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Savile Row - Tutta colpa di Woodstock

Categoria: Assaggi, suoni, visioni e letture, Savile Row di Stefano Cardinali
Postato da: Torquemada

Caro Stefano,
mi scuso subito per essere sparita e per essere ricomparsa solo oggi tramite queste poche righe.
È vero, ammetto di essermi fatta negare quando mi hai cercata al telefono e per questo ti chiedo di perdonarmi, però vorrei che tu capissi il mio stato d’animo dopo quello che è successo.
Ieri ho rivisto Saverio. È più forte di me, non riesco ad evitarlo. cover iphone 6 plus custodia outlet Tu hai perfettamente ragione quando mi dici che dovrei frequentare altri ragazzi e so anche che il tuo è davvero un consiglio spassionato, nonostante quanto accaduto l’altra sera.
Saverio è di nuovo molto affettuoso con me. Questa è la sua forza, ciò che mi attrae anche se mi aspetto che possa di nuovo farmi soffrire. In fondo lui, fin dalla prima volta che siamo usciti, ha messo le cose in chiaro: niente legame fisso, ognuno si fa le sue storie e quando ci va ci divertiamo assieme. Il problema è che la stronza che sono non riesce a considerarlo solo uno con cui scopare e se mi chiama due giorni di seguito mi sento davvero la sua ragazza. Ma queste cose tu già le conosci ed è per questo che ti ringrazio ancora per avermi ascoltato fino a tardi l’altra sera. Forse è stata proprio questa tua disponibilità nei miei confronti che mi ha spinto a… Basta, dimentichiamolo. cover iphone custodia Grazie ancora e perdonami se non ti cercherò più. Ti voglio bene.
Lidia

