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(1417 articoli)
  • Avviato 15 anni fa da Faust Cornelius Mob
  • Ultima replica da parte di big one
  1. Genesis

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    Per Torque
    Sfuma perché sto leggendo il libro di Fer? Io leggo tutti i generi e ogni tanto sperimentare non fa male...comunque il libro di Fer è lineare e anticonformista...lui descrive la parte scomoda del genere umano...gli antieroi per eccellenza...e, se non sbaglio, è pieno di queste persone. Allora perché non raccontare anche di loro ogni tanto? (tranquilli, ho letto anche i libri di Saviano, di Pennacchi e di tanti altri...e per quelli ovviamente l'inchino è dovuto...) e poi ribadisco che Fer è bravo nel modo di scrivere, poi, per quanto riguarda quello che pensa, sono affari suoi, io non giudico certo il suo modo di esporsi e di esporre le sue idee...se va contro la massa probabilmente avrà le sue ragioni...dopo tutto è coraggio anche quello, o no?

    Pubblicato 14 anni fa #
  2. Genesis

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    Questo non vuol dire che mi piacciano le storie...sono storie...potrebbero essere accadute, oppure no...sentiamo roba del genere tutti i giorni e la maggior parte delle persone fa finta di nulla...ribadisco: è anticonformista e crudo...ma è uno spezzone di realtà che purtroppo esiste, e lui l'ha raccontata. Vi riporto le sue parole poste alla fine del testo:
    “Ho voluto raccontare i paradossi e le contraddizioni della società italiana di fine Novecento, caratterizzata dalle ineguaglianze sociali e messa alla frusta da una crisi politico-economica epocale, che ha ridotto gli uomini a maschere grottesche prive di dignità”.

    Pubblicato 14 anni fa #
  3. Genesis

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    E' un verista moderno

    Pubblicato 14 anni fa #
  4. Ferista, prego.

    Pubblicato 14 anni fa #
  5. rindindin

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    Genesis quanto ti ha dato il Fer per la citazione? Sono disposta a trattare...

    Pubblicato 14 anni fa #
  6. Genesis

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    Niente...però potrebbe rimediare...

    Pubblicato 14 anni fa #
  7. E' uscita la saga di Devil ed Elektra per la collana Supereroi, in abbinamento al Corriere della sera.

    Vi sconsiglio vivamente di perdere una saga tanto intensa e struggente, quando Miller ancora non si scriveva addosso.

    Pubblicato 14 anni fa #
  8. dirtydancing

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    mercì, marceau

    Pubblicato 14 anni fa #
  9. zaphod

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    Fondatore

    Ma Elektra Assassin o la saga uscita nella serie regolare di daredevil? In ogni caso mi tocca precipitarmi in edicola...

    Pubblicato 14 anni fa #
  10. La saga uscita sulla serie regolare, migliore a mio avviso di Assassin.

    Pubblicato 14 anni fa #
  11. urbano

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    Mishima o La visione del vuoto
    Yourcenar Marguerite
    Editore Bompiani.
    La Signora scrive su i libri dello scrittore suicida, costruisce un racconto con i suoi racconti, ogni tanto stupisce che tutto quello sia successo nel secolo scorso e finito nel 1970. E in quel modo.
    Invoglia a leggerlo.

    Pubblicato 14 anni fa #
  12. urbano

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    La famiglia di Pascual Duarte
    Camilo Josè Cela
    einaudi
    Una storia che pur parlando degli anni venti del novecento sembra molto antica.
    E' molto distaccata, come una cronaca. Uno che scrive le sue memorie mentre la fine la raccontano altri in versioni diverse, per sentito dire, quasi che il lettore potesse scegliere che tipo mai fosse questo Pascual Duarte.

    L'Alveare, la colmena, è un altro testo per ora difficile da trovare.
    Nel 1982 Mario Camus ne ha fatto un film che ho scaricato in lingua originale.

    Mentre cercavo ho in incontrato Lo spirito della colmena un film del 1973 di Victor Erice.
    Ho provato a scaricare anche questo, una bella storia di crescita di due bambine, ma lo spirito di emule mi ha mandato un porno da paura.

    Pubblicato 14 anni fa #
  13. urbano

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    Le streghe nell'europa occidentale.
    Margaret Murray
    Garzanti 1978
    Ma la prima edizione a Oxford è del 1921.

