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(1417 articoli)
  • Avviato 15 anni fa da Faust Cornelius Mob
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  1. urbano

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    Me lo deve aver regalato il libraio, uno dei libricini commemorativi che Sellerio ha offerto per il suo quarantennale.
    Anatole France
    il procuratore della Giudea
    Sellerio 2009
    Lo traduce e lo annota Leonardo Sciascia
    E in fondo ha una cosa che si chiama "lo specchio nero" di Salvatore Silvano Nigro(!) dove si racconta la nascita del catalogo editoriale voluto da Sciascia.
    E' la storia di Elio Lamia e di Ponzio Pilato che si rincontrano vecchi al mare di Baia.
    Ricorderanno insieme il tempo trascorso in Giudea.
    Ma ognuno ricorderà ciò che vuole.
    Apologia dello scetticismo, e della tolleranza che ne deriva, lo definì Sciascia.

    Pubblicato 14 anni fa #
  2. A

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    «Mio padre era molto intelligente e, come tutti gli uomini intelligenti, molto buono. Una volta mi disse che avrei dovuto guardare molto bene i soldati, le uniformi, le caserme, le bandiere, le chiese, i preti e le botteghe dei macellai perché tutte quelle cose sarebbero presto scomparse e avrei così potuto dire ai miei figli che io le avevo viste. Sfortunatamente, la profezia non si è ancora avverata».

    Jorge-Luis Borges, Abbozzo di autobiografia, in Elogio dell'ombra, Einaudi, Torino 1971 (traduzione di N.T. Di Giovanni).

    «C'è da dire che l'uniforme dei pompieri è la meno figlia di puttana di tutte le uniformi, e che il giorno in cui con l'aiuto di milioni Quilapayùn e di Cedròn¹ manderemo a quel paese tutte le uniformi latinamericane, si salveranno soltanto quelle dei pompieri e addirittura inventeremo loro dei modelli più vistosi per farli contenti mentre estinguono incendi o salvano povere fanciulle oltraggiate che hanno deciso di buttarsi giù da un ponte per mancanza di meglio».

    Julio Cortàzar, Un tal Lucas, Einaudi-Gallimard, Torino 1994

    ¹Amici “eccentrici” di Lucas.

    Mi chiedo: esiste ancora qualcuno, nel mondo pseudo-avanzato, capace di immaginare (non dico sperare, dico fantasticare) profezie del genere? Corpi militari a parte, s'intende.

    Luca Massaro

    ___________________________________________________________________________
    l'ho letto sul blog del mio amico luca massaro
    A.

    Pubblicato 14 anni fa #
  3. urbano

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    Alberto Satolli, un collega di Orvieto, è una di quelle persone che amano sapere le storie del posto, e lui ne sa tantissime.
    E', come si dice, un profondo conoscitore dell'orvietismo.
    Negli anni cinquanta c'era pure un pulman, o fiat o alfaromeo, di quelli col muso, che veniva detto Il Satolli, portava dalla stazione al paese e viceversa.
    Ma il collega va ben oltre indietro nelle storie della città e scrive una piacevolissima guida che attacca con
    quod natura munimento inviderat industria adiecit.
    Orvieto
    Nuova guida illustrata
    Le guide del viaggiatre raffinato
    Edimond 2006
    la casa editrice
    http://www.edimond.com/
    testimonia la vitalità a prescindere della provincia.

    Pubblicato 14 anni fa #
  4. Woltaired

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    ieri stavo cercando la versione italiana di un libro che ho letto in spagnolo, El zorro de arriba y el zorro de abajo un' opera postuma di Arguedas (sto facendo una ricerca personale sugli scrittori suicidi), entro in Feltrinelli e mi trovo un cartello gigantesco con su scritto -30% Oscar Mondadori e sotto la ristampa 2010 di Shaw 150.
    Mio!
    Ora mi sveglio e leggo Nodulo Cosmicoe al di là della relazione stiracchiata con un singolare tentativo di suicidio a mezzo infarto in autoprescrizione vengo colpito da una luce.
    Tipo Belushi in Blues Brothers.
    Ora finalmente so il perché non ho ancora vinto un campionato del mondo di poker, ecchecazzo, tolto quello del Bit, tutti i racconti che scrivo sul gioco parlano di giocatori che perdono!
    Vi saluto, devo narrare dei vincenti e preparare il polso al braccialtto delle WSOP.

    Pubblicato 14 anni fa #
  5. A

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    “I giusti“
    Un uomo che coltiva il suo giardino, come voleva Voltaire.
    Chi è contento che sulla terra esista la musica.
    Chi scopre con piacere una etimologia.
    Due impiegati che in un caffè del Sud giocano in silenzio agli scacchi.
    Il ceramista che intuisce un colore e una forma.
    Il tipografo che compone bene questa pagina che forse non gli piace.
    Una donna e un uomo che leggono le terzine finali di un certo canto.
    Chi accarezza un animale addormentato.
    Chi giustifica o vuole giustificare un male che gli hanno fatto.
    Chi è contento che sulla terra ci sia Stevenson.
    Chi preferisce che abbiano ragione gli altri.
    Tali persone, che si ignorano, stanno salvando il mondo.
    Jorge Luis Borges

    Pubblicato 14 anni fa #
  6. urbano

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    Dopo che il marito fu fucilato e finito alla pistola lei aiutata da Pucci riparò in Svizzera, in un convento di monache dove visse con i figli e poi in manicomio.
    Poi dichiarata indesiderata fu consegnata agli alleati e all'odioso Polito, con disparati mezzi ed infine in nave fu confinata a Lipari in un tugurio lurido e senza mezzi.
    Magra, allucinata, distrutta negli affetti, stralunata la vide Leonida e ne fu commosso, e sentì di doverla aiutare.
    Propio lui Leonida Bongiorno l'interpido soldato e partigiano tornato all'isola quando ormai lo credevano morto, propio lui il compagno Leonida fu toccato al cuore da Edda, in modo così intenso e profondo che in vecchiaia preso da una agape rimbombante di desiderio le dedicò un muro scolpito di poesia.
    La storia di Edda e Leonida, di Ellenica e Baiardo, è molto bella e toccante e sta li a insegnare quanto può la passione.
    Edda Ciano e il comunista
    L'incoffessabile passione della figlia del duce.
    Marcello Sorgi
    Bur saggi
    2010

