Torna dopo una breve pausa estiva “I Lunedì dell’Arcipelago”, direttamente da Arcipelago Anonima con il meglio del meglio. custodia samsung a8 2018 Tempo di ridere un po’, giusto per addolcire il rientro dalle ferie, con Matteo Palamenghi, amico di Nowherecast, e il suo “Raccontando di quel vecchio matto del professor Jones”.

L’aula si riempì lentamente di una folla vociante di studenti che andò a sedersi sulle panche disposte a semicerchio intorno alla cattedra.Qualche secondo dopo entrò nella stanza un uomo, sulla settantina, capelli grigi lunghi legati in una coda e occhiali con la montatura in plastica nera.Chiuse la porta, si guardò in giro con aria soddisfatta, si diresse alla cattedra, vi appoggiò sopra pericolosamente in bilico una vecchia borsa in pelle sformata e volse la propria attenzione sulla folla di studenti che lo guardavano attoniti.

“Buongiorno a tutti. cover iphone 7 custodia outlet Oggi, per la lezione di storia della scienza, parleremo di un personaggio piuttosto particolare.”

La stanza, lentamente, si fece silenziosa.

“Bene, la persona di cui tratteremo è uno studioso di nome Henry Jones: antropologo, entomologo, zoologo, cardiologo e Dio sa cos’altro”.

In quel momento, o meglio, proprio mentre il professore pronunciava la parola Dio, per alcuni effetti legati direttamente alla legge di gravità e alla legge di Richard Patton – un regista che studiò a fondo le connessioni fra fisica e colpi di scena, traendo la conclusione che questi ultimi piegavano e modellavano le leggi fisiche a seconda della spettacolarità del momento – la ventiquattro ore cadde rovesciando a terra il proprio contenuto di appunti e disegni. Il docente si volse irritato verso la propria borsa, vi rimise tutto dentro e la riappoggiò sulla scrivania, in bilico esattamente come prima, poi tornò a rivolgersi al suo auditorio.

“Bene, dicevamo…” Si passò una mano fra i capelli, cercando di riprendere il filo del discorso.

“Professore?” Un ragazzo cercò di richiamare la sua attenzione alzando una mano.

“Sì, sì, le domande dopo, appuntatevele, ora andiamo avanti con la lezione…”

Titubante il ragazzo si guardò intorno imbarazzato e riabbassò il braccio facendo spallucce.

“Stavo appunto dicendo che il professor Jones, antropologo, entomologo, zoologo, cardiologo, e – fece una piccola pausa appoggiando una mano alla borsa spingendola lontano dal bordo della scrivania – Dio sa cos’altro…”

A questo punto guardò soddisfatto la borsa ormai in salvo e continuò col racconto.

“Nei lunghi anni di studio che passò nella foresta amazzonica, dal 1957 al 1985, fece alcune stupefacenti scoperte che andrò a mostrarvi…”

Si riavvicinò alla borsa, tirò fuori un faldone polveroso chiuso con dello spago e ne estrasse alcune fotografie ingiallite. iphone cover outlet Gli diede una rapida scorsa e poi pose la prima sul ripiano della lavagna luminosa.

“Questo fu il primo animale che Jones catalogò: lo chiamò Giffone dalla barba bianca”

L’immagine di una piccola scimmietta con una vistosa cresta viola comparve sulla lavagna, l’esemplare ritratto sembrava intento a farsi gli affari propri e per niente felice di essere fotografato.

“Come vedete il Giffone dalla barba bianca è riconoscibilissimo grazie alla sua magnifica cresta viola e alla totale assenza di mento. iphone cover outlet Caratteristiche peculiari di questi animali sono un pessimo carattere antisociale e irascibile e una strana passione per il lancio delle uova di serpente contro gli alberi. L’ultima femmina vivente di Giffone fu salvata dal professor Jones dalle spire di un boa di quattro metri e sezionata per capirne la struttura interna. Si dà il caso che l’esemplare fosse sfortunatamente affetto da una discreta serie di malattie genetiche che invalidarono qualsiasi rilievo effettuato… Un vero peccato!”

Ripose con cura la fotografia nel faldone e ne estrasse un’altra.

“Bene, quello che vedete proiettato in questo momento è uno Spauracchio occhialuto del Borneo – sulla lavagna comparve quello che sembrava un gatto malnutrito e depresso (secondo alcuni) o con una brutta dipendenza da Tavor (secondo chi la sapeva lunga) – Come potete vedere è un felino in tutto e per tutto simile a un gatto soriano, da cui si distingue per l’assoluta incapacità di cacciare. Sembra un soriano con la prontezza di un bradipo: stupefacente no?”

“Professore?” Era lo stesso studente che lo aveva interrotto in precedenza.

“Sì, sì, so cosa vuoi dire… Prima il Giffone dalla barba bianca senza barba e ora lo Spauracchio occhialuto del Borneo senza occhiali e scoperto in Amazzonia… Diciamo che il Dr. samsung custodia s8 Jones ebbe delle disavventure che ne minarono il carattere: appena arrivato il suo gatto scappò e non lo rivide più, ero molto legato a quel gatto. iphone cover original Poi dovete sapere che Jones non era proprio uno scienziato nel senso stretto del termine… Aveva avuto una formazione come psicologo, e stava svolgendo uno studio sul metodo Stanislavskij: era sicuro che una persona, sufficientemente convinta di essere qualcun’altro, riuscisse effettivamente a diventarlo!”

Aspettò invano qualche secondo che succedesse qualcosa di scenico per sottolineare la frase, ma la legge di Richard Patton segue purtroppo regole non sempre chiare e non accadde nulla, a meno di non considerare scenico il fatto che nel frattempo il professore di fisica entrò di corsa nell’atrio dell’università quasi travolgendo la collega di matematica, cosa che gli diede la possibilità di scusarsi e invitarla a cena come desiderava fare da tempo, ma questa è davvero un’altra storia.

A questo punto il professore sospirò deluso dall’assenza di drammaticità, prese la borsa, la buttò in terra e continuò il racconto.

“Ricordo che una volta si convinse fermamente di essere un cardiologo… Fu un successone per la sua teoria, certo, bisognerebbe considerare che gli indigeni che lo ospitavano erano in perfetta salute e non necessitavano affatto di un cardiologo, ma fu comunque un successo, sono sicuro che sarei stato in grado… Non fa caldo? Apro la porta che gira un po’ d’aria.”

Così dicendo aprì la porta e il professore di fisica, che ci si stava lanciando contro per aprirla, perse l’equilibrio, fece due o tre passi a vuoto e finì lungo disteso per terra.

Si rialzò, si spolverò i vestiti e si rivolse all’altro docente:

“Professor Jones? Che cosa ci fa lei qui? Questa è la mia aula! – Poi, rivolto agli studenti – Scusate il ritardo.”

“Oh, niente, raccontavo ai suoi ragazzi del mio viaggio in amazzonia.