anni fa #
  5. A.

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    noi non abbiamo secondi fini

    Pubblicato 14 anni fa #
  6. k

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    A me il pezzo di Vattimo è piaciuto molto.

    Pubblicato 14 anni fa #
  7. A.

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    L'INTERVISTA Fonte Repubblica del 30.1.10
    D'Alema: "Al voto per salvare l'Italia
    Un'alleanza costituente manderà a casa il governo"
    Poi, referendum sulle istituzioni. "Una consultazione potrebbe chiedere agli italiani di scegliere tra parlamentarismo e presidenzialismo". "La legittimazione maggioritaria usata contro il principio di legalità: questo il vero atto eversivo". "Siamo in una crisi democratica gravissima. Le opposizioni mettano da parte politicismi e interessi personali"
    di MASSIMO GIANNINI

    Massimo D'Alema, Pd, 61 anni,è stato presidente del consiglio dal '98 al 2000. Da un anno presiede il Copasir, il comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica
    ROMA - "Il Paese attraversa una crisi democratica gravissima. Se Berlusconi non si dimette, l'unico modo di evitare l'impasse e il caos politico-istituzionale è andare alle elezioni anticipate. Chiedendo agli elettori di promuovere quel governo di responsabilità nazionale che è necessario al Paese, per uscire da una crisi così profonda. Lancio un appello alle forze politiche di questo potenziale schieramento: uniamoci, tutti insieme, per superare il berlusconismo". Massimo D'Alema rompe gli indugi. Di fronte alla "notte della Repubblica" in pieno corso, il presidente del Copasir apre per la prima volta al voto anticipato, e invita tutti, dal Terzo Polo all'Idv alla sinistra radicale, ad allearsi con il Pd in una sorta di "Union sacrè" elettorale.

    Presidente D'Alema, siamo al punto di non ritorno: il Quirinale lancia un serio altolà contro la degenerazione politica, tanto da far ipotizzare ad alcuni ministri un ricorso all'articolo 88 della Costituzione, e quindi lo scioglimento delle Camere. Lei che ne pensa?
    "Mi lasci essere prudente su iniziative che vengono attribuite al Capo dello Stato. Ma il solo fatto che circolino ipotesi di questo tipo dimostra quanto sia drammatica la situazione in cui ci troviamo. Ormai siamo in piena emergenza democratica. Non voglio parlare dello scenario morale, che pure è uno dei lasciti più devastanti
    del berlusconismo come disgregazione dei valori condivisi. Mi riferisco alla crisi politica e istituzionale, al
    conflitto tra i poteri dello Stato innescati da un premier che rifiuta la legge. Questo è il vero fatto eversivo: la legittimazione maggioritaria che si erge contro il principio di legalità. Una situazione insostenibile, che ci ha portato alla paralisi totale delle istituzioni, e persino all'idea pericolosa di fare appello alla piazza contro i magistrati, di cui stavolta tutto si può dire fuorché non abbiano agito sulla base di un'ipotesi accusatoria fondata. La vera anomalia è nel fatto che in tutti i paesi del mondo un leader nelle condizioni di Berlusconi si sarebbe dimesso già da tempo, o sarebbe stato già "dimesso" dal suo partito".

    Qui non succede. Il premier si dichiara innocente, e dice che ad andarsene deve essere Fini, invischiato nella vicenda della casa di Montecarlo. Chi ha ragione?
    "Trovo paradossale questa campagna contro Fini. Ciò che gli si imputa non ha alcuna rilevanza pubblica e non c'entra nulla con il modo con cui presiede la Camera dei deputati. In realtà le istituzioni sono state trasformate in un campo di battaglia e davvero non vedo, nella maggioranza, senso dello Stato".

