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Vita e opere di Sebastiano Perduto (ep. 7)

Categoria: Assaggi, suoni, visioni e letture, Novella a puntate
Postato da: Torquemada

[Ancora il cinismo dell'avvocato Perduto non ha resistito alle ferie, così come tutto il resto del sito. L'avvocato ha però progettato un ritorno pirotecnico sui vostri schermi, proprio per non farvi dimenticare fino a quali profondità può scadere l'uomo. Per capire basta leggere questo settimo episodio]

Vita e opere di Sebastiano Perduto (ep. 1)
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Vita e opere di Sebastiano Perduto (ep. 6)

VITA E OPERE DI SEBASTIANO PERDUTO (EP. 7)

Che splendida giornata. Vorrei godermi il terrazzo ma il baccanale pare aumentato: lucertole serpeggiano tra i rovi, un piccione gonfia il petto e tallona la picciona, due passerotti cincischiano tra le foglie facendo un gran chiasso. È proprio vizioso questo condominio.
Speriamo che il ragioniere Gisello comprenda. Comprenderà? difficile. È così limitato, è un razionale, vede solo bianco o nero, ragiona per schemi. C’ha in testa questi pacchetti di idee che gli servono a controllare il mondo, guai a toccarli. E giudica. Sì, il ragioniere è brava persona ma giudica con il metro condominiale. Lui è cattolico, per certo, e dovrebbe perdonare, porgere pure l’altra guancia. Ma fanatico come deve essere delle sacre scritture, si adirerà, e vorrà rendere pan per focaccia,. E siccome gli sembrerà enorme -oltre che impraticabile- rendermi pan per focaccia, se la prenderà con me, con la mia persona, finisce che mi riga la fiancata.
Mannaggia mannaggia, ragioniere, siamo uomini. Lei più di chiunque altro dovrebbe comprendere. Parliamoci chiaro ragioniere, ma davvero mi vorrebbe dire che mai, mai in questi anni, le sia balenato un pensiero, subito ricacciato nell’inferno da cui è venuto, s’intende. Quell’ombra di pensiero, un soffio direi, l’avrà amareggiata, si sarà sentito una specie di mostro -con tutto quello che si legge-, avrà avuto paura di sé stesso, temuto che qualcuno se ne accorgesse, dio non voglia proprio sua moglie. Ma vorrei tranquillizzarla, ragioniere, se me lo permette, è una cosa normale, direi sana.

«Sì, chi è?»
«Sono Lola, avvocato.»
«Ecco Lola, arrivo.»
«Buongiorno, posso?»
«Prego, entra.»
«Oggi non posso venire a lezione.»
«Come non puoi? è successo qualcosa?»
«No, no, niente. Ho da fare con la mamma, la devo accompagnare.»
«Accidenti mi ero organizzato. Mi dispiace che butti così i soldi, se prendi un impegno devi rispettarlo. Responsabilità Lola. Sei una donna. Quanti anni hai?»
«Diciassette.»
«Ah, ancora diciassette? beh sono quasi diciotto no? vabbe’ hai portato i soldi?»
«Eccoli, quaranta euri. Mi dispiace ma ho proprio da fare oggi.»
«Come va a scuola, Romano ancora rompe?»
«No, ora che c’hai parlato mi lascia tranquilla. A diritto ora c’ho sette.»
«Hai visto? te l’avevo detto. E papà è contento?»
«Credo di sì. Mi chiede sempre se le lezioni servono e poi Romano gli ha detto che ho fatto grandi passi avanti.»
«Cosa ridi? Stupida. È passato stamattina. Dice che mi vuole parlare di qualcosa. Sembrava serio. Hai idea di cosa possa volere?»
«No. Qualcosa del condominio probabilmente?»
«No no, il condomino non c’entra. Era imbarazzato. Non ti sei mica fatta scappare qualcosa?»
«Non esiste, non sono mica stupida. Non ho parlato con nessuno.»
«Va bene, se non hai parlato con nessuno allora non c’è pericolo, ma bisogna stare attenti.»
«Ti dico che non ho detto niente. Tu non mi credi mai.»
«Ma che c’entra Lola. Alla tua età anch’io facevo cazzate senza rendermi conto.»
«Perché tu sei uno stronzo. Io mi rendo conto perfettamente, che ti credi. Chi non si rende conto sei tu. »

