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(1417 articoli)
  • Avviato 15 anni fa da Faust Cornelius Mob
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  1. A.

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    "
    qui gatta cova noi" è stupendo

    Pubblicato 13 anni fa #
  2. Ho letto la formazione del Perù, che sta giocando la Coppa America. Un attaccante si distingue per la notevole capacità di penetrazione e le entrate particolarmente dure.

    Lo so, non ci crederete, e pure io stento, me lo so' riletto 4 volte, ma si chiama proprio Advincula.

    Pubblicato 13 anni fa #
  3. rindindin

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    letti in 10 giorni 3 libri: finito "Actarus" di Claudio Morici (anche se k consigliava di demordere per la mia resistenza ad andare oltre, ma alla fine non ce l'ho fatta e l'ho finito... piacevolmente sorpresa. poi "Tutto questo silenzio" di Rossano Astremo ed Elisabetta Liguori: gran libro, di quelli che ti regalano qualcosa, una rarità nella giovane narrativa contemporanea. Infine "Cristiani di Allah" di Carlotto: dopo un inizio difficile ho sciolto le tensioni e mi è dispiaciuto finirlo così presto...adesso sto leggendo "Io non ci volevo venire qui" del giovane Angelo Orlando Meloni" Del Vecchio editore. Direi che a parte Carlotto sto navigando in acque sconosciute...ma come disse il poeta "il naufragar m'è dolce..."

    Pubblicato 13 anni fa #
  4. rindindin

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    aggiugo oggi ( perchè all'ombra ustionata) un testo teatrale di Yukio Mishima dal titolo "Madame de Sade" edizione Guanda. lettura mistica da parte delle donne che hanno amato-odiato il marchese. alla fine sembra che il più normale sia stato il marchese...

    Pubblicato 13 anni fa #
  5. lulla

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    Perchè non approfittare dei racconti che vengono allegati al Sole 24 ore della domenica? Costano 2 euro ed è una bella selezione. Il prino era Hemingway, poi Flobert, Schnitzler, Philip Roth, Fante, etc. Ottime traduzioni e spesso sono testi poco conosciuti. Altro libro che ho letto è "vite che non possiamo permetterci" di Bauman Z.
    E' una lunga conversazione con l'inventore del pensiero liquido. Le domande sono un pò criptiche, le risposte invece molto tranquille. Niente di particolarmente nuovo, ma molto chiarificatore. Io poi sto leggendo parecchi testi sul paesaggio, ma questi non so se possono interessarvi. Comunque se volete capire che cos'è il paesaggio ho trovato molto carino il libro di Michael Jakob "Il paesaggio" pubblicato dal Mulino.
    Un'altra cosa. Mio figlio e la sua morosa sono partiti a piedi da Roma per arrivare fino in Svizzera attraverso il Gran San Bernardo. La Francigena al contrario, percorsa laicamente. Il loro scopo è di analizzare il paesaggio che incontrano, spesso in modo molto ironico e divertente. Fa parte del loro lavoro in quanto sono architetti del paesaggio. Hanno un blog su cui quotidianamente mettono foto e filmati, oltre al diario.
    Se qualcuno vuol curiosare, il blog si chiama."Francigena street view / Osservatorio lineare del paesaggio" Per lo meno potrà fare loro gli auguri, perchè la fatica sarà tanta. Ma anche il divertimento.

    Pubblicato 13 anni fa #
  6. rindindin

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    letto anche "I gatti lo sapranno" di Giovanni Ricciardi, un bel poliziesco ambientato a Roma e adesso è la volta di "Quando le volpi si sposano" di Rossana Carturan, vostra compaesana...
    grazie Lulla per la "dritta" del sole 24 ore...:)

    Pubblicato 13 anni fa #
  7. Lizardo

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    Ho finito Libertà di J.Franzen.
    A parte il titolo l'ho apprezzato molto.
    Ogni personaggio è assolutamente completo, credibile, le vicende sono straordinariamente ordinarie e umane. Scorrevole.

    Io ho un debole per il grande romanzo americano e questo lo è.
    Franzen, che non avevo letto prima, entra brutalmente nella classifica dei miei scrittori popolari americani preferiti.

    Libri così me ne capitano, se ho culo, uno all'anno.
    Il 2010 è stato lo strega di K, il 2011 questo.
    Facile che il resto del 2011 lo passi rompendomi i coglioni.