    Ma è con questa realtà che dovete fare i conti. Come se ne esce?
    "Noi abbiamo dato la nostra disponibilità a lanciare una fase costituente con le forze che ci stanno, per aprire una crisi e proporre un governo alternativo. Ma a questo punto, se Berlusconi non prende atto dell'insostenibilità della sua posizione di premier, l'unica soluzione è quella delle elezioni anticipate".
    Non avete più paura del voto?
    "Non abbiamo mai avuto paura. Era doveroso esperire tutti i tentativi per impedire una fine traumatica della legislatura. Ma ora anche questa fase si sta consumando. Quando Bossi ripete che è ancora possibile fare il federalismo - al di là del merito assai discutibile dei decreti in esame, definiti con sconcertante solennità "federalismo" - esprime una pia illusione: non si accorge che proprio la paralisi creata da Berlusconi è il principale ostacolo per raggiungere lo scopo? Ora vedo che Casini parla di larghe intese come in Germania. E' bello questo riferimento, salvo che al posto della signora Merkel noi abbiamo il presidente Berlusconi, che non è esattamente la stessa cosa. In ogni caso, Casini aggiunge che se le larghe intese non fossero possibili, bisognerebbe andare alle elezioni anticipate. Lo giudico un fatto positivo, che rafforza il mio appello sul voto e sul governo di responsabilità nazionale. Non c'è altra strada. L'idea di ricomporre un centrodestra "europeo", rispettoso dei magistrati e dell'etica pubblica, non è più all'ordine del giorno. In quella metà campo c'è solo un blocco di potere, creato da Berlusconi, e una minoranza fanatica che lo segue sempre e comunque".

    "Minoranza", dice lei? L'hanno votato milioni di italiani.
    "Le confermo: minoranza. Oggi Pdl e Lega, insieme, sono al 40%. Le forze dell'opposizione rappresentano il restante 60%, cioè la maggioranza degli italiani".

    Ma non rappresentano un'alternativa credibile, e dunque votabile. Lo dicono tutti i sondaggi.
    "Questo è il punto. L'opposizione appare debole perché finora non ha saputo delineare un progetto alternativo, né contrastare il ricatto del premier che afferra il Paese per la gola e gli dice: o me o il nulla, non esiste alternativa possibile. Per questo propongo di rompere lo schema. Di fronte al conflitto istituzionale permanente e alla paralisi politica, le opposizioni sono chiamate a una forte assunzione di responsabilità. Qui c'è una vera e propria emergenza democratica. Se ne esce solo con un progetto di tipo costituente, che fa coincidere la conclusione del ciclo berlusconiano con la fine di una certa fase del bipolarismo e raduna il vasto schieramento di forze che si oppongono a Berlusconi: presentiamoci agli elettori e chiediamogli di sostenere un governo costituente che abbia tre obiettivi di fondo".

    Ce li riassuma. Primo obiettivo?
    "Primo obiettivo. Sciogliere il nodo della forma politico-istituzionale del bipolarismo italiano. Siamo in un sistema plebiscitario e populista, costruito intorno a Berlusconi. Dobbiamo finalmente costruire un bipolarismo democratico. Occorre stabilire un nuovo equilibrio. Quale forma di governo vogliamo? Non demonizzo l'ipotesi presidenzialista, sul modello francese. L'importante è ridefinire in un quadro organico il sistema delle garanzie, dei contrappesi, dei conflitti di interesse, dell'informazione. E a tutto questo occorre collegare un modello di legge elettorale coerente, che ci consenta di salvare il bipolarismo, ma rifondandolo su basi nuove. La scelta del modello istituzionale si potrebbe persino affidare ai cittadini. Si potrebbe pensare ad un referendum popolare di indirizzo, per far cominciare davvero la Seconda Repubblica, chiedendo agli italiani di esprimersi: repubblica presidenziale o repubblica parlamentare?".

    Gli altri due obiettivi?
    "Il secondo è un grande patto sociale per la crescita. Lo sperimentammo sull'euro, e fu il vero successo degli Anni Novanta. Oggi ce n'è altrettanto bisogno. Ma non può essere affidato solo alle parti sociali, nè può essere pagato solo da una delle parti. E questo mi sembra il vero limite dell'accordo Fiat: la modernizzazione solo sulle spalle degli operai. Il nuovo patto deve contenere un'impronta liberale, ma temperata da una forte carica di giustizia sociale e di lotta alle disuguaglianze. Il terzo obiettivo è il funzionamento dello Stato. Lo stesso federalismo, se non è collegato a una vera riforma della Pubblica Amministrazione (e quella di Brunetta non lo è) si riduce a semplice redistribuzione del potere tra le elite".

