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(1417 articoli)
  • Avviato 15 anni fa da Faust Cornelius Mob
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  1. urbano

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    Ho letto questa notizia
    http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/16_11_2009/pag05latina.pdf
    e mi sembra un buon segno

    Pubblicato 15 anni fa #
  2. zanoni

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    uhm, per le librerie no (feltrinelli e' altro, e' un supermercato. in piu' non solo di libri!), per i lettori non credo.

    Z

    Pubblicato 15 anni fa #
  3. urbano

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    io invece spero sia vero
    mi aspetto una cosa così
    http://www.fnac.com/
    oppure così
    http://www.harmoniamundi.com/#/home
    magari così
    http://www.actes-sud.fr/

    Pubblicato 15 anni fa #
  4. zanoni

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    la fnac e' un altro supermercato: sinceramente mi piace molto poco. harmonia mundi ha dei bei negozi, conosco quelli di parigi (un paio). actes sud ha invece una spettacolare libreria ad arles, se il modello fosse quello allora sarei il primo io a gioire! http://www.librairieactessud.com/

    Z

    Pubblicato 15 anni fa #
  5. urbano

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    Bella eh,
    la libreria di rue fanton che si affaccia su place nina berberova.
    Piena piena.
    Con l'hammam, il cinema, il ristorante marocchino, i platani, i tramonti lunghissimi e le rhone, lento.

    Pubblicato 15 anni fa #
  6. urbano

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    Siccome sono un catalano compulsivo, vorrei del Borne, che scatta appena sente puzza di Spagna
    appena l'ho visto sul mucchio quel libro con la copertina allusiva alla Sagrada Familia e con il titolo suggestivo l'ho preso su:
    Barcellona è la vera grande protagonista di questo romanzo storico che sconfina nel poliziesco e nel noir. Ecc. Ecc. Diceva la prima bandella.
    L'ho comprato e l'ho letto.
    La ciudad de los prodigios.
    Eduardo Mendoza
    Giunti 2009,
    ma la prima edizione è del 1986.
    Giusto venti anni prima de La Cattedrale del Mar che Ildefonso Falcones ha scritto nel 2006.
    Sono collegati i due libri, intanto gli autori sono colleghi, già, sono entrambi avvocati e poi raccontano la storia della loro città.
    Il primo, Mendoza, racconta l'ingresso della città nel novecento tra capitalisti e anarchisti, il secondo, Falcones, narra la formazione della città nel 1300.
    Tra i due, cronologicamente, ci sta benissimo il "El delantero centro fue asesinado al atardecer" del 1988, il centravanti è stato assassinato verso sera, in cui MVM racconta i moti della città preolimpica.
    E magari anche il "Sabotaggio Olimpico" del 1993.
    Una grande città quella che genera racconti su se stessa.

    Pubblicato 15 anni fa #
  7. k

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    "Una grande città quella che genera racconti su se stessa".

    Bella, urba', mi piace. Non te lo scordare però che l'hai scritta tu sta frase, eh? Poi non venire a dire che valeva solo se la città sta a mille miglia dalla tua.

    Pubblicato 15 anni fa #
  8. rindindin

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    ah la sagacia che gran dote!
    comunque io -La Cattedrale del Mare- l'ho letto l'anno scorso ed è uno dei migliori libri che mi sono capitati da leggere ultimamente. Oltre al -Fascio e martello- naturalmente, anche se parte dall'agro pontino...:)

    Pubblicato 15 anni fa #
  9. urbano

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  10. rindindin

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    anche l'ironia...