    Pubblicato 13 anni fa #
  8. rindindin

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    ho letto "La letteratura non conta niente", un'antologia di giovani autori che si sono cimentati nel racconto delle loro esperienze di "reading". edizioni "Citofonareinterno7". Molto divertente.
    Letto pure un cult di Roy Lewis "il più grande uomo scimmia del Pleistocene". Esilarante!

    Pubblicato 13 anni fa #
  9. "The end of faith" e il compendio "Letter to a christian nation" del neurologo Sam Harris. In questa decisa ma ragionata presa di posizione nei confronti della fede religiosa nell'accezione delle tre grandi religioni rivelate, Harris ne critica la validità e l'universalità in termini di prescrittività etica mettendone in evidenza la mancanza di fondamento epistemologico. L'attacco è ben portato e non esce mai dal seminato arrivando, anzi, a delineare una dimensione spirituale priva di dogmi fideistici. Non mi convince al 100% il modo in cui Harris procede dopo l'affermazione della possibilità di un approccio scientifico all'etica e, soprattutto, non condivido l'analisi della politica internazionale portata avanti nei due scritti, troppo appiattita sulle versioni "ufficiali". Lo stile è chiaro anche se spesso un pelo compiaciuto.

    Pubblicato 13 anni fa #
  10. A.

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    Anche se non è narrativa, consiglio vivamente un libretto appena uscito da Morcelliana : Emil Fackenheim, Olocausto, Morcelliana, Brescia 2011, 8 Euro, pp.55. Il più grande interprete ebraico della Shoah.

    Un caro saluto, oggi mattinata, da solo, con mio figlio Leo di 9 mesi , il mio cuore.

    Pubblicato 13 anni fa #
  11. lulla

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    Per vari motivi mi sto leggendo e rileggendo libri di viaggi un pò particolari. Sono partita dal gudurioso Arbasino "America amore" (Adelphi), deliziosi scritti che vanno dal 1959, fino a epoche più recenti. New York, San Francisco, Los Angeles,poi passa ai ritrattini di personaggi come W.Allen, Djuna Barnes,Sal Bellow, Louise Brooks, Allen Ginsberg, H. Miller etc. e poi ritorna sui luoghi americani, anzi non luoghi, tanto da sembrare un libro di Marc Augé: Disneyland, Naw Mexico, Arizona, Hawai. Leggendolo mi è venuto in mente Truman Capote e allora sono andata a rileggermi "Ritratti e osservazioni" (Garzanti) e anche lì ho goduto da bestia. E' tuuta una raccolta di articoli e racconti che vanno dal 1948 al 1984, l'anno della sua morte. Molti di questi scritti li conoscevo già, come "Una bellissima bambina", in cui narra un suo incontro con Marylin Monroe, oppure quello del suo incontro con Marlon B. a Tokio, o "Musica per camaleonti" o il suo incontro con Karen Blixen o il suo viaggio a Mosca nel 1950 al seguito della compagnia anericana che portava al Bolscioi "Porgy and Bess". Non conoscevo invece i suoi diari italiani dell'immediato dopo-guerra, per esempio Venezia con Lucia una piccola delinquente di 16 anni, innamorata persa del suo amico, o la storia di Lola, la corva con le ali tagliate che gli viene regalata in Sicilia e che riuscirà a prendere il volo a Roma, in via Margutta e se ne andrà per il mondo appoggiata al tetto del cammioncino della spazzatura. Sono due libroni, ma essendo racconti permettono varie pause e saltelli.
    Poi ho riletto Stevenson "Emigrante per diletto" (Einaudi) che è un libro interessantissimo perchè descrive il lunghissimo viaggio che affronta per andare dalla sua bella in California partendo da Londra, prima su un piroscavo e da New York a San Francisco in treno, sempre, rigorosamente in terza classe, non per celia, ovviamente, ma per mancanza di denaro.. E' una documentazione molto importante perchè nel 1879 era rarissimo che uno scrittore viaggiasse con gli emigranti e certamente gli emigranti non scrivevano. Niente è cambiato.

    Pubblicato 13 anni fa #
  12. Nell'ultimo mese, complice il cattivo tempo della settimana di ferie e i pomeriggi passati a lavoro:

    Il Leopardo di Jo Nesbo.
    Tempo di uccidere di Ennio Flaiano.
    Questa lotta vi riguarda di Albert Camus.
    Nel ventre della balena e altri saggi di George Orwell.
    La cavalcata dei morti di Fred Vargas.
    La congiura di Catilina di Sallustio, ma è una rilettura a voler essere precisi.