    Ma perché questa idea del governo dell'emergenza dovrebbe funzionare ora, visto che se ne discutete inutilmente da mesi?
    "Perché la situazione precipita. La crisi politico-istituzionale, l'accavallarsi delle vicende giudiziarie, la guerra tra i poteri dello Stato. Cos'altro deve succedere, per convincerci della necessità di una svolta?".

    Chi è il candidato premier di questo Cln che si presenta alle elezioni anticipate? È vero che lei punta su Casini, per chiudere l'accordo con il Terzo Polo?
    "Non punto su nessuno e non spetta a me questa indicazione. Se questa riflessione sarà condivisa, sarà il mio partito con il suo segretario e i suoi organismi dirigenti a compiere le scelte necessarie".

    La scelta può cadere anche su un "papa straniero", tipo Draghi o Monti?
    "Mi creda, questa è una partita troppo importante per essere giocata nel solito toto-nomi. L'importante è avere chiara la portata della posta in gioco".

    Il Pdl è in pieno disfacimento, ma anche il Pd non sta messo bene. Che mi dice del disastro delle primarie a Napoli?
    "Intanto a Napoli spero che venga accolto l'appello di Bersani a trovare una soluzione unitaria. Più in generale, mi auguro che questa vicenda ci aiuti a fare una discussione serena e non ideologica. L'ho detto un migliaio di volte, guadagnandomi sul campo l'accusa di "nemico del popolo": ci sarà pure un motivo se gli americani, che le primarie le hanno inventate, hanno un sistema che assicura il voto solo agli iscritti al partito, e non al primo che passa. Se avessimo adottato questo sistema anche noi, oggi sapremmo chi ha votato a Napoli, e non ci troveremmo in questo caos. La democrazia è fatta di regole, altrimenti è pura demagogia. Io non sono contro le primarie. Anzi, le voglio salvare. Ma per salvarle, so che dobbiamo regolarle in un altro modo".

    (30 gennaio 2011)

    Pubblicato 14 anni fa #
  8. Mr Darcy

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    Membro

    SENZA BERLUSCONI? SI PUO' VIVERE, MA NON PROVIAMOCI
    di Giuliano Ferrara
     "Siamo tutti un po' in mutande, ma il Cav ha ancora una risorsa che gli altri non hanno: il consenso dei cittadini"

