Ecco, questa è la "banalità del male": quando uno che non è incazzato per niente vuol far credere d'essere più incazzato di chi è incazzato per davvero.
Perchè non risponde alla domanda postale, Fer: lei s'è mai trovato o no nella stessa necessità evidenziata da Tataka, di doversi cercare un lavoro? E se no, perché si vuole per forza paragonare a Tataka? Si limiti ad essere "autentico", e la prima che ne gioverebbe è proprio la sua scrittura. Esprima - perchè sicuramente anche lei ne ha - le sue "vere" incazzature, che non saranno probabilmente quelle di classe o sociali, ma quelle più intime e personali, che non per questo sono in nuce meno potentemente vere e letterarie, se espresse appunto con autenticità e senza pose ridondanti.
Mi scusi, eh?
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(1417 articoli)-
Pubblicato 14 anni fa #
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K io la ringrazio dei consigli. Il suo problema è che quando parla di me ragiona troppo per ipotesi. La domanda che mi pone mi pare una non domanda. Tutti, prima o poi, ci troviamo a dover lavorare, e perfino a voler lavorare. Non mi pare un grande merito peraltro. Il lavoro fa parte della vita. Ognuno di noi si è trovato, ad un certo punto, a fare i conti col proprio destino, che spesso vuole dire doversi occupare di cose per le quali non ti senti predisposto, ma non credo sia molto elegante metterlo in piazza.
ps: mi creda, glielo dico affettuosamente, quelli della sua generazione non capiscono, non possono capire, i problemi che hanno incontrato quelli della mia. A noi è crollato addosso un intero sistema di indebitamento ad oltranza di Stato e aziende durato decenni. Voi non capite cosa significa. Vi siete fatti una famiglia quando con uno stipendio campavano 4 persone. Vi siete fatti la casa quando non c'erano tasse. Firmavate due cambiali e vi davano una macchina. Il vostro posto di lavoro era stratutelato. L'energia costava pochissimo rispetto ad oggi. Era un altro mondo. Ci vada oggi a chiedere lavoro in campagna. Lei lavorerebbe 12 ore nei campi per pochi euro?
Pubblicato 14 anni fa # -
Quando facevo il consiliori del mio vicesindaco tra i compiti che avevo c'era quello di tenere elenchi. Elenchi di clientes. Non è che ci fosse da scialare ma l'anima fresca di allora ci faceva credere che il nuovo dovesse passare anche con "l'aiuto" ai camarade.
D'altra parte il Comune lo dice la parola stessa è comune appunto e se dal barile si fosse potuto raschiare qualcosa magari si poteva distribuire qualche lira a chi ne aveva di bisogno.
Tanti erano quelli che nel nuovo corso venivano nel nostro corridoio a chiedere, a protestare, uno addirittura si voleva dare fuoco. Io e il mio vicesindaco non sapevamo che fare, così io facevo l'elenco e lui cercava i soldi, che non si trovavano mai per colpa di "quelli di prima".
Era estate e riuscimmo a trovare qualche milioncino e così si pensò di aderire alle richieste che vecchi camerati reiteravano quotidianamente, non sapevano dove pisciare e il vespasiano interrato delle vecchie autolinee era abbandonato e in preda a barboni e drogati. Poi siccome il turismo è sempre la panacea pensammo di potenziare il servizio di NU al mare con un rinforzo stagionale.
A noi sembrava una buona cosa spendere cose per lavori utili.
Così il mio vicesindaco mi incaricò di chiamare le persone dalla lista. La lista l'avevo fatta con l'inchiesta dei bisogni e dunque avrei cominciato dai più bisognosi almeno così classificati. Oggi sarebbe da denuncia cercare di dar lavoro in quel modo a chiamata diretta e arbitraria discrezione ma allora ci sembrava cameratesco e umano.
Fu un fallimento, nessuno voleva quei lavori li. Mi ricordo che al posto di una ragazza si presentò il padre che spiegò: so venuto io che lei sta'rmare. De che se tratta?
Io spiegai mentre quello sgranava gli occhi.
'nsomma ha da fa lo scopino! esclamò schifato
Questo c'ho per ora, Ottocentomila la mese per la stagione , poi vediamo, intanto... conclusi io
E quanno sarebbe sto lavoro?
