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Homeland: Enea dopo l’11 Settembre

Categoria: Anonima Scrittori, Assaggi, suoni, visioni e letture, Eventi, I lunedì dell'Arcipelago, I servizi del Cameriere, Interpretazioni, La striscia di Faust, Trattoria Rosellini
Postato da: Torquemada

[Recensione della serie tv Homeland, uscita sul settimanale Gli Altri]
Guardando Homeland m’è venuta in mente l’Eneide. cover custodia samsung Il sergente dei Marine, Nicholas Brody, interpretato magistralmente da Damian Lewis, sembra un po’ un Enea che, nel viaggio agli Inferi, deve aver visto e patito qualcosa che gli ha inquinato l’anima. Tra lui e il protagonista virgiliano sono parecchi i punti in comune: lo stesso odio per la guerra, la stessa fedeltà incondizionata alla famiglia, lo stesso tormento e insieme la stessa cieca obbedienza ad un destino più grande di loro, che li rende eroi – Brody per gli americani è un semidio, essendo un reduce di guerra, così come Enea lo è per i suoi troiani – nonostante la loro natura e le loro convinzioni. Un po’ di trama, evitando gli spoiler: Nick Brody è stato prigioniero di Al Qaeda per otto anni e, proprio quando tutti lo consideravano morto, viene trovato in una missione dei corpi speciali e riportato a casa. custodia samsung outlet In trionfo. Lì trova una famiglia che è dovuta andare avanti nonostante tutto, con una moglie che ha affogato il dolore tra le braccia del suo – di lui – migliore amico. E trova pure un governo che non vede l’ora di poterlo esporre ai media, per dare alla popolazione la sensazione che la guerra contro il terrorismo è vinta. Ed è proprio mente tutto sembra andare come deve, per il Governo ma forse pure per Al Qaeda, che appare la Giunione di Homeland: l’ufficiale della Cia, Carrie Mathison. E’ proprio a lei che un infiltrato nell’organizzazione terroristica che faceva capo a Bin Laden, rivela che un marine americano, da tempo prigioniero, si è convertito ed è pronto a sacrificarsi per la causa con un attentato negli States. E poche ore dopo, quasi per magia, riappare Brody. L’agente della Cia si limita a fare due più due, almeno dal suo punto di vista. custodia samsung a8 2018 Così inizia una persecuzione vera e propria, che viola la privacy e tanti altri diritti, basti pensare alle telecamere non autorizzate montate all’interno dell’abitazione del sergente. Prima di tornare al nostro Nick ‘Enea’ Brody, credo sia necessario fare una piccola premessa. Sono già diversi anni che, in una società dove sembrano scomparse le tante certezze – ideologiche o economiche – del passato, si rivaluta la figura dell’eroe o del supereroe. Le superpotenze rimaste, nonostante la fine della guerra fredda e il consolidamento dato per certo da tutti, sentono comunque minacciata la loro supremazia da un nemico non meglio identificato (un terrorismo acefalo), le cui ragioni – la rabbia del terzo mondo – si mischiano ai torti – la violenza cieca, la non volontà di trovare un compromesso – in maniera quasi indissolubile. E se da un lato c’è chi ha voluto irrimediabilmente incrudelire sempre più il contrasto, dall’altro c’è chi si interroga sulle reali ragioni, c’è chi inizia a porsi domande. Nel cinema israeliano succede da un po’, per esempio. cover custodia iphone Basta vedere film come Lebanon, oppure quel miracolo del cinema d’animazione che è Valzer con Bashir. cover samsung custodia Non a caso, Homeland è ispirato ad una breve serie tv israeliana – solo tre puntate – dal titolo Hatufim, meglio conosciuta come Prisoners of War. La trama differisce, certo che differisce, ma c’è un punto in comune: la tematica dell’eroe moderno. Siamo di fronte all’eroe per forza, all’eroe dato in pasto alla popolazione, all’eroe costruito ad arte dai media. E’ proprio l’eroe che, con tutte le differenze del caso, per primo provò a tratteggiare Virgilio. Pieno di dubbi, di tentennamenti, protagonista di piccoli o grandi tradimenti – Enea, per esempio, fu accusato di essersi salvato dalla distruzione di Troia, in opere minori post omeriche, perché aveva tradito i suoi – è un personaggio dalle tinte forti, e magari anche un po’ fosche. Dalla visione manicheista si passa ai personaggi fatti di luci ed ombre. Dalla tesi semplice e lineare si passa alla trama complessa. samsung custodia original Dalla narrazione oggettiva si passa alla narrazione soggettiva. I flashback di Homeland, infatti, non raccontano fatti. Raccontano le sensazioni di Brody, i suoi incubi in particolare, rendendo evidenti, allo spettatore, i condizionamenti psicologici – presi pari pari dalla Cia – che vengono perpetrati dagli esponenti di Al Qaeda. Dice: “possibile che gli americani abbiano fatto un film anti-imperialista, quasi pro-terrorista?”. Ci mancherebbe altro. Gli americani restano americani, e i cattivi, per quanto complessi e sfaccettati, sono sempre più cattivi dei buoni. samsung custodia original Ma è evidente che l’immaginario americano, attraverso le immagini di una seguitissima e premiatissima serie tv, si modifica, va avanti, prova a fare i conti con i dubbi. Già è importante che la serie sia, senza se e senza ma, antimilitarista.

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