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(1417 articoli)
  • Avviato 15 anni fa da Faust Cornelius Mob
  • Ultima replica da parte di big one
  1. urbano

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    la Quodlibet di Macerata
    ha ristampato
    giu la piazza non c'è nessuno
    di Dolores Prato
    è una occasione preziosa la precedente edizione di mondadori era del 97 e dunque è meglio approfittare e comprare.
    E magari comprare tutta la produzione di Dolores Prato, in pratica tre o quattro Libri.
    La Dolores Prato qui racconta la sua infanzia in cerca della spiegazione.
    Se lo si legge vien voglia di andare a Treja per giocare a riconoscere i luoghi letti, alla fine del libro c'è un glossarietto, dal valore di vero reperto antropologico, provate a dire quelle parole ai vecchi di ottantanni e stupirete a vederne la potenza evocativa.
    Una introduzione di Giorgio Zampa e notizie sull'autrice e sul testo di Elena Frontaloni arricchiscono il libro.
    Pensate la Dolores fu a balia a Sezze e morì, tutta sola, a Anzio.

    Pubblicato 14 anni fa #
  2. GabSan

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    Efraim Medina Reyes "C'era una volta l'amore, ma ho dovuto ammazzarlo". Un cazzo di genio! E ho già comprato "Tecniche di masturbazione tra Batman e Robin" e "La sessualità della pantera rosa".

    Pubblicato 14 anni fa #
  3. urbano

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    cinque donne e mezzo
    francisco gonzalez ledesma
    giunti 2009

    Francisco è nato nel 1927
    e scrive libri noir
    è stato capo redattore de la vanguardia ed ha una vita che copre molta storia del suo paese.
    E' da leggere per calarsi nel cambiamento della transizione.
    Descrive Barcellona, la sua città, e i quartieri del vecchio porto mischiando la memoria con la nostalgia e la delusione.

    In questo libro è il cap. xxxv ad avere un tentativo di risposta.
    Mendez sta parlando in un bar del Raval con Pedro Alonso e gli fa:
    " ... da anni ormai penso che il comunismo ha prodotto un grande risultato che non verrà mai riconosciuto.
    Premetto che io non sono comunista perchè sono sempre stato un uomo solitario, uno che non crede alle gerarchie e preferisce credere agli uomini.
    Ma il gran risultato del comunismo è che milioni di proletari hanno creduto al paradiso del proletariato, anche se il paradiso non esiteva.
    Ma anche se quel paradiso non esisteva milioni e milioni di persone ci hanno creduto e hanno smesso di credere al capitalismo.
    E il capitalismo ha dovuto dare in cambio qualcosa per farli smettere di credere a un paradiso che non avevano mai visto.Il capitalismo non ha mai dato nulla spontaneamente, ma stavolta non aveva scelta."
    Cosa sia stato lo scambio lo sappiamo tutti e sta scritto nel resto del libro.
    " Mi fa paura il capitalismo futuro, perchè non ha più bisogno di dare nulla a nessuno, perchè ormai le masse gli obbediranno per sempre. Non avendo alternative finiranno per credere al capitalismo..."
    Mendez è un poliziotto prossimo alla pensione e Ledesma ha più di ottanta anni.

    Pubblicato 14 anni fa #
  4. "Quando le radici" di Lino Aldani.

    La tipica testimonianza di quanto la fantascienza sia proiezione del presente, con annesse paure e paranoie, in una realtà altra.
    Arno è un impiegatuccio insignificante in una Roma futura dove, fuori dalle metropoli, non esiste praticamente niente se non campi sconfinati e qualche piccolo borgo che resiste alle demolizioni e allo stile di vita moderno. Stile di vita fatto di traffico, stress, rapporti umani assolutamente superficiali e di un bolso trascinarsi in avanti nel lavoro come nei piaceri. E' proprio uno di questi piccoli borghi, il Porticaccio, un tempo frazione di Pieve Lunga, che Arno cercherà rifugio da tutto questo. Cercherà, ma cercherà invano perchè nemmeno qui gli sarà possibile trovare l'equilibrio che cercava.
    E' la storia di un uomo nè completamente di qua nè completamente di là questo primo romanzo, datato 1977, del decano della fantascienza italiana, un libro che racconta la vicenda di un uomo radicalmente sradicato e incapace di trovare quello stato mentale chiamato casa.