    Pubblicato 14 anni fa #
  7. Baruch

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    Psicopatologia del lettore quotidiano (1996)

    * Sommario: Lettore del tipo "sperduto" (Legens Fortuitus) (Effe n. 1, inverno 1996)
    * Il lettore superiore (Lector Elitarius) (Effe n. 2, primavera 1996)
    * Il lettore Entusiasta (Effe n. 3, primavera 1996)
    * Il lettore Fissato (Effe n. 3, primavera 1996)
    * Il lettore Indeciso (Effe n. 3, primavera 1996)

    Lettore del tipo "sperduto" (Legens Fortuitus)

    Questo tipo di lettore non ha alcuna familiarità con le librerie. Vi entra solo una o due volte all'anno, a volte una o due volte nella vita. Si riconosce dall'aria spaurita e impacciata, da alunno che teme di essere interrogato da un momento all'altro. Cammina tra le pile di libri come tra mucchi di filo spinato, o cespugli di rovi. Ogni tanto lo potete sorprendere mentre legge il titolo di un volume con la stessa espressione preoccupata con cui guarderebbe la sua radiografia del rachide. Sorride solo quando vede apparire, su una copertina, il volto di un personaggio televisivo.

    Allora chiama il compare (questi lettori viaggiano sempre in coppia per sostenersi a vicenda nell'impresa) e con grandi cenni di giubilo, gli indica che c'è qualcosa di umano in quel pianeta alieno. A questo punto prende coraggio, avanza e fa subito cadere una fila di pocket, ripiombando nel terrore. Riprende fiato nel settore mappe geografiche, dove lo si vede fingere interesse per la periferia di Hong Kong, mentre sta solo cercando un commesso a cui rivolgersi. Individuatolo, si accosta, ma quasi sempre chiede l'informazione:

    1. a un cliente
    2. alla cassiera sommersa dagli scontrini
    3. alla sagoma in cartone di Umberto Eco

    Se a questo punto un vero commesso impietosito si avvicina, con aria abbastanza rassicurante da non metterlo in fuga, il lettore sperduto gli rivolgerà una delle seguenti richieste:

    1. mi dà quel libro di cui parlava un prete con la barba al Maurizio Costanzo Show? (alla richiesta del commesso di fornire dati ulteriori, risponde: era seduto vicino a Heather Parisi)
    2. mi dà un libro con la copertina dove c'è una donna e nel titolo c'è la parola "amore"? (alla richiesta del commesso di fornire dati ulteriori risponde: lo ha scritto uno che in televisione è tifoso dell'Inter)
    3. mi dà il libro scritto in questo biglietto?
    4. mi dà sei libri larghi complessivamente 42 centimetri che devo riempire un buco nella libreria?
    5. mi dà un libro per uno che non legge? (domanda a cui più di un commesso reagisce con crisi epilettiche)
    6. mi dà un romanzo da regalare a mia figlia per Natale dove la protagonista fa motocross e lui è uno dei Take That? No, non so se l'han scritto davvero, chiedevo a lei...
    7. mi dà il libro che ha in mano quella della pubblicità dello sciroppo per la tosse?
    8. mi dà un libro che si chiama "il processo di Kafka" però non so dirle l'autore?
    9. mi dà il libro che è primo in classifica? Come sarebbe a dire, ci sono parecchie classifiche? Oddio, adesso come facciamo?
    10. mi dà due Campielli uno Strega e due Viareggi ma mi raccomando, che non abbiano la fascetta rovinata
    11. mi dà tredici libri da spendere in tutto duecentomila lire per tredici regali di Natale, ma faccia in fretta che non ho tempo da perdere

    Completiamo la descrizione del lettore sperduto segnalandovi una sua misteriosa particolarità. Il lettore sperduto è magnetizzato. Qualunque sia il libro che ha acquistato, con grande stress e tensione, quando uscirà dalla forca caudina del rilevatore di furti, l'allarme suonerà. Decine di commessi tenteranno di smagnetizzarlo ma sarà tutto vano e il lettore sperduto si troverà a lungo esposto al pubblico ludibrio. La sua già scarsa propensione a entrare in libreria uscirà massacrata da questa orribile esperienza. Il fatto è che è lui, il lettore, a far scattare l'allarme, e non il libro!

    Il caso del lettore magnetizzato è da tempo allo studio di medici, editori e fisici. Per alcuni si tratterebbe di un'allergia all'ambiente, per altri di una vendetta dei troll dei libri: ma nessuno è ancora riuscito a sciogliere il mistero.

    Il lettore superiore (Lector Elitarius)

    Questo lettore, oltre che dagli occhiali e dal colore del viso, tra il bianco Fabriano e il giallo pergamena, è riconoscibile dall'espressione di spregio e disgusto con cui si aggira tra gli scaffali della libreria. Egli ha infatti letto e riletto tutta l'umana grafomania, raccolta nella sua biblioteca di un milione di volumi che nessuno ha mai visto, ma di cui lui assicura l'esistenza. Al termine di questo Giudizio Letterario Universale, egli non salva che tre o quattro rarissimi e scelti autori. Il resto è un magma cartaceo che lo schifa, ma in cui ama tuffarsi per una sublime forma di perversione.

    Eccolo perciò entrare in libreria come in un tunnel dell'orrore, sospirare addolorato vedendo una copertina che lo disturba, gemere di raccapriccio davanti alle pile di scrittorucoli circostanti. Talvolta, arricciando il labbro, si avvicina a un volume, lo solleva per un angolo, come fosse il cadavere di un topo, legge la prima pagina e lo lascia ricadere con espressione schifata. Alcuni Lettori Superiori particolarmente teatrali simulano conati di vomito o reazioni allergiche quali asma e prurito.

