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(1464 articoli)
  • Avviato 15 anni fa da Faust Cornelius Mob
  • Ultima replica da parte di FernandoBassoli
  1. pippe in senso metaforico, Faust

    Pubblicato 15 anni fa #
  2. urbano

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    Nella sala di motaggio
    Diego avrebbe visto questo
    "la consigliera antropofaga"

    Get the Video Plugin
    leggere i titoli di coda

    Pubblicato 15 anni fa #
  3. Abbracci spezzati.
    L'ho visto cinque minuti.
    Poi ho preferito Morfeo.

    Pubblicato 15 anni fa #
  4. pippe in senso metaforico, Faust

    stai discendendo una china pericolosa, ragazzo...

    Pubblicato 15 anni fa #
  5. Pubblicato 15 anni fa #
  6. urbano

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    magari è già conosciuto
    http://www.artefascista.it/index.htm
    un bel repertorio

    Pubblicato 15 anni fa #
  7. urbano

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    Ho visto la mostra del premio Wilmotte.
    Si trattava di "riqualificare" la torre piezometrica del Gionchetto.
    Perchè poi? Come se una bella torre dell'acqualatina risarcisse un quartiere abusivo.
    Che fare?
    Un concorso per giovani architetti o per ancora studenti ai limiti estremi de la fantasia architettonica.
    Bello? E come no.
    Interessante? E come no.
    L'architettura è diventata fenomeno editoriale di nicchia, cataloghi.
    E di contenuto analogo o a volte superiore a quello esprimibile dalla Pixar.
    Avatar, ecco scenari da Cameron.
    Ormai l'architettura non serve più a un cazzo.
    Alla domanda cui prodest? la risposta è me ne frego, in senso proprio fisico, una bella ravanata e via.
    Wilmotte e sodali nella vecchia palestra fanno segno col dito a un cielo digitale senza manco la luna.

    Pubblicato 15 anni fa #
  8. sensi da trento

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    manifesto storico trovato su internet.
    magari ne avevate già una copia.
    per me invece è un inedito.

    oro alla patria

    Pubblicato 15 anni fa #
  9. Quel giorno inauguravano anche Pontinia, da quel che mi risulta.

    Pubblicato 15 anni fa #
  10. sensi da trento

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    sul serio?
    non lo sapevo: a me ha colpito la data: 18 dicembre.
    ho pensato che fosse un po' una data simbolo del fascismo; una sorta di data portafortuna.

    Pubblicato 15 anni fa #
  11. k

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    Lo è. Dalla fondazione di Littoria in poi.

    Pubblicato 15 anni fa #
  12. sensi da trento

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    era davvero il minimo che la Buonanima potesse fare

    Pubblicato 15 anni fa #
  13. urbano

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    Dopo esserci riuscito a metterer a posto il decoder
    ho visto
    Le vite degli altri
    Florian Henckel von Donnersmarck
    2006
    Christina e Patrizia me l'avevano raccontato
    orogogliose di vivere nei luoghi di Gerd Wiesler
    l'uomo buono.
    Karl Marx Allee, inizia da Alexanderplatz e va verso est.
    Ho cercato di vederla dall'alto di Walter ma non lo so se l'ho individuata.
    Ci si trova a fare della cose durante la vita, che possono parere orribili, dopo, ma non più di tante altre.
    Però quelle cose possono non essere noi.
    Lo stasi HGW XX/7 nonostante tutto è rimasto Gerd Wiesler un uomo buono che è tale intimamente senza volerne ricompense.
    Tuttavia quando comprerà Die Sonate vom guten Menschen con la dedica inghiottendo l'emozione si lascerà sfuggire un piccolo sorriso mentre dice al commesso che non importa incartare il libro: " lo prendo per me".

