[Tiziana Datti incontra Roberto D'Erme e Massimo Gentile dei Maledetti Dettimale]

Cos’è che ti colpisce di Piero Ciampi, il binomio genio e sregolatezza?

Massimo Gentile: No, il binomio genio e sregolatezza si trova anche nei cantautori più superficiali. Ciò che mi colpisce è la dannazione del poeta. In genere gli artisti hanno una doppia vita, una in cui creano, compongono e si esibiscono, un’altra dedicata all’aspetto privato. Uno come Ciampi riesce a trascinare la sua dannazione in ogni aspetto della sua vita e in ogni momento della sua giornata. Ascolta Livorno, per esempio, è una poesia bellissima in cui descrive la sua città, Ciampi non si lagna ma racconta gli aspetti più intensi della sua esistenza.

Come avete selezionato i brani da inserire nel CD?

Roberto D’Erme: Spesso la musica deve rispondere alle esigenze del mercato e quindi si selezionano brani più leggeri che facilitino l’ascolto. Noi invece abbiamo preso una strada diversa, la nostra non è una scelta commerciale perché talvolta cantare le cose della vita, anche quelle più tristi, serve ad esorcizzare le paure. Nel rapporto con gli altri difficilmente manifestiamo gli stati d’animo più cupi, se non nel privato, di rado, con qualche persona più intima. Ciampi ha messo a nudo la sua fragilità, la sua malinconia, le sue disavventure. Noi abbiamo scelto quei brani che mettono in luce la vera anima di Ciampi, ancorché cupa e dissacrante. ‘In un palazzo di giustizia’, ad esempio, Ciampi racconta del giorno in cui è andato in tribunale a separarsi dalla moglie, dalla quale non si sarebbe voluto separare. Le canzoni che abbiamo selezionato non le abbiamo scelte in base ad un criterio musicale, anche perché il nostro è stato più un lavoro d’arrangiamento. Abbiamo fatto una selezione basata sui testi.

M.G.: Abbiamo insistito per non inserire il contrabbasso e dare una base musicale che escludesse uno strumento così intenso. Complessivamente abbiamo impiegato un anno per incidere. Il disco potrà anche non piacere, però si avvertirà il grande rispetto per la poetica di Ciampi.

R.D’E.: Al primo ascolto Ciampi o lo rifiuti o lo ami, è così lontano dal linguaggio comune, non solo degli anni 70, ma anche dei tempi nostri. Era un marziano allora e lo è ancora adesso. Se vai su Internet trovi molte cose rifatte di Ciampi, e qualche video. Non era sufficiente però, e avevamo una grandissima necessità d’informazione. Vivo tra Latina e Macerata e lì ho incontrato il massimo esperto di Ciampi, Ugo Marcheselli, di Sinigallia, che ha fondato il circolo culturale Piero Ciampi. Ha una grande disponibilità di supporti e video musicali, raccolti nel corso degli anni, dopo accurate ricerche. Sul nostro sito, www.maledettidettimale.it, abbiamo voluto riportare le opinioni su Ciampi di giornalisti, musicisti e letterati. Paolo Conte, ad esempio, dice che dobbiamo tutti pagar pegno a Piero Ciampi.

Mi puoi parlare del premio Piero Ciampi a cui vorreste partecipare?

R.D’E.: In Italia ci sono tre Festival importanti: il Festival di Sanremo, Musicultura che anticamente era chiamato Festival di Recanati e che da qualche anno si svolge a Macerata, e il Premio Ciampi, dedicato alla canzone d’autore che impone una selezione durissima realizzata da giornalisti musicali. Poi c’è il Premio Tenco, del Club Tenco, il cui direttore artistico è Enrico De Angelis, un altro grande conoscitore di Ciampi, che ha scritto anche dei libri su di lui. Noi stiamo provando a portare questo CD al premio Ciampi, al cui interno c’è una doppia sezione, una dedicata alle nuove canzoni edite, e una apposita per le cover di Ciampi.

Quali brani avreste voluto inserire?

R.D’E.: Abbiamo deciso di non inserire alcuni brani proprio per rispetto di questo autore. Nel senso che c’era un’oggettiva difficoltà emotiva nel riprodurlo. C’è un brano che s’intitola ‘L’Incontro’ e fu registrato in diretta da Piero Ciampi e Ugo Marchetti, che era il pianista col quale Ciampi ha prodotto la quasi totalità dei suoi brani. Canta l’incontro con la figlia. Piero Ciampi leggeva il testo di questa poesia. Rifarlo è difficilissimo.