    Soltanto nella zona dei Libri Superiori, da lui individuata in angolo apposito, egli si placa per raggiungere l'Unico Degno, il Solo Leggibile, il Vero Autore, Kostantin Markus Swolanowsky. Trovatolo sullo scaffale, lo sfiora con le dita e poi volge intorno uno sguardo di rimprovero che coinvolge:

    1. i lettori che non comprano abbastanza Swolanowsky;
    2. i librai che non l'hanno messo nella dovuta evidenza;
    3. la cultura occidentale in genere.

    Il Lettore Superiore diventa particolarmente pericoloso quando si accompagna, in veste di Consigliere, a un Lettore Normale. In questo caso il protocollo è il seguente: il Lettore Normale si avvicina timidamente ad un libro, lo sfoglia, poi volge gli occhi verso il Consigliere. Se incontra un'occhiata di disapprovazione, posa il libro e prosegue. Attraversa chilometri di volumi, sempre marcato strettamente e sempre dissuaso. Timidamente indica un libro, lassù sullo scaffale, che forse lo interesserebbe. Ma il commento del Consigliere è sempre lo stesso "Robetta, ciarpame, scrittore improvvisato, romanzuccio stantio".

    A questo punto il Lettore Normale si dirige tristemente verso il reparto Libri Superiori, dove rassegnato si lascia mettere in mano il terzo Swolanowsky mensile. Ma non è finita qui! Dopo dieci minuti il Lettore Normale rientra in libreria da solo, e si dirige svelto e furtivo verso il reparto Libri di Fantascienza. Ne compra otto, più due gialli e un horror di duemila pagine. Illuso!

    Da dietro la pila di best-sellers ove era in agguato, sbuca il Lettore Superiore. Il Lettore Normale viene privato del suo acquisto, redarguito, a volte picchiato, ed esce con un ennesimo Swolanowsky in tasca.

    Se siete un Lettore Normale, e siete perseguitato da uno di questi individui, c'è un solo modo per liberarvene. Quando vi trovate in sua compagnia, acquistate l'opera omnia dello Swolanowsky e poi, saltando come un canguro, dirigetevi verso la cassa urlando:

    "Adoro Swolanowsky, è mitico, me l'ha consigliato questo mio amico, per me è come farsi una pera, peccato che non faccia televisione, lo legga signore, compri Sera in campagna, c'è la descrizione di un campanile che Proust non gli fa neanche un baffo, e poi è gagliardo come racconta le cene, fa venire un appetito che non le dico, io ogni volta che lo leggo devo farmi un'amatriciana". Quindi sbottonatevi la giacca sotto la quale avrete indossato una maglietta con l'effigie di Swolanowsky e iniziate ad urlare, sull'aria di un coro calcistico:

    "Alé - oh - oh, Swolanowsky oh - oh!"

    Dopo pochi minuti di questo show, sicuramente vedrete il Lettore Superiore sgattaiolare via, fingendo di non conoscervi. Se proprio volete assaporare il trionfo, gli avrete infilato in tasca, a sua insaputa, il libro di fantascienza Le vergini verdi di Andromeda. Egli farà risuonare l'allarme e verrà redarguito davanti a tutti con la seguente frase: "Va bene che lei ha la passione dei libri di fantascienza, ma non è un buon motivo per rubarli".

    La vostra vendetta sarà di qualità superiore.

    Il lettore Entusiasta

    Questo lettore, detto lettore E, entra in libreria come in casa sua. Il sorriso con cui saluta i commessi è il suo stendardo. In piedi, incurante degli altri clienti, inizia a leggere tutto quello che trova. Alcuni libri li sottolinea con risate fragorose, o li commenta leggendone brani ai presenti. Al reparto fumetti, si sdraia per terra e legge per ore. A volte si porta la merenda. Una farcitura di briciole in un volume è il segno del suo passaggio.

    Se il lettore E vede un lettore normale incerto su un acquisto, lo assale alle spalle, gli fa leggere tutti i risvolti di copertina oltre a bibliografie e brani scelti. Il suo incitamento a comprare ha una martellante tenacia che nessun libraio possiede. Nel reparto libri d'arte passa ore e ore, e non di rado, all'ora di chiusura, lo si puó trovare nascosto nel reparto tascabili mentre con occhi imploranti dice "per favore, l'ho quasi finito". È insomma un lettore avido e allegro, con un solo difetto: no n compra quasi libri, non si sa se per povertà, difetto genetico o scelta ideologica

    Il lettore Fissato

    Terrore di ogni libraio, il lettore F si riconosce dagli occhiali molto spessi, dall'andatura decisa e dal foglietto che tiene in mano. Questo lettore cerca da mesi, da anni, forse dalla nascita, un libro introvabile, e in questa ricerca ha ormai consumato l'esistenza. Ma non demorde. Eccolo avvicinarsi all'incauto libraio e chiedergli le Note sulla composizione gregoriana nelle chiese trentine dell'abate Vermentin, edizioni La Talpa Bianca, Castel Luvisonio. Il libraio, dopo aver consultato i suoi ricordi e il computer, gli comunica di non avere nessun titolo simile. Alle ulteriori pressioni del lettore F vengono consultate prima la voce Note, poi Gregoriano, poi Chiese, indi Trentino, Vermentin, Talpa Bianca. Non appare alcun abate Vermentin nella storia della letteratura. Le edizioni Talpa Bianca risultano aver pubblicato un solo libro sui funghi nel 1953, e poi sono scomparse nel nulla. Non esiste, sulle carte geografiche, la località Castel Luvisonio. Ma il lettore F non demorde. Resta fermo davanti al libraio, col suo biglietto, chiedendo se si puó fare qualcosa, magari consultare gli archivi della CIA. A volte si mette a piangere sommessamente, nei casi piú gravi ha un leggero mancamento. Dopo che l'intera libreria si è mobilitata, si è chiesto aiuto a due librerie trentine, si è convocato il parroco della chiesa limitrofa e si è litigato con tutte le centraliniste d'Italia chiedendo la linea con Castel Luvisonio, il direttore della libreria in persona si presenta dal lettore F e gli comunica ufficialmente: "Mi dispiace signore, ma il suo libro è introvabile". "Grazie", risponde il lettore F, "tornerò domani".

