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La nota del lunedì (giallorosso)

(663 articoli)
  • Avviato 12 anni fa da Torquemada
  • Ultima replica da parte di FernandoBassoli
  1. La stella di Garrincha comincia a splendere il 13 marzo del 1953. Gioca in una squadra amatoriale, il Serrano di Petropolis, lo portano a Rio per un provino al campo del Botafogo.
    Quel giorno sono in pochi e, fatto inedito e straordinario, trova posto nelle riserve che giocano contro i titolari. Garrincha gioca ala destra e si trova di fronte il più grande laterale sinistro di ogni epoca, quel Nilton Santos che ha un soprannome che dice tutto: Enciclopedia. Su quel provino sono stati scritti intere pagine di giornale, chi dice che Garrincha fece fare una figuraccia al grande Nilton, chi racconta che alla fine Nilton lo voleva prendere a cazzotti e così via.
    Dai ricordi di Nilton: "Quando lo vidi mi sembrava uno scherzo, con quelle gambe storte, l'andatura da zoppo e il fisico di uno che può fare tante cose nella vita meno una: giocare al calcio. Come gli passano la palla gli vado incontro cercando di portarlo verso il fallo laterale per prendergliela con il sinistro, come facevo sempre. Lui invece mi fa una finta, mi sbilancia e se ne va. Nemmeno il tempo di girarmi per riprenderlo e ha già crossato. La seconda volta mi fa passare la palla in mezzo alle gambe e io lo fermo con un braccio e gli dico: senti ragazzino, certe cose con me non farle più. La terza volta mi fa un pallonetto e sento ridere i pochi spettatori che assistono all'allenamento. Mi incazzo e quando mi si ripresenta di fronte cerco di sgambettarlo, ma non riesco a prenderlo. Alla fine vado dai dirigenti del Botafogo e dico: tesseratelo subito, questo è un fenomeno..."

    da Storie di calcio, dal web

    Pubblicato 11 anni fa #
  2. Qualche immagine d'epoca...

    Get the Flash Video

    Pubblicato 11 anni fa #
  3. Nessuno dice nulla contro i cori razzisti verso Boateng prima di Juve - Milan di ieri sera?
    Perché non dare 10 punti di penalizzazione ai bianconeri?
    Perché Boateng contro la Pro Patria abbandona il campo e a Torino no?

    Pubblicato 11 anni fa #
  4. k

    offline
    Membro

    Bravo. Scriva al Coni. O a Napolitano.

    Pubblicato 11 anni fa #
  5. Cià ragione.

    Pubblicato 11 anni fa #
  6. zaphod

    offline
    Fondatore

    Bassoli, per questa cosa di Garrincha, ti perdono tutte le cazzate che hai scritto su questo forum da dieci anni a questa parte. E ci aggiungo pure una moratoria per i prossimi quindici giorni. Non ne approfittare, però.

    Pubblicato 11 anni fa #
  7. http://news.supermoney.eu/sport/2013/04/ritratti-di-calcio-paolo-rossi-l-uomo-che-fece-piangere-il-brasile-0013985.html

    Ritratti di calcio: Paolo Rossi, l'uomo che fece piangere il Brasile

    Colpito dallo scandalo Totonero e squalificato per 2 anni, Rossi riuscì nell'impresa di risorgere dalle proprie ceneri (ovvero: una storia molto italiana).

    Nato a Prato nel 1956, Paolo Rossi è uno dei tre calciatori che possono vantarsi di avere vinto, nella stessa stagione, un Mondiale, la relativa classifica dei cannonieri ed anche il prestigioso Pallone d’oro. Gli altri due sono, scusate se è poco, l’argentino Mario Kempes e il brasiliano Ronaldo.

    Dopo i primi calci nel Santa Lucia (frazione di Prato) Rossi a soli 16 anni viene portato a Torino, per militare nelle giovanili della Juventus. E’ però vittima di molti infortuni che ne frenano non poco l’ascesa e subisce ben tre interventi chirurgici di menisco. La Juve comincia ad avere dei dubbi e lo gira al Vicenza.

    Comincia qui la fortuna di Rossi, che nell’allenatore Giovan Battista Fabbri trova l’uomo esperto, ma anche sensibile e attento, che ne intuisce le reali potenzialità. E’ lui a spostarlo dalla fascia al centro. L’aletta sgusciante fino a quel momento schierato come ala rivela le sue vere doti: sullo scatto breve è immarcabile e trova la via della rete in ogni modo, grazie a un istinto da vero rapace dell’area di rigore.