    Pubblicato 13 anni fa #
  13. e i pomeriggi passati a lavoro:

    Tutto ciò che dite potrà essere usato contro di voi.

    Comunque, per quanto poco digerisca le raccolte di articoli per ovvi motivi ho apprezzato anche io "Questa lotta vi riguarda" di Camus.

    Pubblicato 13 anni fa #
  14. Frank

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    Non essere Dio, di Gianni Vattimo e Piergiorgio Paterlini, dicono. Tralasciamo il fatto che Vattimo l'ha solo firmato, al massimo spesso compaiono sue affermazioni, forse interi periodi, tali e quali a quelle che ha detto lui. E' un libro di Paterlini
    Le gioie ed i dolori, gli anni di ribellione, le riflessioni di Vattimo si intrecciano in un capolavoro che rapisce, di una bellezza travolgente. E non si parla solo del Vattimo storico della filosofia, o del Vattimo omosessuale, ma anche e... soprattutto del Vattimo che c'è in noi, legato tanto alla filosofia quanto alla vita. Perchè, per l'ex presidente di Azione Cattolica, la filosofia non è un gioco di logica, non è l'arte di far chiacchiere, ma l'arte di vivere, di capire come viviamo e come vivere.
    Il dovere ineluttabile di Vattimo, dover essere Dio, lo costringe a numerosi obblighi, che forse minano la sua serenità nei momenti in cui la sua autostima (o la convinzione di poter reggere responsabilità tanto grandi) vacilla; eppure sa che questo dovere non è qualcosa affibbiatogli dalla natura, ma una via scelta con consapevolezza, che conduce a innumerevoli soddisfazioni.
    Un gran libro, molto pregnante e intenso, lo riapro spesso

    Pubblicato 13 anni fa #
  15. k

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    Non l'ho letto e credo fermamente a Frank che sia un bel libro.
    Non ho capito però perché non dovrebbe essere di Vattimo, ma del solo Paterlini, se Vattimo e Paterlini lo firmano assieme. Che cazzo ti dice la capoccia, Frank? Ma mo', secondo te, ammesso anche che sia stato Paterlini a scrivere materialmente il grosso del libro, tutte le cose che stanno scritte nel libro se le è inventate lui o gliele aveva dette Vattimo? Anzi, per capirci meglio: se tu domani mattina vieni a casa mia e io ti racconto una storia e poi ti dico "Adesso scrivila, poi me la fai vedere ed eventualmente la sistemo e ricorreggo e la firmiamo in due", alla fine secondo te il libro è solo tuo e non è mio? Ma vaffanculo va'. E mo' allora Il giocatore di Dostoevskij non è più di Dostoevskij ma di Anna Grigor'eva Snitkina? E la Vita di Alfieri non è più di Vittorio Alfieri, ma del suo segretario a cui l'aveva dettata? Ma rivaffanculo va'.
    (Era da un po' di tempo che non ti si vedeva. Che fine avevi fatto? Bentornato Moscow)

    Pubblicato 13 anni fa #
  16. A.

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    Moderatore

    vedi tag sul norvegese.>

    Pubblicato 13 anni fa #
  17. Frank

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    Sì, ma incontro una signora semianalfabeta che mi racconta tutta la sua vita, una storia molto toccante, con le lacrime agli occhi, io ne rimango fulminato e scrivo un libro di 200 pagine attinenti alla realtà, senza falsare la storia con qualcosa di mio, e la signora (che nel frattempo ha seguito un corso serale) legge il libro solo quando è in libreria, allora il libro è mio!
    Poi se lei mi racconta una storia, me la riassume ma sottolinea bene tutte le sue emozioni, e io ci scrivo un'autobiografia, posso anche pubblicare il libro mettendo il suo nome bello grande prima del mio piccolo piccolo, allora tentiamo di fregare il lettore che si aspetta uno stile ma ne trova un altro

    Pubblicato 13 anni fa #
  18. k

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    Guarda, ciò da lavorà e non ciò tempo da sta' a litiga' co' te. Anche perchè a questo punto mi dovrei prima leggere il libro per poter litigare con un po' più di legittimità. Quindi pigliati pure la ragione questa volta, vaffanculo. Ma a me Vattimo non me lo devi tocca'.

    Pubblicato 13 anni fa #
  19. Frank

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    Membro

    Ma è Vattimo che ha detto che il libro l'ha scritto Paterlini a Parla con me, mica io!

