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Vita e Opere di Sebastiano Perduto (ep. 4)

Categoria: Assaggi, suoni, visioni e letture, Narrazioni, Novella a puntate
Postato da: Torquemada

[Ancora un'altra puntata dell'avvocato più cinico del web. Il personaggio creato da Roberto Cerisano si conferma sempre, anche nelle situazioni più disparate. Tra corsi di buddismo, conflitti familiari, telefonate, minacce di querela, riflessioni e ikebana. Cosa succederà nella quarta puntata?]

Vita e opere di Sebastiano Perduto (ep. 1)
Vita e opere di Sebastiano Perduto (ep. 2)
Vita e opere di Sebastiano Perduto (ep. 3)

Vita e opere di Sebastiano Perduto (ep. 4)

«Pronto.»
«Sebastiano Perduto?»
«Avvocato.»
«Certo, mi scusi, sono un collega, Oscar Vincente.»
«Mi prende per il culo?»
«No, no, le assicuro collega, lo so, è una coincidenza curiosa, ma mi chiamo proprio così.»
«Incredibile, un po’ esaltati i suoi genitori, no collega? Ottimisti quanto meno. È come è andata tutto sommato?»
«Come è andata cosa?»
«Dico la sua vita, con quel nome da onorare, deve essere stata dura. I suoi dovevano avere grandi aspettative. Vede, per me è un’altra storia, Sebastiano Perduto, tutto da vincere niente da perdere. A lei invece com’è andata?»
«Beh… non saprei, direi bene, sì bene, collega, sono contento.»
«Bravo, bravo, sono contento per lei. E ora mi dice cosa vuole e perché mi chiama a casa mia e come ha avuto questo numero che non sta sull’elenco perché non gradisco che mi si rompano i coglioni a casa. Sa collega, poi uno rischia che il matrimonio vada a rotoli, ché si porta il lavoro pure a casa dopo un’intera giornata passata a guadagnarsi il pane e la moglie brontoli e poi chieda la separazione e pretenda anche la casa, e lei lo sa meglio di me, quando una donna è mamma la casa non gliela leva nessuno perché quelle sante creature appena nate ne hanno diritto, per l’equilibrio di quelle belle proto-testoline che se no si traumatizzano anzitempo a cambiare ambiente familiare, anche se hanno sei mesi e non distinguono un letto da un cammello.»
«…»
«Oscar, allora? Ci vogliamo passare la giornata?»
«Scusami, forse ho sbagliato momento? Ti chiamo a studio più tardi? Preferisci?»
«No, no, oramai quello che è fatto è fatto, vuol dire che se mi portano via casa dormo da te. Ora proseguiamo: perché mi hai chiamato?»
«Sì, dunque, la chiamavo… ti ho chiamato per un equivoco che c’è stato con una centralinista del call-center della Refolo, che è la società che gestisce per la Alito le relazioni esterne. Una grossa azienda la Refolo, un’azienda leader. Io sono il legale della Alito e volevo chiarire e scusarmi con te per l’equivoco. Non c’è stata da parte della Refolo e ancora di più da parte della Alito alcuna intenzione di arrecare disturbo. Proponendo l’offerta la Alito intendeva farti cosa gradita. Sai bene collega che queste società sono costrette a seguire strategie di vendita a domicilio, la concorrenza è spietata e a volte, forse, si diventa un po’ invadenti. Le ragioni del profitto.
«Hai idea di quanti dipendenti ha una società come la Alito? beh, una bella frazione dell’occupazione del paese e purtroppo alcune attività le deve esternalizzare e così la professionalità va a farsi benedire. Le dure regole del mercato. Ci dispiace che questa signorina… come si chiama?»
«Valeria. Me lo sono segnato.»
«Valeria, appunto, abbia avuto un atteggiamento inopportuno. Prenderemo provvedimenti e oltre le scuse, per dimenticare il disturbo la Alito vuole omaggiarti di una carta prepagata con duecento euri di traffico. Che ne dici?»
«Dunque Oscar, parli per la Alito e la Refolo immagino, o solo per la Alito?»
«No, Sebastiano, posso chiamarti Sebastiano? direi di essere legittimato a parlare per entrambe.»
«Benissimo Oscar, vada per Sebastiano. Dunque Oscar tu parli a nome di queste due grandissime società, una delle quali, come dici, ha un esercito di dipendenti e l’altra è una leader, mi offri una ricarica di duecento euri e un non meglio precisato provvedimento disciplinare nei confronti di questa Valeria. A proposito, come si chiama Valeria? il suo cognome.»
«Beh scusami Sebastiano, ma ragioni di privacy … non posso proprio dirtelo, puoi capire. Ma ti assicuro che verrà allontanata al più presto. Hai la mia parola.»
«Eccome no. Vabbe’, dunque due colossi come Refolo e Alito e tutto quello che offrono è la promessa del licenziamento e una ricarica da duecento euri?»
«Beh no, forse non mi sono spiegato Sebastiano, il licenziamento è cosa praticamente fatta, subito. Domani, in tronco. E per la ricarica sono certo che possiamo arrivare a cinquecento euri. Senza problemi.»
«Deve essere il nome, penso, tu hai letto che io sono Perduto, ti sei guardato allo specchio e ti sei detto “Vincente, quello è Perduto, vai e inculalo” o qualcosa del genere. È andata così? Dì, più o meno è andata così?»
«Ma cosa dici Sebastiano, ma ti assicuro che non mi è passato…»
«Vebbe’ Oscar, oggi sono in vena e tu sei simpatico, del resto potremmo diventare conviventi se per colpa tua mia moglie dovesse cacciarmi di casa. Quindi meglio metterci d’accordo e capirci. Di certo sai che non me ne frega niente se licenziate o meno questa Valeria. Non lo metterei nel computo dei favori. Ecco cosa farò: io non vi farò causa, a te alla Refolo e alla Alito, vi evito di nominare dei legali che dovranno aprire fascicoli e incaricare quattro praticanti di seguire le cause che per vostra sottovalutazione presto non saranno in grado di seguire perché vi butterò addosso tanta di quella carta che vi servirà un armadio con su scritto Perduto. E sarà mia cura, se dovessi trovare altri esasperati che hanno ricevuto le vostre gentili offerte, di non propormi loro, gratis, come legale per future cause. Io non farò niente di tutto questo. Ma ne dobbiamo uscire in qualche modo. Dunque due possibilità: una, mi dai nome e indirizzo di questa Valeria così faccio causa a lei e aggiungi quattromila, contanti, senza fattura; oppure ti tieni l’identità di Valeria e me ne date ottomila di euri. Ora attacco prima che mi arrivi la separazione. Ciao, fammi sapere.»
«Ma io non credo di potere…»
«Come vuoi, ciao.»