I successi di Woodstock e dell’isola di Wight crearono un’onda di movimenti musicali nel mondo che si concretizzò anche in Italia nell’ottobre del 1970: alle terme di Caracalla si svolse il 1° Festival Pop italiano. Seguirono subito altre manifestazioni: nel ‘71 il 2° Festival a Caracalla, a Viareggio il Festival d’Avanguardia e Nuove Tendenze, e l’anno seguente il “Villa Pamphili ‘72″ considerato il più grande evento italiano dove in tre giorni si esibirono Banco del Mutuo Soccorso, Bobby Solo, Sammy Barbot (allora si faceva chiamare Sammy Set), Francesco De Gregori, i Van Der Graaf Generator, i New Trolls, gli Hawkwind, Claudio Rocchi, gli Osibisa ed altri gruppi meno noti che arrivarono ad un passo dal successo come i Trip e gli RRR (Raccomandata con Ricevuta di Ritorno).
Si trattò di un avvenimento straordinario con quasi centomila presenze nei tre giorni di concerti, qualcosa che ci avvicinò, per lo spirito e per la qualità degli artisti, all’idea che avevamo di Woodstock. cover samsung custodia Il primo giorno entrai senza pagare da un buco nella rete di recinzione eludendo i controlli. All’indomani gli organizzatori, accortisi di quel varco, lo chiusero. Qualcuno ne aprì un altro e ci infilammo velocemente, o meglio, i miei amici lo fecero in maniera repentina, io, alto quasi due metri, mi attardai e rimasi impigliato con i pantaloni nella rete. Mentre cercavo di liberarmi qualcuno mi prese a bastonate su una gamba. Riuscii a liberarmi e a scappare all’interno del parco però poi tornai a casa zoppicando e con i jeans strappati.
Pochi giorni dopo, sul campo centrale del tennis al Foro Italico, si svolse il 2° Festival d’Avanguardia e Nuove Tendenze. L’evento era organizzato in quattro serate ma io assistetti solo alla seconda o alla terza.
Il giorno prima mi telefonò Lidia dicendomi che Daniela, l’amica con la quale doveva andare al concerto, aveva avuto un impegno imprevisto e che si ritrovava con un biglietto libero. E Saverio? pensai. Lidia prevenne la mia domanda: il suo ragazzo e mio compagno di basket stava preparando gli esami di maturità e per non incorrere in distrazioni rinunciava alla serata.
Lidia era bellissima, dal viso dolce e dalle forme sensuali (la disegno così oggi, con la maturità dei miei 55 anni perché a quel tempo, pensando a lei, erano altri gli aggettivi con i quali la descrivevo) e spesso era riuscita a turbare i miei pensieri. samsung custodia E poi c’era la musica: accettai entusiasta.
Lidia arrivò con la sua Vespa ed una gonna che le metteva in mostra le cosce ben tornite. Quando mi vide mi sorrise e mi baciò sulla guancia. Senza parlare mi fece segno di seguirla ed entrammo.
Se siete miei coetanei o della generazione appena successiva e avete assistito ad un qualsiasi evento pop o rock, all’aperto o al chiuso, avete fatto parte del pubblico sdraiato sul prato o sulle tribune di un palasport a fumare, cazzeggiare, suonare e cantare in attesa dell’inizio dello spettacolo, beh, dimenticatevi quelle immagini. custodia samsung outlet Al campo centrale si respirava un’aria borghese e fighetta - pariolina, si sarebbe detto alcuni anni dopo - un’aria da giaccaecravatta che stonava con la musica che ospitava. Unico raccordo con la matrice che generava l’evento era la presenza di alcuni hippie che sui prati circostanti il Foro Italico si intrattenevano cantando accompagnati da chitarre e bongos nell’attesa di carpire qualche nota del concerto.
Nel corso della manifestazione si esibirono alcuni gruppi italiani già noti (Osanna, Banco del Mutuo Soccorso, Stormy Six) e altri alla ricerca della fama. Tutti parteciparono alla selezione cercando di meritare la “menzione” della giuria e partecipare quindi alla passerella dell’ultima serata. In fondo si trattava di un festival e, pur senza una graduatoria finale, c’era una commissione che avrebbe scelto i cinque o sei gruppi migliori. Della giuria, presieduta da Renzo Arbore - anche direttore artistico della manifestazione - facevano parte giornalisti ed esperti musicali quali Fabrizio Zampa e Paolo Giaccio. iphone custodia outlet Fuori gara in qualità di ospiti anche alcuni complessi stranieri (Argent, Spencer Davis Group, Electric Light Orchestra, Wild Turkey).
Lidia, seduta accanto a me, non spiccicava parola. Quando le chiesi se era tutto a posto mi fece segno di si con la testa e i suoi occhi si velarono di lacrime. Poi mi accarezzò la spalla abbozzando un sorriso e quasi mi sentii in colpa.
Passai il resto della serata turbato da quel gesto. Mi ripresi solo quando salì sul palco un giovanissimo Alan Sorrenti, lontanissimo dalle stelle che lo porteranno alla gloria e delle quali si dichiarerà figlio legittimo insieme ad una fittissima schiera di giovani discotecari nella seconda metà degli anni settanta.
Sorrenti presentava un paio di pezzi dal suo primo lavoro intitolato Aria. Il suo stile ricordava un po’ quello di Hammill dei Van Der Graaf, forse ancora grezzo e alla ricerca dell’accordo del suo strumento-voce. Il suo modo di cantare non piacque anzi, se ben ricordo, non riuscì a portare a termine la sua esibizione: bordate di fischi e alcuni oggetti piovvero sul palco tanto da farlo rientrare nel camerino prima del previsto. Si prenderà la rivincita un paio d’anni dopo: il suo singolo Dicitencello Vuje, reinterpretazione di un classico della canzone napoletana, interpretato con lo stesso stile in falsetto che aveva provocato la feroce reazione del pubblico del Foro Italico, entrerà nella hit parade.
Al termine della serata Lidia si offrì di accompagnarmi a casa. Accettai senza pensarci su. Quando mi sarebbe capitata un’altra occasione di un contatto così ravvicinato con la donna che inquietava i miei sogni?
Fermò la sua Vespa a un centinaio di metri dal mio portone, davanti a un piccolo giardino che in mezzo alla piazza aveva funzioni di spartitraffico. Mi chiese se mi andava di parlare un po’ e mi raccontò tutto il suo malessere.
La domenica prima era andata con Daniela , Saverio e Tonino, un compagno di liceo di Saverio a fare una scampagnata con i Vesponi al lago di Bracciano. Durante tutta la giornata la sua amica, con la scusa di mostrargli un book fotografico che aveva appena realizzato, non si era mai staccata da Saverio. Lui le aveva dato corda tanto da trascurare completamente lei e il suo compagno di scuola. Quando si era trattato di rientrare il suo ragazzo aveva accompagnato Daniela e lei era stata costretta a tornare con Tonino. custodia huawei p smart Per completare l’opera, a tarda sera Saverio l’aveva chiamata per raccontarle i dettagli della sua impresa:
“Quando l’ho portata a casa mi ha detto che i suoi non c’erano e mi ha chiesto se volevo salire per vedere altre foto. L’aspettavo in sala da pranzo quando si è presentata completamente nuda. Certo che me la so’ scopata. Mica so’ frocio!”
Me lo raccontò così, tutto d’un fiato. Fu come se avesse messo due dita in gola e vomitato la sofferenza di quei giorni, con le lacrime che le bruciavano dentro e fuori per il doppio tradimento. Le cinsi la spalla, un gesto di tenerezza dettato dalla sua implicita richiesta di protezione.
Mi baciò.
Ricordo il sapore salato del suo pianto e il mio stupore. Rimanemmo così per un po’, abbracciati sulla panchina con la mia bocca a cercare e a trovare ogni volta la sua, ancora sapida del suo malessere.
Poi, con un’ultima carezza mi salutò lasciandomi rintronato.

È strano come, rovistando in un cassetto a casa dei miei genitori in cerca di vecchi biglietti di concerti degli anni settanta, io abbia ritrovato quella vecchia lettera legata anch’essa a un evento musicale. Una storia di cui avevo voluto dimenticare le immagini e le persone, rimossa per non soffrire.

One Response to “Savile Row - Tutta colpa di Woodstock”

  1. zaphod Says:

    bel racconto…

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