Cielo di carta - Giuliana Botturi
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Postato da: zaphod
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Il Presepio era quasi finito: mancava solo la carta stagnola per il laghetto e il muschio per farci l’erba intorno.
Per la carta stagnola non c’era problema, l’aveva tenuta da parte un po’ per volta, quando gli consegnavano la spesa.
Per il muschio invece non sapeva come fare… Aveva provato a farlo crescere sul davanzale della finestra esposta a nord, ma il clima era diventato troppo secco, non ricordava nemmeno l’ultima volta che aveva piovuto, così il tentativo di coltivare artificialmente il muschio era fallito sul nascere.
Non poteva neanche pensare di andare a comprarlo, uno perché non sarebbe mai riuscito a scendere e risalire i quattro piani di scale, due perché nessun negozio teneva più il materiale per costruire il Presepio.
Ma, in effetti, ormai nessuno sapeva cosa fosse un Presepio!
Qualche anno fa stava facendo il colloquio telefonico bimestrale gratuito fornito dai Servizi Sociali, quando, trascinato dalla brutta Nostalgia irreversibile che gli era stata diagnosticata, gli era tornato alla mente, come in un flash back cinematografico, il Natale.
Era stato un ricordo talmente realistico da riuscire a sentire anche l’odore di un dolce tradizionale che veniva chiamato Panettone, con l’uva passa e i canditi…
Un momento sconvolgente!
All’improvviso era tornato bambino… Con un salto temporale di più di cento anni si era ritrovato seduto a una tavola apparecchiata e adorna di candele accese, con la tovaglia ricamata e i piatti dipinti che, ora ricordava, la mamma era solita usare solo nelle grandi occasioni, come quella del Natale.
E c’erano anche altri bambini che avevano nomi ormai perduti: Lucia, Pietro, Maria, e poi c’era una Nonna e degli Zii…
E tutte le cose erano rosse verdi e dorate, e c’era un luccichio di pacchi e pacchetti che, ricordava vagamente, forse contenevano dei doni… e poi c’era un albero verde, alto e spinoso, con appese palline lucide e colorate e luci che si accendevano e spegnevano… Com’era abbagliante!
Poi aveva rivisto, come in un lampo, la capanna con il Bambino e la Madonna e i Pastori e gli Angeli, e il Bue e l’Asinello…
E gli era venuta l’idea: avrebbe costruito un Presepio, alla faccia della C.C.R.L. “Commissione Centrale per la Razionalità e la Logica” che, nel lontano 2020, aveva proibito culti e celebrazioni, ritenute deleterie per la S.M.M.B. “Salute Mentale della Massa Benpensante” e che, in quanto V.V.E. “Valore in Via di Estinzione”, doveva essere protetta ai sensi dell’art. 3 comma 5 del D.lgs 241/20.
Si mise a rovistare negli scatoloni scampati al Grande Incendio Purificatore del 2015, trovò dei pezzi di legno in cui intagliò le statuine e riuscì persino a colorarle con alcuni tubetti di tempera indurita che la vicina gli aveva dato in cambio di massaggi alle gambe paralizzate.
Ci mise almeno sei mesi, perché a causa del Disastro Energetico l’erogazione di energia elettrica era sempre più razionata e a malapena riusciva a lavorare due ore al giorno… d’altra parte con la debolezza dei suoi decrepiti 135 anni, non poteva fare altro che dormire per il resto della giornata.
Era felice di aver trovato quell’occupazione trasgressiva che gli restituiva l’euforia degli anni giovanili, quando era sano e incosciente! Se l’avessero scoperto sicuramente lo avrebbero internato in un ospedale psichiatrico ed avrebbero cassato i pochi ricordi che rimanevano incastonati come diamanti nel suo cervello raggrinzito!
Ma si sentiva talmente vivo quando scatenava la fantasia e dalle mani deformate dall’artrosi sbocciava un angelo di carta! Valeva centomila volte la pena di correre il rischio!
Si era dannato l’anima per decenni cercando di capire il senso del tanto decantato “Eternal” che consentiva di prolungare la durata della vita oltre i centocinquant’anni, età in cui si è comunque distrutti e stanchi di vivere!
Ed ora aveva capito la grande opportunità offerta da quel farmaco miracoloso: ricordare il passato sepolto e, incredibilmente, riuscire a riportarlo in vita! Ed allora conobbe la gioia di essere di nuovo utile: lui era il testimone che avrebbe consegnato ai Nuovi Nati la conoscenza vera, quella che attraversa i secoli e costituisce la storia!
Lui era nato e sopravvissuto per questa che era la sua Missione!
I Ricordi però erano morbi terribili, il cui contagio era difficilissimo da debellare, pertanto già da molti anni erano state adottate metodologie di prevenzione e profilassi a cui tutti, pena la reclusione, dovevano sottoporsi obbligatoriamente.
Ma, inspiegabilmente, lui era affetto da una forma rarissima di Nostalgia Maior che lo rendeva refrattario al Trattamento Antiricordi. In lui la memoria si scatenava improvvisamente e gli consentiva di viaggiare nel tempo e nello spazio.
Fu così che cominciò ad accogliere la sua patologia come un dono da offrire alle nuove generazioni.
Aveva scelto di ricostruire il Presepio perché gli sembrava una rappresentazione particolarmente arcaica e perciò colma di simbologie ormai perdute.
Ogni tanto dai gorghi del passato risalivano dei particolari: c’erano le oche nello stagno, e il mulino che girava, e un pastore che portava un agnello sulle spalle, e, nel cielo, una stella enorme con la coda luminosa. Così ricordò anche che a quei tempi, chissà quanti anni prima, il cielo non era verde petrolio, ma di un bel colore azzurro, che al tramonto diventava rosso e poi, di notte, blu con delle stelle luccicanti grandi e piccole.
Così aprì il flacone di “No Memoryl” e stese lo sciroppo blu scuro su un grande foglio di carta. Poi prese le pastiglie di “Never Mind” e le incollò ad una ad una su quel cielo di carta per fare le stelle.
“Quando si sarà asciugato bene, metterò il cielo al Presepio” pensò tra sé “e al muschio ci penserò domani, tanto c’è tempo!…”