[Anche Stefano Tevini sta seguendo Masterpiece e, dopo due puntate, ha qualcosa da dire a riguardo.]

Non occorre presentare Masterpiece né spiegare cosa sia. iphone cover outlet Non dico che ne parlino proprio tutti ma, fra chi segue la scena letteraria attuale, la trasmissione ha sollevato il suo bel vespaio. cover iphone outlet Tante critiche, non sempre ragionate, ma soprattutto tanta curiosità.

Personalmente, non è che mi aspettassi niente di troppo diverso da un reality, pardon, da un talent show, soprattutto visto il successo della formula X-Factor. Lo show, parliamoci fuori dai denti, non lo fa la scrittura, i programmi di questo genere non vendono libri, vendono personaggi che, in questo caso, non mancano e sono disposti ad arte. Personaggi caratteristici, personaggi caricati, sopra le righe, personaggi te-le-vi-si-vi, che interagiscono secondo dinamiche volutamente esagerate, anzi, volutamente te-le-vi-si-ve. cover custodia iphone Queste sono le regole del gioco, il resto è contorno e chi si aspettava qualcosa di diverso, beh, a mio avviso s’è illuso. Benché, infatti, Masterpiece vada in onda la domenica dopo le 23, il prodotto è confezionato per ambire alla prima serata e credo sia solo la cautela da parte di chi si occupa del palinsesto, alla fine la letteratura in televisione non ha mai fatto grandi faville nel passato recente, a far sì che il programma non sia stato trasmesso in uno slot di maggior visibilità.

Parlando in tutta franchezza, Masterpiece non è fatto male, anzi. cover per huawei p10 lite C’è ritmo, il programma è scorrevole e non annoia, nell’insieme funziona, ma non è esente da problemi. custodia samsung galaxy Primo fra tutti, e questo mi pare ormai palese, è la grave latitanza della scrittura. cover iphone x custodia outlet Voglio dire, almeno a X-Factor li senti cantare, in altri talent show qualcosa fanno, qui? Ok, i giudici hanno sicuramente letto tutti i manoscritti, ma gli spettatori non ne possono valutare che poche righe e, benché i personaggi siano centrali, valutarli sulla sola base della simpatia mi sembra poca cosa. Certo, ogni puntata prevede una prova di scrittura a tempo, ma in mezzora i concorrenti tirano fuori poco, poco e male. Sì, perché finora a livello di produzione scritta non s’è visto granché, anzi, per lo più lavoretti striminziti e dimenticabili. E che voglio, in mezzora? Ci pensasse chi scrive il programma, mica io, io voglio vedere scrittori, mica attori.

L’altra pecca, che ha incominciato a farsi sentire già dalla seconda puntata di Masterpiece, sono i giudici. Ora, non dico che recitino, ma chi realizza il programma ce li presenta sotto una certa luce e il risultato, a tratti, è trito e ritrito al punto da sfiorare la macchietta. Andrea De Carlo, novello Mara Maionchi, è irritante fino all’insostenibilità (l’avesse tirato dietro a me, il libro, l’avrebbe ingoiato insieme a un paio di denti), Taiye Selasi prevedibilmente dolce e materna e Giancarlo De Cataldo, il più morigerato e credibile dei tre, con piglio da giuria tecnica. Quanto a Massimo Coppola, ho poco da dire, è per lo più decorativo. Alla prima puntata la formula funzionava, alla seconda quasi stanca.

Peccato, peccato davvero, perché le potenzialità ci sono e il format, di base, gira bene. Il concetto di base è intelligente, le pecche stanno nella realizzazione. iphone cover Non tutto è perduto ma c’è da lavorarci su e non poco.