    La destra può fare a meno di Berlusconi. Per quanto amico della nipote, il Cav non è Mubarak. Mi spiego. I nemici più accaniti del Cav godono, e si capisce perché, nel diffondere l’idea che dopo di lui sarà il diluvio, tutto si sfascerà, di questi anni non resterà pietra su pietra. È vero, come dice Luciano Violante, che mentre Craxi era figlio del sistema dei partiti firmatario della Costituzione del 1948, Berlusconi è il padre del sistema maggioritario nato nel 1994, del suo concreto modo di funzionare, della nuova Costituzione materiale in base alla quale oggi in Italia gli elettori scelgono il governo e chi lo guida, e hanno un rapporto diretto di mandato con i loro capi. 
    Però questo non vuol dire che il giocoliere galante di Arcore sia un caudillo sudamericano nelle mani di una plebe adorante e vociante, uno incapace di formare una classe dirigente se non di plastica. Le rancorose oligarchie di un certo giro mondano puntano su questa rappresentazione della realtà perché, se Berlusconi fosse soltanto un simbolo irrazionale, un idolo, invece che un uomo di Stato un po’ particolare, abbatterlo alla fine sarebbe più facile, specie con l’aiuto delle Procure militanti e dei media d’assalto. Una volta eliminato il simbolo, il nuovo potere ingrasserebbe nella desertificazione della destra italiana. Parlo di una destra riformatrice, antifiscale, antistatalista, popolare e liberale, ché la destra immobilista e illiberale è ben radicata nella foresta pietrificata della sinistra. 
    Tolto Berlusconi, in un modo o nell’altro, Letta, Tremonti, Alfano, la Gelmini, Maroni, e molti altri potrebbero benissimo formare una squadra, guidare un governo, formulare un programma, tenere insieme una coalizione politica, rappresentare il Paese. Non mancano esperienze collaudate, talenti, rigore e intelligenza, insieme a tanti e vistosi difetti, nell’armata civile messa insieme dall’imprenditore fattosi politico. Perfino la canzoncina pidiellina in stile nordcoreano, se non sbaglio, recita «meno male che Silvio c’è» e non «se Silvio non ci fosse tutti a casa». 
    Perché dico queste cose? Perché penso che Berlusconi è agli sgoccioli o perché auspico che si ritiri a vita privata? No. Siamo tutti un po’ in mutande, ma il presidente del Consiglio ha ancora risorse politiche, la principale delle quali è quella che scarseggia tra i suoi numerosi e agguerriti nemici: il consenso dei cittadini. Bisogna riconoscere, certo, che ci sono stati momenti più spensierati di questo. E allora? Deve imbarcarsi per Antigua? No, proprio no. Credo, al contrario, che debba impegnarsi fino in fondo anche in questa complicata battaglia, mostrando anche al suo popolo di sapere che una leadership carismatica non è un totem intorno a cui danzano orde selvagge. La brutale esposizione della vita privata del Cav da parte di un circo di guardoni travestiti da moralisti ha ferito lui e chiunque lo sostiene senza fanatismi devozionali. Ma alla fine quello è e resta un circo di guardoni, e il tipaccio che ha rivoluzionato venti o trent’anni della nostra storia democratica invece è, e deve dimostrare di essere, non il padrone solitario di una tifoseria ma l’espressione di un’altra Italia, di un’altra idea di società e di politica incarnata in una band of brothers senza complessi di inferiorità («We few, we happy few, we band of brothers», dall’Enrico V di William Shakespeare).
    Berlusconi non ha bisogno della vita pubblica, d’altra parte. Non finirà mai in galera, quale che sia la sua posizione in futuro, se queste sono le risibili accuse che lo riguardano. I capi di imputazione rimbombano e sembrano materia esplosiva perché l’indagato o imputato è il conquistatore del Paese, l’ingombro da rimuovere per i sepolcri imbiancati dell’establishment, il sorridente e surreale decano del G20 con abitudini da produttore di Hollywood. Ma se fosse il cittadino Berlusconi, di quelle accuse riderebbe chiunque. Quel mattocchio liberale che i piacioni amano odiare la sua parabola l’ha già compiuta, e nei prossimi cinquant’anni leggende e libri di storia parleranno variamente di lui, non delle figure tremule che lo contrastano istericamente. Berlusconi deve resistere per impedire la vittoria del partito della patrimoniale e della restaurazione, che è insidiosamente trasversale; e anche per eleganza (non si può darla vinta ai guardoni, non è decente), ma non per rabbia, non per tigna, non per ritorsione. È la politica che sembrerebbe ancora aver bisogno di lui, non lui della politica. 
    P.S. Scalfari sull’Espresso civetta un po’ con me e poi mi dice che devo provare vergogna. Mi sono sforzato ma non ci riesco, mi spiace. Se però lui o il suo Peppe D’Avanzo volessero farsi una bella chiacchierata in televisione con me, evitando naturalmente postriboli televisivi e fumerie d’oppio, sono disponibile. Vediamo chi arrossisce e, se mi è permessa una innocente guasconata, glielo do io il bunga bunga.

    Giuliano Ferrara 

    Pubblicato 14 anni fa #
  9. Comunque D'Alema è sempre il migliore. Sta anni davanti a tutti.

    Pubblicato 14 anni fa #
  10. Mr Darcy

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    un genio. la maggioranza. la normale. l'udc. i voti. cuffaro. sette anni di galera. la questione morale.

