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Scatti verso il futuro - Una mostra, una foto, una città.

Categoria: Assaggi, suoni, visioni e letture, Eventi, Interpretazioni
Postato da: zaphod

Latina punta in alto - Nicolas Cafagna

[In occasione dell'ottantesimo anniversario dell'inaugurazione di Latina, già Littoria, la mostra fotografica Latina si riscatta organizzata dall'associazione Anima Latina offre lo spunto ad alcune riflessioni firmate da Massimiliano Lanzidei.]

Latina forse è diventata maggiorenne. A ottant’anni. E la mostra fotografica Latina si riscatta rappresenta una specie di fototessera da appiccicare sulla patente. Per l’occasione la città si è messa in bella mostra, si è rifatta il trucco e ha tentato di assumere un’espressione seria e matura davanti allo sguardo degli obiettivi che si sono cimentati nel tentativo di ritrarla.
Sono più di centocinquanta le fotografie esposte a Palazzo M e passarle in rassegna tutte di seguito restituisce un’immagine della città - meglio, un’immagine di come la città viene vista dai suoi abitanti - che può lasciare sbalorditi.
Già, perché siamo abituati a considerarci - in quanto città giovane - senza storia e senza cultura. Alla continua ricerca di identità e di sentire comune. Sempre in balìa dell’esperto di turno pronto a spiegarci quello che non va e quello che dovrebbe essere fatto.
Invece basta indire un concorso fotografico ed ecco servite le immagini che - come è noto - spiegano più di mille parole.
E balza agli occhi qualcosa che altrimenti non sarebbe stato evidente. I monumenti. Ci sono i monumenti in quelle foto, ecco cosa c’è. E non parlo solo delle vestigia della fondazione, anche se ovviamente ci sono anche quelle. Il palazzo del Comune, l’Opera Nazionale Combattenti, i tombini di Littoria, il Tribunale con la statua del Seminatore, il portico dell’Intendenza di Finanza su tutti. Ma ci sono anche le torri dei due acquedotti, l’aeroplano di via Bruxelles, la Torre Pontina, il molo di Capoportiere, la centrale nucleare di Borgo Sabotino. E tutti gli elementi sono ritratti con pari dignità.
È lo sguardo dei fotografi che li “vede” alla stessa maniera. Non c’è l’agiografia al servizio della solita retorica dell’età dell’oro del ventennio e neanche l’altrettanto scontata equivalenza nichilista “Latina=Latrina”.
Lascio agli psicanalisti le eventuali suggestioni derivanti dall’abbondanza di riferimenti alla dimensione dell’altezza. Sia nelle inquadrature dal basso dei grattacieli, degli acquedotti, dei lampioni e degli edifici, sia nelle inquadrature dall’altitudine esagerata della Torre Pontina, o dalle terrazze di altre costruzioni. Quello che volevo sottolineare è invece la consapevolezza dei partecipanti al concorso di vivere in un paesaggio i cui elementi possono ambire all’immortalità. Una “bella foto” è un atto di amore del fotografo verso la realtà che lo circonda e di belle foto in quella mostra ce ne sono un sacco, segno che forse, a questa città, stiamo imparando a volere bene.
E i responsabili della cosa pubblica farebbero bene a farci un giro e a guardarla con attenzione, quella mostra, perché potrebbero trarne indicazioni interessanti.
Per esempio - e sul tema bisognerebbe indire subito una petizione - salta immediatamente all’occhio che sarebbe da proibire per sempre l’esposizione di striscioni sul Portico dell’Intendenza di Finanza. Non esiste infatti - in tutta la mostra -  un’immagine “pulita” di quella struttura, l’elemento architettonico più rilevante e imponente di Piazza del Popolo. Come se un giapponese a Roma volesse fare una foto al Colosseo, o a San Pietro, e ci trovasse appese le pubblicità della Coca Cola.
È su questo che gli amministratori (ma anche l’opposizione) dovrebbero riflettere: mentre i cittadini cercano elementi di bellezza e senso di un’identità comune, l’agire politico ci regala esempi di tutt’altro genere.
La foto che ho votato come più rappresentativa però è stata quella che alla fine del percorso mi ha riaperto gli occhi. Ritrae uno scorcio del portico dell’Intendenza (sempre lui) visto dalla parte opposta. La foto si intitola Latina punta in alto, l’ha scattata Nicolas Cafagna - anche lui, come la città, quasi maggiorenne - e ribalta le prospettive con un “dietro le quinte” inaspettato. “Vabbè”, mi hanno detto, “però è figlio di un amico tuo, è ovvio che sei prevenuto.” E certo. Lo so. Ma è pure vero che di amici miei in quella mostra mica ce n’era uno solo, c’era pure gente che ho visto praticamente nascere, e non è che sono stato lì a tessere le lodi di tutti. Anzi, non potete immaginare il sollievo quando ho visto la foto di Nicolas: “Adesso parlo solo di questa e sto a posto con la coscienza.”
Non è l’unica foto che ritrae il portico dell’Intendenza da dietro, nell’esposizione ce ne sono almeno altre due. Però quelle sono foto ravvicinate, prendono solo la parte superiore delle colonne, per mettere in mostra il grattacielo alle spalle. Quella di Cafagna no, è un campo lungo, si vede tutto il colonnato. Con le scritte di vernice rossa e nera a imbrattare il marmo bianco. E dietro c’è sì il grattacielo, ma c’è anche la scultura di Andreatini, il “Fascio che si sfascia”, a bloccare la prospettiva sulla piazza e a mortificare la monumentalità del portico. E nella piazza ci stanno le macchine parcheggiate, e pure le bancarelle della fiera del libro. Mostra come anche uno degli angoli più suggestivi della città - se inquadrato dalla parte “giusta” - possa nascondere, dietro la facciata, più di qualche magagna. È anche questo uno sguardo d’amore verso la propria città. Riconoscere la bellezza senza nascondere i difetti della persona amata è il segno della maturità di un rapporto, e della sua stabilità e profondità.
Latina punta in alto, come è giusto che sia. Siamo diventati adulti, dopo ottant’anni, e - nonostante qualcuno abbia interesse a convincerci che il banco alla fine prende tutto -  non abbiamo paura di metterci in gioco.
D’altronde è quasi Natale, e una bel giro a sette e mezzo o stoppa ci sta tutto.

Auguri Latina, e buon 2013.

One Response to “Scatti verso il futuro - Una mostra, una foto, una città.”

  1. Woltaired Says:

    La mostra fino a quando c’è (ci fu, ci sarà)? Si possono vedere le foto in rete?

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