Trattoria Rosellini - Stasera
Categoria: Assaggi, suoni, visioni e letture, Trattoria Rosellini
Postato da: Faust Cornelius Mob
Pensavate che, con le feste, fossero finite le mangiate? Beh, un giretto in trattoria ci sta, no? Offre Marco Berrettini
Nel parcheggio spicca Ernesto, abbronzato e lucido sotto il sole. A giudicare dal sorriso che ha stampato sul viso le due settimane in Riviera devono essere state splendide e piene di conquiste.
-Ciao Bortolo, mettiti là che dopo viene l’ombra.-
-Allora?-
Sogghigna e mi spinge via mettendomi una mano sulla spalla, sembra più giovane di dieci anni così allegro.
La porta è spalancata e dentro l’atmosfera è in sintonia col resto del mondo. Oggi è davvero un giorno speciale. Dalla cucina vedo sbucare la Rosa con un grembiule ben lavato, bianco come un albume bollito. Si asciuga le mani sfregandole lungo i fianchi e mi sorride. Dal cappello da cuoca spunta un bigodino giallo, chiama Pinuccio e le ragazze e mi indica la sedia libera al tavolo degli amici.
-Buongiorno Bortolo, allora ce la fai per le sei?-
-Sì sciura Rosa, mi sono organizzato, ho anticipato un paio di prese e spostato una consegna a domani, così può venire anche Alberto.-
-Brau fió!-
Torna in cucina raggiante. Xevèra, Mioara e Pinuccio mi spiegano i dettagli: ci si trova qui alle sei, la Rosa ha già preparato il tabellone con le sette squadre, un bell’aperitivo, due parole e alle sei e mezza si comincia a giocare. La trattoria sarà ufficialmente chiusa, ma alle otto e mezza comincerà la cena e, a quanto pare, ci saranno grandi sorprese.
Pinuccio avvicina il suo testone scostandosi il ciuffo e mi bisbiglia di galantina di pollo, acciughe marinate, risotto con le rane, lumache alla milanese e luccio stufato. La Rosa lavora ininterrottamente da due giorni, spurga, monda, dissala, marina, lardella, trita. Xevèra mi confida che ieri sera è rimasta fino a mezzanotte ad assaggiare le pietanze che la Rosa stava provando.
-A inn rop che, uramai, a fó de rado.- Sembra avere detto.
Mioara aggiunge che hanno consegnato questa mattina sei enormi angurie e quarantotto bottiglie di spumante di quello buono e che la Rosa ha ordinato anche le coppe da dare ai vincitori e sulle targhe ha fatto incidere una frase in ricordo del suo Augusto.
Tutto questo lavoro non ha impedito alla Rosa di continuare a seguire l’attività normale della trattoria e dalla cucina arriva perentorio l’ordine di terminare le chiacchiere e servire i clienti. Pinuccio si alza e dopo poco torna porgendomi un bel piatto di sbrofadej, poco estivo ma per stare leggeri. Di secondo prosciutto e melone e una bella insalata mista con anche carote e pomodori.
Stasera, a quanto pare, ci saremo tutti. Mario, Donato, Talib, Alberto, io, ma anche i fratelli Sanzio e Angelino che si sono organizzati in modo da essere a Milano e poi i tre impiegati della Levati che vediamo sempre e Gisella con le sue due colleghe della VetRan. Avevo telefonato anche a Modena, mi ha detto che gli avrebbe fatto piacere ma aveva già dato disponibilità per sostituire un collega che fa la linea con la Germania.
Bevo il caffè in piedi e vado sul retro a fumare. È davvero tutto pronto, il campo di bocce è tirato come un lenzuolo, i tavolini in ferro, le sedie nuove, le panchine, i rampicanti in fiore sulle strutture in ferro riverniciate. Nell’angolo a destra un telone verde copre qualcosa di alto, vorrei spiare, mi guardo attorno, tutti sono indaffarati e non badano a me. Cammino lento facendo un mezzo giro, arrivo lì, controllo ancora e poi scosto un lembo di cerata.
Spettacolo!