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Cosa hai visto ieri

(1464 articoli)
  • Avviato 15 anni fa da Faust Cornelius Mob
  • Ultima replica da parte di FernandoBassoli
  1. big one

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    è evidente che mi sono spiegato male: volevo dire che almeno alla fine ha il buon gusto di evitare il solito happy end

    Pubblicato 14 anni fa #
  2. kappa, critichi certe mie scelte e ti fai attirare in un cinema da Nicolas Cage?

    Non avvio la procedura perchè qui certe allocuzioni son protette da copyright.

    Pubblicato 14 anni fa #
  3. Cam, per distretto 9 vale quanto ho detto sopra.

    Poteva essere bello,grandi premesse, ma si risolve in un film da secchio di popcorn la domenica quando piove e l'eventuale compagna ha mal di testa.

    Pubblicato 14 anni fa #
  4. A

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    ieri ho visto, anzi non proprio ieri ma qualche giorno fa, il film Heimat 1.per la verità l'ho rivisto, perché quel tipo di film trovo sia utile rivederlo, e ogni volta si trova qualcosa di nuovo, che fa pensare. Di quel film non mi interessa il modo in cui viene raccontata la storia della Germania attraverso la storia di un paese e di una famiglia. Il ritmo è molto lento, la fotografia è fatta molto bene, e enfatizza i ricordi emotivi, gli odori, sapori, attraverso il bianco e nero. Quando invece la prospettiva del film diventa universale, il regista ricorre al colore. Mi sono sempre chiesto come rendere i ricordi connotati emotivamente, i sapori, come le Maddaleina di Proust, nel film. Credo che la soluzione di alternare bianco e nero al colore sia suggestiva. Il film si compone di 11 puntate, che furono trasmesse nella televisione tedesca a metà degli anni 80 credo. Dato il successo, non solo televisivo ma anche cinematografico di quel film, al regista fu concesso di fare ben due sequel. La seconda serie si compone di 12 puntate, e quando studiavo tedesco a latina me lo andai a vedere con una mia amica al liceo grassi, dove c'era una associazione per lo studio del lingua tedesca. A differenza della prima serie, la seconda serie non venne tradotta, perché il regista aveva aggiunto alla connotazione bianco e il nero-colore, anche la connotazione dell'uso del dialetto, che variava all'interno del film a seconda dei vari personaggi, così da rendere particolarmente approfondito il legame sentimentale con la patria di origine, la piccola patria, quel villaggio dell'alta Germania dove era stato ambientato il primo film. Ce lo stiamo rivedendo e a mia moglie, lentamente, ed è inevitabile che ognuno di noi proietti la propria memoria personale in base alla suggestione del racconto che scorre. Credo che una cosa del genere sia stata fatta anche in Italia, con il film di Tullio Giordana, di cui in questo momento non ricordo il titolo. Anzi, quest'ultimo film a tratti era anche migliore di quello di Reitz, salvo che avrebbe avuto bisogno di una continuazione anch'esso. Probabilmente i produttori non hanno avuto sufficiente coraggio per finanziare una continuazione. E tutti gli ultimi anni 90, con l'avvento di Berlusconi, sono ancora da raccontare. Ma come ci ha suggerito il regista Moretti, nel film "il caimano", è molto difficile avere i soldi per parlare di quel soggetto. Ecco, sono ricaduto nella politica, mi è difficile non ritornare sempre qui. Qualcuno dice che io sia un po' ossessionato da Berlusconi, e in parte probabilmente è vero, ma volevo comunque consigliarvi la visione di questi film. Statemi bene.. A

    Pubblicato 14 anni fa #
  5. urbano

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    Forse è meglio così che un conto è raccontare ed un altro rivivere, qualcosa come la differenza tra il sogno e l'incubo.