    Pubblicato 14 anni fa #
  11. sensi da trento

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    Cosa gli dirà, Sensi? Gli dirà che era l'unico modo per difendere l'Italia dal comunismo?

    io mi ricordo il 1993, all'università.
    quell'anno a roma gianfranco fini sfidava rutelli alle elezioni comunali romane.
    mi ricordo la preoccupazione della sinistra: "se vince fini come faremo? ve l'immaginate i leader europei che vengono a roma costretti a stringere la mano al sindaco fini?"
    e ancora: "i fascisti non leggono libri! fini non ha una scuola politica (al contrario del pci che aveva la scuola delle frattocchie, ndr) "
    Insomma: il male assoluto era fini: ignorante, "uomo sanza lettere", impresentabile, senza cultura politica, ecc. ecc.

    ricordano tutto questo, mi domando sempre se questo gianfranco fini sia lo stesso fini di cui oggi parla la sinistra: "l'unico vero uomo politico che c'è a destra... l'unico che abbia cultura politica... l'unico che rappresenta la vera destra liberale e non populista... ecc. ecc."
    qualcuno addirittura si lancia oltre "io sono di destra, ma non questa destra populista e berlusconiana, ma quella vera, quella di fini" (e pensare che nel 70 ridevamo dei distinguo in casa del PSI: socialista io? socialista si, ma lombardiano).

    per farvela breve: come mi giustificherò fra 30 anni con i miei figli? cosa farò io tra 30 anni?
    tra 30 anni sicuramente anche io parlerò male di berlusconi, buttandogli merda addosso.
    ma il vero drmma, sarà che tra 30 anni la destra avrà superato berlusconi e il berlusconismo.
    e di berlusconi cosa ne sarà, allora? beh, berlusconi fra trent'anni sarà il capo della sinistra.
    non siete voi quelli che hanno sdoganato de mita, rimasugli della dc come prodi e scalfaro e oggi vi attaccate addirittura a fini?

    Pubblicato 14 anni fa #
  12. zaphod

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    Fondatore

    vabbè... che c'entra... pure Bondi, Liguori, Ferrara, Capezzone e via scartabellando, prima facevano parte delle Sataniche Orde del Male e adesso - che sono cresciuti, ravveduti e folgorati sulla via di Damasco - servono onoratamente da molti anni alla tavola del Cavaliere, allora per voi vale e per noi no?

    Sensi, non faccia il gioco delle tre carte con me, lei può fare fessi questi quattro che tentano di opporsi a lei con le armi della logica, io invece ho fatto le elementari con Boniperti e le superiori con Moggi. E lo so che il significato recondito dell'espressione "partita finisce quando arbitro fischia" che giustamente il Maestro attribuisce al più grande filosofo occidentale del Novecento - Boskov - non risiede nel concetto di "lottare fino alla fine", ma sta proprio nell'attribuire ruolo centrale all'Arbitro.

    Pubblicato 14 anni fa #
  13. k

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    Ah, sì? Ma me lo potevi spiegare pure prima, però.

    Pubblicato 14 anni fa #
  14. sensi da trento

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    pure Bondi, Liguori, Ferrara, Capezzone e via scartabellando, prima facevano parte delle Sataniche Orde

    si è vero. però il centrodestra non li ha fatti diventare primo ministro o altro ancora: anzi, a dirla tutta quando provano ad allargarsi e a dettare l'agenda politica del partito trovano sempre qualcuno che gli ricorda di non rompere i coglioni.

    Pubblicato 14 anni fa #
  15. k

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    Membro

    O Sensi, ma che lei s'è già ubriacato a prima mattina? E' chiaro che non li potevano far diventare primo ministro, se c'era già quell'altro. Ma a Bondi lo hanno fatto secondo, ed era comunista, e il massimo leader del partito-azienda è Cicchitto, che da giovane si mangiava i vetri nella sinistra lombardiana. E De Michelis? Lei lo sa che De Michelis nel '68 occupava le fabbriche a Porto Marghera con Cacciari?

    Pubblicato 14 anni fa #
  16. Mr Darcy

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    Membro

    fini è come veltroni: un parolaio velleitario, un flaccido imbroglione. carne tremula.

    la capacità d'analisi, la lucidità, l'originalità della proposta di un de michelis se la sognano. compreso hacciari, che sono trent'anni che dice le stesse cose. àideggher de stò cazzo.

    blèr studiava i discorsi di craxi per rifondare il niù lèbor. altro che questi statalisti invecchiati senza aver avuto nel frattempo un'idea che sia una.

    più dignitosa la minetti che esercita un mestiere antico col piglio di un amministratore delegato.

