[Riprende la Striscia di Faust. E vi immerge, come al solito, nel mondo dei fumetti e nelle altre vie del fantastico. Questa volta la puntata verte sulla fantascienza e sull'autore che, più di ogni altro, l'ha rappresentata in Italia con tratti sapienti, quasi mitici. Si ritorna agli anni '60 - '70, alle epoche d'oro - o presunte tali - della cultura italiana. L'autore, di Verona, Roberto Bonadimani, è considerato uno dei maestri del genere. Buon viaggio]

LA STRISCIA - DEL FUMETTO E DELLE ALTRE VIE DEL FANTASTICO
Puntata numero 13 - Alla ricerca dell’underdog perduto.

Karel Thole, Giuseppe Festino, Roberto Bonadimani. Pronunciare questi nomi riporta molti lettori in un tempo che sembra oramai lontano, in un’epoca perduta di splendori ormai passati. Erano gli anni d’oro della fantascienza in Italia, gli anni ’60 e ’70 e i tre uomini di cui sopra ne rappresentano, letteralmente, il volto. Sì, perché la fantascienza non era solo racconti ma anche illustrazione e, nel caso di Bonadimani, fumetto. L’autore veronese, infatti, per quanto semisconosciuto al grande pubblico è uno dei maestri nostrani del genere. “Cittadini dello Spazio”, uno dei suoi lavori meglio riusciti, è una raccolta di racconti brevi, pubblicata per la prima volta nel 1977, dal gusto molto classico. Bonadimani mette in scena una serie di short stories ambientate su mondi alieni caratterizzati con una fantasia senza freni, racconti che oscillano fra la Space Opera avventurosa e gli sconfinamenti nell’horror. Dalle pagine del volume viene fuori un amore profondo e incondizionato per la fantascienza delle riviste pulp, fatta di grandi spazi stellati solcati da astronavi oblunghe, paesaggi esotici al limite dell’onirico e creature strane, difformi pur senza essere etichettabili come mostri tout court.
L’artista racconta a briglia sciolta, scatenando la propria immaginazione senza perdere, tuttavia, una certa solidità narrativa. I toni sono crepuscolari quando non addirittura cupi, talvolta malinconici ma mai rassicuranti.
L’influenza di un mostro sacro del fumetto italiano come Guido Crepax è chiara e scoperta nella composizione delle tavole, libere da strutture fisse con le vignette spesso disposte a incastro sino a intersecarsi, così come molto del creatore di Valentina si trova nel tratto di Bonadimani, un segno grafico morbido e spesso fatto di spesse linee curve e di neri pieni e densi che riempiono la pagina con disegni dal peso specifico molto alto. Tuttavia, dove Crepax parte per la tangente perdendosi in un surrealismo cerebrale, l’autore di “Cittadini dello Spazio” mantiene la barra dritta mantenendo la piena coerenza sia nel raccontare sia nel delineare visivamente gli ambienti.
Anche la rappresentazione della tecnologia, componente fondamentale per il genere, si integra in maniera indolore in un’estetica che punta su una sensazione visiva di liquidità con macchine dagli angoli smussati rese con soluzioni grafiche tali da avvicinarle alle proprie controparti organiche.
Il volume, al di là del fascino nostalgico, è una lettura di qualità pur segnando, in alcuni momenti, il passo nel proprio voler presentare modelli narrativi un po’ datati.

Bibliografia
Roberto Bonadimani, Cittadini dello Spazio, ed. italiana Dada, 2008, 184pp., €29