Savile Row - Quella volta che inventai il walkman
Categoria: Savile Row di Stefano Cardinali
Postato da: Torquemada
[Continua il viaggio di Stefano Cardinali all'interno della musica e del mondo anni 70. Un'epoca storica e ormai mitizzata vissuta attraverso gli eventi che hanno costellato molte delle vite dei giovani di allora. Dopo il concerto dei Genesis in formazione completa, arriva il musical ormai entrato nel mito: Jesus Christ Superstar.]
JESUS CHRIST SUPERSTAR
ovvero
QUELLA VOLTA CHE INVENTAI IL WALKMAN
La prima volta che mi avvicinai all’opera Jesus Christ Supestar fu nel 1971 e per uno scherzo del destino fu proprio durante le vacanze di Pasqua.
Un mio amico ricco, anzi molto ricco (lui era marchese ma noi lo chiamavamo “il principe” e agli allenamenti di basket veniva accompagnato dall’autista), era appena tornato da Londra col solito carico di dischi introvabili in Italia. Tra il suo bottino d’oltremanica mi invitò ad ascoltare proprio l’opera di Andrew Lloyd Webber e Tim Rice tramite la quale, in un doppio disco, si narrava degli ultimi giorni di Cristo fino alla crocifissione. L’album non mi interessava, io ascoltavo i Pink Floyd, i Led Zeppelin, i Black Sabbat, musica “tosta” per i miei sedici anni, però, leggendo tra gli interpreti, trovai il nome di Ian Gillan nella parte di Gesù.
Che cosa ci faceva il cantante dei Deep Purple, l’interprete di Speed King, di Child in Time, una delle prime voci heavy metal nella parte del Salvatore? Cercai di scoprirlo ascoltando il disco e per farlo al meglio decisi di registrarlo. Eravamo nel 1971 e una registrazione diretta, solo via cavo, era prerogativa di pochi fanatici dell’alta fedeltà. Il mio amico dal sangue blu aveva un ottimo impianto che però era dotato di un registratore verticale a bobine mentre io avevo bisogno una musicassetta C90 per poterla poi riascoltare a casa. Il giorno dopo tornai da lui col mio registratore portatile Philips. Si trattava di un prodigio della tecnica grande come un foratino ma pesante come una pietra tombale. Me lo avevano regalato i miei un paio d’anni prima per la licenza media ed era l’unica fonte di riproduzione musicale in mio possesso (mio padre mi regalò il giradischi stereo solo alcuni mesi più tardi). Rigorosamente monofonico, ricordo che aveva un microfono esterno, funzionava a batterie e consumava come una Ferrari.
In un ambiente quasi senza rumori (avevamo chiuso la porta e la finestra), con il microfono posto tra i due altoparlanti, per quasi un’ora e mezza non fiatammo. Quel primo ascolto non mi colpì in maniera particolare anche se mi stupii nel constatare che quell’opera era più rock di quanto immaginassi. Tra le varie canzoni riconobbi Superstar, un brano portato al successo in Italia da un gruppo che si chiamava Flora, Fauna e Cemento con un testo italiano da dimenticare.
Nei giorni seguenti continuai ad ascoltare quel disco a ripetizione e, quando potevo, lo facevo con l’ausilio dei testi originali che nel frattempo il mio amico aveva iniziato a tradurre in italiano.
Dopo poco quell’album mi conquistò. Mi piaceva l’idea di un Cristo con tutti i dubbi, le tentazioni e le paure terrene, mi incantava la dolce figura della Maddalena (una fantastica Yvonne Elliman dalla voce calda e sensuale) che amava Gesù oltre il consentito e infine mi attirava Giuda, dal cui punto di vista era raccontata la storia. Insomma un’opera completa lontana dai canoni ricca di intuizioni interessanti e dalle musiche straordinarie.
Allora frequentavo il secondo anno al Fermi di Roma. Nell’orario settimanale avevamo un paio d’ore di disegno. Mi è sempre piaciuto ascoltare musica mentre pasticcio con chine, tecnigrafi e normografi. Il professore mi concesse di portare in classe il mio registratore a patto che l’ascolto avvenisse in cuffia. La settimana seguente mi attrezzai: rubai l’auricolare della radiolina a transistor di mio padre e feci la mia prima lezione di disegno tecnico con colonna sonora. Inutile dire che nelle due ore ascoltai esclusivamente Jesus Christ Superstar. Quell’esperienza si ripeté anche nelle settimane successive ed ebbe talmente successo che altri compagni di classe mi imitarono.
Dovendo portare a scuola quel mattone, mi attrezzai con una borsa a tracolla in stile etnico cucita da mia sorella (la moda degli zaini ancora non c’era e i libri si mettevano in tascapane militari o in borse di cuoio “Vera Tolfa”, contenitori nei quali il mio registratore non entrava). Facevo uscire l’auricolare dalla sacca e durante il viaggio - abitavo a Monteverde e la scuola è a Montemario - ascoltavo musica. Sono quasi certo che, nascosto chissà dove, uno di quei piccoli giapponesi deve avermi spiato. Lo dimostra il fatto che alla fine degli anni settanta, migliorando la mia invenzione, la Sony mise sul mercato il primo Walkman.
Due anni più tardi Jesus Christ Supestar, che nel frattempo era diventato un successo prima a Broadway poi a Londra, fu tramutato in un film da Norman Jewison. Del disco originale rimasero solo Yvonne Elliman (Maddalena) e Barry Dennen (Pilato), anzi pare che fu proprio quest’ultimo a consigliare al regista la trasposizione cinematografica.
Potrei dire che il film uscì tra un mare di polemiche sia per l’ambientazione che per la scelta di Carl Anderson, attore dalla pelle nera, nel ruolo di Giuda.
Potrei aggiungere che Jewison spiegò ai suoi detrattori che se fossero stati più attenti si sarebbero accorti che il personaggio di Giuda Iscariota non è traditore per scelta ma una vittima predestinata in un disegno più grande.
Potrei parlare di Ted Neeley, straordinario interprete nel ruolo di Gesù, che non fece rimpiangere Ian Gillan e che fonti bene informate indicano in alcune scene anche dietro la macchina da presa come operatore.
Potrei, però sarebbe un’altra storia.
giugno 19th, 2010 at 15:56
Per cortesia, togliete questa copertina e sostituitela con quella dell’album con cantante Jan Gillan, che è questa
http://blogs.houstonpress.com/rocks/jesus%20christ%20superstar.jpg
in nome di Gesù Cristo.
giugno 20th, 2010 at 22:51
hai ragione! c’è stata un’incomprensione
giugno 22nd, 2010 at 19:42
bello il disco.
io me lo sento come posso,
perché a veronica mica ci piace.
a viola sì.
giugno 23rd, 2010 at 01:28
Mancano solo un paio di cuffie e poi l’immagine è quella del primo walkman inventato da Stefano Cardinali.
giugno 23rd, 2010 at 14:58
Questa è da reading.