Ma, penso da fine mese in poi.
No, dico, co che orario? de giorno o de notte?
Non lo so, ma credo di giorno, in orario di lavoro, secondo dei truni penso. Perchè?
Oh, mica vorrai che fo vedè mi fija che fa lo scopino, deggiorno la vedono tutti, sa che vergogna.Si lo so che può sembrare stronzo questo racconto, ma giuro che fu proprio così.
Invece a quello che venne nei corridoi con la tanica di kerosene per darsi fuoco pensammo di offrirgli il bagno pubblico delle vecchie autolinee, altre ottocentomilalire al mese praticamente sempre e poi mancette varie, ci sembrava non dico una sistemazione ma almeno un sistema per fargli trovare i soldi.
Quando glielo dissi mi voleva picchiare.I soldi raschiati dal barile restarono inutilizzati, divennero residui di bilancio e forse furono utilizzati per qualche utilità del citimanager.
Pubblicato 14 anni fa # -
Ma il cittadino camerata che avete convocato, era per caso d'Orvieto?
Pubblicato 14 anni fa # -
No, mi pare che era di borgo carso o li vicino.
Pubblicato 14 anni fa # -
"Tutti i poveri devono morire" di Giovanni Di Iacovo
cavolo Faust l'ho appena comprato!Pubblicato 14 anni fa # -
Accabadora.
Mi ha fatto pensare la storia de l'ultima madre, la capacità di portare a termine tutta delle donne. Prime e ultime madri nel transito.
Einaudi Supercoralli 2009Pubblicato 14 anni fa # -
"Tutti i poveri devono morire" di Giovanni Di Iacovo
cavolo Faust l'ho appena comprato!
Puoi sempre riciclarlo come regalo in extremis.
Pubblicato 14 anni fa # -
Li ho trovati al tavolino mentre andavo a cercare una moleskina, quella dell'anno in corso. Mi sono accontentato di un caffè, che il diarietto da tasca non c'era.
Uscito gli ho detto: Letta! Bella! Siccome l'amico mi guardava senza capire gliel'ho spiegato cosa: Accabadora.
Me lo aveva suggerito più volte, ha sorriso complice di una soddisfazione. Almeno mi piace così credere.
E t'è piaciuta la parte di Genova? Mi sono sentito spaesato ma quasi subito ho capito che parlava dell'intermezzo continentale.
Messa in mezzo? Incastrata. Ho detto. Mmmh. Messa per connettere. Siamo stati d'accordo. ... E allora partì per sempre, e di lei non si seppe più niente. Ma poi un giorno una lettera...
Poteva essere pure così che la parte tosta è tutt'un'altra. Si.
Curva dell'attenzione, si chiama così.
Eppoi mica era Genova era Torino, né.
Ma cheffà? La cosa che mi ha colpito nel racconto è l'aver detto che c'è, o c'è stato, chi ha fatto per te il morire. Eccetera. Dal birrario ne abbiamo riparlato. Non so cosa ho veramente detto ma complice pure lo 0,50 io l'Accabadora l'ho proprio capita. Anzi l'ho sentita. Sarei sereno sapendone l'esistenza.Pubblicato 14 anni fa # -
Sì, ma negandosi l'ha negata.
Era lei che lo doveva fare, non farlo fare a un lui.
Così ha interrotto la catena per sempre.Pubblicato 14 anni fa # -
Ma lei l'ha fatto.
Alla fine, allo stremo di Bonaria, ma Maria l'ha fatto.
E con la partecipazione, emozionale, di Andria. Riprendendo la catena ma per disporla in un altro modo.Pubblicato 14 anni fa # -
Controlla meglio Urba', perché nell'edizione che ho letto io era il contrario.
Pubblicato 14 anni fa # -
Li per li mè venuto il dubbio che m'avessero fregato e che io candidamente avessi comprato una Accabadora taroccata. Invece no è proprio quella canonica ISBN 978-88-06-19780-3. Sollevato ho riaperto le pagine per vedere che cosa mai avessi letto.
Ho letto proprio l'Accabadora della Michela Murgia.