    Pubblicato 15 anni fa #
  11. Orgoglio, pregiudizio e zombi - di Jane Austen e Seth Grahame Smith

    Mr Darcy e le sorelle Bennet non sono mai stati tanto letali. In un'inghilterra invasa dai morti viventi, le vicende di Elizabeth e tutta la compagnia di Longbourn si arricchiscono di una componente pop con i personaggi del classico romanzo trasformati in guerrieri esperti nel kung fu impegnati, oltre che nelle vicende amorose che conosciamo, a ripulire un Regno Unito afflitto dalla piaga degli zombi.
    Riadattamento del testo originale (cosa possibilissima per motivi di copyright), il romanzo è leggero ed estremamente divertente e colpisce per come gli inserti di Smith si integrino perfettamente con quanto scritto dalla Austen. Sembra davvero che il testo sia sempre stato scritto così.

    Pubblicato 15 anni fa #
  12. rindindin

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    Manituana di Wu Ming, ma è presto per dare un parere. per ora avvincente.

    Pubblicato 15 anni fa #
  13. A mio avviso in Manituana la parte "storica" ha appesantito eccessivamente il romanzo compromettendone la leggibilità. Non "gira", si fatica ad andare avanti.

    Pubblicato 15 anni fa #
  14. big one

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    A mio avviso in Manituana la parte "storica" ha appesantito eccessivamente il romanzo compromettendone la leggibilità. Non "gira", si fatica ad andare avanti.

    ottima sintesi.
    al contrario, in "Q", la parte storica si integra perfettamente con le vicende raccontate.

    Pubblicato 15 anni fa #
  15. rindindin

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    per ora sono all'inizio e non mi disturba particolarmente, però può essere visto che il romanzo è "abbondante". vi farò sapere. grazie

    Pubblicato 15 anni fa #
  16. M'avete fatto ritornare in mente i Wu Ming. Ieri mi sono comperato Altai, pare sia il seguito di Q. Vediamo un po' che esce fuori.

    Pubblicato 15 anni fa #
  17. sensi da trento

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    http://www.repubblica.it/2009/04/sezioni/ambiente/nucleare3/siti-centrali/siti-centrali.html

    gliela facciamo passare così in cavalleria, a questi coglioni?
    nelle regioni più avanzate (cioè quelle governate dalla sinistra ) in cambio di una porcheria del genere chiedono sempre *fortissime* agevolazioni fiscali

    Pubblicato 15 anni fa #
  18. zaphod

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    Fondatore

    Guarda Sensi, nonostante io sia fortemente antinucleare, quando leggo ste dichiarazioni dei verdi mi viene voglia di andare a comprare del plutonio e dare una mano a riaccendere la centrale dismessa (in via di dismissione) che ciò a meno di un chilometro da casa.

    Trovo molto più interessante questo articolo pubblicato su LiMes firmato Realacci/Ferrante sulla "bufala nucleare" che circola in questo momento in Italia.

    Credo che il gioco dei berlusconidi sia proprio questo: spariamola grossa, diciamo che il nucleare ci risolve tutti i problemi e farà pure arrivare i treni in orario - spariamola pure se sappiamo che tanto i soldi per farlo non ci sono - e poi spettiamo che insorgano le sinistre ("reazionarie" aggiungo io) a bloccare tutto così gli possiamo ancora dare la colpa di tutto il male che esiste in questo paese.

    Pubblicato 15 anni fa #
  19. urbano

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    La mano di Fatima
    Ildefonso Falcones
    longanesi - la gaia scienza
    2009
    Chi ha letto la cattedrale del mare sicuro leggerà anche questo.
    Qui il tempo è più vicino a noi, a cavallo tra il 1500 e il 1600.
    I moriscos di spagna e la loro cacciata da ognidove.
    E' un libro che racconta la xenofobia, le sue giustificazioni culturali e i suoi biechi motivi economici.
    Racconta la vita di uomini e donne e bambini e descrive oltre alla violenza reciproca usata per vincere anche l'alternativa della coesistenza.
    Non sono cose inventate ma solo raccontate.
    Al raccontare storie e scrivere documenti, anche falsi, il protagonista affida la speranza che possa avverarsi il desiderio di convivenza pacifica.
    Dopo la lettura si impone una bella gita nel al andaluz.