L’amara realtà della vita? ritrovarsi ad avere quarant’anni e comprendere, alla fine, che non sei quel genietto che ti credevi. Che la figura sublime non è altro che un abbozzo. Che non sei il Tenete Colombo. Allora ben poco riuscirà a confortarti. Poco sì, ma qualche conforto si trova. Le labbra spontanee di un’adolescente possono dare una ricchezza e un’allegria che mi ricorda i vent’anni. Ma è solo un ricordo. L’incoscienza è sparita. Benché io sia un tipo spigliato e fiducioso ho passato oramai troppo tempo a piazzare cavalli di Frisia, mi sono preoccupato troppo a lungo di tenere lontano i nemici e alla fine mi sono convinto che esistono. Ero padrone di pascoli sconfinati, a vent’anni, e oggi mi ritrovo con un campicello a confronto, e è la cosa a cui più tengo, anche così angusto com’è l’ho ridotto. E nessuno me lo toccherà. Neanche tu cara, e il tuo avvocato. Hai pensato che direbbe la bimba? metti suo padre sulla strada. Non hai cuore? non te la perdonerà, stanne certa. Ma che ti avrò fatto di male? tanta cattiveria per cosa?
Una ordinaria lettera di avvocato. L’hai fatto apposta, ne sono certo. E quello, figurati. Avrà grattato ben bene: “Allora signora, stia tranquilla, avrà tutto ciò che è in suo diritto avere. L’importante è che le siano chiari i suoi diritti e che decida di difenderli. Spesso ci si lascia vincere dai sensi di colpa, remore naturali in un matrimonio durato quasi sette anni. Ma ora deve cominciare a pensare a sé stessa e alla bambina. Questo è il suo obbiettivo, al resto penso io. Lei non si stia a complicare la vita. Dunque tanto per cominciare… mi perdoni la brutalità ma è il mio lavoro… sapesse quante ne ho viste e sentite, mi consideri il suo medico. Per trovare una cura devo sapere tutto, mi occorre un’anamnesi, e più lei sarà sincera migliore e precisa sarà la cura, signora. Dunque… ha mai sospettato che suo marito molestasse la bambina?”
E ti vedo, colpita in fronte dalla domanda pazzesca, impossibile, vergognosa. Piano piano però l’eventualità si fa largo, spianata dalla naturalezza con cui è stata presentata e dalle immediate opportunità che reca.
“Una piccola attenzione, forse una pulizia del culetto troppo morbosa, una luce negli occhi ambigua.”
Grazie a Dio non l’ho mai toccata quella creatura, le sue secrezioni la sua nudità i suoi recessi nascosti non mi hanno mai appassionato.
Canaglie, non mi avranno.
Mi sto organizzando. Innanzitutto occorre studiare un piano che tenga conto dei diversi fronti aperti. Qualcosa di organico da sviluppare con disciplina e colpire. Ché si sa: organizzazione disciplina e azione sono le chiavi del sicuro successo. Ci dovrebbero essere dei corsi di disciplina organizzazione e azione, qualcosa di tipo paramilitare. Dovrei cercare su Google. Un corso così mi ci vorrebbe. E poi sarei a cavallo. Se trovo il corso giusto ho risolto. Magari direttamente on line. Google sa fare miracoli, trovi tutto, c’è tutto, e tutto quello che non c’è, non c’è. Non esiste. Il che mi dovrebbe far preoccupare perché col mio nome non si apre neanche una pagina. Ho provato. Niente. Persino il ragioniere Gisello Conti compare. È un campione di bridge. E chi l’avrebbe detto. Del resto se non lui, chi? eh, la vita è buffa, per saperla prendere basta avere un po’ di spirito. C’è sempre il lato comico, per riderci su.