    Bello, davvero bello, molto umano e nel contempo spietato. Decisamente una perla sconosciuta ai più.

    Pubblicato 14 anni fa #
  5. Sto leggendo il libro di Carlotto, l'ultimo. E' il ritorno del famigerato investigatore privato senza licenza, che tutti chiamano L'Alligatore, e che ha fatto la fortuna dello scrittore sardo patavino. Premetto: a me non piace. I dialoghi sono artefatti, le situazioni narrate al limite dell'inverosimile, lo stile un po' troppo asciutto con vampate improvvise di ricercatezza. Dice: "vabbè, sai quanti ce ne stanno così?". Certo. Infatti la cosa che mi ha colpito ancora di più è la strategia narrativa. Letteratura di genere senza nemmeno un barlume che faccia intravedere altro. Al cinema direbbero che la trama è costruita con il decoupage classico. Cioè, si capisce l'abilità nell'utilizzare tutti i topoi del genere giallo-noir - si vede che Carlotto non è il primo libro che scrive - ma oltre non c'è più niente. E se penso che poi viene avvicinato a Izzo o a Montalban, che il giallo lo utilizzavano come scusa per parlare di mille altre cose, allora mi vengono i brividi.

    Un onesto scrittore di genere. Almeno per quel che riguarda questo libro. Anche se ieri alla Feltrinelli di Roma, dopo aver comperato il CD dei Pearl Jam e di Einaudi, ho dato un'occhiata anche ai Super E/O. Lì c'è tutto l'Alligatore. "Magari il primo è scritto meglio" m'ha detto Tiziana. Ho letto le prime due pagine, in piedi vicino alla libreria. Beh, uguale e identico. "Questa è la legge, bellezza" e altre frasi del genere che, chissà perché, mi lasciano sempre un po' l'amaro in bocca.

    Pubblicato 14 anni fa #
  6. Sottoscrivo in pieno. Deludente.

    Pubblicato 14 anni fa #
  7. urbano

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    Non siate così severi
    e così solo dopo un libro
    e pure l'ultimo.
    Vedete qua
    http://www.massimocarlotto.it/
    L'accostamento con Montalban certo è ardito
    quello con Izzo forse un po di meno, visto che Carlotto lo conosceva stimandolo con tanto affetto.
    Aglio Menta e Basilico, piccolo libro per gli amanti di Izzo fatto per colmare la nostalgia di non poter più leggere di Montale, ha una bellissima prefazione di Carlotto che fornisce una definizione chiara e concisa di cosa si può intendere per noir mediterraneo di cui proprio l’autore francese è considerato il capostipite:
    “E’, dice Carlotto, un genere che esce dalla tradizione della critica all’esistente del noir francese e del romanzo poliziesco moderno. Il romanzo non racconta più solo una storia nera in un determinato luogo e in un determinato momento ma lo fa a partire da un’analisi ben precisa della criminalità organizzata. L’intuizione di Izzo è l’individuazione dell’area mediterranea come centro geografico della rivoluzione dell’universo criminale. Un intreccio di alleanze di nuove culture illegali provenienti dall’Est e dall’Africa che assorbono o fagocitano le organizzazioni europee più deboli e intavolano trattative dirette col potere. Questo è il noir mediterraneo. Raccontare storie di ampio respiro. Raccontare le grandi trasformazioni. Denunciare e allo stesso tempo proporre l’alternativa della cultura della solidarietà.”.

    Izzo di questa denuncia sociale fa un po’ la sua bandiera, non solo nella trilogia di marsiglia (Casino Totale, Chourno e Solea) ma anche in altri testi come Il sole dei morenti e Marinai perduti.

