Stefano Cardinali - Un inganno mediatico
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Postato da: zaphod
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Voglio raccontarvi che cosa accadde realmente quel giorno perché le immagini spesso mistificano la realtà mostrandola parzialmente, come avviene in televisione e come è successo con quella foto che quasi tutti i giornali hanno pubblicato. Io c’ero e posso dirvi che quella donna è una iena! Voi l’avete vista ritratta in lacrime, una pia devota al Signore: non lasciatevi ingannare, quella femmina è una belva! Avete notato, oltre al crocefisso e al rosario, cosa stringe in mano? No, non il fazzoletto, intendo dire nell’altra mano. È un bastone quello che si intravede e ha la parte inferiore insanguinata. Lo so che nella foto quella parte non è inquadrata, è per questo che vi dico che le immagini strumentalizzano la verità mostrandone solo una parte. Io c’ero e so con assoluta certezza come, pochi istanti prima, quello che è lecito immaginare come il solido sostegno per un’anziana signora, fosse stato usato per procurare dolore. A me, il suo amante.
Lei è Olga, la conosco da quaranta anni e fino a qualche istante prima eravamo in casa mia a fare sesso.
Come ogni primo martedì del mese.
All’inizio i nostri incontri erano molto più frequenti, anche dieci volte al mese poi, con l’età e con gli acciacchi, abbiamo diradato. Adesso ci vediamo una volta al mese. Il primo martedì, appunto.
Quella vecchia è una macchina erotica sempre pronta a nuovi giochi con l’unico vezzo di non volersi spogliare mai, o meglio, solo il minimo indispensabile. Lo avreste creduto possibile? Lo dicevo io che le fotografie non raccontano la realtà! Semmai la fanno immaginare e solo di rado si intuisce la verità.
Lo so, adesso penserete che il bastone sia servito ai nostri piaceri. Non come immaginate voi! Lei davvero lo usa come sostegno da quando si ruppe il femore perdendo l’equilibrio durante una delle nostre posizioni estreme. Passarono tre mesi tra operazione, gesso e rieducazione ed era pronta, come nuova. Beh, non proprio come nuova, diciamo che certe figure non avevano più l’elasticità di prima e altre avevano bisogno dell’ausilio di quel pezzo di legno. Erano proprio quelle movenze barcollanti a dare ai nostri amplessi la carica che ci mancava da tempo. Quel bastone è diventato insostituibile nella nostra attività sessuale, è per questo che non mi aspettavo che lo usasse contro di me quando le ho chiesto di mostrarmi le tette, perché saranno anche quaranta anni che trombiamo, ma lei, davanti a me, non si è mai spogliata. Avrò il diritto di chiederglielo dopo tanto tempo? E invece no, si è scagliata contro la mia testa con quel randello. Ho cercato di reagire ma la sua foga si è moltiplicata! Soltanto quando ho finto di perdere i sensi ha smesso di colpirmi. Con gli occhi socchiusi l’ho vista riabbassarsi la gonna cercando di darsi un contegno. L’ho sentita blaterare che ero un porco e che non meritavo di avere in casa certi simboli religiosi. Ha staccato il crocefisso dal muro, si è riempita le tasche con i miei santini e, trovato il rosario, è uscita. Barcollando mi sono rialzato e dalla finestra l’ho vista disperdersi tra la folla manifestante. Ora eccola lì, su quasi tutte le prime pagine delle testate nazionali, simbolo di una protesta pacifica maltrattata dalle forze dell’ordine.
Non lasciatevi imbrogliare: il suo pianto non è dovuto ai gas o ai sensi di colpa per avermi bastonato. Io la conosco bene e quelle lacrime sono frutto della sua sinusite cronica. Un castigo minimo per avermi colpito a sangue. Proprio a me, il suo parroco.