é quello che dirò al ragioniere Gisello. “Non se la prenda ragioniere, poteva andare peggio, potevo essere un operaio”. Dovrebbe apprezzare che uno del mio ceto sia sceso di qualche gradino e abbia considerato la figlia di un ragioniere, una ragioniera, che a buon conto resterà ragioniera, visto che fa ragioneria e non promette neanche bene. Altri sono i suoi talenti. Va’ là ragioniere. Del resto, come le dicevo, l’ha vista bene Lola. Non mi dica che non ha mai buttato l’occhio sulle zizze. È molto femminile Lola, e anche seducente. Le piace piacere, le piace essere oggetto di attenzione, e usa il corpo per farlo, ma questo lei dovrebbe saperlo, ragioniere, deve aver capito il potere che esercita sugli uomini, deve averlo assaporato e le deve essere piaciuto. Deve aver cominciato con lei, ragioniere, e chi se no? lei è stato il primo sotto tiro, la doveva contendere alla madre, lei è stato il bottino più ambito. Si è esercitata bene con lei. Si ricorda, ragioniere, quando le chiedeva di allacciarle il reggiseno, lei era costretto a tirare i ganci, che lasciavano segni rossi sulla carne bianca, si ricorda quando trovava la porta della cameretta aperta, giusto uno spiraglio, e le cadeva l’occhio? ricorda quando la teneva sulle gambe, quella sensazione tutt’altro che paterna?
Certo lei esercitava il sacrosanto diritto di genitore, la controllava mica la guardava, la coccolava lei. Era Lola, però, che tesseva la tela. Forse sua moglie se n’è accorta, è una donna, figurati, loro lo sanno quello che pensano: stessa razza. Il piacere di avere un uomo che sbava, la consapevolezza di quanto potere nello sguardo, nella bocca, nelle cosce. Deve essere stato inebriante per Lola e lei ne deve essere stato terrorizzato. Quanto poco è mancato, eh ragioniere?  magari crede sia dipeso da lei, che sia suo il merito di aver resistito, “Va’ là Gisello” s’è detto, “una sbandata innocente che mai più si ripeterà, una sciocchezza”. Le piacerà credere questo, ma è stato solo il retaggio di deumila anni di storia cristiana che l’hanno salvata, che hanno bloccato non lei, ragioniere, bensì Lola. È stata lei che non ha voluto, o potuto, soggiogarla, è dipeso da Lola se la sua anima è salva. È stato ad un passo dal baratro quindi non la facciano troppo lunga. Io non gli sono parente, un amico direi, un avvocato, e pure con una certa esperienza. Meglio io di qualche ragazzino incontinente, una persona pulita, quasi un padre. Non sia invidioso per questo. Mi creda, meglio io, gliela controllo. E consideri anche che non credo di essere stato io a sedurla. Lola ha un talento, indubbio. Ecco, se la consola, pensi che anch’io ho una figlia femmina. Ci passerò come c’è passato lei. Si vuole vendicare? mi auguri che a mia figli tocchi… che so? magari un ragioniere, con tutto il rispetto, ragioniere Gisello Conti. Stringiamoci la mano, ragioniere, un ponte che unisca tutti i padri di figlie femmine. Uniti dobbiamo essere, e perdonare chi, come me, commette errori. Mi perdoni ragioniere. Cercherò di non farlo più, è una promessa.
Dovrebbe funzionare, magari meno aggressivo. Il poveruomo va compatito. Ma ugualmente gli va detta la verità. Che qualcuno gli apra gli occhi. Odio il dottore misericordioso. La gente dovrebbe dire le cose per come sono, in faccia. Ci si dovrebbe abituare alla verità, sin da bambini. Smettere di vivere nell’equivoco, giocando sui malintesi. Ah, quanta più aria si avrebbe a disposizione, che non vivere come scarafaggi, in cerca di angoli nascosti. “Ebbene sì, ragioniere, mi scopo sua figlia”, come mi sentirei meglio a dirlo, tutti ci sentiremo meglio. Io non mi sentirei più in colpa e lei non avrebbe l’imbarazzo di venirmi a parlare, e la Tettamanzi potrebbe farsi gli affari suoi. Pax condominiale. Io amo la verità e la rettitudine. Come andrebbe meglio questo mondo se tutti fossero sinceri e retti. Ci sarebbero sicuramente meno malattie epatiche e cardiache. Cirrosi emicrania cervicale, dimenticati. Questa è civiltà. La nostra invece è una proto-civiltà. L’uomo non è ancora in grado di accettare, e quindi dire, la verità. Ancora necessita della mediazione delle omissioni o addirittura delle mistificazioni. Forse il prossimo gradino evolutivo ci condurrà a un’esistenza libera. L’Homo Sapiens Sapiens cederà il passo all’Homo Gnostico.

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