    “Il giallo mediterraneo”, dice Izzo “è l’accettazione fatalista del dramma che grava su di noi da quando l’uomo ha ucciso suo fratello su una delle rive di questo mare”.
    E proprio il mare nostrum, con la sua bellezza, diventa protagonista, insieme ai suoi profumi di menta, di aglio e basilico delle storie di gente in cerca.
    “Il mio Mediterraneo non è quello delle cartoline. La felicità non ti viene mai regalata, te la devi inventare”.
    E:
    “L’essenziale quando viaggiamo è concederci quello che non potremo mai portarci via, che esiste nel solo istante in cui guardiamo, e che non fa parte dei ricordi ma del piacere di vivere.”.
    Io credo che la morte di Rossini e l'incontro con Izzo abbiamo cambiato il modo di raccontare di Carlotto che ora prova anche lui a costruire racconti partendo da una analisi, ancora però dai confini imprecisi.

    Pubblicato 14 anni fa #
  8. Ma nelle intenzioni, credo che ogni scrittore abbia in testa chissà quale progetto ardito. Il vero problema della scrittura, è come viene resa, quell'idea, sulla pagina. Izzo e Carlotto, nonostante il punto di partenza sia lo stesso, mi sembra che arrivino a risultati diversi. Il vero problema di Carlotto, almeno del libro che sto leggendo io, è l'eccessivo didascalismo. Per dire che uno è cattivo, non si immagina una scena in cui il suo personaggio E' cattivo. PEr lui basta dire solo: "lo sapevano tutti che X era cattivissimo". E così via. Senza parlare poi del risvolto psicologico dei personaggi. Non c'è alcun personaggio sfumato, non si pente nessuno, nessuno cambia idea. Carlotto sta al noir come il subbuteo sta al calcio, insomma.

    Pubblicato 14 anni fa #
  9. Poi secondo me propone una scrittura elementare. Così sono buoni tutti. Poi magari ad altri piace.

    Pubblicato 14 anni fa #
  10. urbano

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    beh
    effettivamente
    è vero.

    Pubblicato 14 anni fa #
  11. Beh, la scrittura elementare non è un difetto in valore assoluto. Anzi. Se uno riesce ad esprimere un intreccio complesso, anche a livello psicologico, con una trama elettrizzante e il tutto con un linguaggio elementare, complimenti a lui. E' un grandissimo scrittore. Il problema della scrittura elementare - ma preferisco semplice - è quando esprime concetti altrettanto semplici, altrettanto elementari. Quando non c'è un guizzo, quando tutto quello che stai leggendo l'hai letto e sentito altrove, quando non ti aggiunge o non ti leva nulla a quello che già sapevi prima.

    Pubblicato 14 anni fa #
  12. Camus è l'esempio perfetto di uno stile semplice efficacemente alle prese con concetti di un certo spessore...

    Pubblicato 14 anni fa #
  13. dirtydancing

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    ogni tanto prendo una pausa dalla lettura integrale dei maigret
    e ci scappa un fumetto e ho sfogliato "spiderman -il regno"
    sfogliato niente di più, che prorpio non ce l'ho fatta a leggerlo.
    magari non è neanche tanto male ma
    mica glielo ha ordinato il dottore di rifersi così direttamente al dark knight di miller.
    sa di già visto e manca tutta l'intensità del riferimento.
    le copie sbiadite servono in fondo a far capire la grandezza dei capolavori.
    torno a simenon

    Pubblicato 14 anni fa #
  14. cameriere

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    Membro

    a fiumicino,
    in attesa dell'aereo per il brasile
    -ché io sono andato in brasile-
    nella libreria feltrinelli del secondo piano,
    ingresso B partenze internazionali,
    girando per scaffali e copertine
    mi decido per tale foster wallace, einaudi,
    la scopa del sistema,
    esordio folgorante del 1987
    di un giovane americano,
    suicida da poco.

    alle prime imprecazioni di una lettura
    scomoda e tortuosa,
    sotto un sole leone,
    al cospetto di ben più appetibili bellezze equatoriali,
    ha fatto non troppo presto seguito
    una lettura più divertita e consapevole.
    oltre 500 pagine lette rapidamente
    (a parte le prime 100),
    gustando una scrittura pop
    e invenzioni surreali
    decisamente divertenti.

    forse ne proverò un altro,
    di romanzo di questo wallace,
    per non dire del viaggio in brasile.