    Gli anni bui della squalifica prima della resurrezione in nazionale

    Anche la Under 21 si accorge di questo ragazzo davvero promettente, ma il 1979 è un anno duro per lui e per la sua squadra: si infortuna di nuovo in una partita di Coppa Uefa e il Vicenza scende malinconicamente tra i cadetti. Rossi però resta in A, con la maglia del Perugia, confermando tutte le sue qualità a suon di reti. E’ a questo punto che la sua carriera si fa romanzo. Nel 1980, infatti, il calcio italiano viene letteralmente sconvolto dallo scandalo del cosiddetto Totonero. Alcune partite della massima serie risultano manipolate. Tra i giocatori del Perugia che finiscono sotto inchiesta c’è anche Rossi, sanzionato con due anni di qualifica. Nel momento più difficile della sua vita sportiva, però, ecco il colpo di scena: la Juve si ricorda di lui e un po’ a sorpresa lo riporta a Torino.

    L'avventura del Mundial spagnolo

    Nel 1982, al rientro, Rossi riesce perfino a giocare alcune partite in bianconero, ma la sua vera fortuna ha il nome di Enzo Bearzot. Il CT azzurro ci crede, ci crede eccome, al punto da preferirlo al bomber romanista Roberto Pruzzo, che pure quell’anno aveva firmato valanghe di reti. Bearzot non aveva certo dimenticato l’ottimo Campionato del mondo disputato da un giovanissimo Rossi nel 1978 in Argentina e i fatti gli hanno dato ragione. Nell’estate dell’82 Rossi aveva un appuntamento col destino.

    Il Mundial spagnolo ha ancora la sua faccia sorridente e scapigliata, l’espressione quasi incredula di un bambino che ha appena ricevuto il regalo più bello. I sei magici goal segnati da Paolo “Pablito” Rossi (tre contro il Brasile, due contro la Polonia in semifinale e uno contro la Germania nella finalissima del Santiago Bernabeu) sono perle ancora luminose nella memoria di tutti gli sportivi italiani. Terminò la carriera al Milan, con allenatore Nils Liedholm. Nel 2002 Rossi ha pubblicato la sua autobiografia, dal significativo titolo “Ho fatto piangere il Brasile”.

    Pubblicato 11 anni fa #
  8. Maledetta finale, Benfica. I portoghesi non ce la fanno neanche questa volta, neanche in quell’Amsterdam dove nel 1962 avevano vinto l’ultimo trofeo continentale. A vincere la finale di Europa League è il Chelsea, che si impone 2-1 con un gol al 93’ di Branislav Ivanovic, dopo aver perso 3 giorni fa lo scudetto per un gol al 93mo contro il Porto. Ma a trionfare è soprattutto la maledizione di Bela Guttmann, l’allenatore del celebre anatema: “Senza di me non vincerete mai una finale europea”. A cinquant’anni di distanza, continua ad essere di parola imponendo la settima sconfitta consecutiva in finale. Una maledizione, appunto.

    (Fabrizio Falconi)

    Pubblicato 10 anni fa #
  9. A.

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    Moderatore

    E stasera vedremo chi è il più forte. Forza Lazio!

    Pubblicato 10 anni fa #
  10. A.

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    Moderatore

    BUONASERA!!!!

    Pubblicato 10 anni fa #
  11. Mi rendo conto che le alchimie calcistiche sono ancora un mistero per gli americani.
    La Roma ha giocato una partita vergognosa, confermando ciò che scrissi qui alcuni mesi fa: ci sono troppe pippe in rosa.
    La Lazio è una squadra mediocre con un grande portiere. Però è un gruppo compatto, è un team. La Roma un insieme di anarchiche e sopravvalutate individualità. Sentire un carneade come Andreazzoli dire stamattina che voleva fare la storia della Roma, venendo ricordato come l'allenatore della stella d'argento, mi aveva già svelato come sarebbe andata a finire.

    Pubblicato 10 anni fa #
  12. sensi da trento

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    Membro

    secondo me più che le alchimie calcistiche hanno pesato le alchimie cromatiche.
    se ci fai caso, in entrambe le finali, sia quella di coppa campioni che quella di coppa italia, ha vinto la squadra con i colori bianco e azzurro.

    magari è la merkel, che dopo aver messo il naso nei nostri conti pubblici, adesso vuole anche mettere mano al nostro campionato.
    vacci a capire te....

    Pubblicato 10 anni fa #
  13. zaphod

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    Fondatore

    Sensi for president...

    Pubblicato 10 anni fa #
  14. Sicuramente vedendo come sono state giocate le finali di Champions e di Coppa Italia possiamo dire che il calcio nazionale è in una fase di netta involuzione che curiosamente riflette la crisi del Paese. Perfino un Dortmund qualunque gioca meglio di noi.

    Pubblicato 10 anni fa #
  15. k

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    Membro

    è lei che porta iella, stop.

    Pubblicato 10 anni fa #
  16. P.s: Sto a parlà di calcio con uno, Sensi, che crede che i colori del Bayern siano bianco-azzurri... Vi ho detto tutto.