La cosa sta quasi alla fine, diciamo a pagina 162, capoverso quattro, siccome non è la fine quella della storia, che questa storia non finisce, la ricopio un pezzetto:
Lei gli sorrise, e quando tornò in casa si sentiva il cuore molto meno pesante. Per una misteriosa associazione di senso con la visita di Andrìa, il pensiero che da settimane la divorava come un verme aveva bucato la soglia della sua potenzialità, ed era divenuto decisione chiara. Entrando in camera trovò il cucino in attesa sulla poltrona accanto al letto e lo prese, poi si avvicinò con la certezza che stavolta nessun senso di colpa l'avrebbe fermata.
Eccetera.
In questo mondo di ladri non vorrei che ti avessero affibbiato proprio a te la sola accabadora fasulla. Leggi bene.Pubblicato 14 anni fa # -
Ho letto il più bel libro di Jean Claude Izzo: "Il sole dei morenti". E ho capito che, almeno per lui, il genere noir era un limite. Non da poco.
Pubblicato 14 anni fa # -
Ho letto il più bel libro di Jean Claude Izzo: "Il sole dei morenti". E ho capito che, almeno per lui, il genere noir era un limite. Non da poco.
Quel libro lo dono spesso quando devo fare un regalo ad amici.
Izzo è grande, "Il sole dei morenti" pure.
Pubblicato 14 anni fa # -
letto "Il peso della farfalla" di Erri De Luca. se la farfalla pesa il libro invece non può essere più leggero di così...
Pubblicato 14 anni fa # -
>
Pubblicato 14 anni fa # -
C'è uno scrittore di latina (saggista) di cui vi consiglio qualche titolo. Si chiama Carmine Di Sante.
Pubblicato 14 anni fa # -
Me sto a legge saggi e scritti sulla linguistica dall'800 ad oggi.
Pubblicato 14 anni fa # -
C'è uno scrittore di latina (saggista) di cui vi consiglio qualche titolo. Si chiama Carmine Di Sante.
non lo conosco, immagino che NON sia un 'autore pontino'...
Pubblicato 14 anni fa # -
Finito di leggere anche libro di Valerio Lucarelli "Vorrei che il futuro fosse oggi". Un intenso ed emozionante inquadramento storico, mai fatto prima, sulla situazione delle carceri negli anni 70, sui Dannati della Terra, la mensa proletaria, la nascita, vita e morte dei N.a.p., l'incontro nappista con le br, la sconfitta della lotta armata, il loro ritorno al punto da cui erano partiti: tra i dannati della terra. Un libro da leggere tutto d'un fiato che non lascia indifferenti e senza "un groppo" in gola.
Pubblicato 14 anni fa # -
ieri mi sono regalata Shaw 150, penso che in serata lo finirò.
Kappaokkibelli il tuo modo di scrivere e di raccontare entra nelle vene come una dose di cui, ad un certo punto, non si può più farne a meno.
Pubblicato 14 anni fa # -
Get the Flash Videos
Elliot aveva messo un cartello all'ingresso del motel: Benvenuti al festival di Woodstock. Benvenuti a casa, diceva.
Cinquecentomila, un milione, un milione e mezzo. Chi lo saprà mai il numero, certo che eravamo un botto, praticamente tutti. Furono li pure quelli che non c'erano, pure noi che venimmo dopo. E ancora li si può essere leggendo il libro di Elliot Tiber.
Taking Woodstock
Rizzoli 2099Pubblicato 14 anni fa # -
La signora Toulemonde, Odette Toulemond, è la titolare di un libro che nasce da un divieto e da un film. Eric-Emmanuel Schmitt spiega nella postfazione che durante le riprese del film, Odette Toulemond appunto, per contratto avrebbe dovuto non scrivere. La provocazione era troppo grande, ricorda, e così vi cedette scrivendo i racconti, novelle le chiama lui, con il piacere della scrittura clandestina dell'adolescenza. Ne nacque un libro che rientra nel campo della scrittura proibita. Otto storie brevi ma intensissime, delicate, buone. Di quelle che alla fine ci pensi e sorridi.
Edizioni e\o 2007Pubblicato 14 anni fa # -
Perchè non provare raccontare questa storia, cari anonimi ?
A.