    Pubblicato 14 anni fa #
  15. Uhm per me semplice e elementare non sono sinonimi. Comunque c'è di peggio, eh...

    Pubblicato 14 anni fa #
  16. ogni tanto prendo una pausa dalla lettura integrale dei maigret
    e ci scappa un fumetto e ho sfogliato "spiderman -il regno"
    sfogliato niente di più, che prorpio non ce l'ho fatta a leggerlo.
    magari non è neanche tanto male ma
    mica glielo ha ordinato il dottore di rifersi così direttamente al dark knight di miller.
    sa di già visto e manca tutta l'intensità del riferimento.
    le copie sbiadite servono in fondo a far capire la grandezza dei capolavori.
    torno a simenon

    Si fa leggere, tutto lì. Centri in pieno la questione affermando che non aggiunge assolutamente nulla al Ritorno del Cavaliere Oscuro.

    L'ho già detto quel che penso a riguardo : più leggibili le serie regolari Marvel, di certo meglio delle omologhe DC che però vince a mani basse su speciali e miniserie varie.

    Pubblicato 14 anni fa #
  17. ogni tanto prendo una pausa dalla lettura integrale dei maigret
    e ci scappa un fumetto e ho sfogliato "spiderman -il regno"
    sfogliato niente di più, che prorpio non ce l'ho fatta a leggerlo.
    magari non è neanche tanto male ma
    mica glielo ha ordinato il dottore di rifersi così direttamente al dark knight di miller.
    sa di già visto e manca tutta l'intensità del riferimento.
    le copie sbiadite servono in fondo a far capire la grandezza dei capolavori.
    torno a simenon

    Si fa leggere, tutto lì. Centri in pieno la questione affermando che non aggiunge assolutamente nulla al Ritorno del Cavaliere Oscuro.

    L'ho già detto quel che penso a riguardo : più leggibili le serie regolari Marvel, di certo meglio delle omologhe DC che però vince a mani basse su speciali e miniserie varie.

    Pubblicato 14 anni fa #
  18. Si, Fernando, non sono sinonimi. Solo che a me non piace dire elementare perché mi sa di insulto. Semplice. Basta così. D'altronde è pur vero che Carlotto ha quei difetti, ma è pur vero che noi non semo un cazzo.

    Pubblicato 14 anni fa #
  19. Ok, ma secondo questa tua logica, siccome non abbiamo mai giocato in serie A non potremmo dire che Dida ha fatto una papera sul goal di Raul a Madrid. Gli spettatori, i visitatori, i lettori, gli utenti, i clienti hanno diritto di critica. Secondo la tua logica chiunque abbia pubblicato un libro non è criticabile da chiunque non è un cazzo. Mentre in democrazia anche chi non è un cazzo ha diritto di dire la sua su un politico, su una partita, su un film, su un libro, su un pittore, sulle lasagne di Zi' Serafina, sulle tette di Selen.

    Pubblicato 14 anni fa #
  20. urbano

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    Si
    è quello il sogno della democrazia
    e pure il suo limite.
    Ma, secondo me, è solo entropia, movimento verso l'equivalenza del tutto, immobile, invischiato nel gusto democratico.
    Oltre al diritto di affermare tutto l'assoluto
    esiste anche la virtù del tacerlo citando se mai servisse solo le particelle significative.
    Spaccare il crino e non sentire impoverisce.
    Secondo me.

    Pubblicato 14 anni fa #
  21. Cioè secondo te, Urbano, potendo mettere tutto in discussione si finisce, gattopardescamente, per non mettere in discussione una sega?

    Pubblicato 14 anni fa #
  22. urbano

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    Si.