    La Signora Murray era una affermata egittologa che applicò i metodi della antropologia alla ricerca su la strega.
    Ne esce, in questo libro, un quadro minuzioso che illustra un mondo altro, prevalentememte al femminile, diabolico perchè concreto e estimatore del piacere inteso come principio vitale.
    Le pagine della terza appendice, ben ventidue, sono un elenco di nomi, nomi di persone, donne e uomini di varia età, uccisi dai tribunali.
    Stupisce dove si racconta che il tale informatore rese testimonianza sotto giuramento.
    Giuramento per sancire vero il sospetto.
    Quasi come dai noi fu coi pentiti.
    Dice la Murray che si tratta del culto di Diana estirpato a suon di mortificazioni corporali estreme dai preti nel corso di anni di crimine santo.
    Le trascrizioni dei resoconti descrivono la storia di persone che cercavano di vivere.
    E' un bel libro che spiega la lotta al paganesimo per il trionfo della fede.

    Pubblicato 14 anni fa #
  14. rindindin

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    io finito ora(solo ora e forse era meglio nn farlo)"La cina era vicina", che avrei intitolato "la cina era lontana...e lo è tutt'ora."
    Adesso ho iniziato Anna Karenina, ma dato che sono 890 pagine versione tascabile Einaudi (mannaggia alla tirchieria!) mi tocca un carattere 10,(8 nelle note) quindi credo che, potendo leggere purtroppo solo di notte, perderò la mia preziosissima vista e sarà quindi l'ultimo libro che leggerò. Pensa se stavo leggendo Moccia... mi è andata pure bene!
    Vince però la palma d'oro della lettura...Urbano!

    Pubblicato 14 anni fa #
  15. urbano

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    Sul numero di ottobre di Elle c'è un bell'articolo di una certa Cristina De Stefano dedicato a Mercè Rodoreda.
    Si annuncia l'arrivo in libreria di Via delle Camelie, per La Nuova Frontiera.
    Mercè Rodoreda è una grande donna catalana che durante la sua vita ha tanto amato e tanto scritto.
    L'articolo svela un po di privato e descrive una donna lontana dagli stereotipi della cultura della nutrice della famiglia del matrimonio e così via.
    Un percorso esistenziale che alla maniera di altre grandi donne di quel tempo procede nel proprio destino in balia della sorte.
    Eppure i libri di Mercè raccontano amori fortissimi e appassionati.
    Dice Lei: ... non c'è passione che duri tutta la vita, e siccome so da che parte deve venire il male, mi preparo fin d'ora perchè il dolore sia sopportabile.
    Per sapere un po di più della sua vita si può leggere la raccolta di lettere de Un vestito nero con paillettes e all'improvviso si viene trasportati nel mondo agitatissimo della repubblica spagnola, nella francia frontaliera degli esuli, nei parchi dei castelli di magnati ebrei e accoglienti, una storia così vera che sembra inventata.

    Pubblicato 14 anni fa #
  16. urbano

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    Il banchiere
    Pedro Casals
    Alacràn 2006
    Me lo detto proprio Pedro di scegliere questo libro del 1984, esto! ha detto indicandolo con l'indice.
    Pedro è un collega, un ingegnero.
    Ero andato a sentire la promessa prolusione su Manuel Vazquez Montalban alla sera giallo latino della Mondadori.
    A Pedro, messo letteralmente in un angoletto, gli hanno fatto dire due parole su Manuel, la Spagna, la transizione e il suo personaggio Lic Salinas, quattro minuti? Neanche!
    Poi da veri burini i suoi compagni hanno consumato la serata con una bassa pagliacciata goliardica gestita da inconsistenti ego competitivi raccontando ai presenti i cazzi loro.
    Cafoni due volte, una nei confronti del povero Pedro che da bon viveur s'è fatto il suo Lagavulin pensando Madre mia!, ed una nei confronti miei che ero andato per sentirmi raccontare Pepe Carvalho da Pedro Casals.
    Mi sono consolato leggendo il libro.
    Rispetto alla scena di Pepe Carvalho, piena di memoria, quella di Licinio Salinas, almeno da questo primo racconto, è tutta nel presente, già avvenuta, solo la data di nascita del racconto, il 1984, rende strano il confronto con oggi.