    Comunque io sono nuovo del forum, A. si chiedeva se lei non mi avesse scambiato per qualcun altro

    Pubblicato 13 anni fa #
  20. k

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    Membro

    Porca puttana! Sei nuovo e già rompi i coglioni?

    Pubblicato 13 anni fa #
  21. Frank

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    Membro

    Mi porto avanti col lavoro! Mica c'ho tempo da perdere

    Pubblicato 13 anni fa #
  22. k

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    Membro

    Te possin'ammazza', vuoi per forza pure l'ultima parola? Ciò da lavorà, t'ho detto. Per stavolta m'arrendo.

    Pubblicato 13 anni fa #
  23. cameriere

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    Membro

    nullo non ha il diritto di essere felice molto solo

    Buongiorno,

    So che il mio messaggio vi sembrerà un po'sconosciuto, ma abbiate fiducia poiché sono una persona onesta. Vorrei che vi prestavate un'attenzione particolare poiché il grande ha Raoul umanistico Follereau li ha insegnati che “nullo non ha il diritto di essere felice molto solo„.

    Sono il sig. Tosa BELIN di nazionalità rumena da parte di mio padre e di madre italiana.

    Ho risieduto alcuni tempi fa in Costa d'Avorio in seguito ad affari fiorenti che ho intrapreso nel settore agricolo e nel tessile. Ciò che mi ha permesso di beneficiare di importanti fondi valutati finora alla somma di DUE MILIONI TRE CENTO DIECI OTTO MILLE EURO (2.318.000, 00 €).

    Sono attualmente in osservazione alla CLINICA MAGNIN in Nuova Caledonia dove beneficio di una prestazione di cura e da cui vi scrivo questo messaggio.

    Soffro purtroppo di un cancro terribile, cioè che sono condannato ad una morte sicuro e certa.

    Il mio medico curante anche lo ha appena informato che i miei giorni sono contati a causa del mio stato di salute deteriorato. Ma la mia situazione è tale che non ho né donna, né bambini né parenti a che potrei legare la mia eredità. È per ciò che vorrei in modo gentile e per aiutare i poveri, legarvi questi fondi per permettervi di costruire una fondazione che porterà il mio nome.

    Li prego di accettare quest'offerta per non che i miei averi diventano sistematicamente la proprietà del governo della Costa d'Avorio.

    Subito dopo la ricezione dudit il messaggio, li prego di contattarsi all'indirizzo seguente:

    tosa.belin@vf.vc

    di qualsiasi urgenza con tutte le vostre coordinate per permettermi di mettervi in contatto con il notaio che si occuperà della procedura di questa donazione e del trasferimento dei miei fondi presso voi.

    Conto di conseguenza sulla vostra prontezza e soprattutto vi chiedo di fare un buono impiego di questi fondi quando li saranno trasferiti e messi a vostra disposizione.

    Che DIO benedica la nostra collaborazione.