    Pubblicato 14 anni fa #
  23. dirtydancing

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    complimenti per la sintesi

    Pubblicato 14 anni fa #
  24. rindindin

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    io voglio prendere lezioni di lettura veloce da Urbano...;)

    Pubblicato 14 anni fa #
  25. zanoni

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    La marchande d'enfants, di Gabrielle Wittkop (l'autrice de Le nécrophile). parla di una 'commerciante di bambini' nella Francia del 1789. Le adozioni non c'entrano pero' nulla, preferisco NON parlarne qui altrimenti fanno chiudere il sito

    Z

    Pubblicato 14 anni fa #
  26. urbano

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    Via delle camelie
    Rodoreda Mercè
    La Nuova Frontiera

    Cecilia Ce.
    Così viene chiamata dal Sereno la bambina abbandonata sui gradini in via delle Camelie.
    Nel libro Cecilia racconta la sua vita, ma non tutta, fino ad un punto, in cui le sembra di poter capire.
    Non si sa cosa succederà dopo, la vita continuerà il libro invece finisce.
    E' bello come viene descritto l'esistere: è avere un nome che sennò si è indistinti.
    Il nome consente di non perdersi quando ci si smarrisce.
    Dicono che Mercè amava i fiori, l'atto dello sbocciare è presente in questo libro.

    Pubblicato 14 anni fa #
  27. Ho letto le 'Lettere dal Manicomio' di Torquato Tasso.
    Dopo la Gerusalemme Liberata penso sia la più grande opera - in questo caso involontaria - del Tasso stesso. La vicenda sua personale è abbastanza complicata. Il Tasso, infatti, prima si fa processare dall'Inquisizione di Ferrara. "Torquà, non hai fatto niente, sta tranquillo". Ma lui tranquillo manco sapeva che voleva dire. E allora, non soddisfatto dell'assoluzione, se ne va a Bologna. "So colpevole" ma pure quelli di Bologna gli hanno detto: "Torquà, ciavevano ragione a Ferrara, non hai fatto nulla". Ma lui niente. E allora torna a corte e si mette ad inveire contro i Gonzaga, gli Estensi e chiunque gli passi a tiro. Era il giorno delle nozze del suo signore - forse la scelta di tornare a Ferrara proprio quel giorno non dev'essere stata casuale - e il Tasso viene messo dentro, non il carcere però. Va dritto dritto in manicomio. Una volta persa la protezione, si riversano su di lui tante accuse. Una volta, pare, mentre stava parlando, ha tirato un coltello contro un servitore perché credeva fosse una spia. "Matto" pensano tutti e lo sbattono in una cella angusta insieme agli altri suoi simili. Lì prende vita e forma la Gerusalemme Conquistata, ma sempre lì, tra le urla inumane dei pazzi, il Tasso inizia a comprendere di aver fatto una cazzata. "Mannaggia a me" ripete all'infinito, nel freddo della cella, tra topi che, come scrive lui, sembrano indemoniati. E inizia a scrivere lettere a tutti gli amici dell'epoca. "Si, ho fatto na cazzata, ma alla fine, se andate a vedere bene, è na cazzata che se poteva pure perdonà. Parlate col Signore mio, io je voglio bene, io lo amo, è la luce dei miei occhi e quello che gli ho detto non è poi così grave. Glielo dicono tutti, ma per scherzare, mica davvero". E scrive a Scipione Gonzaga e a chiunque altro di cui si ricordi l'indirizzo. C'è chi dice che fosse matto per davvero, c'è chi dice che le accuse erano ingigantite dall'odio del suo signore, che non aveva tempo per pensare a Torquato, visto che la madre, Renata di Valois, era calvinista sul serio e s'era messa ad ospitare tutti gli eretici che passavano da quelle parti. C'è pure chi sostiene, la scoperta è recente, che la grande colpa che Torquato avrebbe voluto confessare e che non gli lasciava pace, era quella di essere omosessuale e di essere innamorato proprio del suo signore.

    Bel carteggio.

    Pubblicato 14 anni fa #
  28. k

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    Torque, quello era matto per davvero: mettiti l'anima in pace e non mi cominciare a far incazzare pure tu, per cortesia.

    Pubblicato 14 anni fa #
  29. Non lo nego. Forse era matto e omosessuale. Anzi senza forse.

    Pubblicato 14 anni fa #
  30. zaphod

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    Fondatore

    Io ho letto questo articolo
    Un po'cerchiobottista, ma chi sa leggere tra le righe capisce.

    Pubblicato 14 anni fa #

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