Studio 69 - Gianmarco Lodi
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Postato da: zaphod
- Progetto Foto-Terapia - # 2
- Occhi da donna - Pier Angelo Consoli
- Non mi piace la minestra riscaldata - Nicoletta Berliri
- L’eccezione - Maria Borgna
- L’uomo che rideva - Faust Cornelius Mob
- Modello 6 - Luca Baldini
- Ultimo giro - Simona Duranti
- L’orco Gino - Edoardo Micati
- La giostra delle G - Elisabetta Puppo
- Fuitina - Carla Faricelli
- Il cuore è matto - Giuliana Botturi
- Il trottolaio - Matteo Cordella
- Gita al luna park - Ludovica Mazzuccato
- Aperto solo di domenica - Gabriele Santoni
- Fotografia dell’invisibile - Alberto Volpi
- Sincerità - Er cavaliere nero
- Un ricordo (in)delebile - Stefano Cardinali
- Studio 69 - Gianmarco Lodi
- Il gabbiotto della giostrina - Graziano Leoni
- Welcome - Mara Latorre
- Confine - Marco Ferrari
- L’assenza - Roberto Urios Parrelli
- Da Manuela a Silvia, a pensami - Luigi Brasili
- La notte che Salvatore - Bruno Di Marco
- Una visione (in)vendibile - Gobig Onego
- La giostra - Daniela Rindi
- Scatti dell’anima - Stefano Carbini
- Foto terapia 2 - Marcello De Santis
Quella era solo una vecchia Polaroid, un pacchetto di sigarette, Camel, lasciato a terra a marcire, una carta di Fruit Joy. Jeany gli diede un calcio. La cartaccia rimase lì dov’era. Da 4 mesi aveva avuto il coraggio di iscriversi a “Studio 69.org”, una sorta di social network per uomini in cerca di altri uomini. Le regole erano semplici, mettevi la tua foto sul profilo, rigorosamente senza testa e nudo. Pisello in erezione. Come secondo step dovevi riempire il form con il tuo luogo di provenienza e cosa ti sarebbe piaciuto fare e farti fare. Jeany aveva messo che era alla ricerca di uomini sposati e che avrebbe voluto fare un bocchino e farsi penetrare. Melly40 era in ritardo di 20 minuti. Jeany iniziava a dubitare che magari questo Melly40 non esistesse nemmeno. Gli era già successo qualche volta. Magari era solo un qualche ragazzetto coglione che aveva voglia di cazzeggiare. Dalla foto sul profilo le uniche cose che aveva capito è che più o meno aveva il cazzo di 17-18 cm, che aveva un tribale tutto attorno alla coscia destra ed una cravatta a pois bianchi su sfondo nero. I minuti di ritardo ora erano 30. Jeany si sedette sul calcio in culo. Gli venne da ridere a pensare al calcio in culo. Calcio in culo, cazzo in culo. E gli venne da ridere nel pensare alle vecchie giostre nel parco municipale. Era stato quel luogo, suggerito da Melly40 a fargli accettare l’incontro. Ora erano le due del pomeriggio e non c’era nessuno in giro. All’una aveva staccato da lavoro. Lavoro part time. Azienda edile. Stava iniziando a spazientirsi. E anche l’eccitazione iniziava a scemare. C’era un vecchio con un cappello da baseball e due Yorkshire. Uno era legato al guinzaglio. Il maschio, la femmina invece no. Erano vecchi anche i cani, si vedeva. Si alzò un po’ di vento. Le mani di Jeany iniziavano a screpolarsi, estrasse dalla tasca un po’ di crema. Le 2 e 40, e si rammaricò di non aver chiesto di scambiarsi i numeri di telefono. Forse non lo fece per paura di intimidirlo. Molti a questa richiesta lo facevano e scomparivano, d’altronde era una città piccola e si sa che essere froci non era il massimo. Soprattutto se sposati e con figli. Meglio viverla in clandestinità. Tanti gli avevano confessato di non sentirsi né omosessuali e tanto meno bisessuali e sicuramente ciò non dipendeva dalla sua androginità. Dipendeva dalla loro noia e repressione. Ma a Jeany piaceva far godere questo tipo di uomini. Lo maltrattavano quasi e a lui piaceva, non era un periodo in cui voleva essere amato e da che si ricordava non lo aveva mai voluto. Anche se un po’ invidiava quelli che ci riuscivano. Marco e Simone vivevano insieme da due anni, erano felici. Che noia la vita di coppia, pensava ogni volta che andava a cena a casa loro, così come quando andava a casa della sorella e del marito. Si mise una mano in tasca e iniziò a toccarsi l’uccello. Avrebbe aspettato solo altri 10 minuti. Poi basta, sarebbe tornato a casa. Ma in fondo aveva troppa voglia di scopare. Una sega non sarebbe stata la stessa cosa. Però se Melly40 non fosse arrivato entro 10 minuti, avrebbe messo la chiavetta usb della vodafone nel Pc, sarebbe andato su Studio69.org e avrebbe cercato un altro pisello per la serata. Con il cazzo più grosso di quello di Melly40. Stava già iniziando a togliersi il maglione rosso con cui aveva detto che si sarebbe fatto di riconoscere, che una mano gli accarezzo i capelli lisci e ben stirati e una voce roca gli sussurrò nell’orecchio: “Sei bellissimo.”