    Le ipotesi a questo punto sono molte:

    1. il lettore F è pazzo;
    2. il lettore F ha un sacco di tempo libero;
    3. il lettore F è un provocatore mandato dalla libreria concorrente;
    4. il lettore F è l'abate Vermentin in persona;
    5. il lettore F è Talpa Bianca;
    6. il lettore F è un venusiano, mandato dal suo pianeta a studiare la resistenza psichica dei terrestri;
    7. il lettore F è un rompicoglioni.

    A voi la risposta. Chi indovina, vince una copia del libro dell'abate Vermentin, firmata dall'autore.

    Il lettore Indeciso

    Il lettore I entra in libreria, sceglie un libro, lo lascia, lo riprende in mano. Lo scambia con quattro pocket. Va verso la cassa, si pente, rimette i pocket al loro posto facendo crollare la pila, e li sostituisce con un libro d'arte da mezzo milione. Lo consulta a lungo con aria afflitta. Lo ripone e prende due guide turistiche della Camargue. Va alla cassa, si mette in fila, ma quando è il suo turno all'improvviso si scusa, torna indietro, ripone le guide e acquista lo Zibaldone di Leopardi. Si pente e nasconde Leopardi nel reparto fantascienza. Prende un libro di fantascienza, lo cambia con sei volumi della Storia d'Italia e poi alla fine compra un libro di barzellette. Tornerà il giorno dopo per cambiarlo.

    Anche sul lettore I abbiamo alcune ipotesi:

    1. vorrebbe comprare tutto ma non ha abbastanza soldi;
    2. non vorrebbe comprare nulla, ma fuori piove;
    3. non vorrebbe comprare nulla, ma fuori c'è un killer che lo bracca;
    4. è innamorato della cassiera;
    5. è innamorato del cassiere;
    6. non sa leggere;
    7. ha lasciato gli occhiali a casa e non vuole ammetterlo;
    8. è pazzo;
    9. il libro che cerca gli serve per pareggiare le gambe di un tavolo;
    10. è in realtà il lettore F travestito, e sta cercando il libro sul canto gregoriano perché non è convinto che l'abbiano cercato abbastanza;
    11. è un rompicoglioni.

    Chi indovina la risposta vince l'opera completa dell'abate Vermentin.

    Stefano Benni
    (da Effe, rivista delle Librerie Feltrinelli)

    Pubblicato 14 anni fa #
  8. rindindin

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    finito di leggere
    La porta
    Autore Szabò Magda
    libro che consiglio vivamente per la capacità espressiva e descrittiva dei personaggi,l'intensità emotiva che ti travolge e la fantasia del tema.
    iniziato "Diario di una scrittrice" di Virginia Woolf edito minimum fax. chissà perchè sono sempre attratta dalle bio di scrittrici morte suicide. dopo i diari di Sylvia Plath però posso resistere a qualsiasi altra drammatica storia di vita.

    Pubblicato 14 anni fa #
  9. urbano

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    Dice che si chiama sincronicità, sarebbe la concatenazione significativa e inaspettata degli eventi, coindidenze significative.
    Secondo jung accorgersene e cercare di capirla aiuta a vedere la trama del reale.
    E' da un po di tempo che mi cadono sotto gli occhi o le mani libri che trattano gli anni quaranta. Ne esce un mondo colorato, moderno, cittadino e cosmopolita. Un mondo borghese in cammino verso un punto che non arrivò mai per una guerra che distrusse moltissimi poveracci e molti ricchi e il loro potente mondo di futuro.
    L'ultimo della serie testimonia la lenta risalita. Poi secondo me fallita.
    1949
    l'anno dell'impazienza
    Pier Luigi Pizzi
    Pineider 1999

    Pubblicato 14 anni fa #
  10. urbano

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    "Ho visto tutti i suoi film e li ho aprrezzati moltissimo. Se ha bisogno di un'attrice svedese, che parla molto bene l'inglese, che non ha dimenticato il tedesco, non riesce a farsi capire molto bene in francese e in italiano sa dire soltanto "ti amo" sono pronta a venire in italia per lavorare con lei."
    Questa era la lettera che un bel maggio Ingrid scrisse a Mr Rossellini. Roberto pensò proprio come racconta Sorgi? Può essere, certo che un candore così in sintonia con la storia del vulcano che andava abbozzando con Anna e gli amici la sera in trattoria una tale concidenza di affetti lo dovette sommuovere tutto. Allora la vicenda diventa come una bella favola d'amore un bel melodramma, vero però, che entra e esce dalla pellicola, dai giornali, dalla politica e fa sognare le mamme e i papà del 1948.
    Personaggi veramente coraggiosi, di una volta, mitici, che si scontravano con la violenza della passione, non come oggi che litigano per il tariffario del casino.
    Le Amanti del Vulcano
    Marcello Sorgi
    Rizzoli 2010

    Pubblicato 14 anni fa #
  11. Visto che se ne è parlato, vi segnalo, a proposito della figura di mio nonno, sindaco di Latina dal '46 al '51, questa pubblicazione, di cui peraltro nulla sapevo:

    http://www.fulm.org/SchedaPubblicazioni.aspx?ID_Pubblicazione=509

    [ Per quanto riguarda i pettegolezzi da serva raccolti dall'amico Piersilvio da Trento circa strane modalità di conseguimento del diploma di maturità di ragioneria - anzi, a questo punto puoi esporre per intero le sciocchezze che ti hanno raccontato, Sensi - da quanto ho capito si tratta probabilmente non di leggenda-fregnaccia metropolitana, ma di vero e proprio scambio di persona. Mio nonno infatti conseguì (con fatica, dato che lavorava e campava tre figli), la maturità studiando da privatista insieme ad altre persone: quindi al limite ci stavano pure i testimoni. La persona che mette in giro certe scemenze a distanza di 70 anni si commenta da sola. Non so chi sia, ma forse è meglio così. Anzi, fammi la cortesia Sensi, quel nome non dirmelo mai. Grazie. ]

