Primo premio - Nicoletta Berliri
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Postato da: zaphod
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- Semplicemete idiota - Daniela Rindi
- Noia di Caronte - Luca Baldini
- Monologo di un astante - Roberto Ceccarini
- L’Elisa - Edoardo Micati
- La sposa - Fabio Brinchi Giusti
- Mani ostili - Donatella Franceschi
- Primo premio - Nicoletta Berliri
- Annusapatte - Gobin Onego
- Talento: manuale d’uso - Stefano Cardinali
- Il mio amico Salvatore - Stefano Carbini
- L’attesa - Annamaria Trevale
- La scoperta della pioggia - Andrea Giaché
- Umidità - Er cavaliere nero
- Ragnatele - Aldo Ardetti
- Audacia - Catia Balestra
- Rovescio improvviso - Bruno Di Marco
- Audacia - Marcellino Iovino
- Alla stazione - Gabriele Santoni
- Il Simulatore (nascita di un supereroe) - Massimiliano Lanzidei
- Segrete Speranze - Dr. Frank Ripper
- Un passo, e poi bagnarsi - Faust Cornelius Mob
- Forse un altro treno - Federica De Angelis
Trilussa sostiene che la statistica è quella scienza per cui, se tu mangi due polli ed io nessuno, abbiamo mangiato un pollo a testa.
L’esperienza di vita mi ha condotto più volte a verificare sulla mia pelle quanto sopra detto, portandomi a concludere che non è possibile apprezzare pienamente un evento positivo, godendone fino in fondo, aspirandone la gioia a pieni polmoni. Non è il solito discorso qualunquista di considerare i vantaggi spirituali forniti dal valutare la bottiglia mezza piena anziché mezza vuota, ma è un dato di fato incontrovertibile.
Gli occhi sbarrati sulla pioggia che scende come nella canzone di Gianni Morandi eppure a me fa, al contrario di quanto asserisce il cantante bolognese, fa rabbia, tristezza, freddo.
Mi trovo nell’atrio della stazione ferroviaria, sono appena scesa da un treno pomposamente chiamato EuroStar il cui unico valore è il prezzo del biglietto perché i treni che oltrepassano gli Appennini sono lenti per costituzione ed i loro ritardi sono cronici. Prenderla con le Ferrovie non serve a nulla, come ho già ampiamente sperimentato, tutt’al più si riesce ad ottenere un preregistrato e asettico :«Ci scusiamo per il disagio».
Oggi, però, sento che nulla e nessuno possono spegnere o turbare la mia felicità; dopo anni di tentativi falliti ho finalmente vinto!
Una mia poesia prima classificata in un Premio Letterario, il mio nome figurerà nell’albo d’oro, la prima traccia, il primo indizio per l’eternità.
Lo so, esagero sempre, ma è una vita che inseguo questo traguardo. Scrivo da quando ho sei anni e non solo per fare i compiti: il diario, le poesie, i racconti, i romanzi, anche un saggio ironico sulla vita quotidiana.
In ogni caso, fino a cinque anni fa, scrivevo solo per me stessa e per pochi amici intimi; sono loro che mi hanno convinta della qualità di quanto andavo elaborando e della necessità di farne partecipe tutto il mondo conosciuto. Mi sono buttata a corpo morto nell’avventura letteraria partecipando indifferentemente a tutti i concorsi di cui venivo a conoscenza e, alla fine, ce l’ho fatta: prima!
A dire il vero c’è stato un periodo in cui ho sospettato di avere la patente di iettatrice.
Mi sono iscritta a un concorso letterario indetto da un noto periodico che è miseramente fallito proprio mentre stava per iniziare la pubblicazione dei racconti selezionati; come premio ho ricevuto un libro di un noto giornalista e tante scuse.
Una centenaria Associazione Culturale ha chiuso i battenti, sciogliendosi, a seguito della mia partecipazione al più che ventennale premio letterario patrocinato persino dal Presidente della Repubblica.
Infine, un piccolo comune della Toscana è stato commissariato pochi mesi dopo la mia iscrizione al concorso, indetto dall’assessorato alla cultura, per valorizzare la storia e il patrimonio artistico della cittadina.
Oggi, però, tutto nel dimenticatoio: sono felice, sono prima!
Non sarà certo la pioggia che scende copiosa a spegnere il mio entusiasmo.
Devo solo attraversare la strada e raggiungere la fermata del bus. Mi faccio coraggio e intrepida guado la statale; l’ombrello che ostento serve a meno di niente.
Non importa, sono prima!
settembre 9th, 2009 at 12:17
Mentre leggevo e mi avvicinavo alla fine pensavo: “Però sfortunata la ragazza”, e poi “Chissà se partecipa al Bit dell’Avvenire”.
Arrivato alla fine mi sono chiesto:”Ma ce l’ha fatta? E’ riuscita ad attraversare?”.
Ho deciso di no, non ce l’ha fatta. Le statali sono mortali.