Edoardo Micati - Le impronte
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Postato da: zaphod
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Milano, redazione di un importante quotidiano nazionale.
- Direttore, è giunta una e-mail con allegato fotografico, è di Edoardo, il nostro corrispondente in Puglia.
- Fai vedere.
- Una foto molto eloquente, mette a fuoco una scena dei nostri tempi, ma potrebbe riportarci con la mente a guerrieri con scudi di epoche lontane.
- C’è pure un servizio, bravo Edoardo. - Con altri colleghi ci troviamo a Scarfagnano, paese poco distante da Gallipoli. Un anonimo informatore ci aveva avvertiti che in mattinata sarebbe accaduto un qualcosa di particolare, da non perdere, nel campo Rom che ospita sei famiglie, in tutto 36 persone. Verso le dieci, senza alcun preavviso, si sono presentati dei funzionari prefettizi, accompagnati da numerosi carabinieri, in assetto anti sommossa, per il prelievo delle impronte digitali. I rom non stavano opponendosi all’ordinanza, ma nel momento in cui il sindaco del paese ha preteso di fare l’esame del DNA, adducendo che fra i 21 minorenni, tanti in un gruppo di 36 persone, alcuni di essi potevano essere stati tolti alle famiglie d’origine, è avvenuta una vera e propria insurrezione. Alle pietre lanciate dai ragazzini, in risposta, un carabiniere ha scagliato una bomba lacrimogena, subito imitato dai suoi compagni d’armi. Nella vasta spianata, avvolta da una spessa nuvola di fumo, a tratti si vedevano le camionette che passavano fra le misere roulottes, con i carabinieri a dare manganellate, alla cieca.
Ovviamente, chi disponeva di una macchina fotografica o telecamera ha documentato l’avvenimento. Non avendo a portata di mano il mio attrezzo ho fatto appena in tempo a scattare una foto col cellulare. E sono stato fortunato perché ai colleghi è stato sequestrato l’equipaggiamento. Solo uno scatto ho potuto fare, uno scatto che raffigura questa povera vecchia donna pressata da una schiera di uomini con scudi e casco nero.
La poveretta reggeva con la mano sinistra un crocefisso di legno, fra le dita stringeva un rosario. Piangeva, cercando di asciugare le lacrime con una pezzuola bianca. Son riuscito a parlarle. E’ originaria del distretto di Suceava in Romania. Rom di etnia polacca, cattolica, si era salvata dai tedeschi accolta da una famiglia rumena, mentre i genitori venivano trasferiti nel campo di Belec in Polonia, dove finirono nelle camere a gas. Grazie all’intervento del vescovo, avvertito dal parroco del paese, che ha minacciato il prefetto di far intervenire le alte sfere religiose di Roma, i rom non sono stati trasferiti. Ho intervistato il comandante dei vigili urbani Capone il quale mi ha raccontato che: - Dopodomani il gruppo avrebbe dovuto lasciare Scarfagnano per trasferirsi in Romania. La loro presenza in Italia è diventata insopportabile, dovunque vengono scacciati, anche se non hanno nulla da recriminare verso i cittadini di Scarfagnano. Devo riferire, per onestà professionale, che i ventuno bambini appartengono effettivamente ai gruppi familiari, questa è gente prolifica, si sa. - Ho avvicinato infine il vescovo al quale ho mostrato la foto con la povera donna. Con enfasi ha detto: - Le impronte, per tutti noi, le ha già lasciate Gesù Cristo sulla croce, questa povera gente va lasciata in pace, non s’erano accorti che stavano mettendo in croce la santa donna?
- Si pubblica in prima pagina, così com’è. Mi raccomando, la foto deve risaltare, come se volesse uscir fuori dalla pagina. E poi…sì, in rilevo le parole del vescovo: Le impronte, per tutti noi, le ha già lasciate Gesù Cristo sulla croce!