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Alessandro Preiser recensisce Vampiro Tossico di Stefano Tevini

Categoria: Assaggi, suoni, visioni e letture, Narrazioni
Postato da: zaphod

[I più attenti seguaci delle vicende anonime si saranno già accorti della comparsa in libreria del romanzo di esordio di Stefano "Faust Cornelius Mob" Tevini edito da La Ponga Edizioni. cover iphone 8 custodia outlet I temi preferiti del nostro Faust sono da sempre stati quelli del racconto di genere e dei personaggi border-line e in questa prima prova sulla distanza lunga riesce a fondere le sue due anime e a forzare i cliché dell'horror per raccontare esistenze di confine. custodia samsung outlet Alessandro Preiser, autore per Marsilio di Zucchero bruciato e Avene selvatiche, ne coglie perfettamente l'essenza in questa sua recensione.]

La prima prova nel campo del romanzo di Stefano Tevini, con “Vampiro

tossico”, è senz’altro riuscita. cover iphone custodia In questo testo egli escogita una nuova forma

di dipendenza (o di tossicità), l’emodipendenza, che se vogliamo non è altro

che un termine moderno per definire la leggendaria sete di sangue dei vampiri,

creature che credevamo ormai démodé e che invece negli ultimi anni sono

inopinatamente tornati a interessare folle di giovani. Ma i vampiri di Tevini

sono tutt’altro che truci e biechi mostri pallidi e avidi di mordere e

terrorizzare esseri umani oppure individui dal cuore variamente tormentato, l’

emodipendenza per loro è soltanto alcunché di assai affine alla

tossicodipendenza classica da eroina nel senso che essi devono bere sangue per

non star male, fisicamente e psicologicamente, ma non vorrebbero mordere gli

altri, sono provvisti di scrupoli in questo senso, anche se poi quando si

trovano alle strette “spacciano morsi” al parco, ma morsi leggeri, che non

fanno diventare a tutti gli effetti vampiri. Loro, la scalcinata combriccola

protagonista del romanzo insieme con Nico, la voce che lo narra, volevano

davvero diventare dei “succhiasangue”? Non lo sappiamo e l’autore fa benissimo

a mantenere imperscrutabile l’antefatto, senza lasciar cadere scandagli nella

melma della psiche umana: “ Sì perché quando fai una cazzata non è detto che l’

avresti fatta sempre e comunque. iphone custodia outlet La fai in un determinato luogo, in un

determinato momento, la fai e basta.”. E loro, Celeste, Bindi, Cesarino e Nico

fanno effettivamente la cazzata enorme di farsi mordere per un centone. A

migliaia tanti ragazzi si sono rovinati la vita così, nella realtà e non nel

racconto parzialmente fantastico di Tevini, collaterale e contiguo a quello

tossico, facendosi il primo buco d’eroina senza un motivo, perché

effettivamente il più delle volte non c’è un motivo per il quale si fa una

cazzata specialmente quando si è giovani, la si fa e basta e le circostanze

possono essere varie. Non so quanto consapevolmente e soprattutto come l’autore

abbia metabolizzato nella propria mente questo fenomeno (cioè la droga, la

tossicodipendenza) che si è configurato a lungo alla stregua d’un esantema

nella vita della nostra società raggiungendo dimensioni inquietanti nel

decennio fra la metà degli anni Settanta e degli Ottanta, ossia durante un

periodo di benessere diffuso di cui ci rendiamo conto forse solo oggi che

questo benessere abbiamo perduto e che verosimilmente non tornerà più. “Vampiro

tossico” è però una fotografia di quel mondo sotterraneo, alternativo senza

alternativa, sporco, infido, maldestramente criminale e puttanesco dei tossici.