    Pubblicato 14 anni fa #
  12. k

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    No, Fer, non è questo il modo di affrontare le questioni. E che cazzo di scrittore è, allora? Lei davvero non capisce che suo nonno non appartiene a lei e alla sua famiglia, poiché per la specificità della sua esperienza terrena egli oramai appartiene - insieme a tanti altri "personaggi pubblici" ovviamente - all'inconscio e all'immaginario collettivo? In questi ambiti è poi normale e naturale - ossia fisiologico - che ognuna di queste figure si colori di aspetti anche leggendari ed assolutamente non veritieri, ma che però servono a "caratterizzare" ancora di più ciascuna figura nella mitopoiesis. Qual è difatti la funzione narratologica - ossia la struttura profonda - della storiella riportata dal Sensi, se non quella proprio di "cantare" le virtù, le debolezze, le sottigliezze e la forza però del self made man?
    Lei è un coglione se s'offende e non riesce a ridere lei per primo di queste storie. Magari ce ne fossero di più, invece. Lei dovrebbe essere contento e gloriarsene, perché è solo così che il ricordo di suo nonno può "fissarsi" per sempre nell'identitario collettivo. Se lei invece contrasta questo trend - volendo magari mantenerne un ricordo solo agiografico e da "santino" - lei condanna suo nonno ad un ricordo solo "familiare", destinato cioè a non durare oltre la terza o al massimo quarta vostra generazione.
    Lei dovrebbe pagare Sensi perchè se ne inventi altre, e magari le passi a me, e se e quando mi riuscirà di scrivere di suo nonno, altre ancora me ne inventerò io e lei dovrebbe pagare anche me.

    (Qualcuno - penso a Zero o a Zanoni - può ordinarmi e far arrivare il libro di cui parla il Fer? Poi vi ridò i soldi.)

    Pubblicato 14 anni fa #
  13. zanoni

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    per K, annuario La Malfa

    ci posso passare direttamente mercoledi' o giovedi' che sono a Roma (sempre che siano aperti). l'importante e' che te ne arrivi una sola copia

    Pubblicato 14 anni fa #
  14. A K:

    Una cazzata, cioè una cosa non vera, è sempre una cazzata.
    Nessuno pretende di sostenere che mio nonno fosse l'uomo perfetto senza ombre che non sbagliava mai. Tutti noi abbiamo dei chiaroscuri, me compreso. Ma la falsità di un episodio deve essere chiarita.
    Lei sarebbe contento se io scrivessi di suo nonno attribuendogli anche azioni che non ha mai compiuto e mescolando verità storica con fantasie letterarie?

    Pubblicato 14 anni fa #
  15. k

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    Sì, cazzo, sempre che lei le abbia scritte bene. Se poi le scrive male o non sa scrivere, allora è un altro paio di maniche, perché è in quel modo che lei recherebbe offesa a mio nonno, alienando il lettore dal suo scritto e da tutto quanto vi è rappresentato. Ma se lei lo descrive e racconta bene, e il lettore ci si diverte o ci si immedesima, io non potrei che ringraziarla.
    Ma d'altronde, cos'altro ho fatto - se non proprio questo - in tutti i miei romanzi e racconti, secondo lei?
    Ma che idea ha della scrittura, allora?

    Pubblicato 14 anni fa #
  16. magda

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    Sarebbe pertinente in altro topic ma qui mi pare possibile.

    IL RITORNO DI LILITH
    Gatti selvatici si incontreranno con iene, i satiri si chiameranno l'un l'altro
    ci farà sosta anche Lilith
    e vi troverà tranquilla dimora.
    Isaia 34,14

