Canale Mussolini tra Verga e Manzoni
Categoria: Canale Mussolini, Pennacchi
Postato da: zaphod
“Quando incontrate Pennacchi ringraziatelo da parte mia,” così ci ha detto un amico incontrato in edicola stamattina, “mi ha raccontato cose della mia città e della mia storia che non conoscevo.” E’ noto infatti ormai a tutti che l’Anonima Scrittori ha un occhio di riguardo per l’autore di Canale Mussolini e che su questo romanzo ha puntato un riflettore per metterne in evidenza il percorso editoriale. E non solo.
E’ notizia recentissima che i diritti di pubblicazione del libro ( a neanche dieci giorni dall’uscita) sono già stati acquistati da Francia, Germania e Olanda, mentre sono anche iniziate le trattative per i diritti cinematografici. Tutte queste notizie possono essere seguite su questo sito e sul forum nel topic dedicato al libro.
Da prima che uscisse in libreria già si vociferava di una probabile candidatura al premio Strega, quando sarà il momento vedremo i giudizi dei giurati a cui verrà sottoposto. Per ora invece stanno arrivando i riscontri di quelli che il libro se lo stanno leggendo o che hanno già finito di leggerlo. Ha aperto le danze Valerio Magrelli dalle colonne di Repubblica parlando di “epica della bonifica”, il sito AffariItaliani e Lomonaco dell’Ansa lo hanno paragonato a Verga per il suo narrare la storia dalla parte degli ultimi, altri hanno fatto i nomi di Rigoni Stern, Fenoglio e Strabone, Pietro Cheli nella sua rubrica Il criticone lo ha accostato a Manzoni perché “se senza I promessi sposi non saremmo quello che siamo, in futuro si capirà l’Italia grazie a Canale Mussolini.”
L’autore guarda sornione tutto questo bailamme. Lui il suo dovere - metà, veramente - l’ha fatto. Adesso il libro è dei lettori. L’Anonima Scrittori, per buona misura, continua a tenere i riflettori accesi. Il prossimo appuntamento è per domenica 28 marzo a Roma per la presentazione del libro all’Auditorium durante la manifestazione Libri come.
agosto 5th, 2010 at 02:31
[...] settanta e del post-Tangentopoli. E infatti il giudizio che più mi ha colpito è stato quello di Pietro Cheli che dice “se senza I promessi sposi non saremmo quello che siamo, in futuro si capirà l’Italia [...]