Anonima scrittori


“Infamità e politica in una città nuova”

Categoria: Antonio Pennacchi
Postato da: Torquemada

[contributo e riflessione dell'autore de Il fasciocomunista e di Canale Mussolini sulle ultime vicende politiche latinensi, che hanno avuto ampia eco sui mass media nazionali]

Se la giunta Zaccheo fosse caduta per la politica edilizia, per l’attacco sistematico alle fasce frangivento di eucalypti, per il parcheggio sotto l’area sacra dell’Oratorio di San Marco… non avrei detto niente, avrei detto solo: “Bravi, evviva!”
Se la giunta Zaccheo fosse caduta per gli appalti al cimitero, per la chiusura settimanale dello stesso, per i prezzi esorbitanti estorti anche ai semplici sepolti sotto terra… non avrei detto niente, avrei detto solo: “Bravi! Era ora!”
Se la giunta Zaccheo fosse caduta perché le opposizioni di centro, di destra, o meglio ancora di sinistra, alla testa del popolo infuriato avessero assalito il palazzo comunale e dato fuoco all’intero municipio con tutta la giunta Zaccheo dentro per il piano soste… non avrei detto niente, avrei urlato solo:”Bravi! Deppiù gli dovevate fare.”
Ma se la giunta Zaccheo – dopo che nessuno ha mai fatto un vero “ah!” su queste cose, ma le ha sempre sostanzialmente avallate – cade per la semplice infamità di un editto che arriva da Fondi… allora no! La maledizione dei Padri Bonificatori non potrà non ricadere, prima o poi, su quella pletora di consiglieri comunali, eletti dal popolo di Latina, che è andata prona e succube in fila indiana dal notaio a rinunciare al suo mandato senza dire una parola in consiglio comunale. Ma ancor più grave e infame è che l’editto sia stato accettato ed eseguito dalle opposizioni di centro, di destra o di sinistra che per lungo tempo e fino a ieri stesso avevano ritenuto e denunciato in tutte le piazze il fondano estensore dell’editto come sponsor o comunque compromesso con le infiltrazioni camorristico-mafiose. Ma come, prima fai le manifestazioni a favore del prefetto per commissariare Fondi, e poi vai dal notaio con Fazzone a commissariare Latina? E senza neanche un dibattito in consiglio comunale o con chi ti ha votato? Ma che democrazia è questa? Che sinistra? Ma può essere davvero questo l’unico ceto politico che si merita questa città?
Basta con le infamità! Che nessuno di costoro abbia più il coraggio di presentarsi agli elettori di Latina per chiedere il voto, non avendone saputo esercitare degnamente il mandato ed avendolo anzi ignominiosamente tradito, delegandolo alla “mafiosa” - ipsi dixerunt – Fondi. Via da questa città, o almeno via per sempre dalla “res publica” della città che hanno tradito.
A Latina è ora di cambiare. Via per sempre ogni ambiguità, via per sempre ogni carrierismo, via per sempre ogni divisione ideologica che era – nei fatti – solo di comodo. E’ l’ora finalmente di un’alleanza trasversale di cittadini liberi ed onesti, supportati da alcuni vecchi saggi – penso a Franco Luberti magari, penso ad Ajmone Finestra, ma anche ad Ezio Lucchetti ed altri – che ridisegnino un nuovo patto associativo che faccia sentire finalmente questo popolo la Stirpe dei Giganti che hanno domato le acque, bonificato le Paludi, fondato le città, per costruire tutti insieme una nuova nazione pontina che non sia più serva e scherana  degli agenti di Roma o peggio ancora di Fondi.
Popolo di Latina, in piedi! Noi siamo i figli dei Giganti, nessuno ci può più trattare così.

4 Responses to ““Infamità e politica in una città nuova””

  1. “Infamità e politica in una città nuova” di Antonio Pennacchi Says:

    [...] Per approfondire consulta la fonte: “Infamità e politica in una città nuova” di Antonio Pennacchi [...]