    lo sono Lilith,la dea delle due notti che ritorna dall'esilio.
    lo sono Lilith, la donna-destino. Nessun maschio le è mai sfuggito e nessun maschio desidera sfuggirle.
    lo sono le due lune Lilith. Quella nera è completata dalla bianca, perché la mia purezza è la scintilla della depravazione, e la mia astinenza l'inizio del possibile. lo sono la donna-paradiso che cadde dal paradiso, e sono la caduta-paradiso.
    lo sono la vergine, viso invisibile della scostumatezza, la madre-amante e la donna-uomo. La notte perché sono il giorno, il lato destro perché sono il lato sinistro, e il Sud perché sono il Nord.
    lo sono Lilith dai candidi seni. Irresistibile è il mio fascino perché i miei capelli sono corvini e lunghi, e di miele sono i
    miei occhi. La leggenda narra che fui creata dalla terra per essere la prima donna di Adamo, ma io non mi sono sottomessa.
    lo sono la donna-banchetto e gli invitati al banchetto. Strega alata della notte è il mio soprannome, e dea della tentazione e del desiderio. Mi hanno definita signora del piacere gratuito e della masturbazione, e sono stata affrancata dalla condizione di madre affinché io sia l'immortale destino.
    lo sono Lilith che ritorna dalla cella del candido oblio, leonessa del signore e dea delle due notti. Raccolgo ciò che non può essere raccolto nel mio calice da cui bevo perché sono la sacerdotessa e il tempio. Consumo tutte le ebbrezze affinché non si creda che io mi possa dissetare. lo mi faccio l'amore e mi riproduco per creare un popolo del mio lignaggio, poi uccido i miei amanti per lasciare spazio a coloro che non mi hanno ancora conosciuta.
    Ritorno dalla cella del candido oblio per coloro che non mi hanno ancora conosciuta, per lasciare spazio ritorno affinché non si creda che io mi possa dissetare, dal biancore dell' oblio per assediare la vita e affinché il numero aumenti, per uccidere i miei amanti io ritorno.
    lo sono Lilith, la donna-foresta. Non ho subito attese augurabili ma ho subito i leoni e le pure specie di mostri.
    Fecondo tutti i miei fianchi per tessere il racconto. Raccolgo le voci nelle mie viscere perché il numero degli schiavi sia al completo. Mi nutro del mio corpo perché non mi si creda affamata e mi disseto con la mia acqua per non patire mai la sete. Le mie trecce sono lunghe per l'inverno, e le mie valigie non hanno fondo. Nulla mi soddisfa nulla mi sazia, ed ecco che ritorno per essere la regina degli smarriti nel mondo.
    sono la guardiana del pozzo e il punto di incontro degli ti. I baci sul mio corpo sono le piaghe di quanti lo tentarono. Dal flauto delle due cosce sale il mio canto, e dal mio la maledizione si diffonde come acqua sulla terra.
    Io sono Lilith, la leonessa seduttrice. Mano di ogni serva, tra di ogni vergine. Angelo della caduta e coscienza del o leggero. Figlia di Dalila, di Maria Maddalena e delle fate. Nessun antidoto alla mia dannazione. Dalla mia lussuria s'innalzano le montagne e sgorgano i fiumi. Ritorno travolgere con i miei flutti il velo del pudore, e per asciugare le piaghe della mancanza con la fragranza della depravazione.
    Dal flauto delle due cosce si eleva il mio canto
    e dalla mia lussuria sgorgano i fiumi.
    Come non potrebbero esserci maree
    ogni volta che tra le mie labbra verticali brilla un sorriso?
    Perché io sono la prima e l'ultima
    la cortigiana vergine
    la concupita temuta
    l'adorata disprezzata
    e la velata nuda,
    perché sono la maledizione di ciò che precede,
    il peccato scomparso dai deserti
    quando abbandonai Adamo.
    Egli errò qui e là, infranse la sua perfezione.
    lo lo feci discendere sulla terra e accesi per lui
    il fiore del fico.
    lo sono Lilith, il segreto delle dita che insistono. Scavo il sentiero, divulgo i sogni, fendo le città del maschio con il mio diluvio. Non riunisco coppie di ogni specie nella mia arca: piuttosto divengo, affinché il sesso si purifichi da ogni purezza.
    lo, simbolo della mela, i libri mi hanno scritta anche se non mi avete mai letta. Il piacere sfrenato, la sposa ribelle il compimento della lussuria che conduce alla rovina totale: sulla follia si schiude la mia camicia. Quanti mi ascoltano meritano la morte, e quanti non mi ascoltano moriranno di rabbia.
    Non sono né la ritrosia né la giumenta facile,
    piuttosto il fremito della prima tentazione.
    Non sono la ritrosia né la giumenta facile,
    piuttosto lo svanire dell'ultimo rimpianto.
    lo, Lilith, l'angelo scostumato. Prima giumenta di Adamo e corruttrice di Satana. L'immaginario del sesso represso e il suo grido più forte. Timida perché sono la ninfa del vulcano, gelosa perché sono la dolce ossessione del vizio. Il primo paradiso non poté sopportarmi. E fui cacciata perché semino la discordia sulla terra, perché gestisco sui giacigli gli affari dei miei sudditi.
    Sorte dei conoscitori e dea delle due notti. Unione del sonno e della veglia. lo. Il feto poeta, perdendomi ho guadagnato la mia vita. Ritorno dal mio esilio per diventare la sposa dei sette giorni e le ceneri di domani.
    lo sono la leonessa seduttrice e ritorno per coprire i sottomessi di vergogna e per regnare sulla terra. Ritorno per guarire la costola di Adamo e liberare ogni uomo dalla sua Eva.
    lo sono Lilith
    e ritorno dal mio esilio
    per ereditare la morte della madre che ho generato.

    Joumana Haddad è nata nel 1970 a Beirut.

    Pubblicato 14 anni fa #
  17. A

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    Voglio Magda nel primo cerchio!

    Pubblicato 14 anni fa #
  18. magda

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    Ah A allora t'è piaciuta? Ti ho scoperto dunque, coccinella. Comunque io non lo so che cosa è questo primo cerchio. E poi fino ad ora non ho visto nessuna ragazza. Mica lo so se mi va di stare in un branco di lupetti. Comunque ti voglio fare un dono (dono bada bene), una poesia di una mia amica:
    pensavo che tu potessi essere un cane fedele
    un cavallo
    arabo selvaggio
    un precursore di un qualche dio
    che non ha lo stesso sapore dei datteri secchi della tribù.
    per me
    ho stracciato il contratto di eredità con il passato
    sradicando gli alberi della mia tribù
    abbracciando la libertà del fuorilegge.
    ahimè, ho scoperto
    che la tua spina dorsale
    era solo una colonna di nebbia gelata
    nello specchio orientale di Narciso
    e tu: niente
    più di un messaggero del Sultano
    un altro ruffiano
    che osanna le virtù dei frutti
    della Mezzaluna Fertile
    Fawziyya Abu Khalid è nata nel 1956 a Riyad, per essersi scoperta il capo e aver letto poesie in pubblico è stata bandita dall’Università di Riyad nel 1996.

    Pubblicato 14 anni fa #
  19. Ma quali lupetti Magda, qua devi temere al massimo un sinistro alla mascella...

    Pubblicato 14 anni fa #
  20. magda

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    Boxeurs?
    Boxeurs des plumes?

    Pubblicato 14 anni fa #
  21. urbano

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    Il signore di Barcellona
    josé lloréns
    mondadori 2010
    Una storia che inizia nel maggio del 1052.
    Dice l'autore è laureato in legge ma fa l'impresario nel mondo dello spettacolo.
    Meno male, così la giustizia catalana sarà più sicura.

    Pubblicato 14 anni fa #
  22. PROVACI ANCORA, CHUCK... MA ANCHE NO...

    Premetto, a costo di meritarmi i peggio strali, che a me Palahniuk piace. Certo, non è un genio, ma scrive bene, ha idee che funzioano, è corrosivo nella sua critica e, soprattutto, è divertente. Ho letto tutti i suoi libri e non posso dire, nemmeno nel caso dei suoi lavori più criticati, che ne abbia mai bucato del tutto uno. Finora, almeno. Sono reduce dalla lettura di "Senza Veli", la sua ultima fatica. Fatica che si poteva risparmiare, a mio modesto parere. Poteva fare a meno di spalmare su tutto un romanzo un'idea che avrebbe più che agevolmente occupato lo spazio di un racconto, poteva evitare di metterci due terzi di libro per costruire una parte finale con un plot twist più che telefonato, poteva riposarsi invece che trascinarsi di peso per tutte quelle pagine (a onor del vero non molte, ma comunque troppe).
    Spero si tratti di un episodio isolato, perchè a me quest'ultimo Palahniuk, giunto dopo libri complessi e nient'affatto paraculo come "Rabbia" e "Pigmeo" (in mezzo ci sta "Gang Bang", che diverte ma un po' paraculetto lo è), puzza di scrittore a corto di idee ma che, per motivi squisitamente pecuniari, campa un pochino di rendita.

