La Striscia - Cosa ResteRanx
Categoria: Assaggi, suoni, visioni e letture, La striscia di Faust
Postato da: Faust Cornelius Mob
La disperazione è la cifra autentica di Ranxerox. Il coatto cibernetico creatura del compianto Stefano Tamburini è, infatti, figlio di un’epoca buia, di un Movimento ancora forte ma conscio di aver ricevuto ferite mortali da cui non si sarebbe più ripreso. Fin dalle prime storie pubblicate sulla storica rivista “Il Cannibale”, in bianco e nero e realizzate con la collaborazione di Andrea Pazienza, Ranxerox mette in scena con freddezza cinica il trauma che ha seguito il crollo degli ideali e delle speranze del periodo ’68-’77 tracciando, nel contempo, un ritratto al tempo stesso caricaturale e spietatamente preciso degli anni del riflusso e dell’eroina.
Quest’ultima, in particolare, è uno dei motivi ricorrenti del fumetto. Sono infatti i soldi e la droga i veri motori dell’agire di Ranx, dell’amata lolita Lubna e dei personaggi che gravitano attorno al loro mondo. Soldi, droga e poco altro.
Cane mangia cane, tutti vendono tutti nella Roma del futuro distopica, pericolosa e sovraffollata messa in scena da Tamburini e dal Michelangelo moderno Tanino Liberatore che, subentrando al disegno dopo le prime storie, conferisce all’opera un’atmosfera acida e adrenalinica grazie ai colori violenti e al tratto iperrealista che lo renderanno famoso nel mondo.
Sarà, per l’appunto, enorme il successo che Ranxerox avrà in Europa, un successo che lo porterà ad essere considerato uno dei classici del fumetto mondiale. Un successo che puzza di morte.
Stefano Tamburini, infatti, verrà trovato morto nel proprio appartamento nel 1986, a diversi giorni dal momento del decesso avvenuto in circostanze mai del tutto chiarite, una dipartita che, un periodo di stallo, porterà l’opera, lasciata incompiuta dal proprio creatore, a essere completata dagli sceneggiatori francesi Alain Chabat e Jean-Luc Fromental.
Il lavoro dei due successori, purtroppo, non è all’altezza dei testi di Tamburini non riuscendo a replicarne il cinismo disperato e la nervosa ultraviolenza nonostante il lavoro sempre fenomenale di Liberatore.
Un’edizione completa di un classico del genere era doverosa e di questo dobbiamo ringraziare Comicon Edizioni che, per la prima volta, raccoglie tutte le storie di Ranxerox mai pubblicate insieme a un nutrito apparato redazionale, comprese alcune chicche quali la lettera con cui la filiale italiana di Rank Xerox intima agli autori, dietro minaccia di azione legale, di cambiare il nome del personaggio, che inizialmente era proprio uguale a quello della famosa fabbrica di fotocopiatrici, in quanto l’associazione del celebre marchio all’ultraviolento coatto robot veniva considerata lesiva per l’immagine di Rank Xerox stessa.
Due soli difetti sono imputabili Ranxerox Edizione Integrale : la mancanza della sceneggiatura cinematografica del film su Ranx mai girato, presente nella precedente raccolta edita da Stampa Alternativa comprendente le sole storie in bianco e nero, e la mancata resa di un particolare in una vignetta della prima storia, un dettaglio sullo sfondo mentre Ranxerox imbocca l’entrata della metropolitana : la scritta “Stai male? Perati”, emblematica dello spirito crepuscolare che aleggia su tutta l’opera.
Per il resto, uno dei volumi a fumetti più importanti di sempre.
Stefano Tamburini e Tanino Liberatore, Ranxerox Edizione Integrale, ed. italiana Comicon, 2012, 205pp., € 22