La fitta - Sergio Sciaudone
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Postato da: zaphod
- (r)esistenza 2009 - le storie
- Non è mai troppo tardi - Cesare52 e El luchador maximo
- L’ode - Stefano Cardinali
- Il bottone rosso - Stefano Carbini
- Unica certezza, l’illusione di sapere - Mario Bucci
- Morire, tutti, un giorno per volta - Stefano Tevini
- Il Secco - Elena Gottardello
- Cielo di carta - Giuliana Botturi
- TrentaNove - Fabio Mundadori
- La donna cannone - Daniela Rindi
- Padre, Figlio e Spirito Santo - Graziano Delorda
- Amaro - Federica De Angelis
- Mario - Maria Chiara Biondi
- Con il gel nei capelli - Patrizia Marchesini
- Pontinia: 19 dicembre 1935 - Antonio Rossi
- Salvatelo - Graziano Lanzidei
- Storia per avvocature - Renzo Brollo
- Idee nuove - Bruno di Marco
- Fermata d’autobus - Gloria Virginia Togni
- La fitta - Sergio Sciaudone
- Cooo… me? - Luca Saraceno
- Una resistenza tutta mia - Fabio Brinchi Giusti
- Un battito d’ali - Massimiliano Lanzidei
- Quattro mesi - Mario Orlandi
N.B.
L’autore tiene a precisare che qualsiasi riferimento a persone o cose realmente esistenti è da considerarsi puramente casuale.
La sveglia…tutte le mattine alle 6,30….che palle.
Mi lavo e mi vesto con la solita velocità e poi a corro a fare colazione da Emanuele il barista più rompicoglioni del mondo. La madre dice che ha imparato a parlare presto: sono quarant’anni che l’umanità attende che impari anche a tacere.
Lo ignoro, ho deciso. Ci vado solo perché con 70 centesimi bevo un caffè e leggo tre giornali da 1 euro, anzi oggi prendo il cappuccino, crepi l’avarizia e in culo alla mia colite. .
Mi appoggio al frigo dei gelati e mando giù l’ultimo sorso del cappuccio… sulla prima pagina del giornale la foto di un piduista presidente del consiglio,un fascista presidente della camera e un mafioso presidente del senato, che sorridono compiaciuti. Una fitta allo stomaco, come una coltellata. Vado dalla commercialista, mi è arrivata una cazzo di cartella dell’INPS da pagare, mentre cammino osservo il bestiario di questa città: gente che passa con il rosso, che parcheggia sulle strisce o sulle rampe per i portatori di handicap e i giovani che sembrano tanti ritardati. Portano tutti i pantaloni alla cacatesotto con le mutande di fuori, che ogni due passi devono tirare su con le mani. Sembrano fatti con lo stampino! Un’altra fitta.
Arrivo da Milena, la commercialista, è impegnata…. e adesso? Si,vado a passare un po’ di tempo nella libreria di Piermario, un posto amico. No cazzo cazzo cazzo!!! C’è quel rompicoglioni di Pennacchi, il fasciocomunista, che ciavrà mai di comunista? Oddio attacca! Come al solito lui non è d’accordo, a prescindere, comunque, sempre.
Stavolta però gli dò ragione. Annuisco ad ogni sua parola e lo chiamo maestro quando devo per forza parlare. Non lo reggo! Un’altra fitta al fianco ma devo resistere.
Esco di corsa e mi infilo nello studio di Milena. “Mi dispiace, so che non hai colpa, l’errore è stato del tuo vecchio commercialista… devi pagare”. Vorrei urlare, mi trattengo, inizio a sudare ghiacciato ma so che non devo lasciarmi andare e resisto. Mi avvio verso casa a passo rapido, è una giornata di merda non so se ce la farò a tornare senza sbottare.
Il pane! devo comprare il pane, c’è una fila paurosa in panetteria. Ecco 10 minuti di attesa e tocca a me… finalmente. No, il vecchio bastardo si è infilato. Maledetto! Che cazzo ha da fare tutto il giorno!? Sta in pensione, gliela pago io e mi passa pure davanti nella fila! Non dico niente per non scatenare una rissa,ma ecco una fitta fortissima alla pancia, al posto del sudore scendono i ghiaccioli , resisterò stoicamente. Il portoncino delle scale, e vaiii!!! Salvo. Inizio a salire le scale a quattro alla volta noooooooo la vicina attacca bottone. Sento solo “le bollette….vivere….tutto più caro…” “ma vaffanculo che hai votato il piduista pure tu”, penso tra me e me. Questa volta sbotto ormai non ce la faccio più. Mi molla, prendo le chiavi di casa e mentre le sto per infilare nella toppa mi cadono. Dal momento in cui mi scivolano di mano a quello in cui arrivano in terra ripercorro la mia giornata all’indietro, è una moviola rapidissima, il panettiere, la commercialista, lo scrittore, i giornali, e l’ultimo fotogramma - subito prima che le chiavi tocchino terra - è l’immagine del cappuccino.
Non dovevo sfidare la mia colite.