Il punto in comune più evidente fra il cinema e il fumetto è il semplice fatto che ambedue le arti narrano per immagini. custodia iphone In entrambi i casi testo e immagini si fondono in un prodotto ibrido e, pressoché sempre, collettivo in cui la parte testuale ha il compito di massimizzare il potere evocativo della parte grafica. Questo concetto Werner Herzog lo ha capito benissimo e ce lo dimostra magistralmente in un film del 2005, L’ignoto spazio profondo, un falso documentario davvero raro, se non unico, nel proprio genere.
Herzog racconta, attraverso la voce di un alieno da anni sbarcato sulla terra in cerca di una nuova casa che potesse sostituire il proprio pianeta morente, di una ricerca del tutto analoga : spaventati da un virus che minaccia di estinguerli, gli uomini hanno mandato un gruppo di esploratori alla ricerca di un nuovo pianeta in cui vivere. E’ una storia di sogni destinati a naufragare, L’ignoto spazio profondo, un grande racconto di fantascienza che ci mette in guardia sulle grandi speranze e su come esse possano andarsi a schiantare contro una realtà che non fa i conti con i nostri progetti.
L’alieno, nell’interpretazione febbrile e vagamente spiritata di Brad Dourif, ci narra gli eventi passati dal centro della propria delusione più grande : una città fantasma del tutto disabitata che sarebbe dovuta essere, nelle intenzioni sue e dei suoi concittadini alieni, una grande capitale, un monumento a una grande civiltà che ha solcato lo spazio per continuare a vivere. cover iphone 8 plus custodia Dai ruderi di un grande fallimento Dourif parla di un’altra impresa destinata a fallire : pare, infatti, che i primi pianeti con una possibile ma non certa abitabilità si trovino ben oltre la portata delle possibilità tecnologiche umane.
Un racconto amaro e profondo, questo film, una dura riflessione sull’uomo e sul suo bisogno vitale di conoscere la natura, dominarla e in essa prosperare e sull’indifferenza del cosmo nei confronti di un impulso tanto forte e fondamentale.
Le immagini, tuttavia, sono il vero fulcro dell’opera. custodia de telephone samsung L’ignoto spazio profondo è realizzato, tranne che nelle scene in cui Dourif fa il suo monologo, utilizzando immagini di repertorio delle NASA e di una stazione di ricerca in antartide.
Herzog ricontestualizza radicalmente le immagini cambiando loro di significato e liberandone il devastante potenziale poetico. custodia samsung outlet Il ritmo lentissimo e le musiche ipnotiche, delle quali spicca fra i realizzatori un coro sardo, si impastano con lunghe sequenze selezionate alla perfezione e vi imprimono una poesia dal devastante potere evocativo. samsung custodia original La vita all’interno di uno shuttle, lo spazio siderale e, soprattutto, le stupende sequenze di un’immersione sotto la calotta glaciale antartica che viene trasformata nell’esplorazione dell’atmosfera liquida del pianeta d’origine degli alieni, sono di grande impatto visivo e centrano pienamente il bersaglio nel generare nello spettatore la sospensione dell’incredulità necessaria per accettare una storia di fantascienza raccontata con lo stile di un documentario.
“L’ignoto spazio profondo” è un lavoro immenso, uno dei picchi più alti dell’espressione umana, un’opera ostica e niente affatto immediata nella fruizione ma difficilmente replicabile nel risultato.

Werner Herzog, L’ignoto spazio profondo, ed.