Le api si sono ritirate. Maledetti insetti simbiotici, vi leverò di mezzo voi e quell’essere infestante. Acido. Userò l’acido. Non sia mai che debba ritirarmi dal mio terrazzo scacciato da forme di vita inferiori. Nessuno avrà il mio terrazzo, né voi né te amorino mio. Intanto mi procuro l’acido, voglio proprio vedere se sopravvive e voglio sentire gli strilli, che le api capiscano e vadano a infestare qualcun altro.
Mi resti tu. Volevo essere ragionevole, darti un’altra possibilità ma capisco che non c’è modo. Ti devi essere fatta i tuoi calcoli, tu e l’avvocato che ti sei scelta. E lo so che pure lui se li è fatti i suoi calcoli, figurati, mica è un ragioniere. Ma avete fatti conti senza l’oste, e l’oste dice che il vino è finito e se i signori vogliono avere la cortesia di accomodarsi, perché qui si chiude, anzi in realtà si è chiuso da tempo. Ma è colpa mia, sono un ottimista di natura che sorride al mondo, mi ci vuole tempo per capire. È che ti amavo tesoro, e ti amo ancora, pure la bambina mi manca, è su questo che hai giocato vero? sul mio sentimento, sulla venerazione che ho per te. Ma non me lo merito; la mia infinita disponibilità. Non sono certo un cattolico devoto, ma sono un convinto sostenitore del carattere sinallagmatico dei rapporti interpersonali, anzi dovrebbe essere un dovere per tutti. Se aiuti una vecchina ad attraversare la strada è giusto aspettarsi che te ne venga dato atto e magari quando ti capita, che so? una multa per divieto di sosta, si dica “vabbe’ ma questo il quindici maggio ha aiutato la signora Gina Strada a attraversare la strada”. Fare scattare uno sconticino, una riduzione di pena. Un sistema così eleverebbe l’animo umano a vette mai raggiunte prima. Ci sarebbe la fila agli incroci, ognuno con il suo vecchio sotto braccio pronto a traghettarlo sull’altra sponda, pure a forza, e che scherziamo, io voglio essere gentile e tu ti sottrai? ti lavo la dentiera ti cambio il pannolone ti ascolto quando dici. Purché me ne si dia merito. E tu, tesoro, come puoi colpirmi così basso? dopo tutto quello che ho fatto per te. Volevi sposarti e t’ho sposata, e bada bene che i matrimoni sono in calo. La gente convive. Preferisce non avere responsabilità. Va in affitto e finché dura dura. Senza progetti senza futuro. Ma allora se ne stessero ognuno a casa propria.
Io sono per il matrimonio, non si discute. Ma vuoi mettere? ti compri un vestito nuovo, fai una gran festa con gli amici, poi un bel viaggio. E ti coprono di regali. Certo, se sei morto di fame è meglio lasciar perdere: vantaggi bruciati e finisce che ci si indebita. Ma in fondo alle donne non gliene frega niente di sposare se non c’hai una lira. L’uomo indigente è invece più propenso al matrimonio, non ha da dividere. Gli tocca di essere calcolatore al povero.

3 Responses to “Vita e Opere di Sebastiano Perduto (ep. 4)”

  1. big one Says:

    hai creato un bel personaggio (letterario).
    mi è piaciuta molto la seconda parte.
    la prima parte - anche se legata all’episodio precedente - mi pare un pò forzata.
    comunque, se è ben scritto. è una bella trovata questa del romanzo a episodi.

  2. big one Says:

    ma k lo sa che perduto butta l’acido alle api?

  3. Vita e opere di Sebastiano Perduto (ep. 5) Says:

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