    Pubblicato 15 anni fa #
  20. rindindin

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    Prima devo leggere un altro libro, regalato da un amico, altrimenti ci rimane male, anche se deve sapere che è solo una questione di tempo...che non ho, passerei volentieri le ore seduta sul divano a leggere un buon libro, soprattutto quello dell'amico, appena lo avrò finito gli farò sapere volentieri le mie impressioni, anche se so già che sarà un ottimo libro proprio perchè me lo ha regalato lui e lui se ne intende di libri perchè legge moltissimo, più di me che non ho mai abbastanza tempo per leggere, ma la vita va così e bisogna rimunciare a volte anche a piccoli piaceri, come leggere un buon libro regalato da un ottimo amico quando avresti voglia di farlo, allora porto pazienza e anche la lettura di questo libro andrà a buon fine prima o poi. Poi a scrivere imparerò più avanti.

    Pubblicato 15 anni fa #
  21. Sto leggendo Antai, di Wu Ming, e in contemporanea anche Fuoco Amico di Abraham Yeoshua. Il primo lo leggo prima di dormire ma puntualmente lo trovo la mattina o alla destra o alla sinistra del letto, con il segno puntualmente perduto in qualche momento della notte. Dice che è il seguito di Q, un libro che m'era piaciuto assai anni fa (ma molti libri sono passati sotto i ponti e ben 19 esami all'università). Per ora, almeno dai ricordi, preferisco il primo.

    Quello di Yeoshua mi sembra scritto bene. Molto bella l'analisi dei personaggi e l'abilità dello scrittore nel farti calare nelle atmosfere di un paese (Israele) molto lontano, per abitudini paure e convinzioni, da quello dove abito io.

    Pubblicato 15 anni fa #
  22. urbano

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    La dama del Kashmir
    Francisco Gonzàlez Ledesma
    Giano 2009

    La Lali inventa:

    E in Kashmir in che alberghi siete scesi? Domandò.
    In nessuno. Dormivamo in barca
    In barca? Ma cosa dici?
    Sono case galleggianti.
    Immagina un lago meraviglioso ai piedi delle montagne, e lì ancorate barche grandi più o meno come battelli.
    C'è una specie di veranda sulle acque del lago, sedili che dondolano molto dolcemente con il rollio della barca gniiic ..gniiic ... gniiic.
    Non ti accorgi che il tempo passa.