    Pubblicato 15 anni fa #
  14. zaphod

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    Fondatore

    Le vite degli altri è uno dei film più brutti che mi è capitato di vedere negli ultimi tempi (recensione camerierestailee). E in questo sereno giudizio sono confortato dall'appoggio della fata turchina e, credo, di qualche altro autorevole esponente di questa comunità poco virtuale.
    All'inizio il film è di una banalità sconfortante con questa germania est in cui tutti sono tristi e grigi, il cielo è triste e grigio e la triste e grigia vita del protagonista è tutta tesa a essere sicuro che nessuno sprazzo di luce possa andare a turbare tutta quella tristezza e quel grigiume. Sembra uno spot berlusconiano anticomunisti.
    Poi - proprio quando riesci a convincerti che in fondo il film è tutta un'allegoria sull'oppressione dei regimi totalitari, ma che anche la nostra società è basata sul controllo e quindi le tue cellule grigie iniziano a meditare e a capire che il regista non sta raccontando la realtà, ma sta utilizzando la germania est come metafora, come allegoria del mondo e dell'esistenza umana - ecco che cambia tutto e ti rendi conto che no, ci avevi visto bene all'inizio, il regista è veramente convinto che la germania est era uno stato di lobotomizzati senza speranza e aguzzini sadici. E si apre il barattolo della melassa a raccontare la redenzione dell'aguzzino guardone che si innamora eccetera eccetera.
    Premio oscar?
    Ma fatemi il piacere...

    Pubblicato 15 anni fa #
  15. cameriere

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    Membro

    Le vite degli altri è uno dei film più belli che mi è capitato di vedere negli ultimi tempi. E in questo sereno giudizio sono confortato dall'appoggio della viola e, credo, di qualche altro autorevole esponente di questa comunità poco virtuale.
    All'inizio il film offre un realistico spaccato della germania est, triste e grigia, il cielo è triste e grigio e la triste e grigia vita del protagonista è tutta tesa a essere sicuro che nessuno sprazzo di luce possa andare a turbare tutta quella tristezza e quel grigiume. Sembra uno spot berlusconiano anticomunisti, ma la vita lì in germania che io (e non solo io) non conosco direttamente, ma solo mediata da letture varie di scrittori russi, la vita lì io l'ho sempre immaginata così come me la offre quel film.

    A un certo punto ho persino temuto che invece il film fosse tutta un'allegoria sull'oppressione dei regimi totalitari, che anche la nostra società è basata sul controllo e quindi le tue cellule grigie iniziano a meditare e a credere che il regista non sta raccontando la realtà, ma sta utilizzando la germania est come metafora, come allegoria del mondo e dell'esistenza umana. Fortunatamente ecco che cambia tutto e ti rendi conto che no, ci avevi visto bene all'inizio, il regista vuole veramente rapprersentare una germania est senza speranza e controllata e governata da aguzzini sadici. In questo clima disumanizzante il protagonista riesce a recuperare la sua umanità in un finale che forse, ai non attenti, potrà apparire come un finale un po' melassato.
    Premio oscar meritato.
    Un vero piacere.

    Pubblicato 15 anni fa #
  16. cameriere

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    leggete,
    se volete,
    'HO SCELTO LA LIBERTA' Victor Kravschenko
    'BUIO A MEZZOGIORNO' Arthur Koestler

    Pubblicato 15 anni fa #
  17. A me, invece, Le vite degli altri non mi è sembrato né il più bel film che ho visto né il più brutto. Un film, punto. Girato bene, con interpreti bravi. Il punto l'ha citato il cameriere: non aggiunge nulla a ciò che già si sapeva della Stasi, della Germania dell'Est e dei regimi totalitari. Basta vedere un Good Bye Lenin qualsiasi per rendersi conto che la tematica è possibile affrontarla in altre maniere, anche ironiche.

    Tra le altre cose, il passaggio del protagonista da super cattivo a super buono avviene troppo in fretta, senza alcun motivo apparente. Dice: "il senso di colpa". E come matura? Così in fretta. Uno che non ha alcuni dubbi, che non mostra la minima incertezza, ad un certo punto prende e diventa buono?

    Pubblicato 15 anni fa #
  18. rindindin

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    Membro

    io non l'ho visto ma devo dire che le vostre recensioni mi aiutano molto a decidere...in compenso mi divertono un sacco!

