Anonima scrittori


La guerra di Teo #2

Categoria: Narrazioni
Postato da: Torquemada

[Dopo aver pubblicato la prima puntata, inseriamo la seconda parte del racconto 'La guerra di Teo',  scritto dai Kai Zen. Ovviamente, come tutti gli scritti, sia dei Kai Zen che di Anonima Scrittori, la pubblicazione avviene sotto licenza Creative Commons: le modalità sono le stesse che sottendono ad ogni cosa pubblicata sul nostro sito.]

LA GUERRA DI TEO - SECONDA PARTE

5 Marzo 2013.

Il contatto di Ludwig si era mostrato infastidito dalla mia presenza. Nell’osteria non c’era nessuno a parte noi e lui. “Non mi avevi parlato del tuo amico. E’ troppo giovane, in Brigata non c’è posto per uno così giovane”. “Ha solo due anni meno di me ed è in gamba. Garantisco io per lui. Ci sarà bisogno molto presto di tutti, vedrai”. Il suo tono mi fede raddrizzare la schiena. La Brigata a me pare una via di mezzo fra una società segreta e un gruppo resistenziale. Si fanno azioni contro le bande di nazisti del luogo con cui un tempo si era amici. “Si sa, regionalismo e nazionalismo a volte vanno a braccetto” mi aveva spiegato Ludwig. “poi, un giorno, di colpo, abbiamo iniziato a scannarci a vicenda”. Coi fascisti italiani, invece non c’è mai stata intesa, l’odio reciproco risale a prima ancora delle elzioni. Quelli erano stati i primi a subire le azioni della Hofer e anche i primi a reagire. Quasi tutti i membri della Brigata che ho conosciuto sono di lingua tedesca e con la fissa dell’indipendenza del Tirolo. Fissati, ma brava gente. Coraggiosi e schierati dalla parte giusta. Da quando è iniziato il conflitto nucleare anche quelli che partecipavano alle azioni continuando a fare una vita normale si sono ritirati sulle montagne, in rifugi, stalle, casematte e ruderi abbandonati. Siamo ovunque, siamo in nessun luogo. Siamo invisibili e facciamo male. L’altroieri mi hanno scelto per una rappresaglia. C’è questa azienda di legnami molto bene avviata e molto bastarda, a quanto ci dicevano. Il proprietario è un fascio che fa la vita difficile a chi è di lingua tedesca. Ne assume meno che può e gli assegna turni di lavoro massacranti. Così si è deciso per la punizione. Ho suonato al cancello della sua villa. Gli altri erano già appostati. E’ venuto ad aprire proprio il padrone di casa. Ti va a fuoco il capannone! Gli ho gridato (’sta gente se non gli tocchi il soldo non muove un passo). Cosa? Mi ha risposto, incredulo. Ma almeno un passo fuori dalla porta l’aveva fatto. E tanto è bastato: Ludwig e altri due l’hanno bloccato e imbavagliato. Col cappuccio in testa lo hanno trascinato nell’autorimessa. Io ed Herbert abbiamo preso la sua compagna. Non ha fatto resistenza. Quando siamo entrati nella rimessa, il bastardo era a terra, sempre incappucciato, e stava facendo il pieno di calci. I compagni lo insultavano in tedesco. Abbiamo fatto sedere la donna su un copertone. Mi hanno detto “Sistemala!”. Ho fatto come chiedevano. Uno di noi riprendeva. Non ne vado fiero.

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La telecamera inquadra le spalle di un ragazzo che suona il campanello di un cancello elettrico. La porta oltre il cancello si apre e la figura di un uomo viene incorniciata dalla luce interna. Il ragazzo urla che qualcosa va a fuoco. L’uomo avanza sul patio. Risponde: audio confuso. Dietro l’uomo compaiono delle ombre che lo aggrediscono. Colluttazione. Stacco. Interno di un garage. Audio ridondante. Un uomo a terra, incappucciato. Altri uomini lo colpiscono a calci e pugni. Uno gli affonda nello stomaco e nel basso ventre un lungo bastone. Mugolii soffocati. Carrellata a destra. Una donna seduta su un copertone, le mani legate dietro la schiena. Un ragazzo le taglia i capelli a ciocche intere. Poi passa al rasoio. Primo piano della ragazza mentre viene rasata a zero. Piange. Stacco.