    Pubblicato 15 anni fa #
  23. urbano

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    Quando andrò in paradiso
    non voglio che una campana
    lunga sappia di tegola
    all'alba - d'acqua piovana.
    Quando mi sarò deciso
    d'andarci, in paradiso
    ci andrò con l'ascensore
    di Castelletto, nelle ore
    notturne, rubando un poco
    di tempo al mio riposo.
    Ci andrò rubando (forse
    di bocca) dei pezzettini
    di pane ai miei due bambini.
    Ma là sentirò alitare
    la luce nera del mare
    fra le mie ciglia, e... forse
    (forse) sul belvedere
    dove si sta in vestaglia,
    chissà che fra la ragazzaglia
    aizzata (fra le leggiadre
    giovani in libera uscita
    con cipria e odor di vita
    viva) non riconosca
    sotto un fanale mia madre.
    Con lei mi metterò a guardare
    le candide luci sul mare.
    Staremo alla ringhiera
    di ferro - saremo soli
    e fidanzati - come
    mai in tanti anni siam stati.
    E quando le si farà a puntini,
    al brivido della ringhiera,
    la pelle lungo le braccia,
    allora con la sua diaccia
    spalla se n'andrà lontana:
    la voce le si farà di cera
    nel buio che la assottiglia,
    dicendo "Giorgio, oh mio Giorgio
    caro: tu hai una famiglia".
    E io dovrò ridiscendere,
    forse tornare a Roma.
    Dovrò tornare a attendere
    (forse) che una paloma
    blanca da una canzone
    per radio, sulla mia stanca
    spalla si posi. E alfine
    (alfine) dovrò riporre
    la penna, chiuder la càntera:
    "È festa", dire a Rina
    e al maschio, e alla mia bambina.
    E il cuore lo avrò di cenere
    udendo quella campana,
    udendo sapor di tegole,
    l'inverno dell'acqua piovana.
    Ma no! se mi sarò deciso
    un giorno, pel paradiso
    io prenderò l'ascensore
    di Castelletto, nelle ore
    notturne, rubando un poco
    di tempo al mio riposo.
    Ruberò anche una rosa
    che poi, dolce mia sposa,
    ti muterò in veleno
    lasciandoti al pianterreno
    mite per dirmi: "Ciao,
    scrivimi qualche volta",
    mentre chiusa la porta
    e allentatosi il freno
    un brivido il vetro ha scosso.
    E allora sarò commosso
    fino a rompermi il cuore:
    io sentirò crollare
    sui tegoli le mie piú amare
    lacrime, e dirò "Chi suona,
    chi suona questa campana
    d'acqua che lava altr'acqua
    piovana e non mi perdona?".
    E mentre, stando a terreno,
    mite tu dirai: "Ciao, scrivi",
    ancora scuotendo il freno
    un poco i vetri, tra i vivi
    viva col tuo fazzoletto
    timida a sospirare
    io ti vedrò restare
    sola sopra la terra:
    proprio come il giorno stesso
    che ti lasciai per la guerra.

    Pubblicato 15 anni fa #
  24. k

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    Giorgio Caproni, L'Ascensore. (Urba', l'autore si cita sempre. Fai torto a lui e a noi, non facendolo.)

    Pubblicato 15 anni fa #
  25. urbano

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    Si,
    per chi gli piace,
    era Caproni
    che però io mi immagino
    che scrisse per dire ciò che sentiva
    urgente
    non per firmare.
    Comunque è corretto:
    Giorgio Caproni
    L'ascensore
    ne Il passaggio di Enea
    il volume mio è di Garzanti, comprato a Livorno nella bella libreria che sta al posto del vecchio teatro.
    Mi piace tanto, e mi stupisce, come racconta l'amore per sua (la) madre.

    Pubblicato 15 anni fa #
  26. Scusa, Urbano, ma K ha ragione.
    Le ragioni per cui uno scrive sono una cosa, l'etichetta nell'utilizzarne i versi è un altra ed essa imporrebbe la citazione.

    Pubblicato 15 anni fa #
  27. 'sto Caproni era tutt'altro che una capra, poeticamente parlando.

    Pubblicato 15 anni fa #
  28. k

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    Se non fosse Natale, direi che la capra è lei, Fer, ma non lo dico. Caproni è per me il più grande poeta italiano del Novecento, ma mi pareva d'avervelo già detto. Ora è pure evidente che lui non scrivesse esattamente solo per poter mettere la sua firma sotto i versi, ma non mettergliela è comunque un furto, perché la gente potrebbe anche pensare che magarei li ha scritti Urbano. E questo non si fa. Quando si cita qualunque cosa, si è sempre tenuti a dire di chi è, a meno che non si pensi che tutti gli altri esseri umani a questo mondo debbano avere letto e imparato a memoria gli stessi identici libri che abbiamo letto noi. Ed anche questo, Urba', è leggermente presuntuoso. Quando riporti qualche cosa, dicci da oggi in poi di chi è (ma anche questo te lo avevamo già detto) perchè così, se a uno gli piace, si va a cercare anche il resto. In ogni caso grazie del pensiero e leggi quest'altra:

    Giorgio Caproni
    CONGEDO DEL VIAGGIATORE CERIMONIOSO

    Amici, credo che sia
    meglio per me cominciare
    a tirar giù la valigia.
    Anche se non so bene l’ora
    d’arrivo, e neppure
    conosca quali stazioni
    precedano la mia,
    sicuri segni mi dicono,
    da quanto m’è giunto all’orecchio
    di questi luoghi, ch’io
    vi dovrò presto lasciare.
    Vogliatemi perdonare
    quel po’ di disturbo che reco.
    Con voi sono stato lieto
    dalla partenza, e molto
    vi sono grato, credetemi,
    per l’ottima compagnia.