    Pubblicato 14 anni fa #
  17. zanoni

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    ma questo casals, venuto a latina a spese della provincia, perche' l'hanno fatto parlare per soli 4 minuti 4? non capisco.

    e potresti dirci chi sono i burini autori della bassa pagliacciata goliardica (e magari di cosa si e' trattato, con precisione)? sulla stampa locale dell'evento non se n'e' parlato in questi termini, sono curioso di conoscere la tua opinione.

    Z

    Pubblicato 14 anni fa #
  18. urbano

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    Il primo è il suo traduttore, tal Andrea Carlo Cappi che per dire cassettone, o al limite comò, scrive: canterano;
    poi un certo Pinketts addobbato di collane e eloquemente dislessico, un terzo Sceneggiatore di cui non ricordo il mome e un tal Campagna appollaiato su uno sgabello.
    All'invitato e conferenziere gli hanno dato un bicchiere di Lagavulin così che stesse zitto mentre loro parlavano tra loro di quanto erano fichi.
    Se mi dicevano di andare a sentire le chiacchere, e son gentile, di quella ciurma sarei comodamente rimasto a farmi la tennents da sosò, invece i fedigrafi avevano annunciato un omaggio letterario a MVM a 70 anni dalla nascita. Puppa.
    Coglione io che ci son cascato.
    Comunque il libro di Casals, che appare d'altra educazione, l'ho comprato, letto e apprezzato.
    Gli altri soggetti, per ora, visto il detto: se tanto mi da tanto, subiranno un mio lungo ostracismo commerciale, manco pe regalo!
    A me che Pedro Casals sia venuto a Latina a spese di qualcuno non mi importa un fico, anzi, mentre mi brucia la sola subita.

    Pubblicato 14 anni fa #
  19. k

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    Vedi Urbano, io non dovrei perdere un solo minuto di tempo con questa storia. Però sono masochista e lo faccio, perché tu in un altro topic hai appena - se non sbaglio - mandato a fare in culo Zanoni o chi per lui perché s'è permesso di dire che una cosa è la cultura e un'altra invece le cosiddette attività paraculturali. Ora si dà il caso che queste ultime non siano in sé attività indecenti, vergognose o subumane, solo che però non sono la "cultura", sono un'altra cosa. Ora io non vorrei ritornare sull'annosa distinzione della cultura intesa in senso antropologico - in cui è un fatto "culturale" non solo il ballo o la religione, ma anche quello che mangi e come lo mangi, se per esempio ti mangi i topi o il coniglio e se li mangi con le mani, le bacchette o la forchetta - e della cultura intesa come momento di produzione...

    ...però Urba', non ciò tempo da pèrde e mi sono purtoppo accorto che ne ho già perso abbastanza. Te lo spiego quando t'incontro così facciamo prima. La questione centrale è che non c'è niente di male, anzi, è cosa sacrosanta e giusta che la collettività - e per lei i minsiteri e gli assessorati vari alla cultura - finanzi con i soldi pubblici non solo le feste popolari, ma anche e soprattutto le bande musicali di paese, i cori e tutto quello che ti pare. Lo deve fare, ma sapendo che quelle cose sono quelle cose e non altro. Se poi invece si mette a finanziare sotto altro nome lo stesso tipo di cose, ma credendo che siano altre e fatte pure peggio, allora è un altro paio di maniche ed è questo - credo - che intendeva dire Zanoni. Se tu chiami Casals per parlare di Montalban, e a buon bisogno hai letto solo qualche libro giallo di Casals e di Montalban - anzi, in vita tua hai proprio letto solo qualche libro giallo senza avere letto gli altri - e a te interessa solo il giallo in sé, ossia l'intrigo che l'investigatore è chiamato a dipanare, ma non hai la più pallida idea e nemmeno ti interessa sapere che quell'investigatore opera in un Paese in cui c'è stata una guerra civile ed è appena uscito dal franchismo e che la gente si deve proprio rimodellare i modi di vivere e dello stare insieme, ossia ignori il contesto e le tradizioni scrittorie e letterarie da cui quelli provengono, questa è sottocultura e tu stai trattando di libri esattamente come quello che alla festa del S. Michele si compra il panino con la porchetta e se lo mangia perché è buono e non gli strafrega un cazzo non solo di come sia fatto un maiale e di come sia fatta Ariccia, ma proprio pure che dentro il panino ci sia maiale o quel cazzo che è: "E' bono e me lo magno". Stop. Ti ripeto: che lo faccia il popolo non c'è niente di male ed è giusto che sia così. Ma se lo fa il cosiddetto ceto intellettuale o presunto tale e la collettività lo paga pure per fare questo, allora no, c'è qualcosa che non va. Questa è la differenza tra cultura e paracultura, in cui metto pure i comics se permettete, il porno, il seriale e tutta questa roba qui. E chi non lo capisce - ma pure pretende di fare, capire e spacciare cultura - è una povera bestia e non c'è niente da fare, requiescat in pace. Il quesito eventualmente se lo dovrebbe porre Leon. La tua cronaca, difatti, differisce molto da quelle del suo giornale. Perchè non gli rilasci - se te la dovesse chiedere - un'intervista anche tu su quella manifestazione?

