[Recuperiamo il terreno perso con La Striscia di Stefano Tevini, la rubrica che ci parla del fumetto e delle altre vie del fantastico. Questa volta siamo sempre nel mondo del fumetto, più specificatamente del fumetto italiano, alle prese con un autore di grandi classici del passato ma che, evidentemente, come dice Tevini, è un po' bollito]

BOLLITO

Talvolta gli editori ripongono molta, troppa fiducia nel packaging. Confezionano pubblicazioni evento sbattendo in copertina le migliori stelle del proprio empireo. L’aspetto snervante di un atteggiamento del genere è che chi pubblica pensa che sia sufficiente. Conseguenza di tale spesso mal riposta fiducia è che il prodotto non è all’altezza del battage pubblicitario. In poche parole, tolte le chiacchiere puoi lasciarlo sulla mensola. E’ il caso, purtroppo, del tanto atteso incontro fra due decani del fumetto mondiale : Chris Claremont e Milo Manara. Il primo è famoso per aver scritto uno dei più lunghi e acclamati cicli narrativi degli X-Men, quindici anni che hanno trasformato il tentativo di rilancio di una testata che vivacchiava con vendite bassissime in uno dei più clamorosi successi commerciali del fumetto americano. Il secondo è universalmente riconosciuto come uno dei maggiori esponenti del fumetto erotico, capace di influenzare buona parte degli autori della scena contemporanea. Protagonisti della storia scaturita da un incontro tanto prestigioso sono proprio i sopra citati X-Men, anzi, le X-Girls. Sì, perché sono proprio le donne il punto di forza dei due autori : Claremont è infatti famoso per la propria abilità nel caratterizzare i personaggi femminili, mentre sulla maestria di Manara nel tratteggiare flessuosi corpi di donna ogni ulteriore parola è superflua. I presupposti per un lavoro di grande prestigio, sulla carta, c’erano proprio tutti. Peccato che, in concreto, il volume “X-Girls Ragazze in Fuga” si sia rivelato tutt’altro paio di maniche. Incapace di reinventarsi e manierista fino a risultare irritante, Manara si fa cucire addosso una sceneggiatura che non ha nulla a che vedere con gli X-Men e con le atmosfere dei fumetti Marvel in generale ma che, stando a quanto gli stessi autori affermano nella prefazione, avrebbe dovuto valorizzare al massimo lo stile dell’artista nostrano. Il risultato, purtroppo, è una storia del tutto pretestuosa che si trascina nell’anonimato più totale scopiazzando in maniera poco convinta le opere precedenti del creatore di Giuseppe Bergman che, dal canto suo, sbaglia completamente la caratterizzazione grafica delle protagoniste della storia facendo sì che, complice un bianco e nero totalmente fuori luogo in un genere pensato per essere pubblicato a colori, finiscono per assomigliarsi tutte, un po’ come le opere di Manara da qualche anno a questa parte. E’ davvero triste vedere come un autore un tempo grande sia oramai incapace di fare alcunché se non l’imitazione di se stesso ai tempi d’oro trascinando a fondo con sé uno sceneggiatore in grado di fare molto meglio di così, in particolar modo con i personaggi con i quali ha toccato la vetta della propria carriera.
“X-Girls Ragazze in Fuga” ha il sapore, e qui spero di sbagliarmi, di un tentativo fallito in pieno di campare di rendita da parte di autore ed editore.

BIBLIOGRAFIA:

Chris Claremont e Milo Manara, X Girls – Ragazze in fuga, ed. italiana Marvel Italia – Panini Comics, 2009, 64 pp., € 12,00