Particolarmente interessate è la versione live di ‘Bambino mio’, perché diversa dall’originale.

R.D’E.: Piero Ciampi aveva due figli con due mogli diverse. Sicuramente era difficile vivere accanto ad una persona così, perché lui era un burbero, spesso ubriaco e quindi molesto, irascibile. Ha amato profondamente le sue donne e ha vissuto per entrambi i figli il dolore della lontananza e del distacco. Ha scritto tre brani su quest’argomento, uno è ‘Bambino Mio’ ed è l’unico brano che non abbiamo registrato in studio ma a casa di Massimo Gentile. Stavamo registrando e sotto il pianoforte c’era un megafono, l’abbiamo utilizzato per una prova e poi abbiamo deciso di registrare tutta quella traccia in diretta. Il megafono crea il distacco emotivo dal testo che è molto intenso e rende il brano più fruibile.

Chi è il pubblico di Ciampi. E’ solo un pubblico di nostalgici?

M.G.: No, e infatti il nostro obiettivo è proprio quello di far conoscere la sua musica ad un pubblico sempre più vasto, portandolo nei posti in cui c’è la possibilità di incontrare gente nuova. Faremo una presentazione anche qui, a Latina, fra la libreria Mondadori e il Gambrinus, per strada. La verità è che si dovrebbe sensibilizzare il pubblico ai prodotti musicali di qualità e non solo a Ciampi. Il Maggio Sermonetano, con gli spettacoli in strada, ha proprio l’obiettivo di recuperare il rapporto con il pubblico e soprattutto con i giovani. Il problema è che il Maggio Sermonetano è una realtà isolata. Bisogna educare il pubblico ad avere una conoscenza musicale diversa per non assorbire fenomeni discografici creati ad hoc, per essere consumati in breve tempo e poi rimpiazzati.

Progetti futuri?

M.G.: C’è una piccola tourneè che accompagnerà l’uscita del CD. A parte alcune date locali, è prevista una partecipazione a Musicultura, a Macerata, dove proporremo una versione ridottissima di alcuni brani di Ciampi. Una performance eseguita solo con voce e fisarmonica. Ci sarà anche la partecipazione di Ugo Marcheselli e probabilmente di Enrico De Angelis. Sempre nelle Marche, ad Agosto, saremo a Civitanova Marche. Stiamo aspettando la risposta per Positano. Ad Agosto ci sarà poi un Festival, a Bassiano, che abbiamo ideato noi e che si intitola ‘Bassiano in Musica’, dove facciamo cose mirate a dialogare con il pubblico. Lo scorso anno abbiamo proposto musica popolare e improvvisazione. Per quanto riguarda il Premio Ciampi, invece, si saprà qualcosa a Settembre.

Come avete scelto la copertina del CD?

R.D’E.: Vicino Sinigallia abbiamo trovato un dipinto di Aldo Turchiaro. Un pittore amico di Ciampi. Nel dipinto c’è questa dedica: “per Piero Ciampi, uno squalo tra due margherite”, che poi è la citazione di un suo brano che si intitola ‘Uffa che noia’, e un verso è proprio ‘la sera mi sembra uno squalo tra due margherite’, dove le due margherite sono il sole che nasce e il sole che muore. Abbiamo fotografato il quadro e abbiamo chiesto l’autorizzazione a Turchiaro di riprodurlo nella nostra copertina. Marco Cambon, poi, ha curato la veste grafica del CD.
M.G.: Maledetti Dettimale per noi è una sfida a riprendere questo poeta maledetto. Il paradosso è questo: l’intensità delle sue canzoni, la profondità dei suoi testi e della sua poesia è proiettata nel futuro, era vero per la sua epoca e forse lo è anche per la nostra. Gino Paoli, che era suo amico, diceva che si capiva subito che Ciampi era il migliore di tutti. In campo artistico, molto spesso i prodotti migliori sono destinati ad essere maledetti. Per me la poesia è l’arte più complessa e Ciampi è il più poeta di tutti i cantautori che ci sono in Italia.