    P.S. - Vista però l'occasione mancata e visto anche che io di Montalban ne ho letto uno solo, questa cosa m'ha suscitato qualche curiosità e anche un senso di pietas per Montalban stesso: "Ma tu guarda un po' un cristiano: lavora tutta la vita, ci mette la sua anima, e quattro sciammannati lo trattano peggio di una porchetta d'Ariccia". Ergo, considerato che noi qui abbiamo in questo consesso - nella tua persona - non solo un approfondito conoscitore della sua opera, ma anche suo amico e frequentatore in vita, propongo di organizzare una cosa che si chiami proprio "Giustizia per Montalban".

    Pubblicato 14 anni fa #
  20. urbano

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    Sarebbe molto bello e alla fine sono sicuro che ti piacerebbe pure, però per averne una conoscenza vera sarebbe necessario che alla cosa fosse chiamata a partecipare Myriam Sumbolovich ossia Hado Lyria la Signora che ha tradotto pressochè tutto per l'Italia e che è stata sua Amica.
    Te sapresti sicuramente come fare.
    Io tutt'alpiù posso raccontare le emozioni che mi ha suscitato la lettura dei suoi scritti mentre intuivo la Spagna e ringraziare Molly per avermi venduto il primo libro.

    Pubblicato 14 anni fa #
  21. zanoni

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    grande idea, la 'giustizia per montalban' (io non ne so niente, di giali: ma se posso dare una mano in qualsiasi modo, sono a vostra disposizione!).

    Z

    pero', nell'altro topic, il problema specifico che sollevavo non riguarda i finanziamenti ad attivita' sottoculturali o di scarsa qualita', ma e' quello di un assessorato che ha organizzato in prima persona eventi spacciati per culturali ma che si riducevano invece a intrattenimento paesano (io non ho niente contro l'intrattenimento paesano nei paesi o contro le feste della parocchia, ma non vedo cosa c'entrino con una citta' come latina e con la cultura). e cazzo, per la festa ultrapaesana di piedigrotta a napoli hanno chiamato elton john (con polemiche a non finire sul cachet, a spese della regione)...

    Pubblicato 14 anni fa #
  22. urbano

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    Vedi Zanoni, quello che stona è che secondo te se a Napoli a Piedigrotta chiamavano chessò Mimmo Rocco (uno dei tanti neomelodici) allora erano un pò meno fichi e un pò più stronzi, magari pure meno colti.

    Pubblicato 14 anni fa #
  23. k

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    Be' Urba', che te devo di'? Andata per Montalban (ma te ne dovrai occupare tu e qualcun altro), ma anche su quest'ultimo post non sono d'accordo. Ora io non so bene chi siano né Mimmo Rocco né questo Elton John, però sì, ti dico che quando organizzavamo le Feste dell'Avanti a Latina Scalo con il povero mio compagno Guglielmo Bonfanti, la volta che riuscimmo a portare Dodi Moscati eravamo un po' più contenti dei cantanti normali. (Portammo - ma dovrei dire portò, perchè in realtà faceva tutto lui, Guglielmo Bonfanti - portò pure Rimo Gaetano e i Ricchi e Poveri, e a voi vi farà pure ridere ma non solo Rino Gaetano, ma anche i Ricchi e Poveri giù dal palco, quando erano ancora in quattro, a mangiare il panino e bere il vino allo stand con noi, erano quattro bei simpatici compagni. Rino Gaetano non ne parliamo. La prima volta lo conoscemmo quando ancora non aveva fatto successo, proprio l'anno prima, alla festa dell'Unità di Borgo Sabotino. Povero Rino. Riposa in pace.)

