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Bruce Springsteen esplode a Trieste

Categoria: Eventi, Resto del Mondo
Postato da: Faust Cornelius Mob

bigliettoboss

Bruce Springsteen è tornato in Italia e, come sempre, lo ha fatto in grande stile. Non si è risparmiato mai, ha sputato l’anima sul palco dando vita, insieme alla grande E Street Band, a concerti fiume di almeno tre ore l’uno tenendo migliaia di spettatori sulla punta di un dito. Luciana Mattei ha avuto la fortuna di vederlo a Trieste, lunedì 11 giugno 2012, e queste sono le sue impressioni.

[foto di Matteo Palamenghi]

Sono entrata al “Nereo Rocco” col cuore gonfio, ieri sera.
Arriviamo ben prima dell’apertura dei cancelli, il nostro ingresso allo stadio è giusto di fianco all’ingresso della Risiera di San Sabba.
“Che si fa? Andiamo?” Si, andiamo.
Non credo che riuscirò mai ad andare a Treblinka, ad Auschwiz o a Dachau, come avevo sempre pensato di fare, prima o poi: la Risiera di San Sabba m’è bastata. custodia samsung a8 Ho scattato una sola foto, fuori dalla recinzione, una parte della costruzione in mattoncini rossi seminascosta dagli alberi: una volta dentro, mi sembra assolutamente irrispettoso, un insulto, mettermi a scattare fotografie. samsung custodia outlet La camera della morte sta subito a sinistra, dopo l’ingresso lungo, grigio e stretto. Mi blocco sulla porta, non ce la faccio, non sono preparata, è una pugnalata al cuore. iphone cover outlet Guardo dentro rimanendo sulla soglia, poi esco. Superato l’arco, sul cortile grande si affaccia uno stanzone. custodia samsung shop Entro. All’interno dello stanzone ci sono una decina di celle, strette un metro e lunghe due: ci stavano anche in dieci dentro ognuna. cover iphone 8 plus custodia outlet Mi appoggio ad una delle finestre che danno sul cortile, tento di mandare giù la saliva per sciogliere il nodo enorme che mi sta soffocando la gola, ma non riesco a far entrare neanche l’aria. samsung custodia outlet Mi dico “Ora mi passa, ora mi passa…”. Non passa. Fuori, nel cortile, non riesco ad alzare gli occhi verso il camino che si staglia verso questo cielo nero e viola, gonfio di nubi. Quando esco mi fa male da morire il braccio destro e sulle prime non capisco perché: solo dopo mi accorgo che per tutto il tempo l’ho tenuto contratto, piegato, col gomito aderente ad un fianco e la mano premuta sul petto, all’altezza del cuore.
Stasera tocca a te, Boss, rimettere a posto i pezzi di questo puzzle frantumato, chi l’avrebbe mai creduto?
Immenso, al centro della scena sempre, tre ore e mezzo di musica senza esitazioni, non su un pezzo, ma neanche su una sola nota che sia una. Grande enfasi dei fiati e dei coristi chiaramente gospel, bella virata verso il R&B, diavolo d’un Boss sai fare da dio anche questo! Chi celebri Boss, stasera? Io sto qui a farmi rimettere a posto il cuore, ad aspettare che la tua musica m’attraversi lo sterno e la cassa toracica da una parte all’altra e stacchi via pezzo per pezzo l’orrore che ci si è incrostato sopra, e tu, tu per chi canti stasera?
Max Weinberg ha la faccia compita di un impiegato del catasto, ma è in stato di grazia assoluta stanotte, lo dimostra fin dall’apertura con BadLands e non molla più.
City of Ruins
è la più bella in assoluto, Boss: è un grido di dolore che raccoglie la rabbia, tua, mia, di tutti, e tu lo ingigantisci fino a che lo stadio non lo contiene più e poi lo lanci e lo fai esplodere lassù, in alto.
Ti riappropri di Because the Night, scagli come un mantra “hard times come, hard times go” di Wreaking Ball e quella palla gigantesca veramente scivola verso di me, urta il mio cuore e disintegra via parte di ciò che lo soffoca.
Ammonisci We take care of our own , senza aspettare quella cavalleria che è rimasta a casa, e in Youngstown preghiamo tutti Dio di spedirci all’Inferno quando moriremo, ché in Paradiso nessuno di noi riuscirebbe a lavorare bene.
L’energia è fortissima, il ritmo è serrato, non si perde una battuta: la E Street Band è funambolica e se ad un certo punto la tua voce dà l’impressione di sgranarsi, la corista gospel accorre ad ammorbidire i toni.
E poi c’è Tenth Avenue freeze-out: ecco per chi stai cantando Boss, per Clarence “Big Man” Clemons, è questa la crosta di dolore che devi mandare via dal tuo cuore stanotte. custodia samsung s8 C’è suo nipote ora nella band, stessi capelli, sax superbo, corista e performer.
Ma la tristezza e la rabbia, le tue, sono palpabili: sarà che il mio cuore è rovesciato stanotte, ma ho l’impressione che siete qui tutti, tu, la band, il nipote di Clarence Big Man , a tenervi stretti, a guardare al passato, a dirvi l’un l’altro che ce la farete e a cercare di mandare giù quel nodo che serra la gola, esattamente come ho cercato di fare io.
E ora vai con No Surrender, Rosalita, Hungry Heart, lascia che la tua musica ci attraversi l’anima da una parte all’altra, ad occhi chiusi, che ci restituisca la chiave, che rimetta a posto i pezzi, che serri di nuovo le fila, che dia un senso alla vita e alla morte.
Sei voltato all’ indietro stanotte, Boss: hai salutato in friulano i triestini che friulani non sono, e nessuno t’ha detto che San Sabba è qui a dieci metri, peccato.

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