    Pubblicato 15 anni fa #
  19. urbano

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    Membro

  20. cameriere

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    Membro

    <<Tra le altre cose, il passaggio del protagonista da super cattivo a super buono avviene troppo in fretta, senza alcun motivo apparente>>

    non credo che si possa parlare semplicemente di 'cattiveria VS bontà'.
    il protagonista non è cattivo.
    per dirla coma jessica rabitt,
    ce lo disegnano così.
    è il sistema che lo fa così,
    e non è poi così incredibile che fuori da quel sistema
    il protagonista si riappropria della sua 'normale' umanità
    e si comporta di conseguenza.

    Pubblicato 15 anni fa #
  21. k

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    Membro

    Ora io non capisco perchè uno - dopo essersi ritirato a vita monastica, nel silenzio più assoluto di settimane e mesi, se non anni - debba all'improvviso rompere questo sacrosanto silenzio per sparare solo una cazzata, quando poi lui stesso sa per primo, che "il protagonista non è cattivo, per dirla coma jessica rabitt, ce lo disegnano così, è il sistema che lo fa così". Basterebbe solo che lui a "protagonista" sostituisse "Ddr". E mi spiego meglio:

    tu stai in un paese superintercettatissimo, comandato da un ladrone autocrate padrone di tutte le tv, che si fa le leggi ed ogni cosa come pare e piace a lui e che se il Presidente della Camera si permette di dire una parola fuori posto, lui chiappa, intercetta e s'incula pure a lui... e poi tu vieni a parlare della Ddr? Ma vaffanculo va', Camerie'. A meno che tu non sia solo contento e soddisfatto perché in questo paese dittatoriale e superintercettatissimo tu stai (o te lo credi tu) dalla parte del più forte - di quello cioè che intercetta - visto che la tua squadra, guarda caso quella della compagnia telefonica, è riuscita finalmente a battere la concorrenza sul campo e a vincere qualche campionato proprio con le intercettazioni. Camerie', studiati i libri di storia - non Arthur Kostler che era un agente dei servizi britannici - e vedrai che manco nell'Urss di Stalin e di Beria il Lokomotiv Mosca o la Dinamo riuscivano a liquidare gli avversari e vincere i campionati
    come l'Inter in Italia. Avete buttato giù la gente dai cavalcavia (uno dei servizi di sicurezza da un viadotto a Napoli) e adesso hanno ammazzato un trans per coprire un ministro. E tu stai a pensa' alla Ddr? Ma pensa ai cazzi tua, che Zaccheo ti fa pagare pure l'aria che respiri.

    Pubblicato 15 anni fa #
  22. A

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    Trovo le vite degli altri un film stupendo.
    Aspetto un film analogo sull'Italia, tra quindici ventanni.
    ma questo paese ormai è cibo del gatto

    Pubblicato 15 anni fa #
  23. urbano

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    Provo a riassumere una bella intervista del regista.
    Racconta di se di aver iniziato presto una “dipendenza dalla cultura” venuta fuori con la pubertà "a compensazione del fatto di non essere ‘figo’”. Consumando letteratura europea ha scoperto presto le regole della letteratura leggendo Thomas Mann, Stefan Zweig, Tolstoj, Dostoevskij. Il desiderio di perfezione gli è rimasto insieme al desiderio di escogitare qualunque cosa per raggiungere tutto e tutti.
    Con le vite degli altri c’è riuscito.
    Il pubblico si è riversato in massa, il parlamento tedesco andò al cinema in blocco e addirittura il Presidente Koehler volò alla vecchia capitale Bonn per vedere il film assieme ai ragazzi delle scuole.
    Florian dice che era conscio del fatto che i temi della dittatura comunista avrebbero sollevato discussioni, e molto altro, esattamente ciò che voleva.
    Nessun sistema spionistico al mondo, ad eccezione forse della Telecom dice sorridendo, fu come quello della DDR:
    più di 250 mila persone impiegate dalla Stasi (Sicurezza di Stato) per “proteggere” 13.000.000 di concittadini.
    52 a spia, contando le spie.
    Una verità che a 17 anni dalla riunificazione delle Germanie è stata esaminata per la prima volta nel suo film.
    Donnersmarck dice di non aver girato un film didascalico, ma di aver utilizzato la tecnica della personificazione emotiva.
    Ha parlato del dibattito sulla Stasi come di “qualcosa di necessario per la Germania, ma anche triste. Posso immaginare che il successo di, non so, Lola corre, sia stato motivo di semplice festeggiamento per Tom Tykwer. Per me, c’è anche una sensazione di disperazione in Le vite degli altri ed è una vittoria amara. Ogni giorno, ricevo lettere dalla gente che mi racconta quello che doveva subire, e si riconosce nel film”.
    Con risolutezza accetta anche gli isolati verdetti critici che vogliono Le vite degli altri un film populista e alla ricerca di consenso, “Come se il fatto di piacere a tutti, risponde, anche a persone diverse fra loro, fosse un male! Le persone che hanno espresso questo verdetto vogliono, presumibilmente, che la Germania resti ferma in quella sorta di mediocrità che ha spinto personaggi ‘di consenso’ come Wilhelm Weiller o Wolfgang Petersen a lasciare il paese! Se 'film di consenso' significa 'banale' o anche 'cattivo film', allora voglio farne ancora di film banali e brutti nella mia carriera. Cosa direbbero questi critici di pellicole come Casablanca o Il padrino parte II? Devono essere i peggiori film di tutti i tempi, perché chiunque pensa siano belli, e non, come nel mio caso, quasi tutti.
    Mi auguro che Le vite degli altri sia stato più di un film di consenso!"