    Pubblicato 14 anni fa #
  6. A

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    Pubblicato 14 anni fa #
  7. dirtydancing

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    "Devo sposare W.?
    No se non mi dice le altre lettere del suo nome(Woody Allen)"

    Pubblicato 14 anni fa #
  8. urbano

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    Ho visto sbiancare il Garage Ruspi.
    C'è chi lo ricorda gialletto, chi rosso, chi bianco, ma chi?, fatto sta che il Garage Ruspi da tanto tempo è rosso.
    E scarabocchiato dai fans di Tiziano Ferro e Phuso.
    Da tanto tempo è rosso.
    Anzi era.
    Adesso è bianco KC1 e blu tra il carta da zucchero e l'elettrico quà e la.
    Cos'e loos.
    Arbitrariamente.
    Aldo, il Grande barman degli Hookers, dice: rosso, era rosso, l'hanno ripittato dopo la guerra, pe dispetto. Quelli, basta ch'era de prima, je cambiavano colore.
    Secondo me è la lettura più filologicamente corretta.
    Quando si fa un disegno a matita se si vuole far l'intonaco si lascia un campo bianco, al massimo con qualche puntino quà e là per scrivere la scabrosità del bianco, se invece si vuol dire materia, o colore, si usa la grafite della mina a varia intensità di segno e impronta.
    Esiste una vecchia prospettiva del Ruspi che dice tutto il contrario di quanto si sta facendo.
    I miei amici della casa dell'architettura stanno sbagliando alla grande, mi vengono in mente le cartoline di fiuggi: signori in nero e con la tuba, di spalle , che pisciano su un muro.
    Ora una domanda:
    che c'entra Loos con la modificazione di un oggetto urbano?
    Loos, e l'arte sua bella di quando era in vita, se ne partirà il 10 gennaio per chissà dove e a me mi resterà il Ruspi sotto casa in stile madre teresa di calcutta.

    Pubblicato 14 anni fa #
  9. k

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    Io sono nato a Latina ed il garage Ruspi l'ho visto sempre rosso, forse con diverse tonalità ma sempre rosso. Ma spiace per chi lo ha fatto, ma farlo bianco è cosa che può fare solo un architetto de latina. Un senzastoria.

    Pubblicato 14 anni fa #
  10. A

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    Quoto K.
    Fare il Garage ruspi di Bianco, è come... imbiancare Valvisciolo.
    Mutatis mutandis, ovvio.

    Ricordo un aneddoto dettomi da Augusto D., un architetto di latina. Mi disse che una volta vennero degli studenti dell'Università di osaka a vedere "la famosa Stirling library". Nel loro manuale c'era il disegno. Non c'era un cazzo, nella città.
    Ora, questa potrebbe ben essere una leggenda metropolitana, come quella del coccodrillo nelle fogne di New York di cui parla K in un suo saggio, ma rende bene l'idea.
    Mi pare che la Stirling, dovesse partire proprio dietro il Garage Ruspi, fatto da Piacentini. Mi pare...

    Pubblicato 14 anni fa #
  11. rindindin

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    ma perchè farlo bianco? la motivazione?

    Pubblicato 14 anni fa #
  12. urbano

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    La domanda giusta è
    perchè cambiargli il colore?
    L'affidamento dell'edificio era finalizzato all'allestimento interno di un mostra dal titolo "Adolf Loos in terra ceca".
    A me stupisce che il Responsabile del Procedimento del Comune di Latina, servizio musei e pinacoteche, abbia consentito questa operazione contraria a qualsiasi norma e non assistita da alcun atto d'assenso richiesto dal procedimento del quale è appunto Responsabile.
    Sarà da pensare un cataloghetto tipo "Ruspi in terra cieca".

