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Visto dal Cameriere: Sa’remo (Sanremo)

Categoria: Assaggi, suoni, visioni e letture, I servizi del Cameriere
Postato da: Torquemada

[Continuano i servizi del nostro amatissimo Cameriere. Per soddisfare i clienti, questa volta s'è fatto davvero in quattro: ha visto la finale di Sanremo, dall'inizio alla fine]

Sa’remo

si conclude la 60° edizione del festival.
la più seguita. audience da record. altro che pippi baudi fiorelli e bonolis. finalmente l’hanno capito come si fa: volti noti di talent show presi a mano bassa. persone vere. ecco. per questo piacciono. lo spettatore interagisce con loro. li ha visti h24, tirarsi i capelli e piangere, cacare e ruttare disinvoltamente senza falsi pudori. li capisce. immedesimazione. ecco. non più algide figure distanti, scostanti e snob. possono piacere e non piacere, ma almeno si sa il perché.
dice vabbe’, ma pupo lippi e emanuele filiberto che c’azzeccano? è vero, magari non c’entrano molto, ma che vuol dire? alla gente ci piacciono lo stesso. dice: ma sono raccomandati. forse, ma è stato proprio questo che ha destato reazioni vive. la fondazione farefuturo (quella che aveva tuonato contro le candidature di bonazze al parlamento europeo) propone lo sciopero della fame: certe scene sono <<tatuaggi fatti a forza sulla pelle di una destra che in gran parte non è più così, che non vuole essere così>>.
e pensate che l’altra notte, uno dei ristoranti ad alta concentrazione VIP (c’erano pure belenecorona, totocotugno e il magootelma) dove il principino e pupo s’erano attardati, è stato circondato da centinaia di spettatori indignati che urlavano vergogna, ma solo al principino e pupo. per gli italiani la misura deve essere colma. pure gli orchestrali si sono risentiti.
l’ho ascoltata la canzone. è un giro di boa. da oggi, chi volesse fare di più è avvertito, gli tocca di fare una bella cacca in diretta, tirarsi giù le braghe e mollare giù un grosso stronzo fumante.
il principe, non pago, ha dichiarato: <<sono felice per tutto questo affetto, s’è capito che io amo il mio paese e che essere a sa’ remo è stato sempre il mio sogno>>.
la sinistra non s’è lasciata sfuggire l’opportunità perché <<il pd è un partito popolare che va dove c’è la gente che soffre ma anche dove la gente si diverte>>. così, in un rimarchevole tentativo di avvicinare giovani spettatori che la kermesse muove, sulla propria emittente ha organizzato una sorta di dopo festival, tentando di rivitalizzare l’immagine dei suoi dirigenti abbinandoli simpaticamente ai concorrenti. l’onorevole massimo dalema è stato maliziosamente abbinato al gruppo canoro del principe e pupo. non c’è chi non veda in ciò una strizzatina d’occhio a destra. infatti il duo perde.
e non vince manco bersani. fischiato dalla platea come un pupo qualunque.

sui titoli di coda scorre veloce l’invito a pagare il canone, fino al 28 febbraio con un piccolo sovrapprezzo.

One Response to “Visto dal Cameriere: Sa’remo (Sanremo)”

  1. manuel Says:

    Suvvia, era tutto scritto, tutto già visto, tutto già detto, caro, carissimo, Cameriere. Quello che è successo a Sa’remo è solo un rifacimento - di infima fattura, ovviamente - di quanto aveva già premurosamente descritto a suo tempo la buonanima di Federico Fellini. Attenzione, però: non mi riferisco tanto a Prova d’orchestra (troppo facile, signora mia!) ma (esempio n° 1) a Ginger e Fred. Viviamo in uno strapaese che condensa il meglio e il peggio in pochi momenti, purché “televisionabili”. Ed è già un miracolo che ancora esista una parvenza di Paese, almeno in tivvù. Il cosiddetto Paese reale, infatti, è lì e solo lì, a due dimensioni: davanti allo schermo (in massa?) e dentro lo schermo (chi può?). Il resto non è più: liquefatto, sbriciolato, azzerato e, laddove esista qualche folle resistente, questi assume lo spessore del folklore storico ancorché vivente, agli occhi dei più. Si vive (ehm, si fa per dire) purché in replica o in saldo: doppioni, fotocopie, sosia, nei casi migliori; imitazioni oscene, scimmiottamenti e paura di volare, nella stragrande maggioranza. E dunque, perché negare al pupo e al suo principesso il diritto di essere fischiati come veri divi? E sai quanti vorrebbero orgasmarsi al posto loro per il privilegio di essere fischiati? Esempio n° 2 (e qui sta l’ottimista che è in noi…): come Il bidone suggerì chiaramente, anticipando La dolce vita di qualche anno, la nostra società sta cambiando, e noi, beatamente, non lo sappiamo ancora. Chi se ne accorge per primo? Non gli intelligenti ma chi tenta in ogni modo, soprattutto se truffaldino, di sopravvivere. Ma è destinato a estinguersi perché l’evoluzione della specie non va mai a passeggio con la sopravvivenza slabbrata. Dunque, gli ultimi fuochi di personaggi equivoci contornati da parenti, amici e sodali si stanno mostrando a tutti noi che, preparati al peggio e consci del pericolo, nonché astuti come navajos, strisciamo mimetizzandoci fra le pietre del deserto, pronti alla posizione eretta, ma solo quando sarà il momento dell’assalto. Per adesso, accontentiamoci di vedere gli estremi sussulti di questo Paese dei campanelli scostandoci, mettendoci rispettosamente di lato per non rubare il proscenio ai veri protagonisti della piece: i crotali del terzo millennio. Terzo esempio felliniano: si, vabbè, l’orchestra si ribella, ma dopo? Quando l’enorme palla nera butterà giù la parete cosa accadrà? Avremo un direttore nazi e la stessa orchestra più obbediente di prima? Infine, quarto esempio dal maestro: ancora Il bidone. Si era nel 1955, la tivvù in Itaglia era nata solo l’anno prima ma il Fellas già aveva capito. Scena: festa di fine anno in una casa borghese di un tipo arricchito ma dal passato equivoco (esistevano tipi del genere, allora…). Tutti gli invitati casineggiano alla grande meno uno, uno strano tipetto calmissimo, silenzioso e quasi assente. Si annoia, dirai tu, mio carissimo Cameriere? Macché: sta solo guardando un’altra festa di fine anno… in tivvù. Perché dentro il teleschermo c’è la realtà, extra catodicum nulla salus. Capito, il Fellas, che ci diceva nel 1955? Ma, evidentemente, egli non era un itagliano vero.
    Tuo affezionato
    Snaporaz

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