    Pubblicato 14 anni fa #
  24. A

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    Mi permetto di suggerire un libro che ha una storia eccezionale. Traggo questo brano da un altro libro.
    il titolo del post è : IL LIBRO SALVATO

    Il capolavoro di Grossman, Vita e destino, è stato terminato nel 1960 e confiscato dal KGB, che ha distrutto tutte le copie e perfino il nastro della macchina da scrivere dell'autore. Omaggio della censura a un'opera di finzione di cui ha visto la forza ai pericoli ! E lo scrittore caduto in disgrazia morirà due anni dopo nella solitudine e nell'emarginazione. Ma per non si sa quale miracolo il testo è sopravvissuto. Spedito in Francia sotto forma di micro film e ricomposto da Efim Etkind e Simon Markish, al momento della sua apparizione (1983) è stato salutato come uno dei grandi libri del secolo.Vita e destino è il libro di una metamorfosi, la nascita di una dissidenza (la prima nella letteratura sovietica). Grossman ha debuttato negli anni 30 come scrittore "allineato", riconosciuto è anche applaudito dal potere.Vita e destino costituisce il secondo tomo clandestino di una diologia di cui il primo-Per una giusta causa (1952)-era stato accolto con entusiasmo dalla critica ufficiale prima di essere stroncato più tardi. Tra i due tomi l'uomo è cambiato radicalmente. La guerra, il massacro dei contadini, il processo delle giubbe bianche, l'assassino degli scrittori ebrei..., tutte queste scoperte mostrano lo scrittore la strana somiglianza tra ciò che egli chiama "il fascismo di razza" e "il fascismo di classe."Il suo romanzo è una denuncia feroce dell'ordine totalitario. Ed anche una celebrazione di una delle sue vittime privilegiate. "Scrittore del destino ebraico" dirà Simon Markhisc. Il romanzo infatti colpisce per questo itinerario unico che condusse uno scrittore patriota amante della sua Russia natale e di cui parla con fervore, a scoprire nello stesso movimento la sua appartenenza al destino ebraico della sua dissidenza. Io però, in queste pagine ho ricordato Grossman per un altro aspetto del libro. Al termine della sua denuncia del totalitarismo, al termine dei suoi interrogativi dolorosi sul modo con cui lo stalinismo ha potuto essere fabbricato con slanci generosi e idee altruiste, Grossman inciampa sull'idea del bene. E si lascia andare-in annotazioni filosofiche che egli mescola continuamente al romanzo-a considerazioni sulla bontà umana. Come essere buono? Come fare il bene da solo, nel proprio angolo, senza cercare di associarvi tutti?
    "Essa, questa bontà folle, é quanto c'è di umano nell'uomo, é ciò che definisce l'uomo, é il punto più alto che abbia raggiunto lo spirito umano".
    Al termine del cammino devastato, al termine di questo "fumo dei forni crematori che ha spento il sole" resta la bontà, "bella e impotente come lo è la rosa". E si pensa alle ultime righe di Altrimenti che essere di Levinas che invitano all' "allentamento" da sé che la bontà "per il poco di umanità che abita a terra". donde viene questa strana somiglianza, questa comunità di spiegazione in opere per peraltro molto lontane nella loro forma nel loro fondamento? Forse il segreto della loro complicità sta in queste parole di Levinas:
    Il vero problema per noialtri occidentali non consiste tanto nel rifiutare la violenza, quanto -senza languire nella non-resistenza al male- come si possa evitare l'istituzione della violenza a partire da questa stessa lotta. Senza che la disalienazione, sfuggendo alla sua ingenuità, fabbrichi nuove alienazioni? Questa domanda ha sempre animato l'opera di Levinas ...

    Salomon Malka, Leggere Levinas, Queriniana, Brescia 1986 pp. 109-11.

