Rindindin in vacanza la possiamo chiamà 'er sentenza'
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(1464 articoli)-
Pubblicato 15 anni fa #
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Gruppo di famiglia in un interno di Luchino Visconti con Burt Lancaster nei panni di un anziano professore americano a Roma che non ha nulla in comune con Nando Meniconi...la casa è piena di libri ma il professore non li legge perchè è in balia dei suoi inquilini del piano di sopra... ho comprato anche "La caduta degli dei" ma devo ancora vederlo
Pubblicato 15 anni fa # -
Notevole autoproduzione di alcuni giovani autori bresciani a supporto di "The Imaginarium of Doctor Parnassus", di Terry Gilliam.
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La Villa Mimbelli,
via San Jacopo Acquaviva, 63Da Mariupol, sulle coste del Mar d’Azov, una lettera del vecchio Giovanni ordinò ai due fratelli di lasciare Ragusa alla volta del Granducato.
Luca, dopo un lungo viaggio, arrivò a Livorno una bella sera con il mare lungo e calmo mentre il sole tramontava alla Meloria.
Con Stefano e le mogli presero alloggio agli Scali delle Farine nelle case nuove del porto.
Fu il Greco Nicolas Scaramanca, notaro, che fece le carte con cui fondarono la Casa Fratelli Mimbelli;
importavano granaglie dal Mar Nero e accumulavano ricchezze.
Mentre diventavano Livornesi ogni giorno di più, indaffarati tra i levantini della Venezia o rilassati sulla elegante terrazza del lungomare, frequentavano la borghesia commerciale in cerca di un bel partito aristocratico.
In quel tempo giallo come il becco dei gabbiani, viola come il cielo e l’acqua dei fossi e terra bruciata come le cortine della fortezza nova, nacque il piccolo Francesco che pian piano diventò uomo per mano al babbo e agli zii.
Nelle tante sere d’ombra nelle ville dei greci e degli aschemiti conobbe banchieri fiamminghi, armatori portoghesi, notari fiorentini, mercanti tedeschi e preti pisani.
Ci furono balli, risa, fumi di quel buon tabacco kentuky intenso e pieno come il pepe e tante tante chiacchiere appese alle bellissime signorine di Livorno, languide, liquide e chete.
Il giovane Francesco si invaghì della giovane nipote del notaio Scaramanca giunta da Chios, la bella e ricca Enrichetta Rodocanacchi e volle Lei come sua piccola signora di casa.
Fu durante una delle passeggiate ai Casini che Luca vide la tenuta abbandonata dei fratelli Terreni, ai Lazzaretti, e decise di acquistarla per poco prezzo.
Tolte del tutto le macerie della vecchia casa distrutta dal fuoco ingaggiò l’Architetto Vincenzo Micheli cui commissionò una Villa ampia, alta, bella nel bel mezzo di un gran giardino.
La fece affrescare fin nei più remoti angoli da Annibale Gatti e dai Fratelli Della Valle, la fece decorare tutta dai migliori artigiani vetrai, ceramisti e marmisti, la arredò come si doveva e infine la regalò ai giovani sposi Francesco e Enrichetta, che a sorpresa il giorno del loro matrimonio furono depositati dalla carrozza nuziale nel parco ancora tenero di Villa Mimbelli.
Li Francesco visse con Enrichetta, cui per il primo figlio regalò anche il vicino parco dei Toscanelli, e poi dopo la morte della cara moglie ancora ci visse con la seconda, la affettuosa Inesh di Mesola, detta da tutti Giovanna, da cui ebbe PierLuigi e la povera Gilberta, bellissima dai piccoli denti bianchi, morta nel 1930 a soli ventidue anni, appena andata in sposa al Marchese Ridolfi Strozzi.
All’amico Vittorio Corcos nel 1927 commissionò i due bei tondi, che ancora oggi restano in casa, dove Gilberta ride tutta dentro ai suoi sgargianti diciannove anni.
Quando tutti morirono il nipote Francesco Maria arruolatosi in marina nel 1935 prima di partire per Venezia donò la villa e il parco alle Regie Poste.
Poi fu Capitano di Vascello sulla Lupo e dopo Ammiraglio, morendo, con tutte le sue medaglie ultimo e senza eredi, nel 1978.
Ci fu la guerra, la casa fu occupata dalle truppe dei tedeschi, dei partigiani, degli americani, gran parte delle cose della casa furono usate per far fuoco o per far soldi.
Avendola acquistata negli anni ’90, oggi la casa è proprietà del Comune di Livorno e accoglie il Museo Fattori.
Oltre a quelli eponimi contiene tra gli altri anche i bei ritratti di Corcos, gli emigranti di Raffaello Gambogi e i volontari livornesi di Cesare Bartolena.
Nonostante un eteroclito pubblico la visiti e ne aspiri l’aria, qua e la si può sentire ancora un leggero puzzo di sigaro o una volatile folata di acqua di Parma.
Se ci si concentra un poco si può udire lo schiocco secco delle bocce del biliardo e ascoltare qualche risata d’argento o, con un pò di fortuna, cogliere una eco di piano e viola che cola dalla buca della musica e scivola sulle formelle di legno nella vecchia sala delle danze.Pubblicato 15 anni fa # -
Get the Video Plugin Pubblicato 15 anni fa # -
Ieri ho visto il Cameriere - e questa è una notizia, specialmente perché non c'era Bassoli presente - ci siamo incontrati al cinema a vedere Gran Torino di Clint Eastwood in una di quelle rassegne estive che ti permettono di vedere i film che ti sei perso durante la stagione. Per quanto mi riguarda ne dovrebbero fare a decine per farmi recuperare...
C'è tutto Clint Eastwood lì dentro - Il cavaliere Pallido, Gunny, Callaghan, The Honky Tonk Man - e una eccezionale capacità di raccontare una storia. A condire il tutto il tema razziale affrontato con leggerezza e profondità.
Che si vuole di più da un film?Pubblicato 15 anni fa # -
Ho visto Boris, la serie televisiva. Prima e seconda parte. E' davvero uno spettacolo. Ci recita pure un amico di Rindindin, oltre a Caterina Guzzanti, Corrado, Francesco Pannofino e altri attori di cui mi sfugge il nome. C'è pure quel siciliano che recitava in 'Mio fratello è figlio unico', faceva il segretario Bombacci.
Get the Video Plugin Pubblicato 15 anni fa #