    Pubblicato 14 anni fa #
  13. k

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    Urba', io ti chiedo umilmente scusa e perdono, ma sono appena andato a vederlo e - appena visto - subito m'è riaffiorato un ricordo alla mente che non può non indurmi a rivedere il giudizio, o quanto meno a sospenderlo. C'è stato difatti un periodo – sì, me lo ricordo – in cui è stato bianco, ed era sicuramente quando c'era pure a fianco il distributore di benzina Caltex. Se ti riesce di trovare in giro qualche spezzone de "La bellezza di Ippolita", film del 1962 con Gina Lollobrigida bionda, Enrico Maria Salerno e una stupendissima Milva, c'è proprio questo distributore-tipo della Caltex tutto bianco coi fascioni rossi, mi pare. Lui - Cefaly - pare che abbia parlato di happening per la mostra, poi tanto si vedrà, dice, perchè c'è il concorso eccetera. Restano comunque da vedere - almeno secondo me - almeno un paio di questioni. La prima è capire davvero qual era il colore originario, e questa dovrebbe essere questione abbastanza semplice per un restauratore. Ma se però il colore originario è bianco che facciamo, lo rifacciamo bianco e basta? Per rispetto dello stato originario bisogna pure rimetterci a fianco le colonnine distributrici di benzina e pure la scritta bella grossa CALTEX sul frontone. Abbiate pazienza, pure quella è arte, storia e significato, basta andarsi a vedere "Benzina, 1940" (Gas) di Edward Hopper o, dello stesso, "Strada a quattro corsie, 1956" (Four Lane Road).
    L'altra e principale questione è capire - e questo non vale solo per il Ruspi, ma per quasi tutti gli altri edifici di fondazione di Latina-Littoria, che ebbero già nell'immediato diversi assetti formali, modifiche e colorazioni - quale, in tutte le varie successioni, è l'unica forma da considerarsi autenticamente originale, fondata e fondante. Mi spiego meglio: atteso che l'età di fondazione di Latina-Littoria non può essere circoscritta tra la domenica del 18 dicembre 1932 e la mezzanotte del 19 lunedì successivo, essa età della fondazione, ossia in termini mitologici l'"età dell'oro e delle origini" - Origines, dicevano i latini - va considerata in tutto l'arco cronologico che va dal 30 giugno 1932 fino al 1958 o '59, fino cioè al palazzo Tabellini e all'Hotel Europa, ovvero la comparsa del cemento armato a faccia vista. Questa è l'età di fondazione e delle Origini, perchè al ritorno in città dopo lo sfollamento e la guerra noi ricominciamo a costruire con le stesse tecniche e modalità di prima: fondazioni a sacco e muratura mista portante con ricorsi di mattoni. E' solo il "benessere" che inserisce una cesura storico-culturale, non la guerra. E' quindi in tutto quell'arco che vanno valutate le varie stratificazioni dei singoli edifici. Quello che per esempio ancora oggi chiamiamo Albergo Italia - e che allora era Albergo Littoria - nel 1932 ha sette balconi al secondo piano. Nel '38 sembrerebbe già mancargliene qualcuno. Qual è l'assetto che noi possiamo considerare autenticamente "di fondazione" all'interno di quel periodo: il primo o l'ultimo (sempre di quel periodo)? Per me è l'ultimo e non il primo, esattamente come in un qualsiasi libro, poema, quadro od opera d'arte noi consideriamo autentica non la prima prova che è uscita dalla mente o dalla mano dell'artista, ma l'ultima che lui ha lasciato prima di morire. In questo senso quindi non ha importanza cosa ci sia nei disegni del progettista, perchè l'opera architettonica non è solo sua, bensì anche e soprattutto degli effettivi realizzatori, dei committenti e dei fruitori che man mano intervengono lungo quel periodo. La questione è più di antropologia urbana che di archeologia del disegno. Ergo, nel caso del garage Ruspi si tratta di vedere qual è il colore con cui quell'edificio s'è più consolidato nella memoria collettiva come "colore di fondazione". Molto più probante di un saggio sugli intonaci quindi, sarebbe secondo me un referendum popolare Per quanto mi riguarda, se mi ci rimettono anche le pompe di benzina e la scritta CALTEX sulla pensilina, mi può andare bene pure il bianco. Se no voto rosso senza discussioni.

    Pubblicato 14 anni fa #
  14. A

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    ho visto questo

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    e spero lo vediate anche voi

    Pubblicato 14 anni fa #
  15. A

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    e questo

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    e saluto Lorenzo, spero guarisca

    Pubblicato 14 anni fa #
  16. k

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    Che cià Sensi? Non ci fate stare in pensiero.