    Ancora vorrei conversare
    a lungo con voi. Ma sia.
    Il luogo del trasferimento
    lo ignoro. Sento
    però che vi dovrò ricordare
    spesso, nella nuova sede,
    mentre il mio occhio già vede
    dal finestrino, oltre il fumo
    umido del nebbione
    che ci avvolge, rosso
    il disco della mia stazione.
    Chiedo congedo a voi
    senza potervi nascondere,
    lieve, una costernazione.
    Era così bello parlare
    insieme, seduti di fronte:
    così bello confondere
    i volti (fumare,
    scambiandoci le sigarette),
    e tutto quel raccontare
    di noi (quell’inventare
    facile, nel dire agli altri),
    fino a poter confessare
    quanto, anche messi alle strette,
    mai avremmo osato un istante
    (per sbaglio) confidare.

    (Scusate. E’ una valigia pesante
    anche se non contiene gran che:
    tanto ch’io mi domando perché
    l’ho recata, e quale
    aiuto mi potrà dare
    poi, quando l’avrò con me.
    Ma pur la debbo portare,
    non fosse che per seguire l’uso.
    Lasciatemi, vi prego, passare. Ecco.
    Ora ch’essa è
    nel corridoio, mi sento
    più sciolto. Vogliate scusare).

    Dicevo, ch’era bello stare
    insieme. Chiacchierare.
    Abbiamo avuto qualche
    diverbio, è naturale.
    Ci siamo – ed è normale
    anche questo- odiati
    su più d’un punto, e frenati
    soltanto per cortesia.
    Ma, cos’importa. Sia
    come sia, torno
    a dirvi, e di cuore, grazie
    per l’ottima compagnia.
    Congedo a lei, dottore,
    e alla sua faconda dottrina.
    Congedo a te ragazzina
    smilza, e al tuo lieve afrore
    di ricreatorio e di prato
    sul volto, la cui tinta
    mite è sì lieve spinta.
    Congedo, o militare
    (o marinaio! In terra
    come in cielo ed in mare)
    alla pace e alla guerra.
    Ed anche a lei, sacerdote,
    congedo, che m’ha chiesto s’io
    (scherzava!) ho avuto in dote
    di credere al vero Dio.

    Congedo alla sapienza
    e congedo all’amore.
    Congedo anche alla religione.
    Ormai sono a destinazione.

    Ora che più forte sento
    stridere il freno, vi lascio
    davvero, amici. Addio.
    Di questo, son certo: io
    son giunto alla disperazione
    calma, senza sgomento.

    Scendo. Buon proseguimento.

    Pubblicato 15 anni fa #
  29. urbano

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    Membro

    Come lo scrisse lei
    io non son capace a ripeterlo, e nemmemo a rintracciare dove copiarvelo.
    La Signora Blixen
    ormai lontana dai suoi Kikuiu
    in un punto di Out of Africa
    si interrogava
    .. chissà se nelle feste intorno al fuoco
    qualcuno penserà a me
    userà il mio nome
    ripeterà le mie parole
    continuerà le mie storie.

    Hasta luego

    Pubblicato 15 anni fa #
  30. k

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    Membro

    Sì Urba', nelle feste intorno al fuoco qualcuno ci sarà che penserà almeno una volta a noi, ripetendo le parole dei nostri nomi ed inserendole per sempre così nella storia infinita che di generazione in generazione continuiamo a vivere e a raccontarci.

    Salutami il re.

    Pubblicato 15 anni fa #

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