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20 Aprile 2013

Cazzo se Ludwig aveva ragione! Io nelle elezioni un po’ ci speravo, lui mi guardava con quel mezzo sorriso scettico, senza dire niente. Qui non era l’unico ad aver capito. Trenta secondo dopo che la sinistra aveva vinto, i fascisti si sono ripresi il paese con le armi. Bastardi infami, ve ne accorgerete di chi siamo! Io non avevo capito niente ma qui sì, e infatti i ragazzi non hanno perso tempo. Ci siamo raccolti tutti all’Haderburg, il castello diroccato di Salorno. Una volta era un itinerario turistico, ma ora no. Tutta la Brigata c’era, un botto di gente, ma gli accordi sono stati presi nel silenzio più assoluto. Poche ore dopo, metà di noi è venuta giù dal Monte Alto a est e l’altra metà da Monticello a ovest. Ci sono due postazioni militari nella strettoia fra i monti, una di faccia all’altra. In tutto una ventina di soldati. Le abbiamo aggredite all’unisono, urlando e sparando. Tre minuti, massimo cinque, ed era tutto finito. Abbiamo fatto saltare le frontiere a Salorno. La valle dell’Adige diventa una striscia stretta fra le montagne ma strategica, e adesso la controlliamo noi. Il Tirolo è nostro, fascisti di merda. Venite a prendervelo se avete fegato. Che poi anche se ce lo avete, ve lo strappiamo e ce lo mangiamo crudo. Sudtirolo autonomo e liberta!

30 Aprile 2013

I fasci sono durati lo spazio di un mattino, d’accordo. Giusto quindici giorni di follia e poi il ritorno alla vecchia Italia. Meschina e immobile. Tradizionalista e rincoglionita. Impantanata nella sua storia millenaria. Troppo pesante da sopportare, troppo complessa da ricordare e da capire. I vecchi errori saranno ribattezzati come nuove ispirazioni. Ma sarà sempre la stessa merda. Così dice Ludwig, così dicono moltissimi altri. Hanno avuto ragione fin qui e allora perché dovrebbero sbagliare proprio adesso? NOn si torna indietro. Democrazia o dittatura non cambia niente. Il Tirolo ce lo siamo ripreso e ce lo teniamo, le frontiere rimangono chiuse e ce ne andiamo per i cazzi nostri! Sudtirolo autonomo e libertà! Adesso ci vuole un’azione di forza, dimostrativa.

7 Maggio 2013

Settimana scorsa abbiamo ritrovato Tetano! Durante il periodo del golpe se l’è vista brutta. Era a casa dei suoi a Bressanone e lì il consiglio comunale si è schierato a tempo zero coi golpisti. I nazi figli di troia hanno organizzato subito un servizio d’ordine che manco sotto Mussolini. Ne sono arrivati anche da oltrefrontiera, austriaci e dicono anche qualche bavarese. Prima si prendevano a legnate coi fascisti, ora con loro ripropongono la vecchia accoppiata. Un casino totale che dura ancora oggi. Hanno messo pure il coprifuoco con tanto di ronde su fuoristrada muniti di fari brandeggianti per la ricerca notturna. Lo hanno preso mentre tornava da casa di un’amica. Tetano! Il decano dei vergini senza speranza aveva beccato una donna giusto sotto coprifuoco. A quanto pare il pericolo imminente e la svolta autoritaria impressa dai nazi produce un certo effetto afrodisiaco in alcune giovani donne facilmente impressionabili. Buon per lui. Per la legge del contrappasso però il paradiso si è trasformato in fretta in un inferno con tanto di diavoli e torture. I bastardi dovevano averlo capito subito che Tetano era in giro per i fatti suoi, non ha la faccia del rivoluzionario pericoloso. Però fra i nazi ci ha raccontato che c’era un vecchio compagno di classe di suo fratello maggiore, uno con cui ovviamente suo fratello si odiava. Anni prima gli aveva dato pure una bella ripassata durante una ricreazione finita a mazzate nelle gengive (le mazzate del fratello di Tetano alle gengive del nazi). E ora com’è nell’ordine naturale di questo mondo infame la ruota aveva girato. Il nazi se lo era portato dentro una stanzetta proprio al municipio, e insieme a un paio di compari suoi gli avevano fatto un po’ di servizietti. Lo avevano frustato (ha dei segni da paura), picchiato e bruciacchiato con le sigarette. Poi, quando per l’ennesima volta gli aveva spergiurato di essere stato solo a scopare con la morosa, avevano messo una pentola d’acqua a bollire. Tetano dice che peggio della tortura sono stati quei venti minuti di attesa che l’acqua bollisse. Non gli avevano fatto niente, in quei venti minuti, nemmeno gli avevano parlato. Non sapeva cosa, e questo aggiungeva paura a paura. Alla fine gli avevano strappato calzoni e mutande di dosso e lo avevano messo seduto nudo sulla pentola. Bidè a cento gradi. Giuro che il primo nazi che catturo glielo restituisco con gli interessi. Tetano adesso è con noi.

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