    Sig. Tosa BELIN

    Pubblicato 13 anni fa #
  24. zaphod

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    Fondatore

    Il toro non sbaglia mai - Matteo Nucci

    Nucci l'ho conosciuto un pomeriggio che tornavo col furgone dai vivai di Tor San Lorenzo. Quando sono in giro a quell'ora quasi sempre sintonizzo la radio su Fahreneit e quel giorno Loredana Lipperini stava intervistando sto ragazzo che inizia a parlare di corride. Io l'unico approccio che avevo avuto con le corride erano le pagine di Fiesta di Hemingway. E qualche anno dopo averlo letto mi ero permesso di scrivere qualche parola sull'argomento in uno dei primi racconti per il Progetto Rorschach dell'Anonima. Sarà quindi perché comunque all'argomento ero sensibile, sarà perché quando torni alla base su furgone dopo un attesa di un'ora sotto il sole sei più ricettivo e disponibile nei confronti di quello che ascolti, o forse sarà perché nelle parole di Matteo Nucci c'era un sottofondo di passione che non si poteva lasciar passare del tutto inascoltato. Comunque - sarà per una di queste ragioni o semplicemente per il fatto che gli argomenti scomodi e controcorrente mi sembrano sempre irresistibili - dopo cinque minuti di intervista avevo deciso che quel libro me lo sarei letto.
    (Il giorno dopo scopro che una frase di Antonio Pennacchi era stata usata come richiamo sulla fascetta di copertina del libro. "Gettàti nel mondo veniamo/ come i tori di Nucci nell'arena". E mi faccio la convinzione che di questo libro me ne abbia parlato proprio lui e che io - inconsciamente - sia stato plagiato e disposto alla lettura dall'opinione del grande scrittore. Riporto proprio alla mente una conversazione di qualche settimana prima in cui ci diceva - a me e al Torque - un gran bene di un libro e mi auto convinco che si trattasse proprio di quello, anche se a me sembrava di ricordare che nel titolo ci fosse il mare, tipo "Il mare non si asciuga" o una cosa del genere. Dubbi fugati comunque qualche giorno appresso. "Ma che Nucci," mi fa Pennacchi, "che c'entra mo' Nucci, di Nucci abbiamo parlato quando era stato finalista allo Strega l'anno scorso. Nucci è uno forte, bisognerà che prima o poi lo invitiamo a Latina, però il libro che dicevo io è di Fabio Geda e si intitola Nel mare ci sono i coccodrilli." A parte che io preferivo "Il mare non si asciuga", l'importante però era rassicurare la mia coscienza. Affrontavo il libro di Matteo Nucci sgombro da pregiudizi.)
    [Attenzione adesso perché da qui in poi si parla del libro e anche del finale]
    Il toro non sbaglia mai mi è piaciuto, mi ha spiegato con dovizia di particolari quello che nell'intervista che ho ascoltato avevo solo intuito. La complessità e la profondità di un mondo che è troppo facile liquidare come "barbarie" e che non si può nemmeno ridurre alla "tradizione" o, tanto peggio, al "mito". Ci sono luci e ombre in questo mondo dei tori e Nucci ce le illustra entrambe. Il senso profondo della corrida, ma anche la grettezza del mundillo, quel sottobosco di impresari, lavoranti, figure di primo e secondo piano che ruotano attorno al business e allo spettacolo perseguendo i loro fini. Su tutto però c'è la passione dell'aficionado, quello che nel rito della corrida vede la sfida dell'uomo con la morte, che sa che il protagonista del rito è il toro, che il matador è il sacerdote di questo rito e che solo dall'intesa perfetta tra i due - intesa che si raggiunge unicamente in quei quindici minuti di scontro finale - può scaturire la verità-
    Ha studiato filosofia, Nucci, e si sente. In alcuni punti si sente anche troppo, a parer mio, come a volte è eccessivo il didascalismo con cui si sente in dovere di spiegare le situazioni, le fonti e le citazioni colte, per cui spesso si ha l'impressione di non avere un romanzo tra le mani, ma un documentario. Ma sono peccati veniali. L'andirivieni tra i racconti e le spiegazioni sul mondo dei tori e il rapporto in costruzione tra l'italiano che vuole capire la paura e il torero a riposo che non riesce a venire a patti con i propri fantasmi e ben bilanciato.
    Non dimentichiamo che Nucci riesce a far entrare nel mondo dei tori anche chi - come me - non ne ha mai sentito parlare. Le spiegazioni, gli aneddoti, le storie di vita. Il racconto fatto per immagini alternate degli ultimi istanti di vita di cinque toreri, l'indulto concesso al toro Idilico (che sono andato a cercarmi su youtube, chi l'avrebbe mai detto), ma anche l'ultima corrida del coprotagonista del romanzo, Rafael Lazaga Julia, sono momenti in cui se non proprio l'aficiòn si accende nel cuore del lettore, sicuramente capiamo il motivo per cui anche un italiano si può trovare stregato da questo mondo apparentemente estraneo.
    Ci sono poi alcune cose che avrei voluto leggere in maniera diversa, sarei voluto partire insieme al protagonista da quel pomeriggio in cui - dall'esterno della plaza de toros - i rumori ritmati della corrida lo hanno incantato e avvicinato al mondo dei tori una volta e per sempre, piuttosto che trovarmi già lanciato nella ricerca della paura. La possibilità di toreare anche davanti a una vacca per sentire il morso della paura e capire la verità dei tori. Ecco, Nucci ce lo spiega, ma non ci accompagna, in quel mondo, ci porta in giro come turisti e poi ci accompagna alla porta.
    E, puttana miseria, ce la sbatte pure in faccia con sto finale vigliacco in cui il protagonista non ha il coraggio di affrontare la sua paura, non entra nel terreno del matador che ha appeso le scarpe al chiodo e se ne va lasciandosi tutto dietro. Non affronterà la sua vaquilla, non affronterà le sue paure, resterà esterno a quel mondo che conosce tanto bene e risolverà il romanzo con un pretesto tutto sommato appiccicaticcio che lascia l'amaro in bocca.
    Però, da leggere.