    Pubblicato 14 anni fa #
  23. rindindin

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    Ventimila seghe senza mani

    Terrone Editore

    Sebbene nel titolo sia insito un riferimento alle capacità circensi del protagonista, in realtà questo libro è degno di essere annoverato oramai tra i classici del genere horror. “Senza mani” è difatti non solo un’arguta metafora dell’autore, ma un’effettiva menomazione del protagonista, tale Ritto, che perde le mani durante un’imboscata. Il libro assume tinte fosche quando si scopre che il colpevole di questa crudele mutilazione è una bella ed irosa signora bionda che il protagonista aveva creduto deceduta in un attentato organizzato ad arte da lui stesso. I motivi di tale astio nei confronti della donna non vengono citati, quasi fossero ininfluenti o addirittura inesistenti. Sembra, infatti, che l’autore in qualche modo voglia sottolineare una latente demenza del protagonista, o desiderio non appagato, che lo rende capace di compiere azioni bieche e meschine senza ragione. La donna comunque che defunta non era, rimessa in forze e sostenuta amorevolmente da anonimi amici, nel senso che nel libro non vengono citati i nomi reali ma insolitamente dei nick, organizza la sua vendetta. Appostata dietro la porta della libreria frequentata abitualmente dal Ritto, attende pazientemente che il protagonista ponga entrambi gli arti su una preziosissima copia di “Canile Mascolino”, libro vincitore del prestigiosissimo premio “Strega Comanda Color”, consapevole che non avrebbe resistito a possederne fisicamente una copia, per l’amore viscerale del Ritto verso il noto scrittore Primo Antoine Cerchio. Il tocco gli è fatale, una mannaia scende violentemente su entrambe le mani, mutilandole irrimediabilmente. La scena si colora di ammirevoli descrizioni di schizzi di sangue che imbrattano tutta la libreria, da far invidia al miglior film splatter, ma non al libraio, tal Pierpi, che si vede rovinati numerosi e costosi volumi. Il fatto scatena prontamente la sua ira, afferra il Ritto per i moncherini e lo sbatte furiosamente fuori dalla libreria, lasciando il Ritto agonizzante per la strada. A questa scena seguono una serie di frasi del libraio che osservando le condizioni del suo negozio ridotto a poco più di una banale macelleria di provincia, si rivolge al Ritto apostrofando la madre distratta e la sorella, presunta libertina.
    Il libro termina con un’amara considerazione finale. Al Ritto, nonostante il cognome allusivo, rimane ben poco da rizzare quando tenta di trovare sollievo nella pratica masturbatoria-autoerotica. In realtà, incapace di sfidare senza mani la forza di gravità, il tutto miseramente cade.
    La moglie si rifiuterà di prestargli aiuto o sollievo in alcun modo, perché troppo impressionabile.
    Libro da non perdere. In vetta alle classifiche.

    Pubblicato 14 anni fa #
  24. urbano

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    Però Senza mani è il titolo di un libro di Titti Boffo edito da La Tartaruga Edizioni nel 1995.

    Pubblicato 14 anni fa #
  25. Le seghe senza mani, nel gergo giovanilistico a Roma e dintorni, sono le avventure sessuali che non coinvolgono sentimentalmente. Chissa' cos'e' successo - e ripetutamente, stiamo parlando di ventimila - tra la bionda e Ritto.

    Pubblicato 14 anni fa #
  26. urbano

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    Acciaio
    Silvia Avallone
    Rizzoli 2010.
    Si ma Piombino non è mica così, dicono tutti così come se fossero imbarazzati da quegli scenari.
    Cosa significa crescere in un complesso di quattro casermoni eccetera eccetera?, che genere di visione del mondo ti fai?, perchè nonostante tutto te la fai una visione del mondo.
    La visione è detta attraverso le ragazze annafrancesca che sono la punta del branco di giovani in crescita.
    Una chourmo tutta toscana.
    La storia crea una atmosfera strana arruginita che ricorda il sapore dell'acqua della borraccia tattica.
    Potrebbe essere mia figlia questa Avallone, parla in presa diretta mica attraverso i pensierini d'amore di moccia.
    E parla di cose che succedono proprio ora. Racconta un viaggio in essere, che però forse non piace sentire, preferendo la distrazione di un lontano e favoloso prima.
    Merita attenzione.

    Pubblicato 14 anni fa #
  27. "Perle ai porci" di Gianmarco Perboni

    Diario di un anno scolastico, per la precisione quello che va da settembre 2008 a giugno 2009, da parte di un professore d'inglese più cinico e disilluso di Bukowski, ma con una punta di sadismo.
    Ritratto amaro, anzi, acido di una scuola allo sfascio e di studenti che per analfabetismo di ritorno sfiorano il ritardo mentale. Perboni non risparmia nulla cercando di concentrarsi più sulla realtà umana che sui problemi strutturali della scuola non sempre riuscendoci (per sua stessa ammissione).

    A volte pare un tantino esagerato, vorrei sentire il parere degli insegnanti qui presenti...

    Pubblicato 14 anni fa #
  28. A

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    Non l'ho letto.
    Ma sulla scuola, di recente, l'unico che veramente dica qualcosa che rende dall'interno quel mondo è Domenico Starnone. Fuori registro è un capolavoro assoluto.