La sgangherata ghenga di vampiri infatti vive tutti gli aspetti che per solito

caratterizzano la marginalità degli eroinomani: l’allontanamento dalla

famiglia, qualche volta volontario ma spesso indotto dalla famiglia stessa,

qualche volta per incomprensione ma qualche volta per effettiva incapacità di

sopperire alla situazione o per salvaguardare altri membri della famiglia più

indifesi come i bambini. Lo spaccio per necessità di procurarsi la roba (in

questo caso il sangue) e il necessario, il furto di autoradio (classico dei

tossici) e altri reati fino alle rapine spicciole. samsung custodia outlet Felici a questo proposito

sono i dialoghi, che rispecchiano efficacemente il gergo scarno e vacuo a sua

volta riflesso del restringimento della visione del mondo e del vuoto di chi si

sente ormai da esso escluso. La dimensione surreale e fantastica della vicenda

è ben gestita dall’autore che mescola e intride i suoi personaggi nella realtà

in virtù proprio di questo collante dialogico, che conferisce l’impressione

della verosimiglianza a un gruppo di personaggi che viceversa si muovono in un

mondo per metà fantastico, e di tanti piccoli indizi disseminati qua e là

(notizie dei quotidiani e dei telegiornali, riferimenti a pezzi musicali) che

mescolano frammenti di reale all’irrealtà vampiresca del gruppo e così tutta la

narrazione si tiene bene in equilibrio tra realtà e irrealtà, con persino punte

di antagonismo e insofferenza tra tossicità classica da eroina ed

emodipendenza. Tuttavia ciò che mi ha favorevolmente colpito di più in “Vampiro

tossico” è il fatto che è un grido, ancor più efficace e acuto perché è un

grido taciuto. cover iphone custodia Tevini è nato nell’ottantuno, quando il fenomeno della

tossicodipendenza da eroina era largamente diffuso nel nostro Paese e in

qualche modo qualche diapositiva di esso dev’essersi incisa nella sua memoria

di fanciullo, tutto il libro infatti è percorso da questo sguardo umanamente

malinconico e partecipe della sorte di questi reietti, che guarda caso

lamentano tutti che nessuno sappia star loro vicino nei momenti più difficili,

ciò rintocca infatti come un suono di campane, come un leitmotiv che attraversa

tutto il libro e a ben vedere ci ricorda che qualcuno che è loro vicino c’è ed

è l’autore, che mentre plasma accarezza i suoi personaggi. A tutto ciò poi si

aggiungono altri aspetti della nostra vita cui abbiamo fatto tristemente il

callo specialmente nel nostro Paese, come l’incuria, l’irresponsabilità, l’

esplicare talvolta le proprie funzioni con indifferenza e trascuratezza e tutto

ciò Tevini deve aver metabolizzato, ruminato e rimuginato consapevolmente o

inconsapevolmente e trasformato nell’emblematica morte di Celeste, che di tutto

ciò somiglia un manifesto. Insomma, ci sono molte cose in queste 170 pagine,

soprattutto un autore che percepisce il caos informe del mondo che lo circonda

e per parte sua vorrebbe, forse, contribuire a porre un tassello per

aggiustarlo. custodia samsung Personalmente io penso che non ci sia scampo né rimedio, ma non lo

confiderei all’autore di Vampiro tossico, per non inquinare il suo sguardo vivo

e partecipe sul mondo, che già da questa sua prima prova ha saputo

magistralmente imbrigliare (infatti non si deve vedere, si deve percepire, che

è un’altra cosa) e che pur tuttavia piacevolmente traspare fra le righe della

sua scrittura. Manifestamente non escludo che la simpatia per lo sguardo dell’

autore sul mondo della tossicità sia frutto in parte di una certa somiglianza

di quello che ho avuto io sul medesimo ambito, con le varianti del caso

ovviamente, nei miei due romanzi, somiglianza che suppongo si riferisca a una

mera vicinanza umana, inspiegabile, irrazionale, un pizzico melanconica su

questo particolare mondo di emarginazione e associata alla rinuncia di un

giudizio, che infatti non è di pertinenza della letteratura, che si limita a

enunciare evitando di predicare.

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