    Pubblicato 14 anni fa #
  17. A

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    un virus intestinale. è dimagrito tanto

    Pubblicato 14 anni fa #
  18. urbano

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    Ci ritorno un pochino su Ruspi e poi se non interessa smetto: la faccenda che interessa è come dire, di stile?
    Mi spiego, esiste un apparato di regole poste a difesa del patrimonio culturale, apparato che si invoca si protesta si evoca in svariatissime occasioni ogni volta che si intercetta un qualcosa materiale o immateriale che si pensa culturale.
    Siccome la materia è vischiosa, insidiosa, direi quasi paludosa, insomma roba da pelle delle palle, lo Stato ha pensato bene di sistematizzare la questione con i decreti 42 - 2004 e 62 e 63 - 2008 vulgati come Codice Urbani.
    Mo sarà stato pure uno di FI ma qualcosa di buono l'ha fatto Giuliano Urbani, ad esempio è ormai per tutti pacifico che un edificio pubblico di autore morto e fatto più di cinquantanni fa è vincolato.
    Ruspi! paro paro.
    Dunque, anche se quel color madre teresa fa onco ai bai, qui non importa il cromatismo, antropologico o disciplinare, ma prima di tutto la violazione della Legge in danno di un bene culturale di proprietà pubblica, che , pure se potrà parere enfatico, è Bene Nazionale, cioè Nostro.
    Punto.
    Della disciplina se ne sarebbe potuto parlare in presenza di una proposta legittimamente avanzata ma la discliplina non c'entra nulla in caso di abusivismo, non fosse altro perchè è la prima ad essere violata.
    Poichè in conferenza stampa il Direttore della Casa dell'Architettura ha sostenuto che trattasi di happening, sicuramente suppongo psico cromatico, allora vorrà dire che a mostra finita le cose torneranno come prima, ovvero la Casa dell'Architettura provvederà a ripristinare lo stato dei luoghi.
    E pure a spese sue senza percepire altri 48.000 euro dalle smunte casse del Comune cui, sia ben chiaro, plaudo per la generosità e la fiducia prestata ai mostraroli che però si sono dimostrati, pure loro, fedifraghi che abusando dell'affidamento ottenuto hanno travolto nell'illecito gli Enti Patrocinanti, l'ambasciatore Ceco, il Museo di Praga, la fondazione Adolf Loos, il nome e la faccia di quanti hanno aiutato con soldi materiali e lavoro e il Comune di Latina che da questa vicenda rischia di trarre un profilo di eccellenza del tipo, bel cazzo di lavoro!

    Pubblicato 14 anni fa #
  19. urbano

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    Mentre bevevo lo chardonnay offerto, cioè pagato, in barba a tutte le malelingue, dal Signor Cappa si diceva di Ruspi.
    Diceva Lui che ‘namico suo se ricordava che prima de la guerra era rosso e poi se fece bianco.
    Ma vedi tu!
    Nel dopo guerra, tutto si fece bianco.
    Bianco era il Migliore.
    Che aveva detto il barman Aldo?
    Je cambiavano colore pe dispetto.
    Però tu , diceva Lui, mentre io inghiottivo il vino offerto, tu sei un maniaco ossessivo, sempre a rompe li cojoni co la procedura quando in ballo c’è altro.
    E’ na mania!
    Pare che io sia scemo, a volte pure a me mi pare, ma io sento, e sento pure quello che mi si dice.
    Magari la comprensione mi fluisce con il tempo dell’inghiottire, procede nel liquido pezzo di vino che scende dentro di me accendendo esplosioni di coscienza , indicibili, per svariati motivi, e che quindi non sto a dire.
    Quand’è così non ci riesco mai a metter fuori la coscienza in un discorso coerente, ma non per via del vino, solo per il disordine emotivo indotto.
    Allora parabolizzo.
    Così gli ho detto:
    te ricordi quando da soldato te mettevano de picchetto a la santabarbara de notte?
    Alto la, chi va la?
    e uno
    alto la chi va la ?
    e due
    alto la chi va la?
    e je tiravi na fucilata.
    Ecco, che voi discute?
    Il ricorso alla ossessione procedurale, come la chiami tu, è come la v2 de itler, la bomba de l’americani, l’arma segreta der duce, 'erterzo altolà chi va là.
    Nun te fai riconosce?
    T’ho da sparà, senno nun te fermi più.
    Te potevi fermà prima.
    Lui ha riso, senza dì niente.
    Ma che te credi? che non lo so pure io che potresti esse nell’esercito sbajato?
    Co tutti i ben pensanti che te dicono che si un maniaco ossessivo?
    Ho finito il mio bicchiere, e gli ho detto
    comunque mo che l’ho denunciato so più sereno.
    Come se dice ? ho fatto ‘ntarsfert dell’ossessione mia e spero che così so cazzi sua.