    La DDR è finita.
    E nel film è solo il vecchio ministro della cultura Bruno Hempf, che ordinò di spiare le vite degli altri, a dire: com'era bella la nostra DDR!.

    Chissà se il Diritto a Conoscere reclamato da Saviano potrà mai essere esperito come descritto nel film quando Georg visiona i suoi fascicoli e vede il volto del suo controllore conoscendone la sigla e il nome.

    Pubblicato 15 anni fa #
  24. k

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    Ecco: bravo, Urba'. Io ho fatto chiedere alla questura di poter vedere il mio fascicolo, con particolare riferimento alle poesie sequestratemi nel corso d'una perquisizione dall'allora squadra politica, nei giorni immediatamente successivi al 12 dicembre 1969. Quarant'anni fa. Prova a indovinà che cazzo m'hanno risposto?
    Tu sei proprio sicuro che a prescindere dai tv color e dai centri commerciali, tu oggi sia veramente e molto più libero in Italia e nella Germania Ovest che nella Ddr? Ma vaffanculovà, a te e il regista del film, banalissimo marchettaro di consumo conforme. Meglio, mille volte meglio - perchè artisticamente più compiuto e disarmante, complesso e completo seppur "divertente" - Good bye Lenin.

    Urbà, ma levami una curiosità: ma che cazzo ci vai a fare al cinema, se non ci capisci un cazzo? E vattavvede' i cartoni animati, va'.

    Pubblicato 15 anni fa #
  25. urbano

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    la libertà è una condizione spirituale dell'individuo
    l'oppressione no, è una condizione materiale.

    Pubblicato 15 anni fa #
  26. un concetto filosofico che rischia però di essere frainteso. La libertà spirituale è una cosa, la libertà materiale è un'altra. La seconda viene privata attraverso l'oppressione e, alla lunga, rischia di inficiare anche sulla prima.

    Pubblicato 15 anni fa #
  27. urbano

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    Infatti la cifra maggiore del film è appunto che l'oppresso HGW XX/7 nonostante tutto E' Gerd Wiesler, un uomo buono perchè libero.

    Pubblicato 15 anni fa #
  28. cameriere

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    Membro

    Infatti la cifra maggiore del film è appunto che l'oppresso HGW XX/7 nonostante tutto E' Gerd Wiesler, un uomo buono perchè libero.

    ecco, bravo,
    è questo che impressiona nel film,
    il mostro di frankenstein è la vera vittima.

    Pubblicato 15 anni fa #
  29. cameriere

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    quanto all'attacco
    spiacevole
    che ho ricevuto...
    che dire...

    ZERO TITULI

    Pubblicato 15 anni fa #
  30. k

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    Membro

    Barbùn

    Pubblicato 15 anni fa #

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