    Pubblicato 14 anni fa #
  17. zanoni

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    "partita finisce quando arbitro fischia"

    non scriviamo cazzate, per favore!

    la citazione corretta (e filosoficamente rilevante) e' infatti: 'RIGORE E' quando arbitro fischia'...

    Pubblicato 14 anni fa #
  18. Mr Darcy

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    - mi piace -
    zafò ridacce le carte che non sai giocà.

    Pubblicato 14 anni fa #
  19. k

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    Membro

    Cretino! Ma tu credi per caso che il grande Vujadin abbia parlato una volta sola? Poi tutto il resto della vita è stato zitto? Ha parlato e detto solo quando lo hai ascoltato tu? Poi, quando tu stavi distratto o stavi a pensare a Berlusconi, lui si metteva in stand-by e non esisteva? Esisteva solo quando lo guardavi tu? Altro che "realtà come emanazione dell'io". Voi siete proprio mitomani scocciati. Manco alla Mutua riuscirebbero a peggiorarvi.

    Pubblicato 14 anni fa #
  20. zanoni

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    Membro

    mah, sinceramente io ricordo solo quella del rigore: ma in ogni caso, anche se la 'versione Zaphod' eiste, e' comunque quella del rigore che attribuisce un ruolo centrale all'arbitro, perche' pronunciata contro i moviolisti (arbitro vs. moviolisti), perche' il libero arbitrio dell'arbitro risalta molto piu' nell'assegnare un rigore (puo' darlo come puo' non darlo) che nel fischiare la fine (di arbitrario ce solo l'ammontare del recupero, la fine deve fischiarla per forza...)...

    Pubblicato 14 anni fa #
  21. Mr Darcy

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    Membro

    k cià pure le intercettazioni di vujadin

    Pubblicato 14 anni fa #
  22. rindindin

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    Membro

    sorrido benevolmente divertita:) meno male che c'è questo forum che ogni tanto mi tira su di morale...

    Pubblicato 14 anni fa #
  23. sensi da trento

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    Membro

    la citazione corretta (e filosoficamente rilevante) e' infatti: 'RIGORE E' quando arbitro fischia'...

    a costo di prendermi un vaffanculo pure io, la citazione io me la ricordo così:
    'RIGORE E' quando arbitro fischia; gol è quando palla entra.'

    Pubblicato 14 anni fa #
  24. big one

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    Membro

    k cià pure le intercettazioni di vujadin

    lui è come cervo quando esce di foresta

    Pubblicato 14 anni fa #
  25. A.

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    Moderatore

    Voi lupacchiotti parlate di Boskov, ma io dico che anche Zeman ci fece godere come ricci a noi aquilotti. Non vinse un cazzo, ma era bello il gioco.

    Pubblicato 14 anni fa #
  26. K, lasci perdere. La grandezza di Vujadin - come di Carletto (Mazzone) - un laziale o un milanista (mi pare che Sensi sia del Milan) quando la potranno mai comprendere?

    Pubblicato 14 anni fa #
  27. A.

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    Moderatore

    Io sono per l'et et, non per l'aut aut.
    Boskov e Zeman.

    Pubblicato 14 anni fa #
  28. Zeman è stato anche l'allenatore della Roma. Dopo la Lazio. Secondo fonti romane (e romaniste), gli americani - che hanno presentato offerta vincolante per l'acquisto dell'AS Roma - avrebbero intenzione di affidare proprio a lui il settore giovanile. Per realizzarne uno stile Barcellona.

    Pubblicato 14 anni fa #
  29. k

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    Membro

    Senti, Zan, falla finita, è un po' di tempo che non ti si vede ed evidentemente sei rimasto indietro col programma: Boskov lo abbiamo fatto nel primo trimestre e l'anno prossimo editeremo - magari per ebook - le edizioni critiche del pensiero filosofico boskoviano (che per inciso ha allenato la Roma, mai la lazio).

    Pubblicato 14 anni fa #
  30. A.

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    Moderatore

    Cfr. Topic "Citazioni"

    Pubblicato 14 anni fa #

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