    Pubblicato 14 anni fa #
  25. urbano

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    Il genere si chiama
    scappelamento,
    in questo caso,
    a destra
    e pure un pò alla ceca:
    E' motivo di sincero orgoglio, per noi, ospitare a Latina la mostra sull'opera di Adolf Loos in terra Ceca. Perché si tratta di un evento culturale di grande importanza che apre alla nostra città un orizzonte straordinario mettendola in contatto con la grande tradizione della civiltà centro-europea, con uno dei più significativi luoghi di questa tradizione, con la antica e nobilissima città di Praga e con la giovane e vitale Repubblica Ceca in cui questa tradizione risorge. Perché è un segno tangibile dello sforzo che questa amministrazione sta compiendo per offrire alla città la prospettiva di una crescita culturale ormai all'altezza del suo ruolo. Perché celebrare l'opera di Adolf Loos significa celebrare un maestro di valore assoluto. Significa risalire alle origini della rivoluzione estetica e profondamente culturale che ha investito l'Europa e l'intero mondo occidentale, all'alba del Novecento, ponendo temi che hanno segnato profondamente il lavoro degli artisti, in particolare degli architetti, nell'epoca moderna. Significa risalire al padre di questa rivoluzione; all'uomo che ha individuato, tra i primi e con maggior chiarezza, le questioni fondamentali della modernità, per l'architettura e per la società, proponendo una poetica che ne segnerà i caratteri in modo imprescindibile. L'Italia, come è noto, parteciperà alla modernità in modo cospicuo ed originale specialmente negli anni trenta del novecento che sono anche gli anni della fondazione della nostra città. Cosicché guardare all'opera di Loos vuol dire per noi anche riflettere in un modo nuovo sulla nostra storia e sulla nostra identità. Abbiamo voluto allestire la mostra in un luogo significativo: L'ex garage Ruspi, da poco acquisito al patrimonio comunale e destinato a divenire stabilmente uno spazio per esposizioni d'arte. Si tratta di una delle architetture originarie della città, testimonianza chiara proprio della cultura estetica del Novecento italiano, di cui l'intero centro urbano di fondazione, la città di Littoria, è un' espressione. Questa mostra nasce dalla collaborazione tra l'amministrazione comunale e "la casa dell'architettura". Un importante realtà culturale della città a cui si deve la proposta e la attuazione dell'iniziativa oltre, e soprattutto, al preziosissimo scambio con il museo di Praga e con il centro Loos che ho il piacere e l'onore di ringraziare nella speranza di future ed altrettanto importanti collaborazioni.
    On.le Vincenzo Zaccheo - Sindaco di Latina

    con buona pace della vincolistica varia e dell'unesco di Zanoni.

    Pubblicato 14 anni fa #
  26. Genesis

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    Ho iniziato a leggere "Il Quaderno" di José Saramago... è appena uscito in libreria e raccoglie tutti i testi scritti dal premio Nobel per il suo blog http://quadernodisaramago.wordpress.com/ (da settembre 2008 a marzo 2009). La prefazione è di Umberto Eco e la casa editrice che lo ha pubblicato è la Bollati Boringhieri.

    Pubblicato 14 anni fa #
  27. dirtydancing

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    cosa ho letto oggi
    titolo de "Il nuovo territorio" :
    "EX RUSPI LAZIALE!" ...

    Pubblicato 14 anni fa #
  28. urbano

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    Membro

    Stelle di Provenza
    Simonetta Greggio
    Corbaccio
    Gaspard, che in argot sarebbe sorcio, se ne scappa via da Parigi
    e in una campagna di Avignone apre una trattoria
    e poi trova Stella

    una favoletta positiva facile facile
    bella anche di più se si ama quel pezzo di francia i mercati i colori e i sapori
    e poi le ricette descritte nel racconto e disegnate alla fine sono vere e pronte all'uso.

    Pubblicato 14 anni fa #
  29. urbano

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    Membro

    parola di loos:

    Non temere di essere giudicato non moderno. Le modifiche al modo di costruire tradizionale sono consentite soltanto se rappresentano un miglioramento, in caso contrario attieniti alla tradizione. Perché la verità, anche se vecchia di secoli, ha con noi un legame più stretto della menzogna che ci cammina al fianco.

    Adolf Loos
    Parole nel vuoto
    adelphi 1992

    Pubblicato 14 anni fa #
  30. k

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    Membro

    Bello. E più che condivisibile.

    Pubblicato 14 anni fa #

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