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LATINA, dramma della gelosia a causa del social network
Lui la spia su Facebook, lei lo accoltella
tragica lite tra due conviventi
Fuori pericolo il 24enne ferito ad un polmone. La coppia si era trasferita da poco. In cella per tentato omicidio LATINA, dramma della gelosia a causa del social networkLATINA - - Dopo diverse ore di interrogatorio presso il comando provinciale dei carabinieri di Latina è scattato l'arresto nei confronti di Marzia D.B., 23enne originaria di Roma, che ha accoltellato il convivente in seguito ad una drammatica lite. E si è scoperto il motivo del violento diverbio: la gelosia per alcuni commenti postati sul profilo Facebook della ragazza.
SPIATA SUL WEB - La coppia, due incensurati, condivideva da pochi mesi un appartamento a Pontinia, un centro della provincia di Latina. Ora la ragazza, portata nel carcere romano di Rebibbia, è accusata di tentato omicidio, aggravato dai futili motivi. La lite tra i due è nata a causa del social network. O meglio, a causa del fatto che Luca P. l'altra notte stava controllando il profilo della fidanzata e si sarebbe ingelosito per alcune foto e commenti. Così l'ha aggredita, ma lei ha reagito prendendo il coltello e conficcandoglielo nel petto. La lama ha causato una profonda ferita vicino al cuore e ad un polmone, una lesione al pericardio. Luca è stato operato all'ospedale San Camillo di Roma, dov'era stato trasportato d'urgenza, e non corre pericolo di vita.
DA POCO INSIEME - Marzia e Luca si erano trasferiti da poche settimane al terzo piano del palazzo residenziale di via Petrarca a Pontinia: pochi contatti con i vicini, che riferiscono di aver sentito forti rumori giovedì di prima mattina. Quello, probabilmente, l'attimo in cui è scoppiata la lite tra i due: una discussione nella quale ad avere la peggio è stato il fidanzato, raggiunto da un unico fendente. Marzia ha poi chiamato l'ambulanza e all'arrivo i soccorritori hanno trovato un lago di sangue in appartamento, la donna con i vestiti completamente intrisi. Immediato il trasporto del giovane al San Camillo di Roma, dove ha subito un delicato intervento chirurgico. Intanto, concluso il sopralluogo del Ris presso l'appartamento, la donna veniva fermata per tentato omicidio.
Michele Marangon
27 gennaio 2011
Corriere della SeraPubblicato 14 anni fa # -
Io l'ho raccontata oggi, sul quotidiano La Provincia.
Pubblicato 14 anni fa # -
e condividerla per gli amici?
Pubblicato 14 anni fa # -
Ma guarda, la ragazza è accusata di tentato omicidio per futili motivi. Pare che tra i due fidanzati ci fosse da sempre un rapporto burrascoso. O perlomeno emerge dalle dichiarazioni della ragazza, interrogata per circa cinque ore dal PM Giancristofaro e dai carabinieri. Non c'è nessuno che possa confermare, perché i due abitavano da poco più di un mese in via Petrarca a Pontinia, nella zona immediatamente a ridosso del centro, vicino al cimitero. Tentato omicidio, però e non eccesso di legittima difesa. Perché la ragazza sembra abbia sferrato un solo fendente, allo sterno e quasi al centro del petto, che ha reciso un'aorta e ha perforato un polmone del 24enne. Il giovane è adesso al San Camillo, in prognosi riservata, con pneumotorace e emorragia cardiaca. Sembra che l'abbiano salvato per i capelli. Però la prognosi rimane riservata.
Tutto sarebbe nato per un messaggio, lasciato alle 16.38 sul profilo facebook di lui, da una tizia che, vedendo una sua foto, avrebbe scritto "abbono" e poi "quando usciamo?". Lei questa cosa l'ha presa male, molto male. Anche perché lui, quando lei s'era aperta il suo, di profilo Facebook, s'era mostrato geloso. "Che l'hai aperto a fare?". Proprio questo pare sia il motivo del litigio, confermato dalla conferenza stampa degli stessi carabinieri.
Pubblicato 14 anni fa # -
Pubblicato 14 anni fa #
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Io sto dalla parte sua di lei e per me è evidente che dev'essere stato lui per primo ad alzare le mani e la sua di lei è stata solo legittima difesa. Ma questa giustizia vostra maschilista e comunista se la piglia come al solito pregiudizialmente con le donne.
Pubblicato 14 anni fa #
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