    Pubblicato 10 anni fa #
  17. zaphod

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    Fondatore

    Bassoli, pensa per te. Ti ricordo che la tua ex-squadra si è battuta con onore contro il carrarmato tedesco e che, confronto al Barcellona, ci ha fatto - nonostante l'indubbia differenza tecnica - un'ottima figura. Fossimo capitati nell'altra metà del tabellone, capace che in finale ci potevamo arrivare.

    Pubblicato 10 anni fa #
  18. Non vero, siete stati dominati 180 minuti, vatti a rivedere, o forse a vedere per la prima volta, quelle due partite. La Juve è una squadra mediocre che vince per noti e antichi "motivi". Attualmente la squadra che gioca meglio è la Fiorentina.

    Pubblicato 10 anni fa #
  19. sensi da trento

    offline
    Membro

    P.s: Sto a parlà di calcio con uno, Sensi, che crede che i colori del Bayern siano bianco-azzurri... Vi ho detto tutto.

    il bianco e l'azzurro sono i colori della baviera.
    questi colori li volle ludovico I che ammirava la cultura greca (la bandiera greca ha per colore bianco e azzurro).

    anche la lazio, richiamandosi allo spirito olimpico, nel 1899 volle per i propri colori il bianco e l'azzurro.

    eccoti qua la bandiera bavarese

    http://it.wikipedia.org/wiki/Bandiera_della_Baviera

    Pubblicato 10 anni fa #
  20. sensi da trento

    offline
    Membro

    eccote qua la bandiera greca

    http://it.wikipedia.org/wiki/Bandiera_greca

    che non so' uguali????

    Pubblicato 10 anni fa #
  21. zaphod

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    Fondatore

    Non ho detto che non siamo stati dominati. Ma quella squadra ha dominato il decantatissimo Barcellona facendogli fare la figura dei peracottari presuntuosi. La Juve ha giocato le sue oneste partite e - a onor del vero - bisogna dire che l'andata è stata decisa da episodi.

    Pubblicato 10 anni fa #
  22. Sensi i colori ufficiali del Bayern sono bianco e rosso. Punto. La Baviera è un'altra cosa.

    Pubblicato 10 anni fa #
  23. A.

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    Moderatore

    Bassoli, ma si può sapere che cosa dici? la Lazio ha solo un buon portiere?
    Vabbè, stai a rosicà. (sempre che nel cuore tu non sia ancora juventino)

    Pubblicato 10 anni fa #
  24. Sì, ha un grandissimo portiere e un vecchio campione in attacco, molto vecchio. Il resto sono tutte pippe, ma ben allenate, perché un allenatore la Lazio ce l'ha. Però se 9 pippe ben allenate+1 portiere+1 vecchio campione le metti contro 11 superpippe, con un po' di culo vincono 9 pippe ben allenate+1 portiere+1 vecchio campione. E infatti hanno vinto.

    Pubblicato 10 anni fa #
  25. ... e puntualmente ogni volta che si avvicina il rinnovo del contratto Francesco Totti si affretta a precisare che ha offerte dall'estero aggiungendo che al Real avrebbe vinto 3 Champions e 2 palloni d'oro... A France', sai che ti dico? Vatti a fare un par d'anni in Quatar, che tanto solo i soldi vi interessano...

    Dice: "Ha scelto il cuore...". Sì, co' 6 milioni di Euro l'anno d'ingaggio. Siete tutti uguali.

    Pubblicato 10 anni fa #
  26. k

    offline
    Membro

    E' lei che è sempre uguale a sé stesso.
    Perché non ci risparmia qualche volta il suo qualunquismo da strapazzo?
    Lei pensa sul serio che se Totti avesse giocato in squadre di prima fascia non avrebbe vinto tutto quel che c'era da vincere? Si sciacqui la bocca prima di parlare e mettere al suo livello campioni, uomini e talenti di fronte ai quali lei non è che un microbo saprofita iuventino mimetizzato.

    Pubblicato 10 anni fa #
  27. Apprendiamo oggi che parlare di una persona equivale secondo alcuni a mettersi al suo livello. Una teoria davvero fantasiosa.

    Pubblicato 10 anni fa #
  28. A.

    offline
    Moderatore

    Pippe ben allenate. Vabbè, Basso', avevate Zeman e non andava bene. Magari provate con un allenatore tipo Sacchi, o il Trap.

    Pubblicato 10 anni fa #
  29. Zeman è un caso a parte, una meravigliosa utopia. Sai già come va a finire ma è bello anche così. Per squadre che non vincono facilmente, perché non le si lascia vincere in pace, sognare è già tanto.

    Pubblicato 10 anni fa #
  30. zaphod

    offline
    Fondatore

    I ragazzini si lasciano vincere, Bassoli. È ora che cresci...

    Pubblicato 10 anni fa #

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