    (Ps. Non mi parlate della Mastrocola, che pongo mano al ferro)

    Starnone Domenico - Fuori registro
    Fuori registro Titolo Fuori registro
    Autore Starnone Domenico
    Prezzo € 6,50

    Dati 2002, 136 p., 11 ed.
    Editore Feltrinelli (collana Universale economica)

    Recensione de L'indice

    recensione di Borgarelli, S., L'Indice 1992, n. 6
    (recensione pubblicata per l'edizione del 1992)

    "Per ultimo: 'io' non sono io. Niente di ciò che ho raccontato qui mi è realmente accaduto. Se fatti e persone dovessero sembrare reali, la colpa è tutta della realtà". Con questa avvertenza si chiude la raccolta di racconti ambientati in quel mondo scolastico grottesco e stralunato che già aveva dato materia a Starnone - professore d'italiano in un tecnico di Roma - per l'esilarante "Ex cattedra". Ma l'autore approfitta a oltranza, in controluce, dei panni del protagonista. In "Piano" ad esempio, lo svagato insegnante d'italiano che non si rassegna a presentare il piano annuale di lavoro al preside, ha la stessa età di Starnone: "'E allora? Consegni questo piano. Che ci vuole? Lo sa come si fa. Da quanto tempo è nella scuola?' Ho risposto: 'Dalla prima elementare. Quarantadue anni. Sono del '43".
    Chissà se la comicità delle situazioni vissute dal protagonista agisce nello stesso modo in tutti i lettori possibili.
    Forse no. Forse avrà più sicura presa su chi ogni giorno entri in un'aula scolastica per fare un mestiere che Freud poneva tra quelli impossibili. Su chi potrà mettersi a sua volta nei panni di un eroe tragicomico della categoria, ora goffo ora audace. Capace di trasformarsi in saltimbanco, pur di vincere nel gioco della seduzione. Di tenere nella sua orbita discenti pronti in qualsiasi momento a rientrare nella loro galassia. Come accade in "Travestimenti", dove il protagonista si scopre parodiato da un'allieva abilissima che in sua assenza a beneficio della classe "salmodiava sonnolenta: 'La poesia pascoliana è densa di agghiaccianti dettagli da obitorio...'. Poi ha finto un respiro mozzo si è fermata apoplettica e ha rantolato: 'Da obitorio, sì'". Qui la trovata da saltimbanco "... ho afferrato uno zainetto vuoto e me lo sono sistemato sotto il maglione per farmi un seno di belle speranze. Quindi mi sono piegato un po ' sulle ginocchia per significare: 'Tamburrano è tracagnotta'...La classe, superato il disorientamento iniziale, ha dato pugni sui banchi, calci nell'aria, sghignazzi". Aspetti consolatori di una narrazione terapeutica, in primo luogo per chi salda con il filo delle digressioni - da un racconto all'altro - la scelta della nevrosi ex cattedra con quella ex letteratura: "Non so che faccia ho fatto ", dice il narratore alla fine di un gioco dei prefissi fatto in classe, dove intuisce di non potersi sottrarre all'etichetta di "dissegnante" nemmeno lui, così democraticamente ludico... Qui un piano semovente ruota di colpo, spostandoci nella bottega dello scrittore artigiano: "Uno dei problemi del racconto in prima persona è che non puoi mai descrivere l'espressione che hai".
    Ma terapeutica per il lettore-insegnante sarà l'implicita rivendicazione che percorre tutti questi racconti. Del diritto di cittadinanza di un tempo "altro" da quello dei rituali stantii della scuola. Tempo solo per convenzione di ruoli urgente presso l'adolescente: "Questa mattina mi sono distratto e ho cominciato a fischiare in classe...A sentirmi mi sono interrotto con un sussulto. Ho temuto che qualcuno mi gridasse: 'Manigoldo, non si fischia in classe'...Ho provato un terrore che sapeva di gomma per cancellare, pennino Cavallotti, calamaio, carta assorbente". Così in "Allor" si dà luogo alla libera associazione per ritrovare i primi anni di scuola. Nascosti tra le pieghe di quelli recenti, vissuti da "insegnante". Rivelati dai lapsus, dagli atti mancati che inceppano la giostra scolastica. Registrati fuori registro.

    Pubblicato 14 anni fa #
  29. A

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    Mi correggo, (e forse è freudiano il fatto che non abbia detto questo per prima cosa) esiste un altro libro per me veramente imprescindibile, libro che è il vero modello dei miei tentativi di scrittura, (per ora privata), e pensate è stato lasciato incompiuto nel computer dell'autore, morto giovanissimo di cancro a 44 anni.) Insegnava in una scuola di Ostia. Registro di classe di Sandro Onofri.


    Registro di classe è prima di tutto il diario di un anno di vita. E' un breviario rivolto agli studenti, ai genitori, alla società civile, ma che lo scrittore destina soprattutto a se stesso. In questo libro Onofri mette in gioco la sua vita intera e in particolare quell'adolescenza che lo ha visto così simile agli studenti proletari con cui condivide una sorta di cromosoma interiore. E la ricerca di un modo per comunicare con quei ragazzi, con la loro timidezza e afasia, sfrontataggine e indolenza, è anche una ricerca nelle radici della propria educazione che lo ha portato da ragazzo ad amare un'idea della vita così diversa da quella condivisa con i suoi compagni di allora. (cit)

    Pubblicato 14 anni fa #
  30. urbano

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    "L'esempio!" aveva detto il Federale puntando un dito verso il soffitto.
    Quello che veniva dall'alto, da Lui, e che investiva tutti, sino al più umile servitore dello Stato!
    Trattavasi di vero e proprio tradimento!
    " Che a mio modestissimo parere tocca proprio al Partito punire!"
    Il partito dava e toglieva.
    ..............
    "In sostanza ..." aveva detto obbligando il Fabris a chinarsi sulla scrivania per sentirlo.
    Se la compagnia di Como non avesse dato corso alla denuncia per il traffico di quelle cartoline e la stazione di Nobiallo si fosse limitata a una semplice multa, lui si impegnava formalmente a far sparie dalla circolazione l'Imborsati nel giro di una settimana.
    Al Fabris era sembrato troppo.
    "Toglierlo di mezzo?"
    il Federale aveva sorriso
    " Agro Pontino" aveva sillabato.
    A faticare. A piangere lacrime di sangue laggiù, dove il 30 giugno di quello stesso anno era stata posata la prima pietra di Littoria.
    Quella era la purga giusta.
    Andrea Vitali
    La mamma del sole
    Garzanti 2010.

    Pubblicato 14 anni fa #

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