    Pubblicato 14 anni fa #
  20. k

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    Ma vaffanculovà, con tutti i caffè che t'ho pagato già quand'eri ragazzino, mo' esce fuori che sarei pure tirchio? Ma tu davvero sei scemo e ti devi andare a far vedere.

    Pubblicato 14 anni fa #
  21. urbano

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    ingrato
    che si fa così a chi testimonia contro la diceria?

    Pubblicato 14 anni fa #
  22. Mi son visto Inglorious Basterds, di Tarantino...

    ...che spettacolo...

    Pubblicato 14 anni fa #
  23. Pantofola selvaggia

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    Ho visto la mostra Segnali del tempo 2009. Poche le cose che mi sono piaciute. Ma ho trovato straordinaria la pittura di Pietro Piccoli che non conoscevo. Scopro che nasce nel 1954 a Monopoli di Sabina (Rieti) e trascorre la sua infanzia a Latina.

    Pubblicato 14 anni fa #
  24. zanoni

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    faust, puoi spiegare un po' meglio in cosa consiste secondo te lo spettacolo dei bastardi ingloriosi?

    Z

    Pubblicato 14 anni fa #
  25. zanoni

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    riguardo il ruspi... 48mila euri??? e il catalogo??? e il buffet???

    che poi ancora non ho capito cosa c'entri 'sto loos con latina-littoria....

    Z

    Pubblicato 14 anni fa #
  26. big one

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    non vorrei sbagliare ma credo che il maestro Piccoli viva e lavori ancora a Latina

    Pubblicato 14 anni fa #
  27. Detto fatto, Zanoni :

    il modo di costruire le scene accumulando la tensione in un crescendo che rende efficaci anche gli scoppi più telefonati, la potenza scenica di personaggi sopra le righe quali Hans Landa, il non risparmiarsi mai dirigendo con un mattone incollato all'acceleratore, dialoghi più che funzionali a quel che succede sullo schermo, il ritmo che, nonostante i cali evidenti regge benissimo le due ore e passa, il fatto che in più di un punto è dannatamente divertente, la spietatezza e la non indulgenza con i personaggi, carogne tutti a modo loro, il fatto che sia narrativamente che a livello di messaggi fra le righe si potevano scegliere strade molto più paraculo e non è stato fatto.

    Inglorious Bastards è un film che vuole spingere e lo fa.

    Perchè, a te non è piaciuto?

    Pubblicato 14 anni fa #
  28. zanoni

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    il film l'ho trovato avvincente, a tratti divertente. da un punto di vista cinematrografico e' significativo (ma gli 'omaggi' sono troppi e troppo evidenti), ma la storia - me ne convinco sempre piu' - non regge: e non parlo del finale pirotecnico, ma di tutto quello che c'e' in mezzo a partire dalla fanciulla che viene inspiegabilmente lasciata scappare e poi finisce come finisce.

    posso chiedere se tutti i dialoghi sono stati tradotti in italiano? perche' uno degli aspetti piu' interessanti del film e' il plurilinguismo (caratteristica fondamentale del fenomenale landa), frutto a volte di momenti di comicita' inarrivabile (i 3 soldati che si spacciano per italiani, ad esempio)...

    Z

    Pubblicato 14 anni fa #
  29. Per fortuna, salvo le parti in inglese che sono state doppiate, i dialoghi sono in originale sottotitolato, e concordo con te che la cosa renda benissimo. Concordo anche su Walz, una prova davvero grandiosa.

    Quanto agli omaggi, beh, non è che siano un po' troppo evidenti, sono proprio scoperti, ma Tarantino su questo discorso ha fatto outing un milione di volte.

    Quanto alla trama, beh, non ho memoria di un film di Tarantino dove essa non sia una mera variabile al servizio della regia...

    Pubblicato 14 anni fa #
  30. zanoni

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    piu' che al servizio della regia... al sercizio del regista (e questa autocelebrazione mi piace abbastanza poco, anche se in fin dei conti tarantino un po' puo' permetterselo).

    ma brad pitt, al cinema, lo dice 'correcto'?

    Z

    Pubblicato 14 anni fa #

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