  2. urbano Says:

    http://www.youtube.com/watch?v=nrTf2Kcv1wg

  3. urbano Says:

    E’ facile nei momenti difficili invocare il superiore, la mamma, o il papà, lo spirito del genitore, grande, adulto, protettivo, giusto.
    Il Castigamatti che finalmente viene a alleggerire la disperazione della speranza di qualcosa di nuovo, o almeno meno fastidioso.
    Una specie di signor Didò, da dietro l’affaccio della finestra di casa, divaga, diverte e pensa ai vegliardi della palude.
    Nonnetti consumati dalle varie sclerosi che ancora pre dicono un futuro a noi perenni bamboccioni che inquieti siamo li per essere oracolizzati.
    Perché a che serve essere liberi e onesti se non si è supportati da vecchi e saggi.
    E’ la tradizione.
    Almeno la favola dei nonni, figli dei giganti non si sa come ne da chi estirpati, almeno quella!
    Ecco, un mito in quella zucca vuota che almeno l’eco la riempie.
    Divertimento, l’ultima frontiera.
    Una nascitura nazione discendente da stirpi estinte.
    Lo diceva pure il mio nonno: la troppa libertà fa l’omo ladro.
    Ovvero: quando non c’hai un cazzo da fa la noia dilaga e il pensiero si ipnotizza da solo.
    Ma lui era vecchio, pure se nonno.
    I saggi a me mi mettono paura,
    magari sette savi,
    magari un po’ di Sion
    a educare il demo che, come tutti i saggi sanno ma nessuno dice, non capisce e dunque non conta un cazzo.

  4. Torquemada Says:

    Riceviamo e pubblichiamo la lettera di risposta del segretario del Pd, Giorgio De Marchis.

    “Caro Antonio,
    come sempre apprezziamo il tuo impegno civile in favore della città di Latina, da cui spesso prendiamo spunto, ma in questo caso non condividiamo la tua analisi politica.
    In Consiglio Comunale l’opposizione del Partito Democratico ha espresso e ripetuto più e più volte tutte le obiezioni che tu elenchi, non riuscendo però ad ottenere il risultato di mandare a casa l’amministrazione sia per il fatto che la maggioranza disponeva ormai di trenta voti in Consiglio, grazie anche all’apporto di diversi eletti nelle file dell’opposizione passati a rinforzare il fronte pro Zaccheo, sia perché l’ormai ex sindaco aveva scientemente e progressivamente contribuito a svuotare le funzioni dello stesso Consiglio Comunale.
    Del resto, per una mera questione di numeri, è possibile far cadere un sindaco solo se una parte della sua maggioranza lo abbandona e gli toglie la sfiducia. Ed insieme alla discesa di Zaccheo, assistiamo ora anche a quella di Fazzone, che non ha ottenuto il tanto agognato assessorato in Regione, e che addirittura rischia il commissariamento del Pdl provinciale.
    Non credo sia necessario ricordare tutti i passaggi delle prese di posizione del Partito Democratico contro le scelte e le affermazioni esecrabili del senatore Fazzone, a cominciare da quando, proprio in Consiglio Comunale, esibimmo le magliette con la dicitura “Fazzone denunciaci tutti” per rispondere alle sue minacce di denuncia nei confronti del prefetto Bruno Frattasi.
    E proprio quando presentammo in Consiglio la nostra mozione di solidarietà verso il prefetto Frattasi, il sindaco Zaccheo aveva l’occasione concreta di votare a favore della mozione, ma ebbe paura e segnò lui la sua subalternità a Fazzone.
    Sottoscrivendo le dimissioni che hanno provocato la caduta di questa amministrazione, che ha compiuto scelte sbagliate e si è macchiata di gravi inefficienze in tutti i settori della vita cittadina, dalla politica edilizia alla gestione dei servizi pubblici, inclusi quelli cimiteriali, dall’adozione di uno scellerato piano sosta all’approvazione di progetti e grandi opere che non sono funzionali ma anzi snaturano la città, il Partito Democratico ha svolto il suo ruolo di opposizione ottenendo il massimo risultato possibile: quello di mandare a casa chi ha mal governato Latina. Se poi questo è avvenuto perché, insieme all’opposizione, una parte della maggioranza ha tolto la fiducia al sindaco Zaccheo, questo è un problema tutto interno al Pdl. Ma sarebbe stato gravissimo per l’opposizione non cogliere un’occasione del genere, finendo per fare da stampella, da scialuppa di salvataggio del sindaco, il quale avrebbe potuto continuare indisturbato a perpetrare tutte le azioni a danno della città di Latina che tu, caro Antonio, giustamente elenchi. In fondo, anche ai consiglieri dell’opposizione sarebbe convenuto rimanere al proprio posto, senza dover rinunciare a due anni di gettoni di presenza, di visibilità e del potere, sia pur piccolo, che il far parte del Consiglio comunale garantisce. Invece abbiamo consapevolmente fatto a meno di tutto questo nel superiore interesse dei cittadini di Latina, e soprattutto di quelli che ci hanno votato.
    Con tutto il bene che ti voglio, caro Antonio, credo che la maledizione dei Padri Bonificatori che tu invochi abbia già agito contro la destra e contro Zaccheo, che non meritava più di governare questa città proprio per aver tradito lo spirito dei fondatori.”

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