    Pubblicato 13 anni fa #
  25. A.

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    Moderatore

    Bello il tuo pezzo, molto bello. Ma mi spiegate cosa c'avete tutti contro chi è laureato in filosofia?manco fosse negro ebreo frocio e comunista quoad se.

    Ps . Mo' io non voglio subito dire "La montagna incantata", ma insomma, Dostoevskij in Russia è considerato un filosofo, e ci sono centinaia di pagine sia sue che di tolstoj che parlano di filosofia. Che famo, cancellamo perchè ce piace solo la fica, la guera e la rivoluzzione?

    Pubblicato 13 anni fa #
  26. Social Killer - di Mark Ames - ISBN Edizioni

    Dalle stragi negli uffici postali e nelle aziende fino a Columbine e successive sparatorie scolastiche, Ames analizza un fenomeno scomodo per la società americana, la così detta "sindrome dell'ufficio postale". Molti sono i tentativi di spiegazione che, dagli anni '80 in poi, sono stati dati per inquadrare il fenomeno. Per quale motivo impiegati e studenti di ogni età, etnia e ceto sociale si recano a scuola o sul posto di lavoro armati sino ai denti e sparano su colleghi o insegnanti e compagni? L'intrattenimento dai contenuti violenti, il facile accesso alle armi, persino l'omosessualità latente sono stati indicati come possibili fattori scatenanti ma, non convinto, Ames avanza un'ipotesi che non fa piacere sentire : il motivo di sfoghi tanto cruenti è da ricercare nei mutamenti della società statunitense dall'era reaganiana in poi. Sicurezza sociale inesistente, vita precaria e competitività esasperata a livelli inumani possono essere davvero il motivo di tutto questo? Il modello di vita di cui gli americani sono entusiasti è forse avvelenato?
    L'autocritica è forte e lo stile è scorrevole, a volte un po' ripetitivo nel ribadire i concetti ma sempre chiaro. Un libro interessante per gettare luce su un fenomeno che potrebbe non essere così lontano da noi.

    Pubblicato 13 anni fa #
  27. k

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    Membro

    Occazzo Faust! Mo' porti pure iella?

    Pubblicato 13 anni fa #
  28. Occazzo Faust! Mo' porti pure iella?

    No, pianifico un piano pensionistico a spese vostre.

    Pubblicato 13 anni fa #
  29. zaphod

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    Fondatore

    Mark Ames non l'ho letto, però dalla sommaria descrizione che ne fa Faust pare un tipo un po' paraculetto. Prima butta in mezzo i videogiochi, le pistole i fucili e gli indiani e poi scopre l'acqua calda. Io già una volta su questo forum avevo fatto il saputello e adesso mi ripeto. Lo zio Emile Durkheim, sociologo, già alla fine dell'ottocento aveva condotto una ricerca sul suicidio per dimostrare che un atto apparentemente connesso esclusivamente alla psiche dell'individuo in realtà poteva essere influenzato da fenomeni e dinamiche sociali.
    Nella sua classificazione dei suicidi inserisce quindi anche quello anomico (anomia=mancanza di norme). Dimostra che in periodi di cambiamento sociale (sia di prosperità che di mancanza di risorse) il tasso di suicidi aumenta perché le persone non trovano punti di riferimento stabili e la fanno finita.
    Mutatis mutandis nella società contemporanea - in cui i punti di riferimento sono meno stabili della ruota della roulette in un casinò di Las Vegas - in cui, soprattutto, il concetto di "società" ha lasciato il passo da tempo (e soprattutto nella società americana) a quello di "individuo" è facile presupporre che "il gesto estremo" non sia più quello di togliersi di mezzo in quanto non ci si sente più adeguati alla società, ma che - al contrario - si decida di togliere di mezzo gli altri in quanto "ostacoli" per il nostro benessere.

    Pubblicato 13 anni fa #
  30. zaphod

    offline
    Fondatore

    Per quanto riguarda il discorso sui tori, ho avuto un interessante scambio epistolare con Matteo Nucci (davvero simpatico e disponibile) e quindi abbiamo deciso di approfondire il discorso in una presentazione da organizzare qui a Latina.

    Che dite, la organizziamo insieme alla Lega Ambiente?

    Pubblicato 13 anni fa #

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