Semplicemete idiota - Daniela Rindi
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Postato da: zaphod
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“Si può fare, si può fare, puoi prendere o lasciare…”.
Che cosa? Cos’è così fatalmente semplice e così falsamente realizzabile? Non è tutto così fluido, come un cazzo con vaselina su per il buco del culo. Non esiste la bacchetta magica, o io me la sono persa. Ancora fatico a decidere se è meglio il Prozac o i Fiori di Bach.
Ho la barba lunga, incolta, non per vezzo, ma per pigrizia. Mi lavo anche poco. Casco a pezzi, ieri un frammento di dente è rimasto appiccicato al chewingum, nuvole di capelli morti rimangono appallottolati sulla spazzola. E’ un lento, crudele, inesorabile decadimento organico.
Vivere la vita intensamente sì, questo posso dire di averlo fatto. Ho vissuto tutto sulla mia pelle, sentendo male in così tanti punti del corpo, che neanche sapevo di avere. Adesso che sarebbe venuto il momento di ricostruirsi, adesso che ho iniziato a leggere senza avere più l’esigenza di osservare…sono diventato presbite. L’altro giorno mia nipote, mi ha detto in bagno “ che buon odore di passera!”. Ha solo sei anni, non mi funziona più neanche l’udito.
C’è un’altra cosa in me molto grave: io ho amato solo mia madre. Assomiglia a quella donna lì, davanti ai miei occhi, con quel grosso culo. Mi sono votato a lei anima e…il corpo no. Me l’ha solo fatto intravedere. Sin da bambino, quando veniva nella vasca con me, non ho fatto altro che ammirarla, desiderarla, così morbida, con quei seni enormi e un immenso ciuffo di peli neri in mezzo alle gambe, che mi faceva fantasticare. Non ho mai scoperto cosa c’è dietro quel ciuffo, di nessuna donna.
Non sono un poeta, lascio il doveroso e illuminante spazio ai superdotati, che per un certo verso, mi danno piacere, ma amo la poesia e spesso butto sulla carta impunemente i miei miseri versi. Scrivo anche racconti. Brevi. Che non è scrivere qualcosa che esprima meno del titolo. Al contrario, nel racconto breve ho la facoltà di esprimere l’essenza del vivere, tutto il resto lo taglio, senza pietà. Ma non sono neanche uno scrittore.
Sono un attore …questo è veramente molto grave, una malattia contratta alla nascita. Non ho saputo resistere al fascino dell’interpretazione, del doloroso lavoro di squarciamento dell’anima cui bisogna dedicarsi per calarsi nella vita di un altro. Si pensa erroneamente che un attore s’immedesimi fino al punto di diventare quel personaggio, ma non è così. Non avrebbe l’anima.
Bisogna prima “spogliarsi”, buttare giù tutte le barriere psicologiche, poi essere disposti a farsi penetrare dal personaggio, che occuperà tutto il tuo essere come un alieno. In seguito è necessario collegare la sua vita alla tua, trovare nessi, similitudini. A quel punto sei dentro, hai fatto il lavoro più importante, il resto è solo un esercizio di memoria.
Nonostante questo mi sento decrepito. L’arte, la sublimazione, sono tutti concetti che davanti alla frantumazione di un dente, ergo, il decadimento fisico, perdono di significato. Esiste il tuo corpo che, improvvisamente, si rende conto di aver avuto una funzione e ora non ha più. Diventa importante adesso, che mi rifletto allo specchio: cieco pelato e sordo.
Ho sempre pensato di vivere “fuori sinc” da tutta la vita, ma mai così, mai come adesso. Mi sento semplicemente idiota, improvvisamente mi rendo conto di aver faticato tanto per nulla, di aver investito distrattamente il tempo e sempre nell’affare sbagliato. E’ passato senza chiedermi permesso, una spallata e via, un istante per girarmi, per rendermene conto … ed io non l’ho visto in faccia!
settembre 9th, 2009 at 15:00
Un altro dei personaggi che popolano le sue storie, ritratto come al solito con bravura.
settembre 10th, 2009 at 20:05
grazie Sca…