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La Striscia #10 - Eurostar per il Giappone

Categoria: Assaggi, suoni, visioni e letture, La striscia di Faust
Postato da: Torquemada

[Dopo una giusta pausa a cavallo tra 25 Aprile e 1 Maggio, riprende l'attività del sito Anonimascrittori.it con la rubrica sul fumetto e sulle altre vie del fantastico curata dal nostro Stefano Tevini]

Hiroshi Nakahara è un architetto giapponese di 48 anni estremamente dedito al lavoro e con il vizio dell’alcool. La sua vita familiare non è delle più serene, anzi, la stima che sua moglie e le sue figlie hanno per lui è pressoché nulla e la comunicazione fra loro inesistente. Tornando da un viaggio di lavoro, Hiroshi prende il treno sbagliato ritrovandosi, per caso, nel proprio paese natio. Recatosi a pregare sulla tomba di sua madre, l’uomo sviene risvegliandosi trentaquattro anni nel passato, con l’occasione di comprendere finalmente, vivendo da quattordicenne con la mente di un cinquantenne, molti punti non chiari del proprio passato.
Questa è, a grandi linee, la trama di “In una lontana città”, opera del fumettista giapponese Jiro Taniguchi. Pubblicato inizialmente a puntate su una rivista antologica, formula tipica in Giappone alla quale seguono, per le serie di maggior successo, raccolte in volumi dedicati, questa graphic novel è stata pubblicata in Italia nella più consona veste di un solo volume di quattrocento pagine circa. “In una lontana città” è un fumetto atipico rispetto all’attuale panorama dei manga (la parola giapponese che sta per fumetto) presenti sul mercato nostrano. Il tono della vicenda è fortemente intimista ed estremamente delicato. Dopo un incipit di carattere fantastico, la narrazione segue il percorso di presa di coscienza del protagonista, la comprensione che Hiroshi guadagna rispetto ai propri problemi attraverso la comprensione del significato degli eventi della propria gioventù.
Discostandosi dal dinamismo esasperato che caratterizza la maggior parte della produzione fumettistica nipponica, Taniguchi racconta la vicenda con un tratto pulito, minimale ed estremamente minuzioso nei dettagli d’ispirazione europea in cui gli stilemi grafici dei manga trovano poco spazio, uno stile che ha colpito niente meno che il maestro francese Moebius che ha voluto Taniguchi come disegnatore per la serie incompiuta “Icaro”.
Il ritmo è lento, lentissimo, accompagna un registro molto realistico e contenuto, senza artificiosità né colpi di scena gratuiti entro cui si muovono personaggi caratterizzati efficacemente attraverso gesti e dialoghi, senza monologhi interiori.
“In una lontana città” è un’opera che parla di riflessione e di autocritica, un’opera sulla funzione che il passato rispetto al presente : non lo si può certo cambiare, come Hiroshi apprenderà poco alla volta, ma ci può aiutare a migliorare il tempo a venire.

Bibliografia:

Jiro Taniguchi, In una lontana città, ed. italiana Rizzoli, 2006, 408pp., € 17,90

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