[TRATTORIA ROSELLINI si legge nero su giallo in caratteri desueti e sotto, in piccolo, aggiunto a mano con la pennellessa del trenta, BAR e BOCCE. Le vicende della trattoria sembrano susseguirsi senza che nessuno avverta lo scorrere del tempo e il cambiare delle epoche. Dalla feconda penna di Marco Berrettini, spaccàti di vita, cucina e trasporti.]

Ernesto è quasi irriconoscibile intabarrato in un lungo cappotto scuro di piumino, berretta di lana sotto il cappello, guanti e doposci. La neve che cade a fiocchi larghi sta imbiancando anche lui e lo fa assomigliare a un goffo pupazzo di neve semovente. Il piazzale è ben pulito, si è dato un gran da fare, parcheggio e gli vado incontro per salutarlo.
-Buongiorno Ernesto, davvero un bel lavoro, vieni dentro a bere un Campari.-
-Non posso Bortolo, appena mi giro un attimo qui si riempie subito di neve e poi ghiaccia.-
-Se te lo portassi fuori?-
Ammicca.
-Prendo due Campari Soda e un pacchetto di patatine, segnamele per favore.-
Ci ripariamo sotto l’ombrellone verde da spiaggia che sovrasta la vecchia sedia e brindiamo al prossimo Natale. Due sorsi e li abbiamo finiti, poi lui riagguanta la pala e continua il suo lavoro, io lascio lì le patatine e rientro, ero a stomaco vuoto e mi ha dato subito alla testa, mi siedo al tavolo degli amici e comincio a sbocconcellare il pane.
-Oggi piatto unico, ti porto prima due fette di salame?-
-Eh la malora, Pinuccio! Mi vuoi dire che non avete ancora finito il Varzi? Quanti quintali ne avevi comperati?-
Ingrugna il volto e con la mano mi fa cenno di tacere, si guarda attorno con fare circospetto e si siede di fronte.
-Diga nient a nisùn, l’è mia chèl, ma mi fu finta de sì. È che qualche settimana fa ho conosciuto in stazione una signora di Cremona e sono andato a trovarla con la scusa che cercavo qualche occasione per la trattoria, mi ha accompagnato da un suo cugino che macella e per fare bella figura ho preso qualche salame.-
Rido pensando a Pinuccio in versione cascamorto, non me lo vedo proprio.
-Beh, ma quanti ne hai presi?-
Gli ritorna subito l’aria del cospiratore, controlla che la Rosa sia in cucina e che Mioara e Xevera siano fuori portata, si spalma sul tavolo e con la mano mi chiama a sé, mi sporgo verso di lui e quando è quasi al mio orecchio sussurra: -Un maiale intero, un po’ più di due quintali.-
Crollo sulla sedia trattenendo a fatica un grido misto di sorpresa e ilarità, poi, ormai coinvolto dalla cospirazione, gli faccio cenno a mia volta di avvicinarsi. samsung custodia s8 Riprendiamo la posizione di prima e gli dico che potrei farmi carico di una ventina di salami, le feste natalizie sono prossime e se sono di buona qualità saranno degli ottimi regali per i clienti.
-Però mi fai un buon prezzo, ok?-
Pinuccio sorride a venti, ventuno denti, tutti quelli che ha, comunque. samsung custodia Con la testa annuisce tanto vistosamente che i capelli creano un effetto stroboscopico sulla sua faccia larga e rettangolare, mi ricorda uno di quegli indiani Sioux, che vedevo nei telefilm da bambino, intento a compiere qualche danza magica.
-Portamene qualche fetta che l’assaggio.-
Si alza, ancora con aria circospetta, poi si fionda in cucina e sento la lama rotante dell’affettatrice accanirsi sul salume, pochi secondi dopo Pinuccio, trionfante, mi porge un piatto con una decina di fette da mezzo centimetro di spessore di un ottimo salame. cover shop online Stagionatura media, un bel colore rosso scuro, grasselli grandi e non troppo abbondanti, pelle di budello naturale che viene via facilmente, ottima speziatura. Ne mangio cinque fette e le altre le infilo in un panino tagliato a metà che poi avvolgo in un tovagliolo di carta e schiaccio nella tasca del giubbotto.
-Affare fatto.-
Pinuccio, sorridente, trotterella di nuovo in cucina e ritorna col piatto del giorno. iphone cover outlet Polenta e brasato in sugo di carote. Una prelibatezza che la Rosa prepara solo a dicembre. La scarpetta è inevitabile, anche con la polenta.
Fuori ha smesso di nevicare e finalmente Ernesto si dà tregua seduto sotto l’ombrellone.
Termino di pranzare, vado al banco a bere il caffè, faccio cenno a Xevera di prepararmi la solita fattura e saluto la Rosa che esce dalla cucina asciugandosi le mani nel grembiule.
-Come sta signora Rosa?-
-Bèn Bortolo, mì a stu bèn e ti? Hu saù che te ghe na tusa nova, la Gisella della VetRan, fa el brau, ta racumandi!-
Sorrido compiacente, sì, ormai è ufficiale. Abbiamo anche deciso che passeremo una settimana insieme in montagna, da Santo Stefano al due gennaio, andiamo a Terzolas, in Dolomiti, un piccolo albergo che sembra la casa di Biancaneve. custodia outlet samsung Erano anni che aspettavo la donna giusta da portare lì, non sono ancora sicuro che sia lei, ma ho deciso di rischiare. cover shop online In fondo si tratta di una vacanza, mica di un matrimonio.
-Ci vediamo domani sciura Rosa.-
-Vai, vai Bortolo e fammi un favore, adesso che scendi in cantina a prendere i salami portati via anche quello sdentato col ciuffo, che èl pòdi pù vedè chel rebambì! Al se cret de vè truà la murusa a Cremona. Ma si può?-
Come farà la Rosa a capire sempre tutto non lo so, è troppo in gamba, poverina è davvero una disgrazia un figlio così.